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mercoledì 17 maggio 2017

King Arthur - Il potere della spada (Guy Ritchie, USA, 2017, 136')




Ricordo bene il periodo in cui Guy Ritchie fece il botto, quando tra Lock&Stock e The Snatch molti erano pronti a proclamarlo una sorta di nuovo Tarantino, nel rispetto dello spirito sopra le righe del ragazzaccio di Knoxville che scomponeva il tempo di narrazione e giocava con i diversi generi: purtroppo, però, a prescindere dalle decisamente più limitate capacità di scrittura ed approccio, il buon Guy, al contrario di Quentin, ha finito per imborghesirsi, negli anni, e giocare sempre in casa fornendo al pubblico quello che il pubblico si aspettava da lui.
Niente di più, niente di meno.
Penso ai due Sherlock Holmes, più fumo che arrosto - per quanto piacevoli da vedere -, o a questo recente King Arthur, che pare una sorta di Robin Hood caciarone più che il ritratto di uno dei personaggi più sfaccettati ed interessanti della Letteratura anglosassone: ricordo ancora l'effetto che mi fece, pensando ai personaggi trattati, fin dalla prima visione, Excalibur di John Boorman, che affascinò e stimolò nel Ford bambino la curiosità del recupero del ciclo arturiano, lontano anni luce da questo "moderno" cocktail che pare shakerare Il signore degli anelli - clamorosamente scopiazzato nella battaglia che apre il film -, un pò di musica tradizionale che stimola lo spirito dei maschi alfa in cerca di un confronto, una rissa o un modo per mostrare i muscoli ed uno sviluppo talmente noioso da far apparire una cosa come il tanto criticato Macbeth dello scorso anno una vera e propria passeggiata.
Ritchie, da par suo, cerca di affiancare lo stile scanzonato e sopra le righe all'epicità della materia, senza riuscirci, poggiandosi sulle spalle dei due - sempre bravi e sempre fordiani - Jude Law e Charlie Hunnam, che paiono due fuoriclasse di una squadra di calcio abbandonati in campo senza una direzione nel corso di una partita destinata a finire nel peggiore dei modi.
Un peccato, considerata l'ispirazione di base, molti dei caratteristi e la possibilità di andare oltre a quello che ci si aspetterebbe da Guy Ritchie ma in una versione più seriosa e pesante rispetto a quella di un film di Guy Ritchie.
Ed un peccato anche per il Saloon ed i suoi abitanti, che hanno aspettato questo film quasi quanto Covenant ed ora si trovano a sperare che l'operato di Ridley Scott non sia così pessimo come si legge in giro per evitare di vedere bruciata la prima settimana di uscite interessanti da un paio di mesi a questa parte.
In qualche modo, pare quasi che Ritchie non abbia saputo che direzione dare al suo lavoro: si tratta di un blockbuster tamarro e casinaro o di un tentativo autoriale di modernizzare un charachter ed una saga splendidi per conto loro?
Ha più importanza l'utilizzo della CGI o delle sequenze ad effetto oppure l'epicità del dramma in stile Shakespeariano?
Le risposte, purtroppo, latitano dall'inizio alla fine, ed il risultato, più che una battaglia da ricordare, è una lotta per restare svegli senza pensare di essere finiti su una giostra già provata e riprovata mille volte, semplicemente ridipinta per apparire diversa.




MrFord




giovedì 11 maggio 2017

Thursday's chid



Il risveglio primaverile del Cinema prosegue in una settimana ricca di potenziali blockbusteroni e sorprese di nicchia, nonchè di una delle più grandi certezze rispetto alla rivalità tra il sottoscritto e Cannibal Kid: Terrence Malick.
Riuscirà il guru dei pipponi a rimettere in carreggiata la rivalità tra noi colleghi di rubrica, oppure sarà l'ennesima conferma di un anno clamorosamente pacifico?



"Io l'avevo consigliato di non guardare il nuovo film di Malick, e lui niente: ed ecco il risultato!"



