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mercoledì 18 maggio 2016

The Boy

Regia: William Brent Bell
Origine: USA, Cina, Canada
Anno:
2016
Durata:
97'







La trama (con parole mie): Greta Evans, una ragazza americana decisa a sfuggire dai problemi avuti con l'ex fidanzato, violento e tenuto lontano da un'ordinanza restrittiva, accetta un lavoro come tata oltreoceano, recandosi nel cuore della campagna inglese dove una vecchia coppia in procinto di partire per un lungo viaggio ha bisogno di qualcuno che segua il piccolo Brahms.
Peccato che, una volta giunta a destinazione, Greta scopra che Brahms è in realtà una bambola che replica le fattezze del figlio della coppia, morto a otto anni in circostanze misteriose vent'anni prima: stranita dalla situazione ma ugualmente spinta dall'ottima paga e dalla presenza del giovane fattorino incaricato di portare la spesa nella tenuta, Malcolm, Greta accetta di rimanere approfittando, nel corso dei primi giorni, per godersi la villa e la solitudine ignorando la bambola. 
Quando, però, alcuni fenomeni ed accadimenti la inducono a credere che Brahms sia in qualche modo ancora presente tra quelle mura, Greta decide di adempiere al suo compito al meglio.
Ma i suoi guai sono appena iniziati.








Dalle parti del Saloon, considerata la passione che fin dall'infanzia del sottoscritto è legata all'horror, le proposte legate al suddetto genere finiscono per dover superare prove ben più ardue rispetto a quelle del resto dei titoli che accompagnano gli occupanti di casa Ford giorno dopo giorno: ne è una prova recente The last shift, accolto discretamente bene eppure ridimensionato dal passaggio su White Russian, così come lo sono stati tanti altri prima.
L'approdo in sala di questo The Boy, dunque, rappresentava un nuovo test, anche se, di fatto, mi verrebbe quasi da pensare a questo film come ad un thriller di stampo hitchcockiano - soprattutto ai lavori inglesi del Maestro, da Rebecca a Notorius - più che ad una pellicola d'orrore dura e pura, pronto a ricordare, in una certa misura, cose come The others per l'atmosfera e Housebound per il risultato finale.
Il risultato, devo ammetterlo, è stato superiore alle aspettative della vigilia se non per il banale livello di inquietudine e spaventi - ormai trovo davvero poche cose sullo schermo che riescano davvero a farmi saltare sulla sedia - quanto per lo sviluppo della storia ed il paio di twist pronti a cambiare le carte in tavola nella parte finale della pellicola, in grado di sorprendere in positivo nonostante un epilogo a mio parere troppo frettoloso e legato alla speranza di un'eventuale sequel che, a conti fatti, abbassa la valutazione complessiva di un lavoro onesto e di atmosfera, forse non troppo plausibile in termini di logica ma comunque buono per una serata d'intrattenimento con il brivido - per chi lo prova - a scivolare lungo la schiena.
A prescindere dall'utilizzo di una bambola - ottimamente realizzata, tra l'altro -, pronta a divenire uno spauracchio per molti spettatori, il personaggio di Brahms resta sicuramente il motivo d'interesse principale della pellicola, pronto a passare dalle suggestioni in stile Conjuring alla materialità di prodotti come La casa nera: accanto a lui il grosso del lavoro è svolto dall'affascinante villa e dall'atmosfera più che dalla piuttosto anonima protagonista e dalla sua spalla Malcolm, che si distingue giusto per la spigliatezza con la quale fin dalle prime battute finisce per provarci spudoratamente con Greta.
Per il resto, il regista sceglie di puntare sulle sensazioni più che sulla violenza o l'horror vero e proprio, e benchè non si raggiungano i livelli dei classici dell'inquietudine - mi è passato per la mente anche il supercult Gli invasati - riesce comunque nell'intento di portare a casa la pagnotta, rendendo quella chiusura ancora più scomoda da digerire considerato il livello discreto della storia narrata per due terzi della pellicola.
Nulla, a conti fatti, di davvero impressionante, ma una visione che, in un periodo moscio e scialbo in sala come questo, potrebbe starci tutta, che si parli di appassionati di horror e bambole inquietanti o di pubblico occasionale, considerati i tratti decisamente più da suspence di questo The Boy: e se doveste imbattervi nell'annuncio di una vecchia coppia pronta a proporvi una paga elevata per badare alla loro bambola, siate saggi e passate oltre.
Fidatevi di un vecchio esperto di storie horror.





