Mentre la quarantena prosegue - sperando si avvii ad una "nuova fase" di apertura - e la clausura influenza le vite, il lavoro e chi più ne ha, più ne metta, le visioni al Saloon si attaccano principalmente al piccolo schermo, fatta eccezione per qualche esperimento e per le serate Cinema dei Fordini, che ora si accingono ad affrontare per la prima volta Il signore degli anelli.
Senza dubbio, in un momento storico in cui le sale paiono dinosauri in estinzione, la fanno da padrone le proposte seriali ed i network come Netflix, che sempre di più si imporranno come una realtà imprescindibile in tempi di distanziamento sociale.
MrFord
IL BUCO (Galder Gaztelu Urrutia, Spagna, 94', 2019)
Recensito piuttosto bene - per essere un film da piattaforma streaming - sia in rete che su portali a grande diffusione, Il buco è stato una delle poche nuove visioni che ci si è concessi al Saloon in questo periodo di quarantena: riflessioni sociali non banali, spunti interessanti, un mix semplice ma efficace che pare mescolare The Cube a riferimenti letterari importanti - il Don Chisciotte che il protagonista sceglie di portarsi nell'agghiacciante struttura carceraria come unico oggetto personale -, violenza in stile orientale e un tentativo di proporre la sensibilizzazione della coscienza sociale in modo diretto, teso e non pesante e autoriale.
Peccato che, nonostante le premesse, il film esaurisca presto la sua carica, e nella parte finale non si dimostri a mio parere coraggioso abbastanza per giustificare il tutto: un pò come se fosse stata lanciata una provocazione senza che la stessa potesse davvero centrare il bersaglio per la quale era stata, per l'appunto, lanciata.
Senza dubbio una visione particolare, ma che avrebbe potuto essere davvero molto di più.
LO SHOW DI BIG SHOW - STAGIONE 1 (Netflix, USA, 2020)
Per un appassionato di wrestling del mio calibro, fosse anche solo per affezione, era impossibile non fare un tentativo con la serie comedy in stile Modern Family legata alla figura di Big Show, uno dei lottatori più importanti del periodo in cui il wrestling venne traghettato dagli Anni Novanta al Nuovo Millennio, e ancora oggi veterano sempre pronto a lavorare in modo da lanciare nuovi volti nel panorama dello sport entertainment.
Senza dubbio, nonostante la partecipazione molto attiva dei Fordini, la serie è davvero poca cosa anche nell'ambito delle sit com, e se non fossi stato un appassionato "del settore" avrei abbandonato la nave già dopo il primo episodio: ci sono volute le partecipazioni di gente come Mick Foley ed i riferimenti al wrestling per poter mandare giù il tutto e non privare i piccoli del Saloon di un intrattenimento che pare aver divertito soltanto loro.
Probabilmente, farò a meno di comunicare l'uscita di un'eventuale seconda stagione.
BORDERTOWN - STAGIONE 1 (Netflix, Finlandia, 2016)
Una cosa sicuramente interessante del periodo di lockdown è stata la possibilità di recuperare serie che, in condizioni di normalità, per il tempo a disposizione e la quotidianità serrata, sarebbe stato impossibile anche solo immaginare di andare a cercare: sulla scia di The Valhalla Murders, al Saloon si è proseguito nel filone del thriller nordico con questa sorta di versione finlandese del nostrano Rocco Schiavone. Kari Sorjonen, profiler dei metodi inusuali della polizia di Helsinki, decide di trasferirsi nella città natale della moglie, Lappenranta, al confine con la Russia, per trovare la tranquillità che nella capitale non aveva mai avuto.
Ovviamente non sarà così, e caso dopo caso lui e la sua nuova squadra si troveranno ad affrontare crimini violenti di ogni genere, pronti a sconvolgere una volta ancora la vita privata del detective: strutturata a blocchi di coppie di puntate dedicate ad un singolo caso Bordertown non rappresenta certo una proposta rivoluzionaria, ma come intrattenimento legato al genere funziona, per quanto il taglio finisca per essere abbastanza televisivo.
Interessanti i soggetti legati ai crimini, così come il metodo del protagonista - legato all'utilizzo delle stanze della memoria -, per il resto un prodotto solo per gli appassionati.
NON SUCCEDE, MA SE SUCCEDE... (Jonathan Levine, USA, 2019, 125')
Ho sempre avuto un debole per Seth Rogen, uno di quei cazzoni che negli Anni Novanta sarebbe stato da dio dentro a cose come Clerks. Il suo approccio pane e salame ed film legati al clan Apatow lo rendono uno dei buddies ideali per le serate senza troppo impegno, e le commedie romantiche con deragliamenti sguaiati sono da sempre le mie preferite.
Non succede, ma se succede... - stendo un velo pietoso sul titolo italiano - si ascrive perfettamente al genere, anche se, devo ammetterlo, non riesce a raggiungere il livello di altri titoli come Zack&Miri, un pò per la sua durata - il muro delle due ore è duro da affrontare per questo tipo di titoli -, un pò perchè i momenti di ilarità legati all'insolita coppia Rogen/Theron finiscono per essere troppo pochi, o di sicuro meno di quanti ci si potrebbe aspettare.
Resta una visione buona per una serata senza impegno, con il giusto equilibrio tra sguaiatezza maschile e spessore femminile, ma senza dubbio non è destinato a lasciare un segno nella memoria.
CORRUZIONE (Don Winslow, USA, 2017)
Don Winslow è da sempre una delle certezze letterarie del Saloon, quasi sempre - come il suo collega Nesbo - in grado di centrare l'obiettivo grazie a competenza, talento e capacità di raccontare.
