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lunedì 23 dicembre 2013

Ford Awards 2013: i libri

La trama (con parole mie): per quanto i romanzi ed i post a loro dedicati non siano mai tra i più letti da queste parti, la classifica dei migliori libri dell'anno è uno dei miei appuntamenti preferiti, anche perchè se i film sono una compagnia quasi quotidiana per i momenti in cui sono a casa, i libri - cartacei e non - lo sono nei miei viaggi da pendolare altrettanto quotidiani.
Dopo due anni di vittorie Jo Nesbo sarà costretto a scendere dal gradino più alto del podio, o l'autore norvegese si confermerà il favorito del vecchio Ford?
Lo scoprirete proprio qui sotto.




Scoperto grazie all'imbeccata del mio fratellino Dembo, il libro che raccoglie tutte le disavventure alcooliche e sessuali di questo scombinato ex studente di legge statunitense è stato il cult assoluto dell'estate: volgare, scorretto, scritto con la pancia anche se non sempre troppo bene, è un mix di Californication e del più scomposto Kevin Smith, nonchè un titolo imperdibile per ogni cazzone professionista come il sottoscritto.
Se avete compagni di bevute o amici abituati a coprirvi le spalle sempre e comunque, questo è il titolo che fa per voi.


N°9: IL CACCIATORE DI TESTE di JO NESBO


Neanche il tempo di nominarlo appena sopra, che l'incredibile autore norvegese mattatore di questa classifica negli ultimi due anni piazza una zampata da vero Maestro del thriller con un ottimo romanzo da ritmo serrato e stretta alla gola scritto in prima persona e trasposto discretamente anche al Cinema: un concentrato di adrenalina e razionalità che è l'ennesimo viaggio nella parte oscura delle passioni umane da parte di uno scrittore che è una vera e propria garanzia.
E la sequenza dell'incidente in macchina è da incorniciare.


N°8: FIGLIO DI DIO di CORMAC MCCARTHY


Il coriaceo McCarthy, praticamente il mio personale Clint Eastwood della Letteratura, torna da queste parti pronto a stupire con quello che fu il suo romanzo d'esordio, un viaggio potente e lirico nelle profondità della psiche lacerata di un serial killer che pare un incrocio tra il Gollum de Il signore degli anelli ed Ed Gein, personaggio violento e spregevole quanto fragile e triste da far venire la pelle d'oca almeno quanto le descrizioni magiche dell'autore nativo di Rhode Island.


N°7: IL COLLARE DI FUOCO di VALERIO EVANGELISTI


La Frontiera e la sua mitologia sono un pilastro, qui al Saloon, ed il nostrano Evangelisti le rappresenta al meglio in questo affresco in cui si mescolano realtà e fiction ambientato a cavallo tra States e Messico ai tempi della Guerra di Secessione e della rivoluzione di Porfirio Diaz.
Sangue a fiumi, violenza, speranze e sogni infranti nel racconto di un Paese pronto a tutto - perfino a sacrificare se stesso - per trovare il proprio spazio, la propria dimensione, la propria indipendenza.
Personaggi memorabili alle prese con la prova più grande che si possa affrontare: quella della vita.


N°6: AMERICAN GODS di NEIL GAIMAN


Il viaggio di Shadow, ex detenuto nonchè antieroe di quelli che piacciono tanto al sottoscritto, attraverso gli Stati Uniti e la loro mitologia fatta di kitsch e leggende moderne pronte a confrontarsi con le antiche divinità del Vecchio Mondo è stata una delle grandi scoperte di quest'anno: lasciato per troppo tempo in attesa sugli scaffali della libreria di casa Ford, questa cavalcata ha raggiunto in brevissimo tempo lo status di cult per il sottoscritto, seppure imperfetta e con un pò troppa carne al fuoco. Un fantasy old school per una nuova era.