MrFord





"I wish I never had taken this dare
I wasn't quite prepared
doll me up in my bad luck
I'll meet you there."
Foo Fighters - "Doll" -





 

martedì 11 agosto 2015

Ted 2

Regia: Seth MacFarlane
Origine: USA
Anno: 2015
Durata: 115'






La trama (con parole mie): Ted ed il suo inseparabile amico d'infanzia John si trovano di nuovo insieme a fronteggiare una crisi che li coinvolge entrambi da angolazioni differenti. Mentre, infatti, il secondo, divorziato e da troppo tempo chiuso in se stesso rispetto al gentil sesso pare non trovare stimoli ad andare avanti nella sua vita, il primo si ritrova a dover fronteggiare una questione legale che potrebbe negarne, di fatto, l'esitenza.
Quando, infatti, il Governo annulla il suo matrimonio definendolo un oggetto, Ted si vede privato dello status di persona, del lavoro e della dignità, in barba al desiderio di avere un bambino con la sua novella sposa Tami-Lynn.
Trovato un aiuto nella giovane avvocatessa Samantha, i due amici per la pelle dovranno, a modo loro, trovare la via che conduca entrambi alla felicità, come nelle migliori - più o meno - favole.









Prima che qualsiasi mia dichiarazione possa essere travisata da radical teen dall'ego smisurato come il mio rivale Cannibal Kid, voglio precisare una cosa: Ted 2 è una cagatina tendente al volgare buona giusto per la stagione estiva senza impegno, inferiore al suo predecessore dal cast - una assolutamente monocorde Amanda Seyfried al posto della ben più interessante Mila Kunis - alla sceneggiatura, passando per quasi tutte le battute.
Eppure, mi pare quasi strano dirlo dopo lo scempio che è stato Un milione di modi per morire nel West, non mi è parso così male come mi sarei aspettato alla vigilia: certo, averlo visto al mare, sul balcone, con un paio di gin tonic in corpo ed il vento a rinfrescare una serata di relax sicuramente avrà aiutato, eppure considerate le premesse la visione di un vero e proprio massacro che di fatto non è avvenuto pareva quasi più certa dell'efficacia dell'apparizione fulminante di Liam Neeson.
Questo perchè Seth MacFarlane - che continuo a ritenere un pessimo comico, o umorista, o quel che volete -, tendente alla volgarità gratuita e per nulla divertente neanche fosse il principe della scuderia dei Vanzina, riesce in qualche modo ad evitare le bottigliate delle grandi occasioni grazie ad una cosa che conosco bene, e rispetto perfino quando si manifesta in un losco figuro come lui: la passione per il Cinema.
Quanto e forse più del primo, infatti, questo secondo lungometraggio dedicato alle avventure dell'irriverente orsetto Ted è zeppo di riferimenti e citazioni che soltanto i cinefili "accumulatori" - come sono tanti bloggers o, per citare un esempio molto noto, un certo Quentin Tarantino, dediti al confronto con qualsiasi genere e sfumatura della settima arte - potranno dilettarsi a scovare tra una battuta dimenticabile e l'altra, facendo per certi versi finta che l'avventura dei due inseparabili amici Ted e John possa essere effettivamente sagace, arguta e divertente, e non una bieca operazione commerciale - peraltro non riuscita così strepitosamente, stando agli incassi - ottima come riempitivo e nulla più.
Certo, sarei scorretto a non ammettere di essermi fatto due risate in più di un passaggio - quello della guida di Ted mi ha ricordato il rapporto conflittuale del sottoscritto con la patente - e di aver tutto sommato retto la durata - eccessiva come quella del primo capitolo per un prodotto di questo genere - senza colpo ferire, ma devo ammettere che, da Flash Gordon a Star Wars, passando per Rocky - geniale l'idea della volontà di Ted di scegliere come cognome Clubber Lang, rivale dello Stallone Italiano nello storico terzo capitolo del brand dedicato al pugile più famoso del grande schermo - e, almeno a quanto mi è parso, perfino La morte corre sul fiume, lo spasso più grande è stato quello di scoprire, tra le sfumature di questo film, qualcosa in cui Seth MacFarlane non debba necessariamente forzare la mano per tentare di eccellere, e sbracare spudoratamente: l'amore per il Cinema.
Un amore in parte distorto dalla qualità certamente non alta del prodotto finito, ma comunque sentito e ben evidente, nonchè in grado di mostrare l'umanità di un autore apparso sempre troppo posticcio e forzato, quasi come se la parabola del suo peloso protagonista fosse, di fatto, la sua.
Considerati i precedenti e la stima - molto bassa, se non si fosse capito - della quale godeva il buon Seth qui al Saloon, potrei quasi sbilanciarmi e scrivere che Ted 2 è stato un ottimo mancato fallimento: resta un titolo dimenticabile come una sbornia un pò troppo sopra le righe, ma quantomeno di quelle che si ricorderanno - a tratti - per aver combinato qualcosa di veramente sorprendente o per essersi riusciti chissà come a portare a letto la più figa della festa.
Per un pupazzone senza troppe speranze di mostrare un certo spessore, mi pare già un successo.
E non sto parlando di Ted.
O di Marc Wahlberg.




