martedì 3 agosto 2010

El mariachi

L'estate, si sa, porta sempre un bagaglio di Cinema liberatorio, esplosivo, roboante, capace di scuotere le ossa rimaste per troppi mesi al proprio posto.
Un pò come quando, ai tempi della scuola, si arrivava alle vacanze estive: cambio momentaneo degli amici, improvvisa interruzione di ogni altra attività che non fosse trovarsi la storia cui associare canzoni e ricordi di quel periodo per gli anni a venire, e così via.
Fu proprio in estate che vidi per la prima volta El mariachi, registrato per caso da mio fratello credo addirittura sull'allora Telepiù: di Robert Rodriguez non sapevo proprio nulla, non avevo ancora visto Pulp fiction e la passione per la settima arte non era neanche lontanamente esplosa.
Eppure, in quel massacro montato in stile iperaccelerato e girato con gli stessi mezzi del filmino di un matrimonio, c'era già allora qualcosa che richiamava attenzione, e trovava il giusto equilibrio fra spacconeria e sentiti omaggi, manierismo - grezzo, ma pur sempre manierismo - e attitudine naturale al pane e salame.
Della realizzazione di questo film e della sua genesi se ne sono dette di ogni, probabilmente in parte grazie e per volontà della Columbia che, allora, scoprì il talento di quel ragazzo di origini latine che si dilettava a far saltare teste e cuori cavalcando esattamente a metà strada fra quello che sarebbe diventato il cinismo del suo futuro amico Tarantino e il western degli spaghetti nostrani, figlio di Sergio Leone e di un America "alternativa" eppure leggendaria almeno quanto quella figlia degli Hawks e dei Ford.
Quello che ha me interessò - e, onestamente, interessa sicuramente più delle voci - è la piacevole sostanza che Rodriguez mette nel suo lavoro - ad oggi, forse, ancora il suo migliore -, creando il primo, vero, film d'autore "grindhouse" anni '90, facendo da precursore a un genere che verrà esplorato, esaltato, svenduto e sdoganato negli anni successivi, fino a trovare la sua ideale conclusione con lo stupendo "La casa del diavolo" di Rob Zombie, opera della quale probabilmente, prima o poi, parlerò con grande entusiasmo in un post lungo e sboccatissimo.
La vicenda del mariachi solitario, che verrà ripresa ed espansa almeno quanto il portafoglio del suo regista e creatore nei due capitoli successivi - Desperado e C'era una volta in Messico, che non mancherò di postare nei prossimi giorni, tanto per continuare la tradizione dello spirito estivo - ha il potere di affascinare diverse tipologie di pubblico, centrando il bersaglio grazie ad un eroe sostanzialmente "outsider" che si riscopre protagonista senza necessariamente dover fare la parte dello spaccaculi in stile Walker Texas Ranger - che ce ne scampi ogni divinità possibile -, mantenendo tutti i clichè di genere grazie alla donna difficile e già perduta e l'antagonista - anche se qui, a dire il vero, è come se fossero due - apparentemente troppo in alto per lui.
Storie vecchie quanto il mondo, ma che hanno fatto la fortuna di registi destinati a ruoli ben più importanti nella storia della settima arte del caciarone Robert, che, devo proprio ammetterlo, con El mariachi si è guadagnato il suo piccolo spazio nel mio cuore dedito all'intrattenimento truculento estivo.
Se non l'avete ancora visto, che posso dirvi!?
Preparatevi un bel cuba forte - o una confezione di birre, se proprio siete di quelli che il giorno dopo lavorano e non vogliono esagerare -, piazzatevi di fronte al ventilatore, spalmati sul divano, tendenzialmente con nachos e qualche salsa terribilmente piccante, e godetevelo fino in fondo.
That's the way we like it.

MrFord

"Yo no te ofrezco riquezas,
te ofrezco mi corazon,
te ofrezco mi corazon,
a cambio de mi pobreza."
Chingon - Malaguena salerosa

4 commenti:

  1. MALAGUENA SALEROSA... itisn't sare cumeco lasi sbarubbilosa magaguena salerosa i desirte nigna ermosa.. eren lìììììììììììììììììììììììììììììììììììììììì

    AAHAHHAHAHAHHA

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  2. Questa versione mi piace anche di più dell'originale! Me la canti stasera?

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  3. Non l'ho mai visto. Ho visto, quandi uscì, c'era uan volta in messico. Non mi entusiasmò molto. Anche a me, a quel tempo, non era ancora scattata la scintilla della passione cinefila. Ci sarebbero voluti altri tre anni.
    La casa del diavolo è una delle cose più belle e terrificanti mai viste. Anche la casa dei 1000 corpi non è male.

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  4. La casa dei 1000 corpi è il perfetto antefatto de La casa del diavolo, film con i controcazzissimi.
    Domani posto Desperado, che ora vado a rischiaffarmi. Recuperati El mariachi, vale la pena, considerato che Rodriguez l'ha fatto con niente a 24 anni.

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