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venerdì 24 giugno 2016

Hawaii Five-O - Stagione 4

Produzione: CBS
Origine: USA
Anno: 2013/2014
Episodi:
22






La trama (con parole mie): proseguono le indagini e le avventure dei componenti dello speciale team della polizia hawaiana Five-O, momentaneamente orfani della loro compagna Kono, impegnata nella fuga con il fidanzato ed ex yakuza Adam, sostituita tra le loro fila da Catherine Rollins, fidanzata del leader McGarrett.
Ai casi di tutti i giorni si affiancano una rivalità pronta a diventare alleanza con il comandante della Swat Grover, la vicenda di Kono, i segreti che custodisce la madre di McGarrett, agente della CIA ancora operativa ed il destino di Wo Fat, nemesi della Five-O arrestata proprio dai componenti della stessa di recente evasa.
Riusciranno i membri di questa famiglia d'azione a mantenere saldo il legame tra loro ed affrontare al contempo la routine di polizia e le più complicate vicende che li riguardano da vicino?












Considerate bocciature clamorose rispetto a titoli di culto del piccolo schermo come Mr. Robot, risulterà più che curioso ai radical come Cannibal Kid che io perseveri ed insista nel seguire, al contrario, proposte di puro intrattenimento di grana grossa come Hawaii Five-O stagione dopo stagione, eppure continuo a pensare che prodotti di questo genere, a prescindere dalla resa finale - ed in questo caso, non parliamo certo della miglior stagione di McGarrett e soci, soprattutto in termini di scrittura -, siano una vera e propria manna dal cielo specie rispetto a chi, come gli occupanti di casa Ford, invece di dedicarsi alla tv durante i pasti si concede l'episodio di una serie per passare la serata.
In questo senso, le avventure della task force schiacciasassi targata Hawaii è una vera bomba a partire dalla sigla - ispirata all'originale anni settanta ed in grado di stimolare la tentazione del ballo anche nel sottoscritto - fino ai personaggi, che saranno anche stereotipati a mille ma che risultano di pancia, vivi ed onesti come si finisce per avere bisogno al ritorno dal lavoro o al termine di una giornata passata dietro le faccende quotidiane: e dai passaggi action da fare invidia alle migliori produzioni a stelle e strisce in termini di retorica e contenuti - nel corso di questa stagione, lo spaccaculi per eccellenza McGarrett ha almeno un paio di occasioni per esaltare i valori statunitensi senza ritegno - all'amicizia virile non solo tra il già citato McGarrett ed il mitico Danny Williams, ma anche tra i due e la new entry della squadra Grover, tutto contribuisce a rendere la visione scorrevole, spensierata e senza troppi pensieri, condita da una cornice meravigliosa - ad ogni stagione, con Julez, ci ripromettiamo non tanto un viaggio, quanto un trasferimento alle Hawaii - ed una serie di soluzioni in grado di fare contenti sia i maschietti del pubblico - dalle comparsate di Lili Simmons alle bellezze locali - che le femminucce - sempre McGarrett -, senza contare le numerose reminiscenze del cult Lost, rappresentato non più da Terry O'Quinn - a questo giro di giostra non pervenuto - ma dalla presenza fissa Daniel Dae Kim e da Jorge Garcia, che pare essere entrato in pianta quasi stabile nel cast.
La ricetta ideale, insomma, per una visione scacciapensieri orchestrata con sapienza dai creatori di uno dei capisaldi dell'action su piccolo schermo come Alias, che pur non raggiungendo i livelli delle vicissitudini di Sidney Bristow porta a casa la pagnotta, intrattenendo quanto basta unendo episodi autoconclusivi e sottotrame a lungo raggio - un pò come nei fumetti Bonelli, giusto per citare un esempio vicino a noi - e presentando una galleria di main charachters pronti a soddisfare qualsiasi esigenza, sempre che, a monte, sia presente la voglia di divertirsi senza pensare troppo alla costruzione o alla profondità del prodotto finale.
Tutto questo, nonostante pensi, più passa il tempo, che prodotti pur modesti come Hawaii Five-O siano comunque in grado di trasmettere sensazioni forti nel momento in cui decidono, senza troppi peli sulla lingua o sullo stomaco, di toccare tematiche come quelle della fratellanza, dell'amicizia e della famiglia: in fondo, a prescindere da quanto cinefili o esperti si possa essere, siamo tutti esseri umani.
E certe cose, nel bene o nel male, finiscono davvero per toccare tutti.
Un pò come quando si guarda un'onda perfetta scendere verso una spiaggia da sogno.
Difficile credere che esista qualcuno pronto a non desiderare di trovarsi lì, con una ragazza da sballo in bikini sulla sdraio accanto ed un cocktail saldamente in mano.





