La trama (con parole mie): Adattata la materia dello sceneggiato radiofonico e del serial di qualche decennio fa che vedeva Bruce Lee nelle vesti di Kato all'irruenza un pò volgare e un pò divertita dei giorni nostri, Gondry e Seth Rogen riportano sullo schermo uno dei giustizieri mascherati più affascinanti e misconosciuti del passato recente: il famigerato Calabrone Verde. Detto così suona proprio un nome da cretino - ed il milionario protagonista in più di un modo lo è - , ma Britt Reid saprà imparare dai suoi errori e farsi valere di fronte all'impresa più ardua di tutte: l'accettazione delle proprie responsabilità.
Prima di ogni cosa, se siete almeno vagamente radical chic, e non potete accettare che Gondry abbia realizzato qualcosa che non sia quel gioiello di Eternal sunshine of the spotless mind datemi retta, lasciate perdere.
Rischiate di bollare come bollito un regista che, al contrario, non ha fatto nient'altro che intascarsi i soldi di una grande produzione divertendosi quanto più poteva e, nella stessa misura, cercando - quasi sempre riuscendoci - di fare lo stesso con il pubblico.
Certo, potrei dire anche che dopo il fiasco di Von Donnersmarck con The tourist anche i più hardcore dei fan di Gondry dovrebbero ringraziare il cielo per Green Hornet, leccarsi i baffi e baciarsi anche i gomiti, ma visto che vi conosco, voi integralisti di quel piccolo Capolavoro che, indubbiamente, è stata l'opera che ha consacrato definitivamente l'eccentrico Michel, e sono d'accordo con voi in merito, faccio il possibile per tutelarvi.
Personalmente, mi sono parecchio divertito, nel seguire questa versione moderna delle avventure del Calabrone verde: ricordo con affetto il serial che vide nelle vesti del prodigioso Kato Bruce Lee, uno dei miti della mia infanzia, e la sua ricostruzione in una delle scene di Dragon, biopic sull'indimenticato campione di arti marziali/regista/attore di Hong Kong, così come la famosissima Theme song omaggiata anche da Tarantino nel suo Kill Bill.
Seth Rogen, uno dei padri del progetto, pone Britt Reid sotto una luce decisamente più moderna: non più, dunque, svampito riccone, quanto giovane vissuto all'ombra del padre che, rimproveratolo per tutta la sua prolungata infanzia, produce in lui l'effetto opposto ad una sveglia, fino a quando l'amicizia con Kato e l'inizio della più grande avventura delle loro vite - partita come un gioco, a dire il vero - non fungerà da motore per la crescita di questo bambinone mascherato.
Tutto il resto è ordinaria amministrazione da giocattolone d'azione legato a doppio filo alla cultura nerd/fumettara, ma devo ammettere che Kato - come allora - fa sempre la sua figura, mentre i comprimari finiscono per rubare la scena allo sboccato protagonista nonostante la sua performance, in grado di mescolare il linguaggio di Clerks e SuXbad al supereroismo, o presunto tale: vedere, infatti, l'ormai alla deriva e rovinatissimo Edward Furlong, grande giovane promessa del Cinema Usa nei primi anni novanta relegato al ruolo di un piccolo spacciatore spazzato via in una sola scena, l'incredibile Christoph Waltz con il suo irresistibile Chudnofsky - orrido l'adattamento italiano del suo nuovo nome di battaglia Bloodnofsky - ma soprattutto il vero ruolo per il quale James Franco risulta essere candidato come migliore attore agli Oscar di quest'anno.
Nelle vesti dello spacciatore stiloso e strafottente, in una sola scena, e prima di essere spazzato via da un'esplosione che, a ben vedere, è all'origine della trama, confeziona con Waltz il botta e risposta più divertente della pellicola, riesce a replicare alla millesima potenza l'effetto della bellissima scena del talk show di 127 hours: devo, dunque, ricredermi sulle potenzialità di Franco, che forse, più che al dramma, dovrebbe sviluppare il suo talento nell'ambito della commedia.