MrFord




"So much for the golden future, I can't even start
I've had every promise broken, there's anger in my heart
you don't know what it's like, you don't have a clue
if you did you'd find yourselves doing the same thing too."
Judas Priest - "Breaking the law" - 




 

lunedì 8 ottobre 2012

Ted

Regia: Seth MacFarlane
Origine: Usa
Anno: 2012
Durata: 106'




La trama (con parole mie): John Bennett, un ragazzino escluso dagli altri suoi coetanei - anche dagli sfigati presi di mira dai bulli del quartiere - nel 1985, la notte di Natale, esprime il desiderio che il suo orsacchiotto prenda vita e sia il suo migliore amico. Come per magia, il miracolo accade, e Ted - questo il nome del peluche - diviene il compagno di una vita di John, passando momenti da celebrità ed altri da perdigiorno.
I due sono inseparabili, amici per la pelle, casinisti nati.
Quando, però, la relazione di John con Lori prevede che il primo cresca e cerchi di comportarsi da adulto, Ted diviene una minaccia al solidità del rapporto e si trova dunque costretto, per la prima volta, a separarsi dall'amico per affittare un appartamento dove vivere da solo.
Sarà l'inizio di una serie di complicazioni che vedranno sconvolte le esistenze di John, Ted, Lori, il suo capo e dello psicopatico Donny, dai tempi della sua infanzia ossessionato dall'unico peluche al mondo dotato di vita propria.




