lunedì 13 giugno 2016

Tarzan

Regia: Chris Buck, Kevin Lima
Origine: USA
Anno:
1999
Durata:
88'








La trama (con parole mie): il piccolo Tarzan, giunto in Africa con i genitori ed allevato nei suoi primi mesi in una casa su un albero dagli stessi, è trovato casualmente da Kala, una scimmia, dopo che quest'ultima ha perduto il suo cucciolo per mano di un pericoloso giaguaro che pare sia stato responsabile anche della morte del padre e della madre dello stesso Tarzan.
Cresciuto, malgrado la diffidenza del leader Kerchak, dalle scimmie, Tarzan diviene a tutti gli effetti un membro del branco e con il passare degli anni una sorta di simbolo dello stesso, in bilico tra il caos che genera con gli amici Turk e Tantor e la grande abilità che mostra tra le fronde e nella lotta, culminata con l'uccisione dello stesso giaguaro che con lui e Kala aveva un debito di sangue.
Quando, però, due scienziati umani - padre e figlia - accompagnati dal cacciatore Clayton, giungono in quelle remote parti dell'Africa, la curiosità di Tarzan di scoprire le sue origini umane finisce per mettere in pericolo il branco: cosa sceglierà, dunque, il giovane?
La Natura, o il cuore? O entrambi?










E' curioso come a volte si incroci - o si torni ad incrociare - il cammino con un film: vidi Tarzan sul finire degli Anni Novanta, uno degli ultimi Classici Disney vissuti "in tempo reale" prima della pausa che mi portò al solo Cinema d'autore per cinque o sei anni, finendo per snobbare, oltre alle tamarrate, anche tutte le proposte d'animazione, per apprezzarlo e recuperarlo in dvd qualche tempo dopo, senza di fatto più rivederlo e parcheggiandolo nell'ormai discretamente importante videoteca di casa Ford.
Con l'arrivo del Fordino, ormai padrone della sezione "animazione" della suddetta videoteca - ormai l'unica a non essere più in rigoroso ordine alfabetico -, si è finito per pescare da quel bacino titoli "dimenticati" negli anni, o che per la prima volta abbiamo voluto mostrare al più piccolo del Saloon, al momento in pieno trip per la scoperta di Rio e dei suoi pappagalli variopinti: in uno dei rarissimi sabati lontano dal lavoro, ci si era ripromessi di dedicare parte del pomeriggio alla visione del recente Il viaggio di Norm, richiesto da AleLeo, e a seguito della delusione di scoprirlo come una di quelle versioni con i dieci minuti ripetuti in loop per tutta la durata del film, abbiamo dirottato l'attenzione su Tarzan, forti del fatto che la presenza degli animali avrebbe fatto il resto.
L'effetto calamita non è stato lo stesso del suddetto Rio, di Madagascar o Kung Fu Panda, ma le grida di giubilo del Fordino ad ogni nuova specie comparsa sullo schermo, le incessanti domande su Tarzan ed il grido imitato dello stesso, hanno sicuramente colmato il vuoto lasciato da un certamente meno avvincente Norm e finito per convincere - una volta ancora, nel mio caso - i Ford adulti, grazie ad un ottimo comparto tecnico - bellissime le animazioni dei voli tra gli alberi del protagonista, pronte a ricordare le evoluzioni degli specialisti dello skate ed il 3D sviluppatosi negli anni successivi -, tematiche adulte - dopo Il re leone, Tarzan è stato l'unico ad affrontare direttamente il tema della morte, anche se mai mostrata sullo schermo, ma solo suggerita attraverso immagini o sensazioni -, una colonna sonora che pompa il giusto - firmata da Phil Collins, autore della versione originale, anche in italiano, molto apprezzata dal sottoscritto - ed un gusto retrò soprattutto rispetto alla storia d'amore tra Tarzan e Jane che dona leggerezza e sentimento ad un film d'avventura dai risvolti decisamente gotici.
Se, a tutto questo, si aggiunge la componente legata al rapporto tra genitori e figli - prima Kala e Kerchak con il loro piccolo perduto, dunque Tarzan ed i suoi genitori, dunque lo stesso Tarzan ed il rapporto di grande intimità con Kala e di quasi rivalità con Kerchak - il risultato è uno dei prodotti più convincenti che la Disney portò in sala sul finire del vecchio millennio, erede della grande tradizione che sfornò pietre miliari come il già citato Il re leone o La bella e la bestia e radice - in termini soprattutto di regia - per cult del "futuro" - Chris Buck, una quindicina d'anni più tardi, avrebbe realizzato l'ottimo Frozen -: un piccolo gioiellino solo in apparenza semplice che ancora oggi, a quasi vent'anni dalla realizzazione, funziona ed avvince in misura anche maggiore di prodotti realizzati con mezzi e budget ben più importanti.





MrFord





"Son of man, look to the sky
lift your spirit, set it free
some day you'll walk tall with pride
son of man, a man in time you'll be."
Phil Collins - "Son of man" - 





8 commenti:

  1. Grazie a tuo figlio stai dando una bella rispolverata a tutti i classici. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A dire il vero sto diventando un vero esperto di animali, grazie a lui! ;)

      Elimina
  2. All'epoca mi piacque, ma sentivo che la Disney stava cambiando direzioni.
    Oggi l'ho rivalutato, dandogli il valore che merita.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Un Disney forse passato fin troppo in sordina: molto, molto valido.

      Elimina
  3. Non ricordo manco se l'avevo visto tutto o meno...
    Comunque l'animalesco e fordiano Tarzan m'è sempre stato sulle balls. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quando mai un personaggio cazzuto finisce per piacerti!? ;)

      Elimina
  4. Io ogni volta che penso alla scena della mamma gorilla che fa sentire il battito del suo cuore al piccolo Tarzan,e gli dice "vedi?siamo uguali"(o qualcosa del genere),piango come una fontana.Quoto la figata delle evoluzioni fra gli alberi!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In fondo siamo uguali davvero. ;)

      E le evoluzioni sono una figata spaventosa! :)

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...