King Arthur – Il potere della spada

"E così sono questi, i giochi che si fanno in casa Ford? Sarà contento Cannibal!"

Cannibal dice: Mai stato appassionato delle vicende di Re Artù, o delle pellicole su Re Artù, o delle pellicole di Guy Ritchie, quindi questa fordianata suprema mi sa che potrebbe non fare al caso mio. La presenza degli ottimi Charlie Hunnam e Jude Law però potrebbe farmi cambiare idea... forse.
Ford dice: non mi sono mai strappato i capelli, per quanto interessante possa essere, per Guy Ritchie, ma ho sempre adorato il ciclo della Tavola Rotonda sui libri così come al Cinema fin dai tempi di Excalibur. Se a questo si aggiungono Charlie Hunnam e Jude Law, direi che questa bella tamarrata medievaleggiante ci sta tutta.

 

Alien: Covenant

La nuova versione di Gollum pasteggia con Cannibal Kid.

Cannibal dice: Mai stato appassionato nemmeno della saga di Alien, al contrario di Ford. Eppure il precedente prequel, Prometheus, anche se mi era sembrato parecchio mediocre, mi aveva schifato meno rispetto a diversi fan storici della serie. Questo sequel del prequel Alien: Covenant potrebbe quindi riuscire nella stessa impresa, cioè non schifarmi troppo. Se proprio va bene.
Ford dice: finalmente, dopo settimane di desolazione, un pò di movimento in sala. Ho sempre amato la saga di Alien, anche se i primi due film - in particolare quello meraviglioso di Scott - restano sempre decisamente al di sopra di tutti gli altri, e non vedo l'ora di scoprire se il ritorno dei terribili predatori spaziali sarà all'altezza degli antichi fasti o un'operazione riuscita solo in parte come il recente Prometheus.
Di sicuro, mi godrò il fatto che andrà di traverso a Cannibal.

 

Song to Song

"Cerchiamo di menarcela un pò di più, altrimenti Malick non ci prende per il suo prossimo film."

Cannibal dice: Terrence Malick è tornato... di nuovo! Per la gioia mia e per la disperazione di Ford. Per tutta onestà, c'è però da dire che con Knight of Cups era riuscito a far storcere il naso persino a me, quindi questo Song to Song un pochino mi preoccupa. Ambientazione musicale e cast più che all-star lo rendono comunque un potenziale nuovo cult cannibal-malickiano.
Ford dice: il movimento in sala di cui scrivevo sopra continua, nella speranza che la nuova fatica del bollitissimo Malick un tempo grande regista ed ora solo grande fuffa possa far tornare la lotta tra me ed il mio antagonista qui presente ai livelli dei tempi di Tree of life, quando l'ascia di guerra era decisamente sporca di sangue.

 

On the Milky Road – Sulla Via Lattea

"Ed eccoci finalmente arrivati a casa Ford: sarà già ubriaco a quest'ora del mattino?"

Cannibal dice: Il fordiano Emir Kusturica alle prese con un film autorialissimo e visionario, che ha già scatenato reazioni tra le più variegate all'ultimo Festival di Venezia. Il tutto impreziosito da un'interpretazione di una Monica Bellucci che pare tra le migliori della sua carriera. Non che ci volesse molto... Nella battaglia tra film pretenziosi e probabilmente senza senso della settimana, io punto decisamente su Malick.
Ford dice: ho sempre amato Kusturica, soprattutto quello della prima parte della sua carriera, mentre ammetto di averlo perso per strada tra escursioni in ambito musicale, documentari e libri degli ultimi anni.
Che questo film apparentemente molto radical possa essere un risveglio di una delle passioni cinematografiche che ricordo con maggiore affetto dei tempi in cui iniziai il mio viaggio attraverso la settima arte "d'autore"?


Qualcosa di troppo

"Non pensavo che ristrutturare il vecchio campo di battaglia delle Blog Wars sarebbe stato così difficile!"