Dalle parti di casa Ford il buddy movie è sempre stato un genere amatissimo, che ha regalato al sottoscritto alcune delle visioni più divertenti e reiterate degli ultimi anni: da Kevin Smith a Judd Apatow, senza dimenticare le escursioni letterarie nei territori lansdaliani di Hap e Leonard o i botta e risposta di Walt e il suo barbiere in Gran Torino, l'amicizia virile nella sua accezione più casinara e sboccata è sempre stata ospite fissa e molto gradita al mio bancone.
Seth MacFarlane, creatore di serie come Family guy - I Griffin qui da noi -, probabilmente si ritrova in una condizione simile, e sfruttando il background di tutti i ragazzini cresciuti nel corso degli anni ottanta consegna al grande schermo una pellicola nella migliore tradizione del genere, che non brillerà come SuXbad o i due Clerks ma che diverte ed empatizza con il pubblico di un certo livello - basso, ovviamente - come poche, valorizzando Marc Wahlberg - notoriamente un paracarro - affidandogli il ruolo del cazzone - ruolo in cui si trova in perfetto agio -, sfruttando al meglio la vena ironica di Mila Kunis - tra le più pane e salame delle belle di Hollywood - già vista in Amici di letto ed introducendo un charachter - quello del protagonista Ted - in grado di colmare la distanza che ormai separa quella stessa generazione di ex bambini dai Muppets dei tempi d'oro o da colpi di genio come Alf al nulla di peluche di oggi.
Certo, l'eccesso è dietro l'angolo ad ogni sequenza e i colpi bassi di casa, eppure la sensazione di assistere ad una pellicola giustamente cazzara ma assolutamente lontana dalla volgarità è praticamente una certezza, i momenti già cult non mancano - splendida la sequenza della festa con l'incontro tra i due amiconi ed il vecchio protagonista di Flash Gordon, Sam Jones, nel ruolo di se stesso, loro idolo d'infanzia - e lo spirito che avvolge l'intera produzione è quanto di meglio si possa sperare di combinare in quest'ambito, senza contare che, se avete la fortuna di condividere il letto con una fanciulla abbastanza yeah troverete una perfetta commistione tra la sguaiatezza delle avventure tra amici ed il romanticismo - o presunto tale - di una proposta non totalmente allergica ad un crescendo sentimentale - John e Ted compresi nel prezzo, ovviamente -.
In tutto questo, trovano spazio anche un Giovanni Ribisi ormai perfettamente calato nel ruolo dello psicopatico e, a sorpresa, Norah Jones, che abbandona le soffuse atmosfere jazz per concedersi un pò di sano panesalamismo rivelando i suoi trascorsi sessuali con il più irriverente tra i pupazzi nati nel post-eighties: nel frattempo Ted, tra un bong ed un'ascesa professionale sorprendente - mitici i siparietti con il direttore del supermercato in cui lavora - diviene il simbolo di quello che ogni uomo sogna - sesso e divertimento a parte - ma non tutti trovano, e i pochi che ce la fanno finiscono per sudare quasi più che con e per un grande amore.
Stiamo parlando di un'amicizia che possa essere forte quanto un legame di sangue, fonte di rimproveri delle proprie donne e consapevolezza che si avrà sempre qualcuno pronto a guardarci le spalle, a portarci fuori per una sbronza anche quando il giorno dopo dovremmo lavorare e a desiderare che noi si sia proprio lì dove ci troviamo, neanche fossimo in una fiaba targata Disney in cui è proprio vero che le stelle cadenti possono significare un desiderio avverato.
Ci sarà tempo ogni giorno della propria vita, in tutta calma, di rimpiangere quel colpo di testa.
Quasi come un hangover.
Ma sarà il pentimento più fottutamente divertente che si potrebbe immaginare.
Meglio di questo non si potrebbe chiedere ad un "tuonamico".


MrFord


"My words are lazy, my thoughts are hazy
but this is one thing I’m sure of.
Everybody needs a best friend!
I’m happy I’m yours!
You got a double,
who brings you trouble,
and though you’re better without me.
Everybody needs a best friend!
I’m happy I’m yours!"
Norah Jones - "Everybody needs a best friend" -


venerdì 5 ottobre 2012

Last friday night

La trama (con parole mie): ed eccoci di nuovo alle porte del weekend, che con le sue uscite in sala dovrebbe sempre salvarci da lavoro, serate storte, postumi da sbronza e soprattutto dalle panzane che riesce a rifilarci quotidianamente il Cannibale.
Invece, direi che per questa settimana ci tocca sopravvivere: un film potenzialmente potentissimo, una commedia divertente, per il resto nebbia.
In teoria dovremmo stare qui a piangerci addosso, ma tutto sommato, direi che siamo abituati: quindi cerchiamo di prendere il meglio, ed abbandonare il resto all'oblio meritato.


"No, Cannibale, a dormire con te non ci vengo! Lo sai che io e Ford siamo inseparabili!"

