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martedì 2 luglio 2019

White Russian's Bulletin



Nuova puntata - come al solito in ritardo - del Bulletin figlia di una settimana in cui lo spazio per il grande e piccolo schermo è stato decisamente ridotto, complici le vacanze al mare del Fordino con il nonno, gli appuntamenti di Julez legati alla scrittura - a proposito, è uscito il suo nuovo romanzo, non perdetevelo! - e quelli di questo vecchio cowboy con il lavoro e il crossfit: quando si è potuto, però, ci si è concessi volentieri una bella pausa sul divano, con il ventilatore puntato addosso.


MrFord



3% - STAGIONE 2 (Netflix, Brasile, 2018)

Risultati immagini per 3% stagione 2

Giunta alla mia attenzione qualche mese fa, consigliatissima da Julez, 3% si è rivelata da subito, per quanto non originalissima o clamorosamente memorabile, un buon divertissement buono per le pause pranzo che riesco a passare a casa, in attesa che questo recupero potesse diventare una visione condivisa della da poco uscita season three. 
Personalmente, fatta eccezione per un paio di twists ben orchestrati, ho trovato questo secondo gruppo di episodi più debole rispetto al precedente, nonostante sia evidente il lavoro che gli sceneggiatori hanno cercato di fare per fornire un'evoluzione degna di questo nome a quelli che ormai paiono sempre di più i quattro volti della serie: questo sforzo ha reso l'intera visione quantomeno meritevole di aver tentato una strada se non nuova quantomeno diretta e sincera, portando in scena tantissime sfumature grigie in grado di mostrare tutti i charachters, nessuno escluso, imperfetti e scombinati quanto solo noi esseri umani sappiamo essere.
Per il resto, non il prodotto del secolo, neppure lontanamente: eppure sento di volergli bene.




ROCKETMAN (Dexter Fletcher, UK/USA/Canada, 2019, 121')

Rocketman Poster


Evidentemente il duemiladiciannove sarà ricordato come l'anno che ha rilanciato il biopic musicale, considerati i successi che, pur in misura differente, sono stati Bohemian Rhapsody e The Dirt, passando - anche se in questo caso il genere è sicuramente meno inquadrabile - per Lords of Chaos: ultimo di questa serie è Rocketman, ibrido tra musical e biografia interpretato con grande trasporto da Taron Edgerton ed incetrato sulla figura di uno dei cantautori più importanti, apprezzati e di successo della Storia del Rock, Elton John.
Anche in questo caso, come per le pellicole dedicate a Queen e Motley Crue, la struttura è abbastanza tradizionale, con un'altalena ben strutturata di emozioni che passano dall'euforia alle lacrime della star di turno pronta a sfruttare i pezzi più noti, e anche in questo caso, l'esperimento si rivela azzeccato e funzionale: i brani di Elton sono delle bombe, le coreografie delle sequenze in stile musical ben orchestrate, alcuni passaggi sono addirittura emozionanti - l'esecuzione di Your Song arriva al cuore -, la solitudine dell'artista, l'importanza del rapporto con la famiglia, quello con le persone che si e ci scelgono - in particolare il legame con il collaboratore più stretto, Bernie Taupin - affrontati con profondità seppure in pieno stile mainstream.
In un certo senso, così come è stato per le gesta di Freddie Mercury, anche quelle di Elton John hanno finalmente trovato il loro degno spazio anche al Cinema, sperando che chi ancora - se possibile - non li conosce o anche il pubblico futuro possano magari partire da qui per imparare a conoscere e ad amare la loro Musica.


sabato 1 giugno 2019

Saturday's child back in late


Nuova settimana di uscite e grande ritorno del più classico dei ritardi made in Saloon, in compagnia del solito e fastidioso Cannibal Kid e di un ospite d'eccezione, Gabriele Russo, che per tenere fede al suo cognome per sopportare me e il mio rivale si è dovuto scolare tre o quattro white russian.
Una cosa che potrebbe inaugurare una nuova tradizione per gli ospiti di questa rubrica in modo da colmare il gap con gli squilibrati commenti dei "padroni di casa".


"Voglio che Godzilla venga messo immediatamente a guardia di King's Landing."


