lunedì 20 gennaio 2014

Blue Jasmine

Regia: Woody Allen
Origine: USA
Anno: 2013
Durata: 98'




La trama (con parole mie): Jasmine, abituata ad una vita di agio estremo, ricchezza ed opulenza nel cuore di New York, caduta in disgrazia dopo l'arresto del marito per frode fiscale ed illeciti finanziari, decide di volare dalla sorella Ginger a San Francisco per stabilirsi da lei e ricominciare a vivere.
La convivenza con la stessa e la sua famiglia, però, non sarà semplice, così come confrontarsi con il lavoro, gli uomini, l'insorgere continuo di un crollo nervoso in grado di dissociarla dalla realtà trasportandola nel passato, ai tempi del benessere e della storia d'amore con Hal: quando un incontro casuale finisce per rimettere la donna in gioco, il passato torna a galla rivelando il segreto più amaro sulla fine del suo matrimonio e della vita d'alto bordo di New York.




Woody Allen è decisamente un tipo strano: se c'è una cosa che non ho mai davvero capito della sua carriera è l'esigenza del regista newyorkese di produrre sempre e comunque almeno una pellicola all'anno, anche a dispetto di un'ispirazione che, con il passare del tempo, ha finito per non essere più quella del grande spolvero degli esordi: così, nelle ultime quindici stagioni - più o meno - abbiamo assistito a spettacoli decisamente all'altezza dei suoi anni migliori - Match point e Midnight in Paris - ed altri talmente lontani dal vero Allen da lasciare sconvolti per la loro pochezza - Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni, To Rome with love -. 
Quest'ultimo Blue Jasmine, venuto dopo il disastro "all'italiana" dello scorso anno, pareva essere dipinto come uno dei Woody che vale la pena di vedere davvero, accolto più che discretamente dalla critica e da molti colleghi qui nella blogosfera: visione sedimentata e alle spalle devo dire che, senza dubbio, le vicende della scombinata Jasmine rappresentano uno degli script più interessanti dell'ultimo periodo del loro autore, e vengono narrate con la consueta perizia ed una serie di interpretazioni davvero splendide - la Blanchett supera se stessa, ma la Hawkins non è da meno -, finendo per portare a casa un risultato più che discreto, seppure non abbastanza convincente da indurre a pensare di essersi trovati di fronte ad uno dei "must see" del vecchio Woody.
Non voglio però sminuire un film senza dubbio in grado di lasciare un segno - soprattutto emotivo - negli spettatori, che è stato un piacere - seppure amaro - seguire e che mi ha ricordato i tempi in cui Allen si dedicò all'esplorazione dell'universo femminile negli ormai lontani anni ottanta: la sua Jasmine, fragile e dirompente, bisognosa di protezione e profondamente irritante, è uno dei charachters più tridimensionali di questo inizio anno, e con la sorella Ginger finisce per formare un duo magnetico quanto di fatto spaiato, una riflessione coraggiosa, in parte cattiva ed in parte tenera sull'amore e le relazioni, oltre che una critica neppure troppo velata alla lotta di classe e alle prospettive differenti di chi vive sopra - o sotto - una certa linea.
Se, dunque, da un lato troviamo Jasmine, il marito Hal - che affianca felicemente la beneficenza alle frodi fiscali -, il nuovo amore Dwight, tutti intenti a sfoggiare interi set di valigie di lusso, o a parlare di ristrutturazioni d'interni in ville che si affacciano sulla baia, dall'altra parte abbiamo Ginger, l'ex marito Augie - finito senza un soldo per aver lasciato i suoi risparmi ad Hal per un ipotetico e sicuro investimento -, l'irruento Chili e Danny, figliastro di Jasmine schifato dalle ombre che si celano dietro i party ed il mondo dorato della ricchezza.
Ma attenzione, però: perchè la riflessione di Allen non è una critica a senso unico rispetto ai ricchi brutti e cattivi, e anche dall'altra parte della barricata assistiamo a tradimenti, drammi, cadute rovinose e faticose ripartenze: la morale - se poi ce n'è una, nel campo di battaglia che è l'amore - è che difficilmente, quando si lotta e ci sono di mezzo i sentimenti, si finisce per uscirne tutti interi.
Specie quando si costruisce attorno alla vita un castello di carte un pò troppo grande per le nostre fragilità.
E se Ginger e Chili, nella loro semplicità, riescono a riprendersi e sostenersi l'un l'altra, a Jasmine non resta che il confronto - certo non piacevole - con se stessa.


