venerdì 23 settembre 2011

Funny people

Regia: Judd Apatow
Origine: Usa
Anno: 2009
Durata: 146'







La trama (con parole mie): George Simmons è un comico all'apice del successo, protagonista di film demenziali dagli incassi record ed idolo delle folle. Soffre anche di una rarissima forma di leucemia che lo rende un malato terminale all'ultima spiaggia, costretto a tentare la via delle medicine sperimentali.
Ira Wright è un giovane comico in erba che divide l'appartamento con i due aspiranti attori Leo e Mark, lavora in una rosticceria e si accontenta di qualche serata di cabaret per pochi spiccioli se va bene.
Quando, proprio in una di queste occasioni, i due si incontrano, George comincia a mostrare interesse per Ira, che di colpo si ritrova assistente ed unico confessore della star, che pare quasi prepararlo a raccogliere il testimone: ma proprio quando le speranze paiono affievolirsi, la malattia regredisce, e George, da uomo alla fine del suo spettacolo pronto ad aprirsi ai sentimenti torna ad essere lo squalo di sempre. O quasi.


Che Apatow ci sapesse fare è stato chiaro, dalle parti di casa Ford, fin dalla mitica prima visione di Suxbad - muchas gracias, Dembo! -: il buon Judd, che non è un regista o uno sceneggiatore da strapparsi i capelli, è riuscito, nel tempo, non solo a reinventare in una certa forma la commedia in pieno stile anni ottanta mixando alla perfezione volgarità e sentimenti, ma ha contribuito a creare un vero e proprio genere, uno stile, una scuderia di attori ormai indissolubilmente legati al suo nome e all'approccio ad un tempo scanzonato e malinconico dei suoi lavori.
Funny people danzava da un pò di tempo nella cartella dei film in attesa di visione ma, complice una durata insolita per il genere e pellicole più recenti passate avanti nella lista delle visioni spinte dalla curiosità, non aveva avuto troppa fortuna nello sgomitare per uno dei posti più al sole: eppure, posso senza indugi affermare che si tratti di uno dei lavori senz'altro più maturi del regista/sceneggiatore/produttore, che diverte e si diverte senza rinunciare ad un certa dose di coraggio - temi come la malattia ed il rapporto con la famiglia, un protagonista per nulla positivo, o almeno non del tutto, e non ultima la suddetta durata potevano minare la fiducia del suo pubblico di affezionatissimi cazzoni pronti a godersi l'ennesima sequela di risate senza troppi pensieri - e costruendo quella che, a tutti gli effetti, può essere considerata la sua pellicola più "classica".
Il rapporto tra Ira e George, fatto di vicinanza e sopportazione, amicizia e colpi bassi, è descritto quanto più umanamente possibile, ed appare realistico in quasi tutta la sua evoluzione, legandosi a doppio filo al tema della "fratellanza" tanto caro ad Apatow e al suo entourage: la visione di Ira del mondo dorato della star, inoltre, risulta credibile ed assolutamente empatica con il pubblico "normale", di pancia quanto basta per compensare qualche sbaglio e tremendamente sincera nel rispetto dei punti di vista che assumono le persone comuni rispetto a chi è stato investito dal successo - a prescindere dal talento o dalle vicissitudini personali -.
Questione di invidia? Sicuramente in parte.
Di capacità di gestire i sentimenti? Senza dubbio.
Di soldi? Non c'è neppure da chiederlo.
Eppure, a fronte di roba grossa come la malattia o l'amore, la famiglia o la responsabilità, il divario sociale ed economico scompare, e ci ricorda di quanto, in realtà, si sia tutti clamorosamente simili, con i nostri piccoli e grandi egoismi, le colpe, i difetti, la voglia di riscatto e redenzione che finisce nel momento stesso in cui le cose si mettono bene, ma anche la presenza, lo stare ad aspettare che una persona si addormenti, il fatto di essere sempre al proprio posto, anche quando si vorrebbe prendere a bottigliate chi abbiamo di fronte, anche e soprattutto perchè gli vogliamo bene.
Dunque forse le star resteranno le star, i George continueranno a scopare ragazze soltanto perchè le stesse possano raccontare alle amiche di averlo fatto e gli Ira resteranno gli Ira, dietro il bancone di una rosticceria sempre in attesa di una grande occasione che non arriverà, almeno non nella forma che si aspetterebbero: eppure, di fronte alle questioni importanti della vita - e ridere lo è di certo -, ci si ritroverà sempre uno di fronte all'altro, inesorabilmente sullo stesso piano di Uomini.
Apatow, questo, pare saperlo bene, ed applicarlo altrettanto al suo modo di fare Cinema, e Adam Sandler - ottimo, curiosamente -, Seth Rogen - che continuo a preferire nella versione grassoccia di Zack&Miri - ed Eric Bana - esilarante il suo ruolo di marito australiano pronto a sfoderare i muscoli per difendere il suo rapporto di coppia - traducono al meglio questa sorta di stato di coscienza.
Per essere una semplice commedia da cazzoni, direi che non è niente affatto male.

MrFord

"Funny the way it is 
if you think about it
somebody’s going hungry and someone else is eating out
funny the way it is
not right or wrong
somebody’s heart is broken and it becomes your favorite song."
Dave Matthews Band - "Funny the way it is" -

18 commenti:

  1. il film della maturità di apatow!
    e stranamente sono piuttosto d'accordo con la tua rece...