Uscito qualche anno fa ma recuperato solo oggi, Corruzione pare scritto per essere un film: incentrato sulla figura di Denny Malone, poliziotto irlandese che regna supremo sulla Harlem degli afroamericani e dei domenicani, e sulla sua squadra, racconta quanto la realtà della società influisca sugli atteggiamenti e sulle decisioni di chiunque occupi una posizione di potere, da una parte o dall'altra della barricata della Legge.
A metà tra l'epopea scorsesiana ed il taglio da 25ma ora o Collateral, Corruzione è l'ennesima grande prova d'autore di Winslow, senza dubbio uno dei grandi maestri contemporanei del crime, pronto a mostrare il lato oscuro di ogni personaggio dei suoi romanzi senza dimenticare neppure per un istante la loro umanità: ed è proprio questo, il bello.
Denny Malone e i suoi sono profondamente umani, nel bene e nel male.
Così come i trafficanti ed i politicanti con i quali si trovano a venire a compromessi, a combattere, a giocarsi la vita: per quanto si possa pensare che le regole siano dettate e precise, le sfumature del tavolo da gioco sono sempre troppo indistinte.
GODLESS (Netflix, USA, 2017)
Era da parecchio che leggevo e sentivo parlare di questa miniserie western, e da parecchio che, colpevolmente, ne rimandavo la visione. Complici Netflix ed il lockdown, ho potuto recuperare quello che, da appassionato, posso ufficialmente considerare come un vero e proprio gioiellino western, genere prediletto da queste parti: la vicenda delle donne di LaBelle, città di vedove a seguito di un terribile incidente nella miniera che costituisce la spina dorsale della città, e della rivalità tra Frank Griffin e Roy Goode, porta in dono tutta l'epica di un genere che ha fatto la Storia del Cinema e che ancora oggi ha il potere di affascinare, per quanto lontano nel Tempo e nei modi possa apparire.
Sette episodi che si prendono tutto quello che serve per disporre tutti i pezzi sulla scacchiera ed esplodere in una chiusura splendida, a tratti crudele e a tratti profondamente commovente, un vero film nella serie che chiude una vicenda in grado di raccontare anche in una manciata di minuti personaggi che avrebbero lo spessore dei protagonisti, e lasciare ai protagonisti destini di un secondo come quelli che un'epoca crudele come quella poteva riservare.
E per essere "senza dio", devo ammettere che Godless rappresenta qualcosa di così "santo" da valere i il rischio di battersi per lei fino alla fine.
Visto Long Shot ed è davvero divertente, mentre il Buco fa parte del pacchetto spagnolo che Netflix ha preso con La Casa Di Carta e sta lì solo a fare numero, anche se all' inizio sembra interessante. Dopo un po'prevale la noia.
RispondiEliminaE già Il Cubo non mi era piaciuto, perciò figurati...
Il buco, effettivamente, considerate le premesse poteva essere davvero molto di più.
EliminaLong shot carino, ma secondo me troppo lungo.
Il Buco a me è piaciuto particolarmente sia per il contenitore che per il contenuto.
RispondiEliminaAnche io adoro Seth Rogen e il suo stile e Non Succede Ma Se Succede (sì, stendiamo un velo pietoso sul titolo), mi ha divertito un casino.
Il buco, per me, poteva essere decisamente più coraggioso. Una mezza occasione mancata.
EliminaLong shot, invece, piacevole ma un filo troppo lungo. :)
Hai preso appieno il problema di Non succede, ma se succede: la durata. Una commedia così con una gran coppia protagonista e un Rogen adorabile doveva fermarsi ai canonici 90 minuti. Il troppo stroppia.
RispondiEliminaCon Il Buco la quarantena ha aiutato ad aumentare il grado di ansia, non lo rivedrei, e nonostante qualche difetto, fa davvero effetto.
Sul resto... una percentuale di fordianità troppo alta per me :)
Sono pienamente d'accordo su Non succede ma se succede, mentre Il buco a me è parso meno coraggioso di quanto avrebbe potuto. Peccato.
EliminaNooo, non succede ma se succede mi è piaciuto xD
RispondiEliminaSi lascia guardare, ma le commedie di quel genere memorabili sono altre. :)
EliminaNetflix a go go, comunque son curioso di sapere di cosa ne penseranno i Fordini de Il signore degli Anelli, che mi è sempre piaciuto un sacco ;)
RispondiEliminaIn questo periodo Netflix e affini avranno stappato gran bottiglie per festeggiare!
EliminaIl Buco l'ho adorato. Visto al Torino Film Festival dell'anno scorso era stata una delle visioni più apprezzate, tanto che appena lo hanno messo su Netflix l'ho riguardato, volendogli bene come la prima volta.
RispondiEliminaNon succede ecc. è simpatico (poi io amo Rogen, non faccio testo) ma si dimentica subito.
Siamo d'accordo su Non succede ma se succede, mentre invece io ho trovato Il buco una mezza occasione mancata. Da come ne avevo letto, mi aspettavo qualcosa di molto più potente.
EliminaLo show di Big Show?!?
RispondiEliminaE non è manco piaciuto a te?!?!?
Il buco mi inquieta, anche se avrei già un titolo piuttosto volgare per l'eventuale recensione. XD
Il resto è tutto talmente fordiano che mi inquieta ancora di più. Potrei tentare solo con Non succede, ma se succede... soprattutto considerato che non ti ha entusiasmato. ;)
Oggettivamente Lo show di Big Show è davvero robetta, purtroppo. ;)
EliminaCon Il buco, effettivamente, potresti tirare fuori una recensione delle tue.
Il resto, effettivamente, è abbastanza fordiano, quindi mi piacerebbe proprio ti cimentassi ahahahahah!