N°5: ALTRI LIBERTINI di PIER VITTORIO TONDELLI


Regalo graditissimo - ed azzeccato alla grande - di mio Fratello, Altri libertini, con il suo spirito naif e decisamente sopra le righe e tutto il cuore di una generazione spazzata via troppo presto è entrato sotto la pelle di questo vecchio cowboy come poche altre cose - soprattutto provenienti dalla disastrata Italia - sono riuscite a fare dall'inizio della sua storia di lettore: quel "ho imparato più da un pompino che da anni di studi" è un inno alla gioia di vivere e alla scuola dell'esperienza, quella che da queste parti è sempre accolta a braccia aperte, quando è motivata dalla voglia di succhiare tutto il midollo della vita che il nostro tempo ci concede.


N°4: JACK ALL'INFERNO di JOHN LEAKE


Altro libro, altro regalo. Scovato da Julez, appassionata come il sottoscritto di serial killers ed affini, questo romanzo inchiesta realizzato da uno studioso americano sull'eccentrico Jack Unterweger, scrittore ed autore teatrale di talento che strabiliò e sconvolse l'Austria tra gli anni ottanta e novanta, è un viaggio all'ultimo respiro nel lato oscuro di un assassino talmente dominato dai suoi istinti da non riuscire a fermarsi neppure quando l'evidenza l'avrebbe, di fatto, tradito.
Un personaggio detestabile quanto carismatico, che fu idolo di un'intera elite intellettuale costretta a disconoscerlo dopo aver scoperto la terribile verità dei suoi omicidi: un lupo che riporta alla mente l'immagine di Haarmann, uomo nero che sconvolse la Germania tra le due Guerre Mondiali.


N°3: LA SOTTILE LINEA SCURA di JOE LANSDALE


Frequentatore fisso almeno quanto Nesbo dei piani alti della classifica fordiana dedicata ai libri, il buon vecchio Joe Lansdale è tornato a stupire il sottoscritto con il suo più potente romanzo al di fuori della saga di Hap e Leonard, una meraviglia in pieno stile Stand by me secondo solo all'altrettanto magico In fondo alla palude, iniziato con la calma di un pomeriggio d'estate e finito con le lacrime agli occhi ed il mare in sottofondo.
Un ritratto di famiglia sconvolto dal mistero e dall'amore per il Cinema ed i legami che durano per sempre, nonchè perfetto esempio di quanto cuore l'autore texano metta nelle sue pagine.


N°2: PLAYER ONE di ERNEST CLINE


La cavalcata del giovane Wade alla ricerca dell'Easter Egg che potrebbe cambiargli l'esistenza - e insieme alla sua, quella del mondo - è stata una delle grandi meraviglie letterarie degli ultimi anni di lettura del sottoscritto, un giocattolone meraviglioso e divertentissimo che ha riportato tutto il bello degli anni ottanta e della mia infanzia tra le pagine di un romanzo che è un vero e proprio spettacolo per chi in quel periodo è cresciuto: videogames, giochi di ruolo, Musica, Fumetto, Cinema in un mix che pare uscito dall'incontro de I Goonies, Indiana Jones, Dungeons&Dragons e i robottoni giapponesi. Con una colonna sonora rigorosamente metal. Imperdibile.


N°1: POLIZIA di JO NESBO


Il premio per il miglior romanzo dell'anno potrebbe presto diventare il Nesbo Award, considerato che per la terza volta consecutiva è un libro parte della saga del sempre più leggendario Harry Hole a trovarsi sul gradino più alto del podio: onestamente non pensavo, dopo il glaciale, incredibile Lo spettro, che il diabolico illusionista Jo potesse farcela, e invece eccolo unire la tecnica del suo ultimo lavoro al cuore de Il leopardo e La ragazza senza volto, realizzando quello che, al momento, è il mio preferito tra i titoli dedicati al commissario Hole.
Un libro dolente e drammatico, da cuore in gola e lacrime agli angoli degli occhi, traboccante violenza e vendetta ma anche cuore e speranza. Il libro che racconta la fine, e l'inizio, di Harry Hole.
Da brividi.


