lunedì 11 febbraio 2019

White Russian's Bulletin



Settimana piuttosto contenuta per il Bulletin, complici gite fuori porta e serate lontane dal Saloon. Questo, fortunatamente, non ha inciso sulla qualità, alta per entrambi i titoli passati a questo giro in casa Ford.
Potesse essere sempre così, potrei quasi metterci la firma.


MrFord



THE OLD MAN AND THE GUN (David Lowery, USA, 2018, 93')

Old Man & the Gun Poster


E' difficile incrociare il cammino di titoli che paiono usciti da un'altra epoca pur riuscendo a rimanere attuali, credibili, presenti quando li si guarda: complice l'incredibile livello di coolness di Robert Redford, alla veneranda età di ottantatre anni più figo di molti colleghi decisamente più giovani, il lavoro di David Lowery si presenta leggero e malinconico, old school eppure attuale, fuori tempo massimo eppure emozionante e magico, una sorta di cocktail tra I ponti di Madison County e Fuga da Alcatraz. La vicenda di Forrest Tucker è un viaggio nella provincia americana, lungo il confine del western moderno, nel Cinema made in USA anni settanta, ma prima ancora nel cuore di quella passione che porta alcuni di noi - e li capisco tutti bene, dal primo all'ultimo - a buttarsi nella vita a capofitto. Nessuna prigione che tenga, nessuna fuga cui si possa resistere.




COLD WAR (Pawel Pawlikowski, Polonia/UK/Francia, 2018, 89')

Cold War Poster


Pawlikowski mi aveva già colpito ai tempi di Ida, e qui al Saloon non aveva certo bisogno di presentazioni.
Cold war, giunto in colpevole ritardo da queste parti, ha mantenuto le promesse della vigilia: fotografia pazzesca, grande classe, una storia che pare Casablanca filtrata attraverso la cortina di ferro, il dramma che le donne sognano per le storie romantiche e gli uomini inseguono a tempo perso, tra una sbronza e la sensazione di solitudine che li prende quando non finiscono a letto con qualcuna.
Impressionanti i protagonisti - Joanna Kulig è splendida -, impegnativo l'approccio - non sarà mai un film per tutti -, potente l'impatto emotivo.
E' uno di quei film cui non è possibile resistere neppure volendo, neppure da stanchi, neppure quando ci si vorrebbe distrarre. E' l'ipnosi che solo l'autentica bellezza può portare in dote.


8 commenti:

  1. Piaciuto molto l'addio di Redford, un po' meno Cold War. Tutto bellissimo, finale struggente, ma quella struttura a saltoni non mi ha fatto per nulla affezionare ai personaggi.

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    1. E' un film ostico, effettivamente, anche io ho impiegato praticamente tutta la visione a "sentirlo", ma alla fine è arrivato.

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  2. Forse da Redford mi aspettavo qualcosina di più, un po' di ritmo più serrato, anche se sì, l'amore alla terza età e la vita di Tucker mi hanno conquistato facilmente.

    Cold War così bello da spezzare il fiato, ci mette un po' ad ingranare, ma che coppia, che finale!

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    1. Concordo in pieno su Cold War, e Redford, che dire? Un figo pazzesco. :)

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  3. Condivido il giudizio su Old Man and The Gun (io mi sono commosso), in parte quello su Cold War: tecnicamente superlativo ma un po' "freddo" come contenuto. Emotivamente non mi ha "smosso" granchè...

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    1. Redford mitico, Cold War invece mi ha conquistato minuto dopo minuto: e pensare che partivo prevenuto!

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  4. A sorpresa il vecchino Robert Redford con la sua classe fuori dal tempo a questo giro ha saputo conquistare anche me. Hai capito bene. :)

    Cold War visivamente splendido, probabilmente il miglior film dello scorso anno a livello estetico, però tutto questo impatto emotivo di cui parli purtroppo non l'ho sentito. Sarà che il mio cuore è più cold di quello di un romanticone come te ahahah

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    1. Sono sconvolto da questa tua dichiarazione su Redford: penso dovrò bermi qualche white russian per riprendermi! :)

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