Rocketman

"Questo look fordiano non mi convince a fondo. Il white russian un pò di più."
Gabriele: Dopo la “Still standing” del gorilla di Sing, Taron Egerton andò in fissa per Elton John e bisognava appaciarlo in qualche modo. Dopo le briciole per la regia di Bohemian Rhapsody, poi, bisognava far contento pure Dexter Fletcher. Lo sfrontato biopic/musical sul baronetto ha fatto felici attore e regista e, si spera, pure noi. Perché, a quanto pare, questi nuovi musicarelli faranno la fine dei cinecomic. C’è stata la benedizione di sir Elton, quindi, se non dovesse piacervi, sapete con chi prendervela. Il problema Cannibal e Ford manco se lo pongono: hanno snobbato Mamma mia! Perché scegliere questo?
Cannibal Kid: Mamma mia! continua a spaventarmi quasi quanto il wrestling, lo ammetto. In quel caso si tratta però di un vero musicarello con Meryl Streep che canta, quindi paura. I biopic musicali invece sono un genere che amo particolarmente. Sono riuscito ad apprezzare persino Bohemian Rhapsody sui da me tanto odiati (un tempo, dopo la pellicola un po' meno) Queen. Pure di Elton John non è che sia proprio un grande fan, ma il lavoro da quanto ho visto promette bene e Taron Egerton prenota già un posto alle nomination degli Oscar 2020. Quindi insomma sì, credo che quello sull'uomo razzo non sarà un film del cazzo.
Ford: mi tocca essere d'accordo con Peppa Kid su Mamma Mia, su Bohemian Rhapsody e anche su questo Rocket Man, anche perchè il buon Elton ha sfoderato nel corso della sua carriera dei pezzi davvero da paura. Fortunatamente non sono d'accordo con lui sul wrestling, che perfino il Baronetto, se non ricordo male, apprezza. Dunque spero che Gabriele entri a far parte del nostro circolo fordiano del Russo Bianco e snobbi quello del the delle cinque del mio rivale.

Godzilla II - King of the Monsters

Cannibal e Ford nel corso della preparazione della rubrica delle uscite in sala.
Gabriele: Vallo ad accontentare lo smaliziatissimo pubblico di nerd e cinefili che ci ritroviamo in sala sempre più agguerriti, con il ritorno del lucertolone stavolta più grasso, più arrabbiato e più confuso. Valli ad accontentare dopo avergli piazzato nel trailer una “Somewhere over the rainbow” che Dorothy Gale ancora si rivolta nella sua tomba in Kansas. Ebbè, almeno si è data l’opportunità a miss Undici di farla qualche altra espressione d’attrice.
Cannibal Kid: Stavo parlando di film del cazzo, ed ecco che arriva il nuovo Godzilla. Una coincidenza? Già il precedente mi era sembrato mostruoso, e non intendo in senso positivo. Mostruoso ai livelli delle sparate cinematografiche di Mr. James Ford, per intenderci. Ok, questa volta il cast è cambiato, ma il risultato mi sa che è rimasto lo stesso. Se non ancora peggiore.
Ford: sulla carta questo film sui mostri dovrebbe essere pane per i miei denti, e invece mi attrae più o meno come una delle pellicole consigliate dal mostruosamente incompetente cinematograficamente parlando Cannibal, che come ogni volta cerca di attirare l'attenzione su di me affinchè nessuno si accorga di tutto quello che è evidente.
Sinceramente, preferivo il King of monsters targato Neo Geo negli anni ottanta, e non sentivo la necessità di questa roba.

L’angelo del crimine

"Pur di non far guidare Ford, sono disposto a passare alla mano armata."
Gabriele: Ma la povera Dorothy può rifarsi con la struggente cover di Palito Ortega per il trailer di “El Angel”, azzeccatissima per questo film ispirato a una storia vera. Quella violenta, sexy e imprevedibile del killer argentino Robledo Puch, qui incarnato dalla faccia d’angelo di un ragazzetto che sembra uscito dal cast di Elite. Si chiama Lorenzo Ferro e diventerà famoso. E produce Almodóvar. Ma a voi stà cosa non impressiona manco un po’, vero colleghi?
Cannibal Kid: In pratica, raccontata così sembra la versione argentina di Ted Bundy. Dal trailer pare inoltre come la versione teen-rétro-vintage-hipster-radical-chic della solita vicenda di un killer panesalame di quelle che piacciono a Ford. Non so allora se finirà per piacere più a me che a lui, però io già adesso sono abbastanza impressionato, lo confesso.
Ford: potenzialmente la sorpresa della settimana, soprattutto perchè potrebbe essere una di quelle pellicole in grado - impresa non da poco - di mettere d'accordo perfino Peppa e il sottoscritto. Accadrà questo miracolo voluto dall'angelo?