Ted di Seth MacFarlane


Il consiglio di Cannibal: da vedere, lasciando Ford a dormire con l’orsetto Teddy e i suoi soporiferi film russian
Ucci, ucci, sento odore di possibile commedia dell’anno. Negli USA è stato il grande successo a sorpresa dell’estate cinematografica, in maniera analoga a Una notte da leoni e Le amiche della sposa nelle passate annate, e quindi le possibilità di avere la Divina Commedia del 2012 ci sono tutte.
D’altra parte l’autore è il geniale Seth MacFarlane, già autore degli esilaranti Griffin, cartoon che a livello di momenti esilaranti ha surclassato persino I Simpson, checché ne dica il conservatore Ford.
Poi c’è Mila Kunis. Voglio dire: Mila Kunis. Lo ripeto ancora una volta per i vecchi con l’Amplifon come Lino Banfi e Lino Ford: c’è Mila Kunis!
Il consiglio di Ford: il migliore amico possibile? Un orso sboccato e tamarro! (E non sto parlando di me!)
Dal creatore della mitica serie Family guy - I Griffin qui in Italia - un buddy movie nel miglior stile di Apatow e Smith che raccoglie l'eredità degli anni ottanta e la trasforma in un irriverente sarabanda sentimentale e di amicizia. Marc Wahlberg perfetto per la parte del mezzo minchione, Mila Kunis che è un cocktail perfetto di bellezza e panesalamismo, e poi Ted, uno dei personaggi più azzeccati degli ultimi mesi.
Non è un Capolavoro, ma regala una manciata di scene a dir poco strepitose: avendolo già visto un paio di mesi fa ed avendo atteso l'uscita italiana, lo vedrete da queste parti all'inizio di settimana prossima.

"E' inutile che cerchi di farmi ubriacare, Cannibale. A dormire con te non ci vengo. Lo sai che io e Ford siamo inseparabili!"

Un sapore di ruggine e ossa di Jacques Audiard
 
 
Il consiglio di Cannibal: un sapore di grande film e di ossa (quelle che spaccherei a Ford buahahah)
Il cinema francese sta vivendo uno splendido momento, la protagonista è quella garanzia di donna che risponde al nome di Marion Cotillard, alla regia ritroviamo quel Jacques Audiard che con il precedente Il profeta aveva messo d’accordo sia me che il mio arrugginito enemy James. Che volere di più?
Sul film ho sentito pareri più che altro positivi, ma anche qualche critica, e se con Ted sento odore di grande commedia, qui sento il sapore di grande dramma. Non so l’incontentabile Ford, ma io con questi due film per questa settimana direi di potermi ritenere soddisfatto.
Il consiglio di Ford: il Cannibale ormai è più arrugginito del vecchio Ford!
A far tornare sulla cresta dell'onda il Cinema francese dopo le ultime poco convincenti proposte apprezzate soltanto dal mio conigliesco antagonista, torna alla carica il regista dello stupefacente Il profeta, che un paio d'anni fa aveva addirittura messo d'accordo anche i due più acerrimi rivali della blogosfera.
La critica non l'ha accolto con lo stesso entusiasmo, ma io resto estremamente fiducioso dell'opera di uno dei registi più interessanti e promettenti degli ultimi anni, alla facciazza di tutti quei radical chic che il Cucciolo eroico tenta inutilmente di propinarci come nuovi messia della settima arte.

"Mi dispiace, Cucciolo, ma devo darti buca: ho già in programma un allenamento con Ford!"
The Apparition di Todd Lincoln


