- Sulla mia pelle di Alessio Cremonini, tratto dalla storia di Stefano Cucchi, uno dei casi giudiziari più sconvolgenti della storia italiana recente, è stato il primo film da mesi a questa parte che mi abbia fatto venire voglia di scrivere un post fordiano come quelli dei bei tempi.
- Cremonini, partendo da una delle più nere vicende della Giustizia italiana, è riuscito nella non facile impresa di evitare la retorica e mostrare luci ed ombre sia da una parte che dall'altra, portando sullo schermo gli errori di un ragazzo problematico, le assurdità della macchina burocratica e la crudeltà umana.
- Per molti aspetti la vicenda di Cucchi mi ha ricordato un'altra pagina amara del Nostro Paese, quella di Carlo Giuliani, che ha incontrato un destino ingiusto lastricato da scelte sbagliate anche e soprattutto sue. Ma non per questo in grado di giustificare quello che è tristemente accaduto.
- Strepitoso Alessandro Borghi, che si conferma uno dei talenti più importanti del panorama attoriale italiano, e che mi piacerebbe vedere, ora, al di fuori del contesto romano che l'ha consacrato: se una prova come questa l'avesse fornita un attore hollywoodiano, saremmo già a parlare di nomination all'Oscar.
- Mi prudono le mani, all'idea ed al pensiero di lanciarmi in un post fiume dedicato a questa storia, al dramma di una famiglia che aveva già avuto il suo bagaglio di sofferenza da portare in spalla gentilmente offerto dalla vita, all'assurdità di certi atteggiamenti e regole, ma fortunatamente questo film riesce a parlare ampiamente da solo.
- Sono più che felice che Netflix, una delle realtà ormai più importanti del piccolo e anche grande schermo, si sia presa in carico la distribuzione parallela alle sale di quest'opera, testimonianza di quanto importante stia diventando la rete rispetto al Cinema come alla Musica. Peccato che questo avvenga in un periodo di morte lenta di un organo importante come la blogosfera.
- A prescindere dalle mie parole, scritte o solo pensate, a proposito di Sulla mia pelle, il consiglio è di guardare, sentire, vivere questo film sulla pelle: è una vicenda che riguarda tutti noi - e i nostri figli -, di grande importanza sociale, raccontata con equilibrio e maturità: dove finisce il controllo ed inizia l'ingiustizia?
MrFord
ne parlerò anch'io in giornata, è un film che mi ha colpita molto positivamente ^_^
RispondiEliminaConcordo. Ottimo film davvero.
EliminaEcco, anche tu citi Carlo Giuliani…
RispondiEliminaQuello che non capiscono in molti, malgiudicando entrambi, è che alla fine sono state due persone che in un modo nell'altro si sono buttate nel tritacarne. Il fatto è che questo tritacarne non dovrebbe esistere ed è qui che emergono gli aspetti più inquietanti del nostro paese.
La pelle di Cucchi alla fine poteva benissimo essere la nostra.
Non dovrebbe esistere, certo.
EliminaMa ho apprezzato il fatto che siano state mostrate anche quelle che sono oggettivamente le responsabilità di Cucchi.
A questo punto, manco solo io. Aspettative altissime.
RispondiEliminaMerita davvero. Attendo il tuo parere.
EliminaVisto sabato sera, tra le lacrime. Era dal 12 settembre che temporeggiavo, avevo paura. Sapevo che mi avrebbe fatto molto male. Il senso di rabbia, frustrazione, dolore e impotenza mi hanno dominata per tutto il tempo. Mi sembrava di avere il vero Stefano davanti... Un Alessandro Borghi immenso. Non mi sembrava un film e non solo perché i fatti narrati sono veri, ma forse per il modo in cui sono stati narrati... con "delicatezza", pudore e rassegnazione. Senza enfasi. Un ragazzo come tanti, fagocitato dagli ingranaggi di una macchina istituzionale che molte volte fa acqua da tutte le parti. A tratti "surreale", perché per tutto il tempo, continuavo a ripetermi "non è possibile...". Un film che mostra ciò che è accaduto a un ragazzo come tanti; che è accaduto a tante altre persone e che potrebbe accadere a chiunque. Un film che tutti, ma proprio tutti, dovrebbero vedere.
RispondiEliminaUn film importante perchè in grado di mostrare una vicenda terribile senza squilibri o retorica. Borghi fenomenale, e riflessioni profonde.
EliminaA questo punto un post fordiano come ai vecchi tempi potevi anche scriverlo...
RispondiEliminaPerò forse è meglio così. Fa già soffrire abbastanza il film. :)
Ahahah allora ti ho risparmiato della sofferenza: sono davvero magnanimo! ;)
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RispondiEliminaL'ultimo capoverso è la chiave di tutto: lo Stato non può uccidere un cittadino, anche pregiudicato, che è comunque sotto la sua tutela. E' la base di ogni paese democratico.
RispondiEliminaVerissimo. Ed è stato mostrato in questo film con molta maturità.
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