MrFord





"I'm slowly drifting away (drifting away)
wave after wave, wave after wave
I'm slowly drifting (drifting away)
and it feels like I'm drowning
pulling against the stream
pulling against the stream."
Mr. Probz - "Waves" - 






venerdì 15 agosto 2014

Hawaii Five-O - Stagione 3

Produzione: CBS
Origine: USA
Anno: 2012
Episodi: 24




La trama (con parole mie): il Comandante McGarrett e i suoi amici e colleghi della Five-O, come sempre impegnati in casi di rilevanza fondamentale per le Hawaii e non solo, si ritrovano a dover proseguire il loro scontro con Wo Fat, nemesi dello stesso McGarrett, in fuga dopo aver minacciato di uccidere la rediviva madre di quest'ultimo, agente segreto per anni data per morta anche dai suoi figli.
Come se non bastasse questo a rendere agitate le acque, la relazione tra Kono e l'erede designato dei clan Yakuza delle isole Adam Noshimuri, alle prese con il fratello da poco uscito di galera e deciso a riprendere le attività precedenti all'arresto, e le operazioni sempre al limite dell'insubordinazione dei nostri non permettono ai membri della task force di avere un solo istante di tregua.
Del resto, vivere sul filo del rasoio pare essere proprio il loro mestiere.






Non è certo un mistero che, quando si parla di visioni, o di ascolti, l'approccio del sottoscritto sia decisamente "stagionale": non potrei mai, ad esempio, schiaffarmi Bob Marley o i Red Hot Chili Peppers a dicembre, o guardare Ricomincio da capo nel pieno dell'estate.
L'atmosfera, dentro e fuori una pellicola, è importante, qui al Saloon, almeno quanto la pellicola stessa, che si tratti di meraviglie come Collateral o porcate cult come Sharknado.
Dunque, in estate, di norma le proposte più scanzonate e pane e salame prendono il sopravvento sull'autorialità, in linea con la voglia di vacanza e relax che corpo e cervello richiedono: Hawaii Five-O, per quanto non sempre seguita nei mesi più caldi, quest'anno è caduta nel pieno del periodo dell'anno che più le compete, a partire dalla location - le sempre meravigliose Hawaii - per giungere al prodotto stesso.
Pur affrontando, di fatto, un passo indietro rispetto all'ottima seconda annata, questa serie si conferma come uno dei prodotti d'intrattenimento da piccolo schermo più piacevoli da vedere al momento in programmazione, un mix esotico - sempre grazie alla location - di vintage - fantastico il riferimento a Magnum P. I., storico titolo anni ottanta -, azione in pieno stile 24 - ma meno seriosa -, risvolti da buddy movie - la relazione bromantica tra McGarrett e Danny è sempre impagabile - ed una cornice di spionaggio che mostra quanto il team di produttori e creatori sia quello legato ad un altro grande cult di genere di qualche anno fa, Alias.
Nel corso di questa terza stagione, pur con un pò troppa facilità e decisamente poco realismo - ma a questo tipo di proposte, di fatto, sarebbe assurdo chiederlo -, assistiamo ad un'alternanza ben gestita di episodi legati alle sottotrame principali - Wo Fat, la madre di McGarrett, il legame tra Kono e Adam - ed altri sfruttati quasi come riempitivi autoconclusivi ma sempre ottimi nel definire al meglio i main charachters - la rivolta carceraria con protagonista Chin, l'episodio dedicato all'undici settembre con Danny sotto i riflettori, il recupero della salma dell'ex commilitone di McGarrett in Corea del Nord da parte dello stesso Comandante e della sua finalmente fidanzata Catherine -, che scorrono in grande scioltezza come sempre e si fanno voler bene come i protagonisti - peccato che, al mitico Terry O'Quinn, ex Locke di Lost, questa volta sia riservata solo una comparsata veloce -.
Senza dubbio non parliamo di una proposta irrinunciabile del piccolo schermo, o di qualcosa che riuscirebbe perfino a convincere i detrattori più accaniti dell'action poliziesca o i radical chic tendenzialmente pusillanimi come il mio antagonista Cannibal Kid, eppure, giunti alla fine della terza stagione, qui in casa Ford si continua a pensare che, dalla sigla azzeccatissima - che il Fordino ha adottato come preferita dopo i fasti di quella del Dr. House - ai personaggi Hawaii Five-O rappresenti una di quelle boccate d'aria delle quali ogni spettatore ha bisogno, e che raramente ci si trova ad affrontare senza essere toccati dal dubbio che sia tutto costruito a tavolino e nulla più - l'unico altro esempio, in questo senso, mi pare essere il The Mentalist con protagonista Simon Baker -.
Se, dunque, prima che l'estate saluti il suo pubblico per quest'anno vi ritroverete ad aver voglia di ossigenare un pò il cervello e rilassarvi come se foste a bordo di una piscina con i piedi a mollo ed un bel mojito formato gigante ad attendervi sul tavolino dove appoggiate un braccio con disinvoltura, Hawaii Five-O è la proposta giusta: nessun massimo sistema, atmosfera da sogno - almeno pensando alle vacanze -, protagonisti in grado di farsi pienamente strada nei vostri cuori ed una buona dose di adrenalina.
Considerato che l'estate è la stagione del divertimento e degli amori fugaci, direi che non potreste chiedere niente di meglio.