Cannibal dice: Possibile sorpresa settimanale numero 1. Una francesata con i fiocchi, leggera e allo stesso tempo chic, diretta e interpretata dalla promettente Audrey Dana. Diventerà la mia nuova idola, nonché la nuova nemica radical di Ford?
Ford dice: film francese che fino a poche settimane fa avrei evitato come la peste temendo una radicalchiccata con i fiocchi. Il recente successo al Saloon de L'avenir, però, ha cambiato le carte in tavola, tanto da mettermi la pulce nell'orecchio anche rispetto a questo Qualcosa di troppo. Sperando che questo qualcosa non si riveli una terrificante cannibalata.

 

This Beautiful Fantastic

"Sono vestito peggio di Ford e Cannibal, dici? Allora devo essere messo proprio male!"

Cannibal dice: Possibile sorpresa settimanale numero 2. Film britannico con protagonista Jessica Brown Findlay, attrice da me vista in un episodio di Black Mirror e non vista in Downton Abbey. Si preannuncia come una romcom fiabesca potenzialmente molto gradevole (come un post di Pensieri Cannibali) o molto fastidiosa (come un post di White Russian).
Ford dice: essendomi giocato tutti i bonus della settimana rispetto alle potenziali cannibalate, direi che questa rom com finisce dritta in fondo alla lista delle mie priorità, insieme al decisamente non beautiful ed ancor meno fantastic Cannibal Kid.

 

Tutto quello che vuoi

"Per quanto ancora dobbiamo far finta di essere Le iene?"

Cannibal dice: Commedia italiana diretta da Francesco Bruni, già regista del valido Scialla! (Stai sereno). Potrebbe sembrare il film giusto per me, ma potrei anche passare il compito della visione a Ford, che ultimamente nel tentativo di imitarmi si è incredibilmente avvicinato al magico mondo del cinema nostrano recente.
Ford dice: di recente ho mostrato un'apertura inaspettata anche per me verso il Cinema italiano e le sue proposte più o meno alternative. Potrebbe essere la volta buona per un altro recupero a sorpresa con potenziale promozione? Solo il tempo lo dirà.
Intanto, tutto quello che voglio è un Cannibal che finalmente cominci a capirne qualcosa di Cinema.

 

E se mi comprassi una sedia?

"E così quel tipo è Cannibal: sarò lieto di fracassargli una sedia sulla schiena!"

Cannibal dice: E compratela, ma non farci su un film, per favore!
Ford dice: per me non c'è problema. Puoi tranquillamente comprarla. Se poi ti serve per fracassarla nella schiena di Cannibal, ancora meglio!

 

Una settimana e un giorno

"Ma se Ford non ha intenzione di venire a vedere il nostro film, allora chi verrà?"

Cannibal dice: Commedia drammatica from Israele che potrebbe essere una radical-fordianata clamorosa. Ma togliamo anche il “potrebbe essere” e mettiamo al suo posto un “sarà sicuramente”.
Ford dice: film d'autore proveniente da Israele che ai tempi sarebbe stato in cima alla lista dei miei ripescaggi improbabili.
Dubito che questo accadrà oggi.

 

Richard – Missione Africa

Cannibal e Ford ai tempi della loro accesa rivalità.

Cannibal dice: Possibile che tutte le settimane debba per forza uscire (almeno) un filmino d'animazione? Ford, tu per caso c'entri qualcosa?
Ford dice: è curioso che ogni settimana venga buttato in sala un film d'animazione indipendentemente dal suo valore, un po' come accade per il Cinema italiano. Ma dato che so che questa cosa disturba il mio rivale, non mi lamento.