Il consiglio di Cannibal: un’apparizione gliela si può anche concedere
Mila Kunis… Marion Cotillard… e qui pure Ashley Greene.
Cos’è, la settimana della figa?
Nonostante questo horrorino si preannunci tutt’altro che fondamentale, una possibilità all’ennesima storiella di fantasmi gliela riserverei. Certo, non farà paura manco lontanamente, ma dovrebbe bastare per far scappare Jimmy Ford sotto il letto insieme all’orsetto Ted. E con Jimmy Ford non intendo il suo futuro figlio. Intendo proprio il futuro Padre Ford.
The apparition di Todd Lincoln
Il consiglio di Ford: un'apparizione del Cannibale ad un aperitivo organizzato da Ford? Praticamente un miracolo!
Ennesimo film di fantasmi che non aggiungerà nulla al genere - anzi, finirà per togliere qualcosa, probabilmente - che andrà bene giusto come riempitivo nel caso non si riuscisse a recuperare nessuna delle
novità più importanti di questo periodo, o se dovesse venirmi voglia di stroncare un film giusto per sfogare un pò di energie e non mi bastasse il sacco. Potrebbe però sempre essere che la bimbetta teen che si occupa dell'altra metà di questa rubrica possa anche spaventarsi tanto tanto.

"Cannibale, non so come dirtelo, ma anche io sono impegnata con Ford, stasera!"
Step Up 4 Revolution 3D di Scott Speer


Il consiglio di Cannibal: un film con un 4 e un 3D nel titolo contemporaneamente va evitato a priori
Non solo un sequel di un sequel di un sequel, bensì anche una pellicola in 3D. Cosa ho fatto di male per meritarmi tanto?
Io non ho mai visto manco Step Up 1, che invece Ford avrà acquistato in DVD solo per la presenza del suo idolo Channing Tatum. Negli ultimi tempi, nonostante la sua inespressività da tipico attore fordiano, il Tatum sta comunque convincendo sempre più anche me, ma nonostante questo non credo mi recupererò mai nemmeno il primo. Anziché uno step up, io preferisco fare uno step down o, ancora meglio, uno step dritto in faccia a Ford!
Il consiglio di Ford: scommetto che basterà il 3D per far compiere sia a me che al Cannibale uno Step back da questo film.
Step up. 4. In 3D.
Se non fosse che la scorsa settimana sono stato simpaticamente invaso dagli organizzatori del flash mob romano che pubblicizzava questo film, direi quasi che ci aspetta un horror.

"Katniss, mi manda Ford: dice che stasera sei tutto solo!"
All’ultima spiaggia di Gianluca Ansanelli


Il consiglio di Cannibal: ma nemmeno all’ultima spiaggia
Leggo come notizia Ansa che questo film verrà distribuito in ben 250 copie e mi viene l’ansia.
Ci sono film che in Italia manco arrivano, altri che passano con mesi/anni/decenni di ritardo, pellicole come The Artist, e dico il premio Oscar The Artist, che erano state proposte in poche decine di sale, e ‘sta roba mi arriva in 250 cinema?
Il cast pare sia composto da “volti noti di Zelig”. Io non ho idea di chi siano, ma la zeligghizzazione del cinema è qualcosa di persino più atroce di una whiterussianizzazione del web.
Pensavo che Ford quando ha chiesto a me, e non a Gianni Canova o al Morandini, di realizzare insieme una rubrica sulle uscite del weekend fosse all’ultima spiaggia, ma il cinema italiano sì che è davvero all’ultima spiaggia. Forse oltre.
Il consiglio di Ford: non fate come il Cannibale, che ormai è alla deriva, ed evitate questo film!
Considerato che la scorsa settimana è uscito Reality di Garrone, direi che potrete tranquillamente risparmiarvi il primo film italiano da bottigliare della settimana almeno quanto una delle recensioni più
accorate della regina delle suocere, il quipresente Kid. E se pensate che le proposte da Terra dei cachi si limitino a questo, mettetevi l'anima in pace: il weekend in sala si prospetta devastante.

"Ma tu guarda: il gossip cinese è sicuro di una tresca tra Channing Tatum e il Cannibale!"
Un giorno speciale di Francesca Comencini


