E' davvero curioso che il mio primo post "lungo" dopo l'interruzione di
programmazione estiva sia legato ad uno dei film che ho più amato da
bambino e cui sono legato maggiormente rispetto alla mitica figura di
Bud Spencer, protagonista di decine e decine di visioni sul divano di
casa di mio nonno: la scomparsa dell'atleta ed attore che ha
rappresentato l'immagine perfetta del "gigante buono" per il Cinema
popolare italiano è stata un'occasione speciale anche per tanti di noi
nella blogosfera, legati indissolubilmente alla sua figura ed alla
portata dei cazzotti che sferrava tra una mangiata epocale e l'altra.
Bomber,
nato nel periodo d'oro della saga di Rocky e, di fatto, versione di
serie molto b della stessa, in bilico tra l'umorismo da scuola media -
che ancora oggi mi fa sbellicare - di Jerry Calà, sequenze mitiche come
quella del ballo tirolese ed una malinconia di fondo legata al passato
del protagonista interpretato dal vecchio Bud - ricordo il magone delle
prime visioni al pensiero delle mani fatte spezzare per garantire la
sconfitta a chiunque si ponesse sul cammino del poco sopportabile Rosco
Dunn -, è uno di quei film cui non potrò mai non voler bene a
prescindere dal suo valore tecnico - bassino, occorre ammetterlo -, di
quelli che sei i voti si misurassero con il cuore rischierebbe i quattro
bicchieri e tutti a casa, andando fiero di ogni suo aspetto, dalla
colonna sonora ai piatti preparati dalla Gegia, dalla parabola del
giovane Giorgio, protetto di Bud, al finalone in trionfo con vendetta
menata a suon di pugni.
In un certo senso, cullarsi in visioni di questo tipo è un pò come azionare una macchina del tempo in grado di riportarci ad un'epoca in cui non c'erano troppe domande o sfumature, e le cose apparivano - forse anche per l'età che avevo allora - infinitamente più semplici.
Peccato che, così come per Bud Spencer, anche di
Bomber, purtroppo, non se ne fanno più, e per quanto naif ed ingenuo
possa apparire agli occhi smaliziati dei figli del Nuovo Millennio, sarò
fiero di mostrarlo, un giorno, ai Fordini, sperando che l'esempio del
fu Carlo Pedersoli possa essere per loro quello che è stato anche per il
loro vecchio.
Un esempio di genuina semplicità, burbera
bontà, tanto cuore ed una forza sovrumana data non tanto dalla stazza -
comunque notevole -, quanto dalla capacità di raccontare storie d'altri
tempi, in cui a vincere erano i buoni e tutti i torti potevano essere
raddrizzati a tavola o, al massimo, con una bella scazzottata digestiva.
Altri tempi, altri eroi.
Ma eterno Bud.
MrFord
Partecipano alla scazzottata con il vecchio cowboy ed il vecchio Bud anche:
Combinazione Casuale - Lo chiamavano Buldozer
Non c'è paragone - Pari e dispari + Altrimenti ci arrabbiamo
Cuore di celluloide - Lo chiamavano Trinità
Director's Cult - Io sto con gli ippopotami
GiocoMagazzino - Il soldato di ventura
In Central Perk - Cantando dietro i paraventi
Solaris - I due superpiedi quasi piatti
Il Bollalmanacco - Non c'è due senza quattro
Non c'è paragone - Pari e dispari + Altrimenti ci arrabbiamo
Cuore di celluloide - Lo chiamavano Trinità
Director's Cult - Io sto con gli ippopotami
GiocoMagazzino - Il soldato di ventura
In Central Perk - Cantando dietro i paraventi
Solaris - I due superpiedi quasi piatti
Il Bollalmanacco - Non c'è due senza quattro