mercoledì 2 febbraio 2011

Donne

La trama (con parole mie): Un gruppo di amiche si confronta con la realtà del matrimonio ed i problemi che gli uomini generano, alimentando al contempo rivalità, invidie, lotte invisibili e graffi con artigli da vere tigri. Potrà sembrare Sex and the city, ma si tratta di un prodotto molto più antico e all'avanguardia, qualitativamente incredibile ed assolutamente più moderno delle avventure di Carrie e compagne.

E' incredibile pensare che George Cukor, regista di spicco dell'età dell'oro dei grandi Studios, sia riuscito, nel pieno del 1939, a confezionare un prodotto più all'avanguardia di molte pellicole e serie "al femminile" scritte e prodotte una settantina di anni dopo.
Recuperando Donne - un classicone di cui avevo sempre sentito parlare, ma che non avevo ancora avuto modo di far passare sugli schermi di casa Ford - la prima cosa che mi è balenata in mente è l'impari confronto con Sex and the city: una delle serie più celebrate della tv, origine di due pellicole agghiaccianti e della notorietà di personaggi di dubbio gusto e dalla capacità di far vacillare il pensiero che la serie stessa potesse essere una sorta di inno all'essere donna - una cosa alla Lezioni piano o Holy smoke, per intenderci - perde clamorosamente il confronto - c'era da aspettarselo, del resto!? - con l'incredibile modernità del lavoro di Cukor, scritto e girato con una perizia da fare invidia a molti cineasti contemporanei.
L'incredibile varietà di personaggi che sfilano a partire dai titoli di testa - che associano un animale ad ogni protagonista: attenzione, non è una riduzione macchiettistica, quanto un modo per fotografarne con una sola immagine i caratteri - nel corso delle due ore e più del film lasciano a bocca aperta, mostrando una gamma di reazioni ed emozioni che potrebbe apparire quasi estranea al pubblico maschile ma che assume connotati sempre più profondi con il passare dei minuti, e culmina con la sequenza vertiginosa, al limite della sperimentazione, della grande sfilata che porta al primo snodo fondamentale dello script - un incedere da scuola del Cinema, da vedere e rivedere -.
E le liti, le malelingue, la lotta per accaparrarsi un uomo o mostrare di poter seguire il proprio cuore, la capacità di portare sulle spalle i peccati dei propri compagni per mantenere unita la famiglia - il personaggio della madre di Mary, antico e moderno ad un tempo, che consiglia alla figlia di sopportare il tradimento del marito perchè "quanto una donna è stanca di se stessa, reinventa la casa o il look, mentre un uomo conosce un solo modo per ritrovarsi, ma alla fine torna sempre dalla persona amata" -, la figlia della stessa Mary, che riesce a rappresentare il dramma vissuto dai figli di divorziati in un'epoca in cui il divorzio era quasi fantascienza, rendono questa grande commedia sentimentale uno degli spaccati più complessi ed intriganti dell'universo femminile che la settima arte sia stata mai in grado di offrirmi.
Il tutto - e in ogni senso - senza neppure un uomo sullo schermo.
Avete letto bene.
Mi sono sforzato, facendo ben attenzione ad una qualche comparsata anche soltanto casuale, ma in questi incredibili centoventotto minuti non compare fisicamente neppure un rappresentate del poco credibile sesso forte.
Certo, gli uomini sono protagonisti di racconti, faide, dicerie, amori, eppure non una voce o una presenza li rende partecipi attivi di questa storia.
Forse perchè, in qualche modo, Cukor e le sue impagabili protagoniste - straordinario il cast: Norma Shearer, Joan Crawford, Rosalind Russell tra le altre - avevano capito quale sia la vera forza a motore del mondo.
Inutile illuderci, ragazzi. 
Saranno sempre un passo - e forse qualcuno in più - avanti a noi.
Possiamo indorarci la pillola, o negare l'evidenza, ma non c'è scampo.
A dominare il palcoscenico della vita saranno sempre e soltanto loro.

MrFord

"R-e-s-p-e-c-t
find out what it means to me,
r-e-s-p-e-c-t
take care, tcb."
Aretha Franklin - "Respect" -

7 commenti:

  1. Ohi e come mai questo non l'abbiamo visto insieme?
    UFFI

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  2. Secondo me è troppo classico anni trenta, poteva essere che ti sarebbe venuta un pò di stuffia!
    Ma possiamo sempre rivederlo, se vuoi!

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  3. Hai un debole per i classici? :D
    Questo non l'ho visto, sembra bello.
    La Crawford mi fa sempre venire in mente "Che fine ha fatto Baby Jane?".

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  4. Ottimista, adoro i classici, lo ammetto!
    Hanno quel fascino che non tramonta mai, anche quando sono visibilmente appartenenti al passato.

    Che fine ha fatto Baby Jane è un altro evergreen che prtima o poi dovrò riportare fuori per un post!

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  5. mmm mi sembri molto entusiasta ma non mi hai convinto del tutto a vederlo
    troppo old school per me, mi sa °_°

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  6. Cannibale, mi sa di sì. Se c'è un film totalmente old school, è questo. Bellissimo, ma sicuramente antico. E non vorrei mai che una pellicola così non ti piacesse, quindi ti dispenso senza neppure una bottigliata di rimprovero! ;)

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