Dunque, ora sembrerò di parte - e vedo già il sorriso sornione e jokeresco del Cannibale che ci sguazzerà -, ma sono convinto che lavori come questo, oltre a divertire il pubblico, possano permettere ad un regista normalmente votato all'autorialità di respirare in modo da evitare di avvitarsi su se stesso, soprattutto quando la loro qualità non si presenta così bassa da rovinarne la reputazione - capito bene, Florian!? -.
Quindi, lasciate a letto l'eternal sunshine, mettetelo a riposo per un paio d'ore, schiaffatevi birra e patatine, concedetevi il rutto libero e provate, da novelli Britt, a stare dietro a quel fulmine di Kato.
A volte, serve anche un pò di paneesalameria.
Perfino a voi, vecchie talpe che amano deprimersi sul colore dei capelli di Kate Winslet appoggiati sul ghiaccio.
MrFord
P.S. Tutto questo, senza neppure citare la presenza di Johnny Cash nella colonna sonora e nel secondo dialogo migliore del film, tra Kato e Lenore.
"Che ne pensi del partner di Green Hornet?"
"Chi?"
"Quello vestito di nero."
"Johnny Cash?"
Una parola: mitico.
"I set off running,
to wake from the dream,
my brother's rifle
went into the sheen."
Johnny Cash - "I hung my head" -
ahahahahahahha! divertentissima recensione! son d'accordo con la paneesalameria! ci sto… mi procuro il necessaire! uhhhhh! Johnny Cash! :)
RispondiEliminaDevo vederlo!!!
RispondiEliminaÈ dal trailer che me lo dico.
Il mio moroso è appassionato della vecchia serie, che io conosco solo per la citazione in Dragon.
Insomma, si deve andare a vederlo e, se ci piacerà, si pensava di farci un cosplay (prima o poi).
Comunque a me Eternal sunshine of the spotless mind m'ha lasciata un po' così => :|
Carino, eh, per carità... ma troppe pippe mentali tutte in una volta, per i miei gusti.
a parte che gondry naturalmente lo seguo ben da prima di eternal sunshine, grazie a una serie di videoclip tra i più geniali mai realizzati.
RispondiEliminae a parte che io preferisco l'arte del sogno, non ho niente contro i registi che si sporcano un po' ad hollywood.
in attesa di vedere questo, spero però che gondry abbia mantenuto almeno un po' del suo stile, altrimenti tanto valeva chiamare michael bay :)
Petrolio: pane e salame sempre! Con Johnny Cash di sottofondo!
RispondiEliminaAlice: l'approccio è un pò diverso da quello della vecchia serie, ma sono sicuro che sia tu che il tuo moroso vi divertirete non poco. Fammi sapere!
Cannibale: immaginavo che lo seguissi da prima, vecchio pazzo, non ti sto certo a sottovalutare!
Se preferisci L'arte del sogno, invece, sei più radical chic di quanto non pensassi! ;)
E ti dirò: tra un Gondry mascherato nello stile ed un Michael Bay al top della forma preferirò sempre il primo, anche se capisco che tu voglia Bay perchè può sempre sfoderarti Megan Fox ed il suo pollice! ;)
Io sono una di quelle che si esaltano con i capelli di Clementine.
RispondiEliminaEmbè?
no, ormai i due sono ai ferri corti
RispondiEliminapersino lui dev'essersi accorto del suo pollice XD
Julez: ma tu sei anche super pane e salame, quindi puoi affezionarti a tutti i capelli di Clementine che vuoi! :)
RispondiEliminaCannibale: lo confesso. Sono stato io a farglielo notare! ;)
Ah bene! Dopo aver letto la tua recensione ho l'impressione che me lo godrò anch'io. Gondry finora mi è sempre piaciuto. :)
RispondiEliminaOttimista, sono sicuro che te lo godrai.
RispondiEliminaIn fondo, credo sia stato realizzato per questo.