MrFord



"Surfin' night and day
never twice in one spot
he's somethin' you and I would like to be
noble (ain't joshin')
surfer (ain't joshin')
he's the number one man (he's movin')."
Beach Boys - "Noble surfer" - 



mercoledì 13 febbraio 2013

Hawaii Five-O - Stagione 2

Produzione: CBS
Origine: USA
Anno: 2011
Episodi: 23




La trama (con parole mie):  la situazione per la task force dei Five-O è complicata. Molto complicata. Steve McGarrett, comandante della squadra, è in carcere accusato dell'omicidio del Governatore delle Hawaii; Wo Fat, autore materiale del delitto, è in fuga; i misteri che circondano la morte del padre dello stesso McGarrett sono ancora aperti; Kono Kalakaua è stata privata del distintivo e si ritrova con la disciplinare alle costole.
I nostri, però, riusciranno a risolvere la situazione e riguadagnare il campo, affiancando alle missioni di routine la risoluzione del mistero di Shelbourne - che coinvolge Wo Fat ed il mentore di Steve, il comandante Joe White -, le delicate relazioni con la Yakuza, il ruolo di Jenna Kaye ed il confronto con un nucleo di poliziotti corrotti locali guidato da Frank Delano.




E' un bene quando una serie, nel corso del suo naturale svolgimento, finisce per evolversi - sempre entro i suoi limiti, chiaramente - sorprendendo invece che deludere: Hawaii Five-O, dopo una discreta stagione d'avvio, ingrana dunque la marcia con una seconda annata solida ed avvincente, confezionata come un prodotto d'intrattenimento ed in quanto tale in grado di dimostarsi viva e pulsante nei suoi risvolti più drammatici, in quelli prettamente tamarri, ed in tutto ciò che, per l'appunto, il suo ruolo di fracassonata made in USA impone.
Nel corso dei tiratissimi ventitre episodi, infatti, è possibile incontrare le tipiche storie autoconclusive buone per coltivare i propri protagonisti - ed occorre considerare che sia la squadra che i suoi alleati e rivali funzionano alla grande, da McGarrett con il suo essere tutto d'un pezzo all'inseparabile amico Danny "Danno" Williams, mio preferito in assoluto, da Kono Kalakaua, approfondita alla grande sia in avvio che sul finire della stagione, a Chin Ho Kelly, che se non fosse un gregario per vocazione potrebbe essere un piccolo McGarrett, da Joe White alla nemesi Wo Fat - così come snodi fondamentali per la comprensione dell'intera saga, legata a doppio filo alla famiglia di Steve e all'evoluzione dell'intero progetto, in un equilibrio invidiabile per quello che, di fatto, resta un titolo prettamente ricreativo.
L'ambientazione da sogno delle Hawaii - che ad ogni episodio fanno venire una gran voglia di trasferirsi in una di quelle villette perse nel pieno di paesaggi meravigliosi - ed un cast legato alla storia recente del piccolo schermo - Lost, Heroes e 24, giusto per citare i titoli più noti - così come a quella del Cinema - James Caan, padre di Scott/Danny Williams, ma anche Tom Sizemore e William Baldwin - fanno il resto, rendendo questa proposta figlia delle penne del team creativo responsabile di Alias un appuntamento imperdibile per casa Ford e tutti gli amanti di un pò di solido movimento e di adrenalina non gettata al vento con scelte illogiche e situazioni al limite dell'assurdo.