I PREMI
Miglior autore: Jo Nesbo
Miglior personaggio: Shadow, American Gods
Miglior antagonista: Valentin Gjelten, Polizia
Scena cult: Wade mette in moto il Leopardon con gli AC/DC in sottofondo, Player One
Premio "brutti, sporchi e cattivi": Truls Bernsten, Polizia e Lester Ballard, Figlio di dio
Premio stile: Jack Unterweger, Jack all'Inferno
Miglior personaggio femminile: Art3mis, Player One e Beate Lonn, Polizia
Miglior non protagonista: Aech, Player One
Momento action: la corsa a perdifiato di Stale Aune, Polizia
Atmosfera magica: la Bologna degli anni della contestazione, Altri libertini

MrFord



mercoledì 27 marzo 2013

Altri libertini

Autore: Pier Vittorio Tondelli
Origine: Italia
Anno: 1980
Editore: Feltrinelli




La trama (con parole mie): sei racconti che, dal cuore pulsante dell'Emilia, guardano a Bologna, Milano, l'Europa negli anni delle contestazioni, gioventù ribelli e ribollenti che si forgiano in bilico tra amori, sesso, droga, viaggi, gioie e dolori.
Il ritratto naif e passionale di una generazione che si gioca tutto giorno per giorno ed esprime il suo sapere attraverso la sete di esperienza più che di nozioni, e prende forma grazie ai protagonisti di storie che si incrociano e rimbalzano e pulsano neanche fossero le nostre.
Dagli sperduti posti ristoro della Bassa a Bruxelles, da Piazza Grande a Correggio, stagioni irripetibili come soltanto quelle della nostra formazione sanno e possono essere: la primavera e l'estate della vita nella loro massima espressione di desiderio.




