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lunedì 30 ottobre 2017

Leatherface (Alexander Bustillo&Julien Maury, USA, 2017, 90')





Considerati il periodo, il ritorno sugli schermi del sorprendente It di Muschietti, i festeggiamenti per il mio compleanno ed una certa fioritura di titoli potenzialmente interessanti da recuperare, l'idea di dedicare la settimana di Halloween alle pellicole horror mi pareva una di quelle cui brindare a bicchieri alzati, considerata l'antica passione del sottoscritto per il Cinema di paura.
Dunque, spinto dalla sorpresa fornita dal buon, vecchio Pennywise, ho recuperato il recente prequel di un altro dei mostri capisaldi del genere, l'amatissimo Leatherface del cult Non aprite quella porta, confidando, per una volta, di non trovarmi di fronte all'ennesima porcata neppure all'altezza dei più giovani e meno esperti appassionati in materia.
Purtroppo, la speranza data dalla presenza dello stesso creatore Tobe Hooper - recentemente scomparso - tra i produttori e quella di nomi interessanti come Stephen Dorff, Lili Taylor e Finn Jones è stata ampiamente delusa: il lavoro di Bustillo e Maury, infatti, oltre a compiere il miracolo - non certo esaltante - di far apparire uno slasher di un'ora e mezza scarsa come un mattone di quattro e a compiacersi di sequenze che vorrebbero essere scioccanti ma che risultano solamente inutili e tristi - la scopata dei due fuggitivi con tanto di limonata della scatenata Clarice al cadavere sotto di lei - finisce non solo per svilire l'atmosfera malsana e tesissima dell'originale, ma anche per presentare buchi di narrazione enormi e ricordare, più che il suo ispiratore, alcuni tra i peggiori episodi di produzioni altalenanti quali American Horror Story.
Un modo decisamente poco confortante di tentare il rilancio di uno tra i mostri più affascinanti eppure bistrattati del genere, così come di inaugurare una settimana halloweeniana che speravo potesse dare fuoco alle polveri cavalcando l'onda decisamente alta fornita dal già citato It: l'atmosfera vorrebbe essere quella calda e polverosa di cose come La casa del diavolo - a loro volta legate alla tradizione del primo lavoro di Hooper -, ma la stessa finisce per servire a poco se l'intento diviene solo quello di cercare di sconvolgere sfruttando una gratuità ed una pochezza di spessore degne dei peggiori prodotti da tentativo - spesso fallito - di creazione di un blockbuster horror.
Vagamente interessanti solo l'idea di sviare l'attenzione sul futuro Leatherface grazie al personaggio di Bud ed il livello di follia caotico di Clarice e Ike, versione redneck e wannabe dei Natural Born Killers di Stone, così come il twist legato al personaggio interpretato da Finn Jones: ma è davvero, davvero troppo poco per quello che avrebbe dovuto rappresentare il rilancio di un titolo sacro per moltissimi appassionati - sottoscritto compreso -, e che al contrario induce a pensare che, forse, l'epoca di Leatherface sia decisamente tramontata, come quella degli slasher naif dalle atmosfere opprimenti che resero grande un genere a cavallo tra gli anni settanta e ottanta regalando alla cultura pop alcune icone che restano indimenticabili, dal buon Faccia di cuoio a Jason Voohries.
Un vero peccato, lo ammetto.
Ma piuttosto che restare mezzi addormentati ad assistere allo scempio compiuto su un mito, forse l'oblio è una soluzione preferibile.




MrFord




lunedì 9 settembre 2013

The conjuring - L'evocazione

Regia: James Wan
Origine: USA
Anno:
2013
Durata:
112'




La trama (con parole mie): Ed e Lorraine Warren, due studiosi esperti in possessioni, case infestate ed esorcismi di nota fama, sono chiamati ad investigare sulla vicenda della famiglia Perron, trasferitasi in una casa in campagna acquistata ad un'asta e messa alle strette da una serie di misteriosi incidenti ed apparizioni avvenuti proprio tra le mura della loro nuova dimora.
I fenomeni che coinvolgono i Perron e le loro cinque figlie si riveleranno legati allo spirito di una strega suicidatasi proprio nel giardino della proprietà, entità malvagia di spaventosa potenza che riuscirà a mettere a dura prova perfino gli esperti Warren, che per riuscire a scongiurare il pericolo si troveranno a dover mettere in gioco, oltre al loro sapere nel campo del sovrannaturale, anche le loro stesse vite ed anime.