Certo non stiamo parlando di un Capolavoro, ed in alcuni passaggi si notano i miracoli che l'action impone ai suoi autori ed i "sacrifici" che richiede al suo pubblico - l'episodio ambientato in Corea del Nord, ad esempio -, eppure se goduto con l'approccio rilassato di chi ha intenzione di concedersi una visione di quaranta minuti che possano garantire evasione e sfogo, un pò come una bella sessione di palestra o una serata di sbronze con gli amici, Hawaii Five-O non manca neppure per un secondo all'appello, garantendo il suo spettacolo onesto e solido, neanche fosse qualcuno sempre pronto a coprirci le spalle, non importa per cosa.
E lasciate che ve lo dica: una serie in grado di far apparire credibile perfino Mark Dacascos, interprete dei poveri dei seguiti de Il corvo, nel ruolo di cattivo per eccellenza, ha tutto il mio rispetto.
In fondo, si potrebbe considerare una proposta di questo genere come l'emblema dell'approccio di grana grossa tipico dell'american way nella sua accezione migliore, quella scanzonata eppure a suo modo profonda in grado di riuscire a garantire spettacolo senza per questo doversi svendere o considerare l'audience dall'altra parte dello schermo come una mandria di decerebrati pronti ad accettare qualsiasi cosa venga loro propinata.
Certo, i non amanti del genere ed il pubblico femminile - fatta eccezione per il fisico scolpito di McGarrett - potrebbero non amare particolarmente, o limitarsi alla visione di episodi sporadici senza curarsi della serialità, eppure credo che, nel panorama attuale, esistano pochi serial così semplici eppure in grado di parlare ad un range quasi totale di pubblico come questo, senza contare che il finale di stagione almeno al pari del suo svolgimento lascia più che ben sperare per il terzo giro di giostra, attualmente in programmazione negli States e destinato a giungere al Saloon il prossimo anno: del resto, il sottoscritto ha sempre sognato di vivere in riva al mare - o all'oceano, non fa differenza - una sorta di perenne primavera - o estate - con cocktail in mano e sguardo nel sole.
Se per farlo devo godermi i battibecchi bromantici di McGarrett e Danno o sparatorie da migliore tradizione del poliziesco, ben venga: sarà un sacrificio assolutamente piacevole.


MrFord


"Still my favorite person in this whole wide world
is the woman who can understand every word
and when she speaks to me she makes me see the whole world
as my favorite place:
Hawaii."
The Strokes - "Hawaii" -


martedì 8 maggio 2012

Hawaii Five-O Stagione 1

Produzione: CBS
Origine: Usa
Anno: 2010
Episodi: 24



La trama (con parole mie):  Steve McGarrett, capitano di marina a caccia di un pericoloso criminale, fa ritorno alle Hawaii a seguito dell'uccisione del padre, coinvolto in un'indagine legata ad una misteriosa talpa all'interno delle istituzioni di polizia delle isole, ottenendo l'autorizzazione dal Governatore per costituire una squadra senza limitazioni di giurisdizione e procedure che possa occuparsi del crimine e, parallelamente, proseguire nel lavoro iniziato, per l'appunto, da McGarrett senior: l'ex soldato sceglierà di portare nei Five-O - questo il nome della task force - il vecchio amico Chin, protetto di suo padre ed ex poliziotto ingiustamente accusato di corruzione, la cugina di quest'ultimo Kono, fresca di arruolamento in polizia e Danny Williams, detective del New Jersey giunto alle Hawaii per seguire la figlia, portata sulle isole dalla sua ex moglie, destinato a diventare praticamente un fratello per McGarrett.
I quattro dovranno far fronte, oltre ai casi di tutti i giorni, ad un crescendo che li porterà ad un drammatico confronto con il loro vero nemico.