MrFord


"You're beggin' me to go, you're makin' me stay
Why do you hurt me so bad?
It would help me to know
Do I stand in your way, or am I the best thing you've had?
Believe me, believe me, I can't tell you why
But I'm trapped by your love, and I'm chained to your side."
Pat Benatar - "Love is a battlefield" - 



40 commenti:

  1. Bellissima recensione, con un paragrafo finale da urlo! Io come avevi letto ero uno di quelli entusiastici.

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    1. Sono contento che ti sia piaciuta la recensione, ho cercato di rendere al meglio il film, anche se il mio entusiasmo è stato minore del tuo!

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  2. Concordo: davvero una bellissima recensione, complimenti!
    Io, al contrario di Jean Jacques, non sono rimasta completamente entusiasta della pellicola. Sicuramente migliore di To Rome with love, ma a mio avviso, manca qualcosa.

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    1. Muchas gracias anche a te!
      Certo, non un Allen indimenticabile, ma ben lontano da schifezze come To Rome with love!

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  3. Certo non è Manhattan ma siamo ritornati a livelli accettabili, assenti veramente da secoli. ;)

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  4. per me l'Allen del nuovo millennio è stato quasi sempre una sciagura...speriamo bene perchè questo ce l'ho già in rampa di lancio...

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    1. Addirittura!? Cose buone ne ha fatte!
      Comunque in questo caso ti va abbastanza bene!

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  5. Il film mi è piaciuto parecchio, la Blanchett è da oscar.

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    1. Vero: bravissima. Ma anche la Hawkins non scherza affatto!

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    2. Brava, vero, ma, mi ha ricordato vagamente il personaggio che interpretava in Happy go lucky, un film che mi ha irritato tantissimo, quindi non sono riuscita ad apprezzarla nel giusto modo... :)

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    3. Happy go lucky era stato un pò sul cazzo anche a me, ma la Hawkins qui è strepitosa davvero.

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  6. Cate da Oscar (se la vedrà con Judi Dench: due pesi massimi)
    il film è buono, ma non buonissimo
    ho notato, nel ruolo del dentista che ci prova, un bravo attore di teatro: M. Sthulbarg (un po' sprecato in questa occasione); era il protagonista in A SERIOUS MAN e lo ricordo della parte di un alieno sentenzioso in MEN IN BLACK 3 (lì ripeteva "la verità è l'unica strada!!!!" ma Jasmine, purtroppo, continua a dire bugie e rovina tutto in dirittura d'arrivo)

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    1. Non avevo notato Sthulbarg, nonostante A serious man mi fosse piaciuto tantissimo.
      Buono, non buonissimo, ma comunque meglio cose come questa che non disastri in stile To Rome with love!

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  7. la Blanchett è decisamente la nevrosi fatta a donna, e ne ho apprezzato le sfumature Alleniane, sebbene il film non sia una perla di beltà, diciamocelo!

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    1. E' un film discreto, lontano dalle vette di Woody, ma le interpretazioni sono ottime e la storia regge. A volte basta così!

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  8. Bello, per carità. Eppure mi ha lasciata con un grande "Boh??". Non il miglio Allen. Ma la Blanchett è superlativa.

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    1. Non il meglio, senza dubbio. Ma comunque un film più che discreto.
      E la Blanchett incredibile davvero.

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  9. Ho intenzione di vederlo sopratutto perché la Blanchett mi piace moltissimo come attrice e dalla trama è un ruolo che secondo me può recitare in maniera superlativa (e i commenti qua sopra me lo confermano).

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    1. Meriterebbe solo per la Blanchett, davvero bravissima. Per il resto, non parliamo del miglior Allen ma comunque di un film che si guarda benissimo.

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  10. Molto curiosa di vederlo, anche per capire una volta per tutte se Allen c'è, oppure s'è perso per strada anzitempo...;-)

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    1. Diciamo una via di mezzo, comunque non è certo da buttare.

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  11. Io mi trovo in disaccordo...non mi è piaciuto per niente. Ergo: l'avrei "BOTTIGLIATO" di santa ragione!! Mi è sembrato banale, scontato... la prima parte è inutile ed irritante. Centomila scene per dire la stessa cosa, che la protagonista è una disadattata perché per una vita intera è stata super-viziata dal marito ricchissimo. Ok, ci può stare la presentazione del personaggio e ti perdono anche la carrellata di stereotipi sull'alta società, ma se mi fai vedere le stesse scene per 30 minuti buoni, il film diventa inevitabilmente irritante. <>
    Nella seconda parte, poi, effettivamente la pellicola migliora, diventa più interessante, ma c'è ancora troppo poca attenzione destinata alla psicologia della protagonista e troppo spazio dato invece a gag simil-comiche abbastanza scontate e quindi non molto divertenti. Discreto il personaggio della sorella e del fidanzato di lei, due o tre scene simpatiche, per il resto poca roba.

