lunedì 3 marzo 2014

Storie maledette

Produzione: Rai
Origine: Italia
Anno: 1994 - In corso
Episodi: 72




La trama (con parole mie): incentrata su vicende legate a realtà finite in tragedia ed affrontate, con successo più o meno chiaro, dalla Legge, Storie maledette nasce da un'idea della giornalista Franca Leosini, e si preoccupa, puntata dopo puntata, di raccontare dal punto di vista dei colpevoli quanto degli innocenti avvenimenti drammatici nati dall'ignoranza come dalla crudeltà, dalla vendetta come dal puro e terrificante istinto omicida.
Situazioni e persone della porta accanto divengono così personaggi quasi cinematografici, che la realtà ed i fatti riportano - spesso con il sangue - alla quotidianità che viviamo giorno dopo giorno: indagini ed approfondimenti partono dunque dalle carceri all'interno delle quali scontano la pena i pronunciati colpevoli che rivelano quasi sempre sfumature in grado di solleticare comunque il ragionevole dubbio.





Rispetto alla consuetudine del Saloon di dedicarsi, accanto ai film e ai romanzi, alle serie tv, ritaglio uno spazio simile a quello che regalai alla mitica Blu Notte qualche anno fa concedendo un post a quella che, a conti fatti, è e resta una trasmissione televisiva: Storie maledette.
Creata nell'ormai lontano novantaquattro dalla giornalista Franca Leosini ed incentrata su inchieste giornalistiche finalizzate ad un faccia a faccia girato in carcere con i dichiarati colpevoli, questa serie è entrata quasi per caso nelle vite degli occupanti di casa Ford guadagnandosi in poco tempo un notevole rispetto sia per la cura delle inchieste stesse, sia per la conduttrice ed autrice, che al pari di Carlo Lucarelli è riuscita ad entrare nel cuore del sottoscritto e di Julez grazie al suo eccezionale intercalare "Ecco!" ed un piglio deciso e per nulla intimorito neppure dalla presenza di assassini posti di fronte a lei.
Pur non avendo avuto modo di visionare tutti gli episodi andati in onda, ed essendo abituato alla ricorstruzione dei casi più "cinematografica" della già citata Blu notte, sono uscito comunque decisamente soddisfatto da quest'esperienza, e devo ammettere che, superate le prime difficoltà nate da un approccio ed una confezione decisamente televisiva, il coinvolgimento è stato intenso quanto quello che aveva accompagnato, ai tempi, gli omicidi insoluti mostrati dal buon Lucarelli.
L'idea del confronto, inoltre, tra la conduttrice ed i dichiarati colpevoli, risulta vincente oltre che decisamente interessante, e trova i suoi momenti migliori rispetto alle vicende che nel corso degli ultimi decenni hanno avuto una travagliata vita giudiziaria: dall'omicidio di Francesca Alinovi - avvenuto a Bologna nell'ottantatre e trattato anche da Blu notte, che probabilmente se avvenuto ai giorni nostri avrebbe condotto le autorità a soluzioni decisamente differenti - al delirio collettivo di una famiglia di Polistena - forse la più agghiacciante tra le storie passate in questo periodo sugli schermi del Saloon, protagonista un intero nucleo di adulti stretti attorno al legame di parentela e pronti ad uccidere una bimba di cinquanta giorni per scacciare il demonio dalla stessa -, passando attraverso vicende di innamorati, pedofili, killer ed amanti divenuti nemici - casi come quello dell'omicidio di Annarita Curina, uno dei molti che videro coppie pronte ad accusarsi una volta giunte in tribunale -, i brividi che percorrono la schiena dello spettatore sono molti, tutti motivati da quello che è il terrore più grande di tutti, in grado di superare qualsiasi horror o racconto fantastico.
Il terrore della porta accanto, se non della propria.
Ai tempi di Twin Peaks, e del terrore che indusse nel sottoscritto la creatura di David Lynch, una delle caratteristiche che finì per colpirmi maggiormente rispetto a Bob fu proprio il suo aspetto tutto sommato "normale", e l'idea che dietro ad orrori indicibili potessero e possano nascondersi persone che, ad insaputa di ognuno di noi, finiscono per passarci accanto quando prendiamo un mezzo pubblico, facciamo la spesa, chiediamo un'informazione.
Le "storie maledette" sono quelle che escono dalle nostre ombre, e finiscono per divorare chi non se l'aspetta, chi è troppo sicuro - emblematico il caso di Maurizio Gucci - o chi, semplicemente, finisce nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, zittito da una crudeltà o da una ferocia troppo grandi: il silenzio degli innocenti, come recita il titolo di un famoso romanzo, e di un film ancora più famoso.
E quando la Legge mescola le carte, a volte è ancora più arduo scoprire quale possa essere stata la via più giusta da percorrere.



MrFord



"Abbiamo gia' rubato abbiamo gia' pagato
ma non sappiamo dire quello che sarebbe stato
ma pace non ne abbiamo nemmeno lo vogliamo
nemmeno il tempo di capire che ci siamo gia'
cos'e' che ancora ci fa vivere le favole
chi sono quelli della foto da tenere."
Enrico Ruggeri - "Mistero" - 


2 commenti:

  1. Una delle trasmissioni preferite di mia moglie, la Leosini poi non le manda di certo a dire, conduce con molta decisione la trasmissione davanti a gente che è stata capace di macchiarsi delle peggio cose. Purtroppo, visti i contenuti, trasmissioni di questo tipo sono spesso collocate nei palinsesti a serata mooolto inoltrata.

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    1. Dici benissimo, sia rispetto alla Leosini sia, purtroppo, a questo tipo di trasmissioni.
      Comunque, una bella scoperta.

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