martedì 31 agosto 2010

It

Ad alleviare le miserrime visioni horror estive - ma solo un poco, perchè, badate bene, nonostante l'amarcord NON si tratta di un film memorabile, ma solo a tratti piacevole nella prima parte - è giunto in nostro aiuto il vecchio e ad ogni modo sempre amato It, che vidi ormai decadi fa, nel bel mezzo dell'estate tra la prima e la seconda media, con alcuni amici già adolescenti pieni e che mi terrorizzò selvaggiamente.
Ricordo anche che, qualche anno dopo, tentai inutilmente di spararmi il romanzo, e fu in quell'occasione che compresi l'importanza fondamentale di dare sempre la precedenza alla lettura di un libro rispetto alla visione del film dallo stesso ispirato, se non si vuole abbandonare l'impresa dopo una decina di pagine scarsa.
Ad ogni modo, rivisto ora appare estremamente curioso quanto gli elementi tipici del Cinema fine anni '80/inizio anni '90 siano evidenti e male invecchiati, pur dando atto alla pellicola di non mantenere uno standard particolarmente alto per il Cinema riuscendo comunque a cavarsela dignitosamente rispetto al panorama televisivo, ambito per il quale fu creato il progetto - come molti di quelli correlati alle opere di Stephen King non d'autore (certo, Shining e La zona morta non contano, tanto per citarne due di signori che si chiamano Kubrick e Cronenberg) -.
L'aspetto più interessante del film, visto con gli occhi di un "adulto" e se si eccettua l'ottima caratterizzazione del personaggio di Pennywise il clown - irrimediabilmente rovinata dall'orrenda vera forma di It, realizzata, probabilmente, con gli stessi mezzi che avrebbe utilizzato Ed Wood, ma con molto meno "mito" attorno -, è dato dall'evoluzione dell'amicizia del gruppo ribattezzato "La banda dei perdenti", esempio illuminante di losers che trovano il coraggio di affrontare le loro paure e riscuotono, con la crescita, il successo che l'infanzia pareva aver loro negato.
Un "romanzo di formazione", dunque, che ricorda - con i dovuti paragoni - i temi trattati da pietre miliari del genere quali Stand by me, I goonies o il recente - ed erroneamente sottovalutatissimo - Un ponte per Terabithia.
Sicuramente, se confrontato con schifezze subumane come l'appena postato Within o il prossimamente postato Slither, It appare ancora ben solido nonostante siano passati più di vent'anni, e riesce ancora a regalare ottimi momenti a cavallo fra l'umorismo nero e l'horror classico: la scena dell'incontro fra Stan e la mummia/clown, con il libro di birdwatching usato come uno scudo e i nomi degli uccelli recitati dal ragazzo terrorizzato ad alta voce è ancora oggi un piacere da guardare, almeno quanto la morte del piccolo Georgie, raccordo fra il passato e il presente dei sette, inseparabili protagonisti.
Insomma, se volete emozioni forti, sparatevi The descent o La casa del diavolo, o tornate a Romero e Hooper, ma se, come me, ogni tanto venite travolti da quella nostalgia di prima adolescenza e di "Notte horror", allora date pure volentieri fuoco alle polveri del vecchio clown danzante.
Pennywise sarà sempre pronto a svegliarsi, anche se non saranno ancora passati i fatidici trent'anni.

MrFord

"Clear your mind hide your fear
don't look around
don't turn around
Pennywise is here."
Pennywise - "Pennywise"

10 commenti:

  1. E figurati se io mi perdevo libro e film! Queste sì che sono le notti horror che io amo tanto!

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  2. Stand by me per tutta la vita. Anche It, però..
    Con sto fatto che usciva dalle tubature dell'acqua mi aveva messo una fotta di cagare che non ti dico.. già me lo vedevo mentre mi strappava le palle a morsi...
    Dico sul serio.

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  3. ricordo che da preadolescente mi terrorizzò parecchio. ma se lo vedessi adesso il suo effetto sarebbe certamente più ridotto. quindi evito e mi tengo il ricordo horror

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  4. Julez: notti horror a vita, sempre insieme e magari senza robaccia tipo Within!

    Dembo: Stand by me mitico. Fotta è un termine che dovrò imparare ad usare. Ai tempi mi terrorizzò il fatto che facesse perno sulle paure recondite. Pennywise ne sapeva una più del demonio!

    Cannibale: un bell'amarcord ci sta sempre, però. Salatini e sbevazzata con il clown danzante in sottofondo. Pensaci.

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  5. Mi ricordo benissimo quando uscì in televisione. Avevano fatto un gran parlare trattandolo come un capolavoro. Io facevo le elementari e il giorno dopo mi chiesero cosa pensavo del film e se non sbaglio, l'avevano fatto nel periodo del Carnevale.
    Io non risposi perché non lo vidi: a quell'epoca i film di paura mi facevano paura.
    Adesso non è così e poi rivedendo Pennywise mi chiedo: ma davvero avevo paura di quel pagliaccio?

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  6. Alma, sinceramente Pennywise un pò mi inquieta ancora oggi.
    Niente se confrontato a Bob di Twin Peaks, ma di sicuro quando lo vidi la prima volta, in quinta elementare, fece il suo effetto.

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  7. Lo vidi a 6 anni quasi obbligato da mio padre che lo voleva guardare assolutamente. Fino all'anno scorso avevo ancora paura di vederlo, adesso invece lo guardo con un malinconico sorriso :)

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  8. Pesa, concordo in tutto. Alcuni film ti segnano e traumatizzano per anni, e superata la paura resta un grande affetto.
    Per me è stato così con Twin Peaks, che, comunque, un pò di inquietudine ancora mi trasmette!

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  9. Io soffro di coulrofobia e l'ho sempre evitato per questo XD
    Per quanto riguarda il percorso libro-film io preferisco sempre vedere prima il film e poi leggere il libro,perchè il film è sempre + riassunto quindi leggendo il libro dopo puoi approfondire la storia,mentre se prima leggi il libro e poi magari nel film non mettono quel tale passaggio che ti piaceva tanto o tagliano qualche personaggio resti deluso.Nel caso poi di storie con millemila personaggi(tipo il Trono di spade che sto leggendo adesso dopo viste le puntate),avere già una faccia in mente per ognuno aiuta,anche se a volte i casting non corrispondono alla descrizione dei personaggi.

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    1. Effettivamente Pennywise non è il più indicato, per chi soffre il sacro timore dei clowns: comuque il film, per quanto televisivo e non perfetto, resta un cultissimo della mia infanzia, e continuo a volergli un sacco di bene.

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