Era dai tempi in cui campeggiavano, tamarre e prepotenti, le locandine promozionali della stagione in procinto di essere trasmessa su Sky lungo tutto il percorso della metropolitana che mi pregustavo la visione di Hawaii Five-O, remake di una vecchia serie action nata sul finire degli anni sessanta: le rimembranze di Lost, che ancora oggi lascia un vuoto incolmabile nel mio cuore di spettatore, e l'idea del ritorno nei luoghi in cui fu girato hanno fatto il resto, tanto da riuscire a convincere una non troppo entusiasta Julez ad affrontare questa cavalcata sopportando l'esaltazione del sottoscritto, ovviamente conquistato subito da sparatorie e scambi quasi lansdaliani da amicizia virile scatenata come quelli tra i protagonisti Steve McGarrett e Danny Williams.
Certo, occorre precisare da subito che non si tratta affatto di un prodotto memorabile: tolti, infatti, i paesaggi mozzafiato delle isole - una delle mie prossime mete da sogno, senza dubbio - e la produzione che fa intravedere la mano di quelli che furono i creatori di Alias - altra creatura del mitico J. J. Abrams, proprio come il già citato Lost -, poco resta di un titolo scritto in maniera fin troppo lineare partendo dal classico schema del genere "morto - arrivo dei buoni - quasi immediata soluzione" e soltanto sporadicamente reso interessante dalla storyline che serpeggia dietro le quinte prima di esplodere sul finale, giusto per sfruttare il vecchio stratagemma della conclusione aperta e legata ad una crisi dei protagonisti in modo da assicurarsi un buon seguito di pubblico anche con l'annata seguente.
Eppure, nonostante tutto, Hawaii Five-O resta un prodotto assolutamente godibile, perfetto per ogni fan dell'action, impreziosito dalla già citata cornice geografica e da qualche apparizione a sorpresa di volti tendenzialmente trash di Cinema e tv - Marc Dacascos, che impersonò addirittura Eric Draven in un paio degli inguardabili seguiti de Il corvo o il sempre mitico Rick Springfield, mio idolo musicale -, giocato tutto sull'approccio easy, sulle trame tendenzialmente lineari e sui botta e risposta di McGarrett e "Danno" Williams, di gran lunga i personaggi più interessanti della serie - e non me ne voglia il buon vecchio Daniel Dae Kim/Chin, anche lui residuato dell'Oceanic 815 -: gli scambi tra i due poliziotti, inseriti nella migliore tradizione dell'amicizia virile sullo schermo, non perdono un colpo, e anche negli episodi meno riusciti della stagione riescono a mantenere viva l'attenzione dello spettatore strappando più di una risata neanche ci si trovasse in una versione tutta sparatorie ed inseguimenti di una commedia - e mi torna alla mente Hot fuzz, vero e proprio caposaldo del genere -.
Inutile dire che, climax finale o no, mi sento già pronto a tuffarmi nella seconda annata di quello che, di fatto, può essere considerato un fratellino molto minore della saga di Sidney Bristow girato nel pieno di quelli che furono i territori dei naufraghi più famosi della tv: per McGarrett e soci si prospetta all'orizzonte una vera e propria tempesta da affrontare, ma sono più che sicuro che i Five-O saranno pronti a risponderle per le rime, a suon di pallottole e battute sagaci.
Ed io sarò ben saldo al loro fianco.



MrFord


"Somewhere over the rainbow
way up high
and the dreams that you dreamed of
once in a lullaby ii ii iii
somewhere over the rainbow
blue birds fly."
Israel Kamakawiwo Olè - "Over the rainbow" -



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