Quel giorno d’estate

"Sei proprio brava a guidare: molto meglio di Ford!"
Gabriele: E qui siamo di fronte a roba che ti prende a schiaffi e ti riporta nel mondo fin troppo reale, dopo le prodezze di Stark cinematografici o televisivi. Storia di David, eterno adolescente costretto a farsi da padre per la nipotina che resta orfana. Lo hanno definito radioso, commovente, imperdibile. Ma a me la bimbetta che mi ricorda la mia di nipotina mi aveva già convinto al primo sguardo. Perché io un cuore ce l’ho. Io.
Cannibal Kid: Quando si parla di nipoti, quel briciolo di umanità che mi è rimasto dentro torna con prepotenza a farsi sentire. Quel giorno d'estate, per di più un film francese e con nel cast Stacy Martin già in miei cult personali come Nymphomanic e Il mio Godard, ha quindi tutte le carte in regola per “fregarmi” alla grande. Come un film action di merda con Stallone fa con Ford.
Ford: nonostante si tratti di un film francese potenziale radicalchiccata cannibalesca, questo giorno d'estate - sarà che tarda ad arrivare in questa primavera monsonica - pare un'altra potenziale sorpresa, e considerato che gli ultimi due anni non sono stati propriamente un tripudio dal punto di vista cinematografico, ben vengano potenziali titoli in grado di colpire e rimescolare già da ora le gerarchie delle classifiche di fine anno.

Pallottole in libertà

"Cannibal, in nome della Legge fordiana, ti dichiaro in arresto!"
Gabriele: A me Audrey Tautou da fastidio. Non come Nicholas Cage o Loredana Lecciso, intendiamoci, ma da fastidio. E in questo sgangherato thriller in cui una bella poliziotta cerca di tenere viva la memoria del marito (poi non così) eroico morto proprio da poliziotto, c’è pure lei. A me da fastidio, lasciatemi stà.
Cannibal Kid: A me Audrey Tautou dava fastidio ai tempi de Il favoloso mondo di Amélie, uno dei film più favolosamente sopravvalutati della storia. Una cosa che non mi ricordo è: anche a Ford ha fatto schifo quella pellicola?
Vedendola poi in altri film, devo però dire che Audrey Tautou l'ho rivalutata abbastanza. Inoltre, i veri protagonisti di Pallottole in libertà sono Adèle Haenel, giovane attrice fenomenale, e Pio Marmaï, già visto in quello sconosciuto capolavoro di Le Premier jour du reste de ta vie, ma anche negli adorabili Travolti dalla cicogna e Ritorno in Borgogna. Dal trailer sembra inoltre la tipica commedia indie francese di quelle che su Pensieri Cannibali partono già dal 7 in su come voto. Anche se nella mia penosa Casale probabilmente non lo daranno, io ho già il biglietto del cinema prenotato comunque.
Ford: stranamente, anche su Il favoloso mondo di Amelie - apprezzabile per certi aspetti - io e il Cucciolo Eroico andiamo d'accordo. Così come con Gabriele concordo a proposito della Tautou, che con quell'aria da finta brava ragazza hipster non me l'ha mai raccontata giusta. Detto questo, in una settimana posso concedere il beneficio del dubbio solo ad un titolo francese alla volta, ed essendomelo già giocato con Quel giorno d'estate, temo che non ci sarà spazio anche per questo.

lunedì 9 marzo 2015

Kingsman: Secret Service

Regia: Matthew Vaughn
Origine: UK
Anno: 2014
Durata: 129'




La trama (con parole mie): l'organizzazione di spie segreta chiamata Kingsman, ispirata ad Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda e pronta a difendere l'Inghilterra ed il mondo, perde uno dei suoi membri più importanti nel corso di una missione che rivela allo stesso gruppo dell'esistenza di un piano che dovrebbe portare caos, morte e distruzione orchestrato da un misterioso villain che pare uscito dai vecchi film di spionaggio.
La selezione del suo giovane sostituto porta Galahad a puntare su Eggsy, ragazzo figlio della provincia inglese e di una situazione decisamente non facile da gestire in famiglia a sua volta rampollo di un Kingsman deceduto anni prima proprio salvandogli la vita: il rapporto tra i due, inizialmente burrascoso, diverrà quello più profondo che si instaura tra Maestro ed Allievo.
Riuscirà Eggsy, grazie alla guida di Galahad, a guadagnarsi il posto al tavolo dei Kingsman?
E soprattutto, riusciranno i "cavalieri" a sconfiggere il nemico?