 

lunedì 12 dicembre 2016

The Young Pope - Stagione 1 (Sky/HBO, Italia/Francia/Spagna/UK/USA, 2016)





Ricordo bene quando, da piccolo, come molti "della mia generazione" e delle precedenti, fui spedito a catechismo per iniziare il percorso che portava ai sacramenti "obbligatori": ai tempi non conoscevo nulla delle religioni, erano ancora gli anni ottanta e la globalizzazione probabilmente doveva ancora nascere, almeno da queste parti, e più che film e cartoni animati in cui perdersi, non avevo alcuno strumento razionale, caratteriale ed emotivo per potermi rapportare a concetti come quelli espressi dalla religione in generale.
Ricordo solo che, a catechismo, mi rompevo le palle di brutto.
E che quando pregavo, mi rivolgevo a Dio principalmente per paura, come credo faccia la quasi totalità non solo dei cattolici, ma dei credenti in generale.
Pregavo perchè i miei nonni, i miei genitori e mio fratello non morissero, chiedevo scusa per aver detto qualche parolaccia, o essermi toccato, pregavo, banalmente, per non vomitare quando avevo mal di stomaco, o per non finire in ospedale per un qualsiasi motivo.
Gli anni sono passati, la paura che mi istillò il cattolicesimo mi fece quasi rischiare quando i miei mi fecero passare un pomeriggio con il nostro insegnante di ginnastica delle elementari e quando quest'ultimo mi chiese se avevo già peli pubici io pensai che i miei volessero farmi rimproverare perchè avevo scoperto la meraviglia delle seghe, cominciai a leggere, ascoltare, viaggiare, progettai un fumetto incentrato su uno spree killer che sentenziava "si fanno preti e suore solo i cessi, perchè chiunque sia vagamente bello non se lo sognerebbe neppure, di dover passare la vita a fare finta di non poter fare sesso", ed i miei nonni se ne sono andati quasi tutti.
In particolare, nel corso dell'estate del novantasette, ricordo che passai ogni giorno - anche qui, a dire il vero, tutti tranne il secondo - in ospedale accanto a mio nonno materno, entrato per arginare un tumore alla vescica e mai più uscito: parlammo di tante cose, in quell'estate, anche quando, in reanimazione, da intubato poteva solo indicarmi le lettere su un foglio neanche fossimo agli albori dei tablet, ma mai di quante ne avrei volute, o ne vorrei ora.
Parlammo di me, di come stavo, di quotidianità, della sua Inter che ai tempi acquistò Ronaldo, di cose semplici, come avevamo sempre fatto.
Il giorno del suo funerale, il parroco venuto per recitare quello che doveva e guidare il corteo fino alla chiesa per la messa confuse il suo nome per quello di un altro: forse aveva troppi funerali in agenda.
Quel giorno, in quella chiesa, decisi che ne avevo abbastanza, di tutta quella merda finta e posticcia.
Sono passati quasi vent'anni, ho ancora nostalgia di mio nonno e rimpiango di non averlo avuto accanto negli anni successivi, quando sono cresciuto, e di non averlo qui oggi, per fargli conoscere i miei figli.
D'accordo con Julez, non ci siamo sognati neppure un istante di battezzare i Fordini, e più di una volta abbiamo pensato, per solidarizzare con loro, di fare apostasia.
Probabilmente, attenderemo che siano abbastanza grandi per decidere, e poi ci muoveremo di conseguenza.
Non credo più nelle religioni - pur mantenendo un interesse culturale per le stesse -, o tantomeno in qualsiasi divinità.
Vedo il bello della quotidianità e del mondo, così come il brutto, e penso che la Natura e l'Universo siano regolate da Leggi così grandi ed incredibili da andare oltre ogni conoscenza e percezione, e solo dei presuntuosi megalomani potrebbero pensare che tutto sia stato creato "a propria immagine e somiglianza" giusto per mettersi la coscienza in pace per quando sarà il momento di chiudere la baracca.
L'ultima volta che ho parlato con mio nonno, non l'ho visto spaventato.
Ho visto un uomo che lottava, con la coscienza che avrebbe potuto non farcela.
Ed oggi, il mio nonno paterno, che ha novantatre anni, vive solo, guida ed è totalmente autonomo, risponde che qualsiasi acciacco possa avere tra poco sarà risolto.
Questa, per me, è la Fede. La vita.
Sentire, fare, provare.
Senza pregare nessun dio per paura.
O per qualsiasi altra ragione.
Il bello della consapevolezza. Dell'esperienza. Del sentire.
Il bello di The Young Pope.
Ed è vero che non ne ho parlato, quantomeno in termini canonici.
Posso però dire che la serie di Paolo Sorrentino è assolutamente fenomenale.
E sono assolutamente certo che a Lenny Belardo un post che parli di lui come questo piacerebbe.
Con buona pace di dio.