A volte capita che si incroci il cammino di un autore in grado, fin da subito – o quasi – di apparirci come familiare, vicino, quasi avessimo condiviso con lui grandi bevute, mangiate, nottate, o uno di quei viaggi della perdizione – o del ritrovamento di se stessi – tipici dei periodi della vita in cui abbiamo bisogno, in qualche modo, di ricominciare.
Avevo già sentito parlare di Pier Vittorio Tondelli, uno dei “ragazzi perduti” della generazione di grandi artisti che il fermento degli anni settanta produsse attorno a Bologna – un po’ come Andrea Pazienza, per citarne un altro dalla genialità e dal destino simili a quelli dello scrittore di Correggio – sia nella blogosfera – Zio Scriba ne è l’esempio più clamoroso – che tra amici, ma è stato mio fratello ad introdurmi nel suo mondo: da anni, infatti, per il Ford più giovane il buon Tondelli è un idolo consolidato ed indiscusso, una specie di Rino Gaetano della letteratura che, partendo dal naif, riesce ad aprire un mondo al lettore fatto di viaggi e sogni radicati profondamente nel quotidiano.
Con questo Altri libertini è iniziata dunque la mia scoperta di un vero e proprio spirito affine, un compagno di brindisi che, come il sottoscritto, crede profondamente nell’esperienza come maestra di vita nonché modo migliore per mettere a frutto quelli che possono essere stati gli insegnamenti raccolti nel corso dei nostri anni e della strada percorsa fino ad ora.
Se, infatti, con i primi due racconti l’impressione avuta era quella di una sorta di antologia un po’ nostalgica di un periodo sicuramente più caotico di questo ma anche più sanguigno e magico – una sorta di Amarcord felliniano da strafatti -, con il terzo – chiamato proprio Il viaggio – l’intero lavoro assume una dimensione ed uno spessore clamorosamente grandi, riuscendo a parlare direttamente al cuore di quel momento della vita in cui tutto è ancora da scrivere, e se non finisci male può anche darsi che alla fine lo scriverai, in un modo o nell’altro, quanto e più di romanzi generazionali come Il giovane Holden o Siddartha.
Le peripezie vissute dal protagonista accanto al quasi inseparabile amico Gigi tra Bruxelles, Milano e Correggio, o la storia con Dilo, studente romano conosciuto a Bologna suonano non tanto come i manifesti dell’epoca delle grandi contestazioni, quanto come la fotografia di un’esistenza che prende forma, semplice e magica come soltanto la vita vissuta può e deve essere: in uno dei passaggi fondamentali del racconto, proprio in un confronto con Gigi, l’alter ego dell’autore confessa “la scuola si sistemerà solo quando non ci sarà più: ho imparato più da un pompino che da vent’anni di esami”.
Lo spirito di Tondelli è tutto qui.
Vivi, a fondo e il più possibile, annusando l’aria in cerca del tuo odore e viaggiando veloce per scappare dagli scoramenti – come nel meraviglioso racconto di chiusura, Autobahn, che ricorda l’altrettanto stupendo pezzo dei Kraftwerk – che il mondo riserva e riserverà sempre: in questo modo anche il destino, a volte, ti verrà incontro allungandoti una mano, e non per piazzare uno schiaffo. Anzi, potrebbe essere che ci scappi un colpo di fortuna, dei soldi piovuti nel parcheggio di un posto di ristoro o una scopata liberatoria, o la forza di tutta quella magia della Bassa che rese grande il già citato Fellini e avrebbe fatto la fortuna di un altro noto abitante di Correggio qualche anno dopo, Luciano Ligabue, che pare aver costruito i suoi primi dischi – quelli belli, per intenderci – proprio su figure come quella del troppo presto scomparso Pier Vittorio.
Perché troppo presto se n’è andato davvero, questo ragazzaccio assetato di vita.
Eppure di una cosa sono certo, nonostante abbia affrontato soltanto uno dei suoi lavori: lo scoramento non l’ha raggiunto neppure con la morte sicuramente prematura, ed il suo odore ancora pervade pagine che sono una vera festa per lo stomaco, gli occhi, il sesso e tutti quegli organi che fanno dei giorni, degli amori, dell’andare oltre o cercare di stare dentro la fortuna loro e di quelli che li portano e li seguono.
Certo, a volte può capitare che la corsa non conduca a nulla di buono, o che il nostro Ronzinante a motore finisca per spiaccicarsi da qualche parte con noi dentro, ma la posta è troppo alta per rinunciare, e da ogni riga di Altri libertini è evidente che questo Tondelli lo sapeva bene: succhiare tutto il midollo della vita, che sia dalla strada, da una bottiglia, da un cazzo o da una vagina.
O da un bacio di quelli che tolgono il respiro e si ricordano finchè si campa.
Ed è sempre un piacere incontrare qualcuno che sente la vita sulla pelle proprio come te.
“E ti vedi con una che fa il tuo stesso giro, e ti senti in diritto di sentirti leggero”, cantava Ligabue.
Ed è così che mi sono sentito tra queste pagine.
E non è affatto roba da poco.
Pier Vittorio, devo ringraziare mio fratello per avermene fatto trovare un altro.
E devo ringraziare anche te.
Perché quando sulla pelle passa il brivido del capirsi al volo non si può fare proprio altro.


MrFord


"Ci han concesso solo una vita
soddisfatti o no qua non rimborsano mai
e calendari a chiederci se
stiamo prendendo abbastanza abbastanza
se per ogni sbaglio avessi mille lire
che vecchiaia che passerei
strade troppo strette e diritte
per chi vuol cambiar rotta oppure sdraiarsi un po'
che andare va bene però
a volte serve un motivo, un motivo
certi giorni ci chiediamo e' tutto qui?
E la risposta e' sempre sì."
Ligabue - "Non è tempo per noi" -


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