Il consiglio di Cannibal: lo vedrò in un giorno speciale, tipo il 30 febbraio dell’anno mai
Non ho mai visto film della Comencini e non penso di “comenciare” nemmeno adesso.
Pare sia stato presentato all’ultimo Festival di Venezia addirittura in Concorso, pare, ma io già solo vedendo il trailer mi chiedo per prima cosa come possa essere considerato un film da Festival, e per seconda cosa come ci possa essere gente che vuole andarlo a vedere. Sembra una commedia romantica americana di terzo livello, solo realizzata con mezzi italiani. Sarà anche Un giorno speciale, ma un film speciale non mi sembra.
E, a proposito, sapete quale sarà un altro giorno speciale? Quello in cui su WhiteRussian verrà consigliato un bel film uahahah!
Il consiglio di Ford: un giorno speciale? Quello in cui il Cannibale finalmente chiuderà bottega e passerà a lavorare per il sottoscritto come portaborse! Ahahahahaha!
Ed eccoci al secondo film italiano da bottigliare della settimana. Non che ce l'abbia particolarmente con la Comencini, ma questa sorta di commedia romantica nella cornice della "crisi" mi pare davvero trascurabile, almeno quanto la presenza di Katniss Kid nella blogosfera in questo periodo.
Che sia in crisi anche lui!?

"Fingiamo che sia Il grande Lebowski, giusto per dare un pò di fastidio a Ford!"
Padroni di casa di Edoardo Gabbriellini


Il consiglio di Cannibal: padroni di restare a casa e non guardare questo film
In quanto padrone di casa di Pensieri Cannibali, ordino che Mr. Ford venga immediatamente cacciato fuori.
È ancora qui?
Ancooora?
Visto che proprio non vuole saperne di smammare, sentiamo cos’ha da dire su questo film, perché io, a parte dire che una pellicola con Gianni Morandi mi attira meno di una con JCVD, non so che altro dire…
Gianni Morandi attore e pure presente in colonna sonora? No, per me è davvero troppo!
Il consiglio di Ford: ormai i padroni di casa della blogosfera sono Ford e, ahilui, il suo coinquilino Cannibale.
Nonostante la locandina davvero accattivante e la presenza del sempre più depresso ma ugualmente simpatico Mastandrea, questo film mi attrae meno di una visita guidata nella cameretta del blogger più teen del mondo.
E voi sapete di chi sto parlando, vero!?
Non so darvi una giustificazione precisa - forse che le proposte italiote della settimana non sono proprio roba da strapparsi i capelli -, ma prendetela così, come una bottigliata a priori come quelle che rifilo quotidianamente al mio rivale.

"Forza, Cannibale, dacci dentro: uno su mille ce la fa!"

domenica 20 novembre 2011

Mr. Beaver

Regia: Jodie Foster
Origine: Usa
Anno: 2011
Durata: 91'



La trama (con parole mie): Walter Black, amministratore delegato di una ditta di giocattoli e padre di famiglia, a seguito di un completo crollo nervoso e di un tentativo - malriuscito - di suicidio si rifugia nella presenza di Mr. Beaver, un pupazzo che tra le sue mani prende vita mostrando la grinta e l'energia di cui l'uomo necessita per tirarsi fuori dall'abisso della depressione.
Grazie alla presenza del suddetto castoro, Black torna al successo sul lavoro e in famiglia, mantenendo aperto, però, il conflitto con il figlio maggiore Porter: quando la presenza di Mr. Beaver diviene però una minaccia al futuro che l'uomo è finalmente in grado di costruirsi, Walter dovrà compiere una scelta drammatica per liberarsi del fardello di stoffa che ingombra il suo braccio sinistro.
Fidatevi, non è uno scherzo.