MrFord



lunedì 24 agosto 2015

Spy

Regia: Paul Feig
Origine: USA
Anno: 2015
Durata: 120'





La trama (con parole mie): Susan Cooper, corpulenta ed impacciata specialista della CIA diplomatasi in accademia come agente segreto con il massimo dei voti e rifugiatasi poi dietro una scrivania con il ruolo di assistente per il pressochè infallibile Bradley Fine, si ritrova di colpo al centro dell'azione quando lo stesso Fine perde la vita in azione e Susan si offre, per onorarne la memoria, di indagare a proposito dell'organizzazione dietro il complotto che è costato la vita alla sua metà lavorativa.
Affiancata al rude e decisamente sopra le righe Ford, che non la vede di buon'occhio, la Cooper riuscirà a trovare il suo spazio anche sul campo, mostrando abilità che nessuno avrebbe sospettato, e che potrebbero portarla non solo alla risoluzione del caso, ma anche e soprattutto ad una nuova carriera da operativa.








I blockbuster senza alcuna pretesa, specie se realizzati con una certa ironia ed un piglio pane e salame, sono di fatto l'unica cosa che il sottoscritto finisce per chiedere all'estate in termini cinematografici: con l'autunno ed il freddo ancora lontani, approcciare Classici o titoli d'Autore sotto la cappa del caldone o durante le vacanze non è consigliabile, e prodotti come sono stati Jurassic World o Terminator Genisys, passando per San Andreas e questo Spy hanno reso giustizia alla stagione estiva di questo duemilaquindici.
Il lavoro di Paul Feig, seppur non strabiliandomi come è accaduto per alcuni colleghi qui nella blogosfera è stato un ottimo riempitivo vacanziero reso godibile e spassoso più che grazie all'azione o alla trama, alla presenza di una straripante Melissa McCarthy - che, al contrario di Rebel Wilson, nel ruolo della oversize casinista e simpatica sta a pennello - spalleggiata da un Jude Law tornato "ripulito" dopo i recenti Black sea e Dom Hemingway ed un Jason Statham pronto a prendersi e prendere per il culo il ruolo dell'action hero tutto d'un pezzo - divertentissimi i momenti in cui l'agente Ford, neanche l'avessero fatto apposta, propone aneddoti a dir poco improbabili sulle sue imprese -.
Non mancano, dunque, momenti da risate piene da commedia pura - la doppia gag dei tovaglioli per lavarsi le mani al ristorante - in grado di portare sulle spalle da soli l'intera pellicola, alla quale avrei volentieri tolto una mezzora di minutaggio - ma per quale motivo non sono più di moda i cari, vecchi film da novanta minuti secchi, soprattutto per questo tipo di prodotti? - e risparmiato i ralenti nelle parti action, inutili a mio parere all'economia del lavoro finito.
Ad ogni modo, l'operato del mestierante Feig - che aveva già diretto la McCarthy in Corpi da reato - è più che discreto, l'atmosfera fracassona e senza pretese, il ritmo tutto sommato sostenuto, esempio di quello che avrebbe voluto essere l'obbrobrio che si è invece rivelato il pacchiano Mortdecai: e tra una città e l'altra, un'uscita stilosa di Jude Law ed una sbracata della stessa McCarthy o di Statham, si viaggia in gran scioltezza verso un finale che, pur essendo chiuso, strizza l'occhio ad un eventuale sequel che, a giudicare dalle prime settimane di incassi, non appare neppure così improbabile.
Per conto mio, se con la prossima estate dovesse ripresentarsi Susan Cooper con le sue improbabili identità di copertura, lo stile arrembante, la personalità divenuta decisa e, chissà, magari anche i suoi "valletti" Law e Statham, non sarei affatto dispiaciuto, pur essendo ben conscio di non essere certo di fronte al film dell'anno: in fondo, i popcorn movies servono proprio a distendere il cervello quando lo stesso finisce per essere concentrato solo ed esclusivamente sul momento in cui si spiaggerà assieme al resto del corpo di fronte al mare, quasi come se la quotidianità, il lavoro e la routine non esistessero, o a immaginare di non dover più tornare a quella stessa quotidianità.
Un pò come passare da dietro una scrivania ad inseguimenti mozzafiato da spia provetta.
E poco importa se invece di gadget fantascientifici alla James Bond dovremo accontentarci di finti rimedi per le emorroidi.