A volte, forse, per alcuni titoli è semplicemente una questione di momenti sbagliati.
Kingsman: Secret Service, giunto in casa Ford a seguito di roboanti valutazioni su Imdb, recensioni tutto sommato positive raccolte nella Blogosfera anche presso alcuni insospettabili, ha avuto un karma negativo fin dal principio: portato sullo schermo in sostituzione di un'altra visione all'ultimo minuto, umore del sottoscritto lanciato a tavoletta verso l'irritabilità da bottigliate, interpretato da uno degli attori più detestati al Saloon, Colin Firth, ha finito per scampare alle suddette bottigliate giusto grazie ad una messa in scena comunque di livello ed al fatto che non mi aspettavo davvero nulla dal nuovo prodotto del pur talentuoso Matthew Vaughn.
A remare contro Kingsman: Secret Service, a parte gli sbalzi d'umore del sottoscritto, principalmente una durata eccessiva per un giocattolone di questo tipo - ma dove sono finiti i buoni, cari, vecchi film da un'ora e mezza!? - ed il suo essere clamorosamente derivativo, a partire dalle opere precedenti di Mark Millar - autore dell'albo a fumetti che l'ha ispirato - fino ad arrivare ai più recenti exploit di Sherlock Holmes sul grande schermo conditi da un pizzico di Bond, Harry Potter e da richiami che portano alla memoria il Tin Tin di Spielberg in una versione tarantiniana, e per essere più british, targata Guy Ritchie.
A tal proposito, Samuel L. Jackson, idolo del vecchio Quentin, riesce nell'impresa, grazie ad un charachter insostenibile ed un gigioneggiamento spietato, a risultare irritante quanto Colin Firth, salvato in corner da un paio di gag niente male ed un twist a proposito del destino del suo personaggio che, sulla carta, appariva difficilmente praticabile rispetto alle regole che di norma tengono le redini dei blockbuster "d'autore" come questo e che fanno parte delle concessioni che toccano a registi e sceneggiatori rispetto alla grande distribuzione.
Fondamentalmente, comunque, non c'è niente che, di fatto, non vada, in Kingsman: Secret Service, dalla confezione al ritmo, ed il lavoro di Vaughn ha tutte le carte in regola per piacere al pubblico così come a parte della critica: peccato che non abbia avuto abbastanza per stupirmi o mostrare qualcosa di davvero nuovo o inaspettato, e che nonostante la presenza nel cast di mostri sacri come Michael Caine si sia portata sullo schermo semplicemente una versione più "alta" del classico action teen degli ultimi anni costruito attorno ad un protagonista accattivante.
E' probabile che, se fossi stato in un mood più magnanimo o non avessi visto gli Anni Zero produrre da Kick Ass a The Maze Runner, dal già citato Harry Potter a Il mondo di Jonas, mi sarei ritrovato ad unire la mia voce a quella dei sostenitori di Kingsman, che a conti fatti rischia perfino di piacere più ai padri cresciuti a pane e Bond che non ai figli impestati da Twilight, sia per ambientazione e stile che per impegno: ma, stanchezza o predisposizione negativa che fossero, qualcosa non ha funzionato, ed ho finito per trascinarmi al termine delle due ore quasi con il rammarico di non essermelo gustato come avrei fatto se avessi avuto meno visioni alle spalle.
L'esperienza è alla base delle nostre esistenze, ed io ne sono un fervente sostenitore, eppure ci sono casi in cui è indubbiamente più conveniente essere l'Allievo, e non il Maestro: se non altro, tutto appare sotto una luce nuova e divertente, e non si rischia che la storia prenda una piega che non ci saremmo aspettati "da un film come questo".



MrFord



"Come ride with me
Through the veins of history
I'll show you how god
Falls asleep on the job."

Muse - "Knights of Cydonia" -




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