    RispondiElimina
  2. ti dirò, ho di gran lunga preferito Molto Incinta. questo l'ho visto molto più come il tipico film con Adam Sandler.

    RispondiElimina
  3. Cannibale, stranamente anche io sono d'accordo con il tuo commento.
    Saranno i pezzi di satellite che piovono sull'Italia!?!? ;)

    Frank, ma come!??! Molto incinta per me è il peggior film di Apatow, questo è decisamente più interessante, con la giusta dose di amicizia virile o presunta tale e anche un certo spessore!
    Per farti perdonare, dovrai sottoporti ad una sessione di rieducazione con Van Damme! ;)

    RispondiElimina
  4. Vabbè, quindi insomma mi devo fidare...? Proviamoci, va!

    RispondiElimina
  5. naaaa... sono convintissimo che Molto Incinta resta il miglior film da regista di Apatow. qua ha solo inserito degli elementi "personali" ad un classico film alla Adam Sandler.
    pensaci e dimmi quante differenze sostanziali passano tra questo "50 volte il primo bacio", "spanglish" o "io vi dichiaro marito e marito"?

    e poi una sessione con van damme non è proprio una cosa malvagia per me ;)

    RispondiElimina
  6. mi era piaciuto
    diverso dal genere, più intimo
    :)
    Bana fortissimo

    RispondiElimina
  7. Tommy boy, fidati pure. Si guarda senza problemi, anche se non mi sembra proprio un titolo del tuo genere!

    Frank, direi che la questione Molto incinta andrà risolta a suon di bottigliate e calci volanti, e poi ci si guarda per fare pace una maratona di Van Damme, che ne dici!? ;)

    Queen, concordo: Bana mi ha proprio spaccato. E devo dire che esporta bene la fisicità dell'atteggiamento australiano. Mitico!

    RispondiElimina
  8. Tu mi sottovaluti, mio caro.... Potrei riservarti grandi sorprese! :D

    RispondiElimina
  9. questo è l'unico di Apatow che mi manca, devo recuperare al più presto, anche perché- da come ne scrivi- mi sembra che una visione se la merita davvero.
    come ho detto, non l'ho ancora visto ma, finora, concordo con Frank: anche secondo me il suo miglior film è Molto incinta, divertentissimo, equilibrato, profondo, in un certo senso.

    RispondiElimina
  10. Anche io ce l'ho lì da vedere da mesi, forse è arrivato il momento di vederlo.
    Pure io 'sto con Frank, a me Molto incinta è piaciuto parecchio.
    Daje Frank, doppio calcio volante contro il granitico Ford! ;)

    Non so perchè, ma a me Sandler è sempre piaciuto un casino. Mai visto Reign over me? Secondo me merita, e c'è un Adam Sandler in nstato di grazia.

    McLovin.
    Così, tanto per dire.

    RispondiElimina
  11. non so, non m'aveva convinta in pieno. ho trovato troppo lunga e pallosamente diluita la seconda parte.
    ma forse è solo uno di quei film che avrei fatto meglio a vedere in lingua originale.

    RispondiElimina
  12. Tom, non so se sono così curioso di scoprire quali sono le tue grandi sorprese! ;)

    Einzige, Funny people almeno una visione la merita, ma non credere con questo di poterti salvare dalle bottigliate a seguito del tuo eccessivo apprezzamento di Molto incinta! ;)

    Fratellino, innanzitutto McLovin.
    Poi, finalmente domani ci si vede!
    E dunque, bottigliate anche per te, visto l'andazzo di Molto incinta! ;)
    Reign over me mi manca, ma potrei sempre recuperarlo!

    Ciku, posso capire, anche secondo me una mezzora in meno non avrebbe tolto assolutamente nulla, eppure resta un film, per il suo genere, insolitamente interessante e a suo molto molto profondo. Poi, certo, Eric Bana ha fatto il resto.

    RispondiElimina
  13. Mai visto nulla di Apatow però questo, nonostante la presenza di Adam Sendler che mi convince sempre poco, ispirava parecchio.Proverò a fidarmi della tua recensione ed a recuperarlo appena possibile.

    RispondiElimina
  14. Brava, Newmoon.
    Di Apatow e soci devi assolutamente recuperare SuXbad. Un cult totale.
    A proposito, McLovin anche a te! :)

    RispondiElimina
  15. Intanto grazie per la segnalazione, ché io DEVO vedere tutti i film di e con Sandler.
    Poi... cosa vuol dire "ottimo, curiosamente"? Devo picchiarti Ford? :D Adam Sandler è fautore se non di tutte, ma della maggior parte delle migliori "commedie" nel vero senso della parola degli ultimi 15 anni e anche se non è proprio un Vittorio Gassman, però il suo lavoro lo fa bene.
    Per quanto riguarda la rece devo dire che ne deduco una quantità spropositata di retorica di cui gli americani non sembrano mai stancarsi né vergognarsi. E' proprio un modo di ragionare completamente opposto a quello europeo, però in certi casi è funzionale, anzichennò.

    RispondiElimina
  16. Eehh bè... ehm ehm. Ecco, quello l'avevo rimosso...

    RispondiElimina
  17. Cyb, a parte che devo ancora prendere le misure di questo tuo lato da educanda, ma dici sul serio rispetto ad Adam "paracarro" Sandler!?!? ;)

    Ciku, Zohan non l'ho visto, ma ho una curiosità quasi morbosa in proposito.

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...