Personalmente, non sono mai stato un grande fan di James Wan: fin dai tempi del suo primo capitolo, infatti, ho sempre considerato il franchise di Saw un'inutile perdita di tempo perfino per un cultore del genere, così come relegato a tentativo fallito il successivo e decisamente più "autoriale" Insidious.
D'altra parte, sono da sempre un amante del genere horror, che ha definito più di un momento della mia formazione di cinefilo fin da bambino.
Si può dire, in un certo senso, che The conjuring sia riuscito nell'impresa di mettere il sottoscritto in pace non solo con il succitato Wan, ma anche con i film "de paura", che negli ultimi anni, eccezion fatta per alcuni casi più unici che rari - Quella casa nel bosco, Lake Mungo -, si sono trovati a dover fare i conti con una crisi di idee e di stimoli profonda almeno quanto quella del Cinema italiano.
Non che The conjuring rappresenti chissà quale nuova frontiera o pietra miliare, o introduca tecniche o nuovi approcci alla narrazione destinati a fare scuola, eppure il lavoro del mio "omonimo" produce una buona dose di scariche di adrenalina - soprattutto nella prima parte -, si avvale di una buona tecnica - bellissimo il piano sequenza durante il trasloco dei Perron nella nuova casa - e tiene botta con una certa dose di attributi per tutta la sua durata anche quando, purtroppo per gli spettatori un pò più smaliziati, le presenze vengono rivelate anche visivamente e l'incantesimo della paura tende a scemare - un vero peccato, a ben guardare, perchè per un buon terzo del film il fatto di affidarsi praticamente solo agli effetti sonori si rivela una scelta quasi perfetta, memore della lezione del Classico dei Classici del settore, quel Gli invasati che ancora oggi riesce a dare ben più di una spanna a qualsiasi produzione legata a fantasmi ed affini -.
Ad ogni modo, e nonostante un progressivo abituarsi all'atmosfera, nel complesso il titolo tiene, ed anche bene, regalando almeno un paio di sequenze da salto sulla sedia - il gioco del battimano con l'armadio che si apre, la disavventura di Carolyn in cantina -, una cornice perfetta che ci riporta dritti dritti agli anni settanta, un cast più che discreto ed un finale più spettacolare in pieno stile Esorcista che riporta alla mente uno dei film più sottovalutati - eppure fondamentali - degli anni ottanta legati alle possessioni: Poltergeist, nonchè aperto ad un potenziale sequel incentrato sempre sui due investigatori del paranormale Ed e Lorraine Warren, realmente esistenti e agli scritti dei quali la pellicola - e non solo questa - è stata ispirata.
Un'esperienza visiva ed in qualche modo emozionale, dunque, sicuramente superiori a quanto l'horror ha da offrire al momento all'audience, nonchè superiori alle aspettative che potevo nutrire rispetto ad un titolo di cui si è parlato benissimo - soprattutto negli States - ma che sulla carta non mi convinceva così come è stato, al contrario, stato fatto dalla visione stessa: senza dubbio i fan hardcore dell'horror potranno storcere il naso a fronte di un prodotto che pare la versione riveduta e corretta di cose come Amityville Horror e che, di fatto, non inventa nulla di nuovo, eppure a volte - soprattutto nei periodi di magra come questo - occorre tirare la cinghia e dare il credito che meritano anche prodotti buoni come questo, seppur privi di quella scintilla che ha reso grandi i cult che li hanno ispirati.
Abbandonate dunque gli indugi e le influenze - per i più esperti - e lasciatevi trasportare da James Wan nell'inquietante mondo delle possessioni demoniache: sono sicuro che le gesta dei Warren torneranno a bussare alla porta delle vostre menti ben più di tre volte.


MrFord


"Listen as the wind blows
from across the great divide
voices trapped in yearning
memories trapped in time
the night is my companion
and solitude my guide
would I spend forever here
and not be satisfied?"
Sarah McLachlan - "Possession" - 


 

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