lunedì 22 agosto 2011

When you're strange

Regia: Tom DiCillo
Origine: Usa
Anno: 2009
Durata: 86'


La trama (con parole mie): chi era Jim Morrison, frontman dei Doors ed icona del rock? Il figlio di un ufficiale di marina fuggito ad una società troppo rigida o il Jimbo sballato degli arresti e dei concerti da strafatto? Il ragazzo morto d'infarto a Parigi e seppellito a Pere Lachaise o uno sciamano che ancora viaggia sulle strade del mondo? Tom DiCillo racconta, attraverso una raccolta di immagini e filmati, una parte della controversa esistenza di uno dei simboli per eccellenza della musica moderna.



Credo che nessuno possa mettere in discussione il valore e l'importanza che i Doors e Jim Morrison hanno avuto nel panorama musicale e nel fermento culturale degli anni della rivolta contro il Vietnam e la società laccata degli anni cinquanta negli Stati Uniti e non solo: con tutti i suoi difetti, Morrison rappresenta ancora oggi una delle icone più importanti che possano attraversare la vita e l'esperienza di ogni nuovo consumatore di rock, e di musica in generale, a prescindere dalla sua età.
Un mito bruciato troppo in fretta, un genio dello showbiz, un attore o uno sciamano - a seconda di come lo si guardi - nato, un ragazzo pronto a giocarsi tutto nella rivolta ad una famiglia che intuì troppo tardi il suo potenziale, ma che, probabilmente, fu indirettamente la scintilla che fece scoppiare l'incendio che furono gli indimenticabili dischi dei Doors.
Ma una cosa è Jim Morrison, l'altra When you're strange.
Che non è male, ma non è male proprio grazie alla presenza salvifica delle canzoni del gruppo californiano e dei filmati che ritraggono il backstage e le registrazioni dei loro album, ispirazione anche del non limpidissimo biopic firmato Oliver Stone di qualche anno fa.
Se si escludono, infatti, i filmati di repertorio, la parte prettamente documentaristica lascia molto a desiderare, e l'intero lavoro pare orchestrato per essere una sorta di omaggio in stile special di Mtv senza alcun approfondimento o intervista come si converrebbe, e se per il pubblico a digiuno di Morrison e soci può anche apparire affascinante, i fan della band non potranno affatto non notare la quasi completa assenza di retroscena sulla vita dei membri del gruppo e la superficialità dell'intera operazione, che pare essere incentrata più sugli accenni ai singoli episodi che non sugli episodi stessi, e pare aggravarsi quando, a fare da collante tra una sequenza e l'altra, vediamo comparire uno pseudo Jim in viaggio nel deserto, quasi fosse uno sciamano che ha lasciato la società come la intendiamo noi, e vivo e vegeto vaga senza meta lungo quelle autostrade polverose a dispensare visioni e saggezza neanche fosse il Reno Raines di Renegade.
Il tutto cercando di tacere a proposito della pessima versione italiana, protagonista della quale troviamo uno scatenato Morgan, che raccoglie il testimone di Johnny Depp - narratore dell'edizione originale - divertendosi evidentemente come un matto ad enfatizzare ogni singola parola con una fastidiosissima inflessione da radical chic che "lui si che ne sa perchè conosce i tormenti delle rockstar e voi altri poveri stronzi che state qui ad ascoltare non valete una beata fava" meritevole solo e soltanto di una cascata di bottigliate dritte sul grugno.
Fortunatamente, a far dimenticare allo spettatore la poca consistenza in qualità di documentario di questo lavoro di DiCillo e la cadenza di Marco Castoldi ci pensano i signori Morrison, Manzarek, Densmore e Krieger, in arte The Doors: a distanza di quaranta e passa anni, la loro musica resta una nuova frontiera, e pezzi come The end o Light my fire colpiscono dritte al cuore, spalancano ancora le porte della percezione - con o senza usi e abusi - e corrono dritte come il più travolgente dei brividi lungo tutta la spina dorsale fin dentro il cervello ed i sogni.
E anche in quel caso non ci sono dubbi: i Doors fanno ancora sognare.

MrFord

"You know that it would be untrue
you know that I would be a liar
if I was to say to you
girl, we couldn't get much higher
come on baby, light my fire
come on baby, light my fire."
The Doors - "Light my fire" -


11 commenti:

  1. Non sono particolarmente affezionato a Jim e soci. People are strange è però il primo pezzo fatto live con il nucleo originale degli MLD, la prima scalcinata band che abbiamo fondato nel 1991

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  2. Gae, io invece li sto apprezzando maggiormente ora, rispetto ai tempi della "ribellione" adolescenziale.
    People are strange è una delle poche cose che riesco a suonare anch'io senza mostrare troppo il mio scarso talento di chitarrista! ;)

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  3. sai quelle persone che ti stanno sul culo senza neanche conoscerle? ecco.

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  4. Ciku, parli di me o di Jim Morrison!? ;)

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  5. Sono molto curiosa di guardarlo.
    I Doors mi piacciono moltissimo :)

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  6. Juliet, in sè non è nulla di trascendentale, ma la musica dei Doors è sempre mitica. ;)

    Ciku, vedo che me la sto giocando con il vecchio Jimbo in un testa a testa! :)

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  7. sul fatto che avresti definito morgan un radical-chic ci avrei scommesso la casa! :D

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  8. Cannibale, non c'erano dubbi a proposito del radicalchicchismo di Morgan.
    E neppure a proposito delle bottigliate che gli rifilerei volentieri! ;)

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  9. Azz.... Me l'hai demolito appena prima di guardarlo!.... :P

    Morgan purtroppo non è fatto nè per la tv nè per il cinema, in fatto di musica ne sa, e ne sa davvero tanto, però sa si sapere e finisce per essere spocchioso....

    Sulla musica dei Doors secondo me è superfluo dare spiegazioni, le loro canzoni, e la voce di Jim in primis, hanno la capacità di entrarti dentro all'istante, e, come hai detto tu, spalancano le porte della percezione senza bisogno di LSD o altro.... Capolavori....

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  10. Loz, non è male, solo che per un fan vero e proprio si dice davvero pochino.

    Morgan, per quanto ne sappia di musica e quanto grande sia la sua abilità di musicista, pare fatto solo e soltanto per una cosa: le bottigliate! :)

    La musica dei Doors è stata un pezzo di Storia, e ancora oggi riesce a conquistarmi ad ogni ascolto. Mitici davvero.

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