MrFord




"I'm a spy in the house of love 
I know the dream, that you're dreamin' of 
I know the word that you long to hear 
I know your deepest, secret fear 
I know your deepest, secret fear 
I know your deepest, secret fear 
I'm a spy, I can see 
what you do 
and I know."
The Doors - "The spy" -





giovedì 16 luglio 2015

Thursday's child

La trama (con parole mie): prosegue la nostra corsa nella torrida estate con un altro weekend che propone - fortunatamente, oserei dire - solo una manciata di uscite, purtroppo non interessanti come quelle dell'ultima puntata di questa rubrica, come sempre redatta dal sottoscritto e, per sfortuna mia e vostra, anche da Cannibal Kid.
Se non altro, seppur con ritardo incredibile, troverete in sala uno dei titoli che più scosse la blogosfera lo scorso anno.

"Scordati di uscire con Cannibal Kid, Melissa: su di lui ho già messo gli occhi io!"

Babadook

"Ciao Cannibal, sono il tuo babau personale, il Fordadook!"
Cannibal dice: Il Babau non mi ha mai fatto una gran paura. Il Babadook è un buon horror, anche se non mi è sembrato quel capolavorone assoluto come sostenuto da alcuni, ma non è che me l'abbia fatta fare addosso. Ciò che mi spaventa davvero invece è il Babaford, presunto esperto cinematografico e tuttologo della rete. Brrrrr, ho i brividi al solo pensiero!
Ford dice: con il solito tempismo quasi fordiano la distribuzione italiana porta in sala uno degli horror che fece più scalpore nella blogosfera lo scorso anno, già visto e recensito ai tempi.
Non male, due protagonisti straordinari, ma, come giustamente - e stranamente - il mio rivale ha fatto notare, non il Capolavoro che alcuni hanno dichiarato fosse.
Ad ogni modo, mille anni luce avanti rispetto alla media degli horror standard.



Spy

"Guardate quella, guida peggio di Ford!"
Cannibal dice: Spero di vederlo in lingua originale, visto che la doppiatrice italiana di Melissa McCarthy con quella vocina da cartone animato è insopportabile. Questo Spy dal trailer sembra qualcosa di terrificante e di già stravisto, la solita commedia spionistica di quelle che ne escono 10 all'anno, però credo che nel trailer abbiano offerto il peggio e alla fine potrebbe rivelarsi un simpatico intrattenimento estivo. E potrebbe anche essere ulteriore occasione di scontro tra me, che faccio parte del Jude Law Team, e Ford, che invece sta nel Jason Statham Team.
Ford dice: filmetto senza pretese buono giusto per l'estate che spero solo non sia troppo svaccato, considerati i recenti scivoloni di cose come Pitch Perfect 2. Confido in Statham e in una visione molto, molto rilassata.



