domenica 19 gennaio 2014

The mentalist - Stagione 3

Produzione: CBS
Origine: USA
Anno: 2010/2011
Episodi: 23




La trama (con parole mie): Patrick Jane ed i suoi colleghi del CBI continuano il lavoro d'indagine condotto con piglio decisamente originale dal mentalista, mentre sulle loro tracce trama nell'ombra il serial killer John il rosso, responsabile della morte della moglie e della figlia di Jane riuscito ad inserire una talpa all'interno dello stesso CBI in modo da seguire da vicino i nostri.
Quando la presenza dell'infiltrato mette in scacco la squadra finendo per portare una falsa accusa sul capo della divisione, Madeleine Hightower, Jane sarà costretto a mettere in campo tutte le sue doti per cercare finalmente di mettere le mani sul responsabile del più grande dolore della sua vita: la strada per questo confronto, però, sarà resa ancora più difficile da un nuovo - ed ostile - capo e dalla rivelazione sull'identità della pedina di John.




The mentalist, con il suo protagonista Simon Baker, è fin dal suo esordio sugli schermi di casa Ford uno dei diversivi più interessanti che il piccolo schermo possa offrire per accompagnare pranzi e cene miei e di Julez: inoltre, questo titolo creato da Bruno Heller - che deve tenere molto alla sua creatura, perchè al contrario di molti ideatori di prodotti seriali non si è mai allontanato dalla stessa, neppure a successo ottenuto - ha avuto fino ad ora il grande pregio di evolversi positivamente con il passare del tempo, da una prima stagione praticamente di solo intrattenimento ad una seconda decisamente più tesa ed interessante fino a questa terza, partita in sordina e letteralmente esplosa con un climax conclusivo da urlo, in bilico tra rivelazioni sconvolgenti, identità svelate ed un season finale di quelli da rimanere a bocca aperta, ed ovviamente in grande attesa per il giro di boa numero quattro.
Gran parte del merito va ad una scrittura equilibrata e fresca, che non dimentica la natura ludica di proposte televisive come questa ma che, allo stesso tempo, riesce a mantenere una qualità superiore alla media dei titoli dalle aspettative certo non alte o artistiche, ed ovviamente al personaggio di Patrick Jane, reso alla grandissima da un Simon Baker sempre più in spolvero e degno rappresentante della categoria degli irresistibili figli di puttana che tanto piacciono al pubblico - e agli occupanti del Saloon -.
Accanto al protagonista, continuano a presenziare i colleghi del CBI, comprimari perfetti e mai troppo invasivi di Jane - personalmente continuo ad avere in Cho, duro dal cuore tenero, il mio preferito -, nel corso di questa stagione in più di un'occasione messi alla prova in situazioni al limite - dallo stesso Cho promosso a capo della squadra per un breve periodo fino a Lisbon, che credo abbia frantumato il suo record di ferite da arma da fuoco, da Rigsby con l'intenso confronto con il padre, criminale incallito, a Van Pelt, che si trova ad affrontare il matrimonio - riuscendo ad uscire arricchiti e resi decisamente più profondi dal lavoro svolto dagli autori su ognuno di loro: un esempio di professionismo che non farà di The mentalist la nuova pietra miliare del piccolo schermo ma che contribuisce a costruire un lavoro solido e clamorosamente piacevole da seguire.
Cercando, inoltre, di non incappare in spoiler troppo pesanti, devo ammettere che le scelte di Heller rispetto all'escalation degli ultimi episodi - ottimi nel riprendere la sottotrama della talpa introdotta intorno alla metà della stagione - ed il drammatico, clamoroso confronto dell'ultima puntata si sono rivelate assolutamente perfette, rilanciando non soltanto la figura di Jane in una nuova dimensione, ma anche il suo rapporto con la nemesi John il rosso, portata alla luce con il piglio del grande thriller.
Il punto di partenza che, di fatto, costituisce l'epilogo, infatti, potrebbe ridefinire la geografia di The mentalist e fornire nuovi spunti: c'è da sperare che Heller e i suoi abbiano continuato il buon lavoro svolto fino a questo punto, e che la prossima volta che mi ritroverò a scrivere di Jane e del suo bizzarro metodo d'investigazione possa di fatto essere l'occasione per consacrare questa serie ed il suo main charachter a riferimenti del crime sul piccolo schermo in barba a molti titoli decisamente più blasonati e noti al grande pubblico.


MrFord


"Well now mutually, mentally molested children of a Mother,
mutually, mentally molested children of Sin,
oh no, The ever so popular beating that took you under,
oh no, The ever so popular beating that broke your skin."
System of a down - "Mind" -




8 commenti:

  1. Ommioddio. Sto aspettando con ansia la prossima stagione. Nel frattempo attendo che Patrick, uno dei miei mariti, torni a casa per cena.

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    1. Ti dirò, per quanto sempre divertente, con la quarta stagione non hanno saputo sfruttare gli spunti della terza. Ma ci facciamo lo stesso andare bene Jane.

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  2. ancora a vedere 'sta roba??? °___°

    ma corri subito a guardarti true detective, che quella sì è una figata.
    e sono già pronto a scommettere sarà la tua serie numero 1 del 2014

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    1. Eh, lo so. Il fatto è che siamo un pò indietro sulle serie subtitulade: ci mancano ancora Vikings, Homeland, True detective e Boardwalk Empire. Dovremo lavorarci su!

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    2. concordo! True detective absolutely n 1

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    3. A breve arriverà anche quella! Bombissima!

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  3. Mai guardata. Un po' perché le serie tv le sto reperendo in dose massiccia solo in quest'ultimo anno, un po' perché a pelle non mi ha mai ispirato...

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    1. In realtà è un buon intrattenimento, pur non essendo certo un titolo imperdibile!

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