Non è uno scherzo affatto, come dicevo poco sopra.
Questo film è davvero la storia di Mel Gibson che impazzisce - e fin qui, niente di strano -, si mette a parlare per mezzo di un castoro che pare proprio la risoluzione di tutti i suoi problemi fino a quando, di punto in bianco, lo stesso diventa una minaccia terrificante per la sua vita ed il nostro vecchio Mel è costretto a sistemarlo come soltanto lui sa fare.
Il tutto in una cornice che pare uscita dalle peggiori selezioni dei film per famiglie da sabato sera su Canale 5 costruita su una sceneggiatura pessima e tagliata con l'accetta, così ricca di sequenze in pieno ridicolo involontario da lasciare attoniti, oltre a quasi certi dell'ingresso della pellicola di Jodie Foster tra i dieci peggiori film usciti in questo 2011.
La cosa curiosa, nella terribile fiera dell'assurdo che è questo Mr. Beaver, è che se lo stesso fosse stato affidato ad un regista esperto e ad un buono sceneggiatore si sarebbe addirittura accarezzato il rischio di vederlo assurgere a piccolo cult in bilico tra una sensibilità "alla Sundance" ed il grottesco, per esempio, di un Terry Gilliam.
Il problema principale è dato dal fatto che dietro la macchina da presa vi sia l'inesperta - dal punto di vista registico - Jodie Foster, che adegua lo standard della narrazione a quello - infimo - dello script, appiattendo qualsiasi potenziale picco di interesse e puntando tutto sui sentimentalismi di grana grossa che passano attraverso la gigionissima interpretazione di Mel Gibson, così assurdo con il suo bel castoro infilato sul braccio da far rimpiangere quasi i tempi dello splatter de La passione, che comunque ha tempo di trovare il suo spazio nel crescendo insostenibile - non nel senso che parrebbe - di tensione legato allo scontro tra Black e Mr. Beaver.
Come se non bastasse questo, il resto risulta talmente melenso, ridicolo e terribile da trovarmi costretto a concordare in pieno con il punto di vista del mio antagonista Cannibale in proposito, e se, di contro, trovare un film che ci metta d'accordo equivale, fondamentalmente, ad avere di fronte una pellicola imperdibile, avere un titolo stroncato clamorosamente da entrambi comporta una sorta di "parental advisory" esteso a tutto il pubblico indiscriminatamente dall'età.
Da parte sua - diamo a Mr. Beaver quel che è di Mr. Beaver - l'opera della Foster non infierisce ulteriormente sull'audience risultando comunque particolarmente lenta, e l'ora e mezza scarsa di durata scorre quasi senza intoppi e senza farsi pregare troppo: ma è davvero l'unico "pregio" di un lavoro che inanella una scena assurda dopo l'altra, dal terribile tentativo di suicidio di Black che da origine a Mr. Beaver ai rapporti sessuali di Walter e sua moglie corredati di castoro, passando attraverso la storia d'amore del figlio Porter con la problematica Norah - Jennifer Lawrence, assolutamente sprecata dopo l'interpretazione straordinaria di Winter's bone - uscita dritta dritta dalle peggiori serie tv teen da pomeriggio su Canale 5 e le testate contro la parete della camera dello stesso Porter.
Una schifezza così grande, dunque, da non meritarsi neppure le più toste tra le bottigliate, destinate a tutti quei film che, nonostante la delusione, partono da presupposti di livello quantomeno tecnicamente: qui, di tecnico, c'è soltanto il costante battere sul tasto di quegli sgradevoli buoni sentimenti da piccolo schermo alla ricerca di una commozione che non arriva neppure sotto costrizione, che potrebbe corrispondere alla reiterata visione di robaccia come questa.
E dato che i post legati ad esperienze di questo genere sono in assoluto i più difficili da scrivere - perchè, onestamente, bisognerebbe lasciare in bianco, o al massimo concedersi un paio di insulti ben coloriti - ora farò finta che l'unico castoro della mia memoria resti Don Chuck di quando ero all'asilo, che Jodie Foster sia ancora la grande interprete de Il silenzio degli innocenti e che Mel Gibson, il pazzoide di Arma letale, dopo anni da action hero, premiato come miglior regista dall'Academy per Braveheart, dichiari di "volersi dedicare alla recitazione, ora che la sua carriera come regista ha raggiunto l'apice".
Sarebbe bello, se fosse vero.
Sarebbe bello, se non ci fosse stato un Mr. Beaver a rovinare tutto.
Che poi, a ben guardare, il tracollo - in particolare di Gibson - era comunque, e da tempo, una triste realtà.

MrFord

"Don Chuck castoro,
Don Chuck castoro,
ma Don Chuck non sa cosa avverrà
in fondo al fiume c'è una cascata
Don Chuck non trema, l'ha già superata."
Nico Fidenco - "Don Chuck castoro" -


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