    Non ho visto "to Rome with love", ma considerando che anche questo mi è sembrato un mezzo disastro, non oso immaginarmi cosa potesse essere l'altro. La cosa più brutta, è che in questa storia non c'è neanche un pizzico di originalità (e ad Allen non possiamo perdonarglielo).

    Discorso diverso per quanto riguarda la Blanchett. Lei è straordinaria. Si meriterebbe l'oscar, ma è l'unica cosa per cui vale la pena vedere il film...

    Ma magari mi sbaglio io, è piaciuto a molti...
    (il mio giudizio negativo ovviamente è nei confronti del film, non del recensore, ci mancherebbe)

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    1. A volte il Cinema ci propone visioni anche diametralmente opposte, vedi me e il Cannibale! ;)
      Sicuramente siamo lontani dall'Allen dei grandi film, e l'ironia pungente che lo caratterizzava pare essersi persa: eppure il risultato non mi è sembrato così male, così come l'amarezza di fondo.
      Niente bottigliate, per stavolta.
      E tieniti assolutamente alla larga da To Rome with love. Quello sì, che è una vera schifezza. ;)

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  12. Un Woody di nuovo in forma, non ai livelli degli ultimi capolavori, ma comunque bravo -sopratutto a livello di sceneggiatura!

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    1. Senza dubbio interessante, anche se non completamente riuscito: meglio questo - e di gran lunga - piuttosto che To Rome with love!

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  13. Anche come sceneggiatura ho le mie riserve... ben distante dal miglior Allen. Mi ha infastidito molto come abbia largamente pescato dai caratteri di Tennessee Williams. Secondo me Woody pensava di aver preso come attrice Cate Blanche-DuBois-tt :)
    Giordy

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    1. Benvenuto da queste parti, Giordy!
      Niente male il riferimento a Un tram che si chiama desiderio, uno dei miei cult assoluti di tutti i tempi: senza dubbio Allen è arrugginito in fase di script, ma ho trovato questo Blue Jasmine comunque discreto, soprattutto rispetto a certa robaccia che ci aveva propinato negli ultimi anni! ;)

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  14. post convincente, per un film che non mi ha convinto molto.
    la blue jasmine della blanchett, qui in versione molto meryl streep apposta per far impazzire l'academy, mi è sembrato parecchio finto, altroché tridimensionale.
    la variante al femminile del solito personaggio nevrotico alleniano...

    la cosa che ho trovato più positiva del film è che la scrittura di woody allen mi è sembrata un po' più cattiva del solito, tanto per smentire la tua teoria che invecchiando si diventa più buoni ;)

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    1. Cominciano a notarsi troppo i complimenti, attenzione! ;)
      Sicuramente si è incattivito, il Woody, eppure non dovrebbe rinunciare così all'ironia: forse è questo che gli è mancato qui.
      Comunque, molto meglio che To Rome with love!

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  15. Mi è piaciuto parecchio, la sceneggiatura è buona, è recitato divinamente e mi ha fatto riflettere sulla genetica. La protagonista eredita bellezza e intelligenza, ma anche una predisposizione per le malattie psichiatriche. Quante delusioni, e di quale portata, sono necessarie perchè si slatentizzino?
    Se i film riescono a farmi filosofeggiare li promuovo alla grande! :)
    Baingiu

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    1. Allen una riflessione la suscita quasi sempre: e in generale, quando un film lascia una traccia o uno spunto, per me è sempre una visione valida.
      Che poi non si tratti di una perfetta, è un altro discorso! ;)

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  16. Molto, molto carino ma non mi ha entusiasmata quanto credevo.
    A parte tutto, la Blanchett è fenomenale!

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    1. Mi ero perso il tuo commento! Capisco bene, sia rispetto al film che alla Blanchett!

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  17. La sceneggiatura non è tutta sta costellazione d'originalità, ma la Blanchett è stupenda. L'Oscar credevo fosse già suo, ma Ford devi assolutamente vedere il bellissimo "I segreti di Osage County": Meryl Streel si è superata.

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    1. Vedrò di recuperare Osage County, anche se sinceramente della Streep mi sono stancato! ;)

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  18. A me ha ricordato le nevrosi viste in Carnage, seppur con le evidenti e diverse collocazioni. Son tanto visionaria?

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    1. Meno male che non le ha ricordate a me, dato che ho trovato Carnage molto sopravvalutato! ;)

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  19. Bellissima recensione :) condivido appieno. Comunque nessuna attrice é più azzeccata di Cate per questo ruolo. Una delle migliori attrici viventi

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    1. Muchas gracias, Celeste. E la Blanchett bravissima, Oscar più che meritato.

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