The Reach - Caccia all'uomo

"E così quello è Cannibal Kid: lo abbatterò con piacere."
Cannibal dice: La fordiana (si legga pallosa) ambientazione desertica mi attira sempre ben poco, però di recente tra Wild e Mad Max: Fury Road ha riservato qualche piacevole sorpresa. Nel caso di questo non troppo promettente thriller con Michael Douglas a rimanere deserte mi sa comunque che saranno soprattutto le sale cinematografiche.
Ford dice: Michael Douglas, nonostante cose davvero splendide come Behind the candelabra, non mi ha mai convinto, un po' come le recensioni del mio rivale, fatta eccezione per le volte in cui è clamorosamente e stranamente d'accordo con me.
Dunque, almeno per il momento, penso lo salterò senza troppi patemi.



Entourage

"Ragazzi, salutate i nostri fan!" "Veramente qui c'è solo Peppa Kid!"
Cannibal dice: Della serie televisiva Entourage avevo visto giusto il primo episodio. Non mi era dispiaciuto, ma manco m'era piaciuto abbastanza da farmi proseguire oltre nella visione. A questa versione cinematografica credo in ogni caso che darò una possibilità e chissà poi che non mi venga voglia di recuperare l'intera serie. D'altra parte, sempre meglio di guardare qualche roba consigliata da Ford, che di serie ne capisce quasi meno che di cinema.
Ford dice: di Entourage non ho mai visto nulla. Dunque penso che mi continuerò a crogiolare nell'ignoranza e mi dedicherò a qualche recupero estivo che mi parrà più interessante.


mercoledì 29 aprile 2015

Black sea

Regia: Kevin MacDonald
Origine: USA, Russia, UK
Anno: 2014
Durata: 114'





La trama (con parole mie): Robinson, esperto capitano di sottomarini lasciato a casa dalla multinazionale per la quale ha lavorato negli ultimi undici anni, cerca un finanziatore a seguito della scoperta di un ex collega che collocherebbe nelle profondità del Mar Nero un U-Boot tedesco ancora carico di lingotti d'oro frutto di un accordo finito male tra Hitler e Stalin.
Scelto l'equipaggio, diviso tra russi ed anglosassoni, ed acquistato un vecchio sottomarino, Robinson guida i suoi nell'oscurità degli abissi, senza sapere che dietro il denaro che ha permesso la loro rischiosa missione si cela proprio la multinazionale responsabile della sua disoccupazione, e che le differenze culturali tra i membri della spedizione finiranno per minare dall'interno la riuscita dell'impresa.
Chi, alla fine, riuscirà a tornare a galla? Ed esisterà davvero, questo mitico U-Boot carico d'oro?







Senza dubbio una delle esperienze più importanti per capire se si potrà mai davvero avere un legame unico con una persona è quella del viaggio, spartiacque fondamentale in grado di cementare rapporti destinati a durare una vita o far naufragare amicizie o amori che si credevano più che solidi: una sorta di versione "dopata" del viaggio stesso risulta essere senza dubbio la convivenza forzata, sia essa legata ad una realtà casuale - i naufraghi di Lost, per citare un esempio fondamentale di fiction -, a trascorsi di vita - il carcere - o scelte - il lavoro a bordo di una nave, o un sottomarino -.
Black sea, ultimo lavoro del discontinuo ma decisamente capace Kevin MacDonald, mostra - e molto bene - proprio questo: sfruttando meccanismi che rimbalzano dal film d'azione al thriller senza disdegnare il quasi horror, il regista scozzese consegna tra le mani del pubblico un cocktail artigianale ma ottimamente riuscito che rievoca tanto The descent - almeno rispetto al fatto che sia l'Uomo, il mostro più temibile che si può avere la sfortuna di incontrare - quanto The Abyss o il semisconociuto ma decisamente interessante Below, senza dimenticare in tutto questo la mitologia marinaresca ed appoggiandosi sulle spalle di un Jude Law che pare non aver dimenticato la lezione dell'ottimo Dom Hemingway, portando sullo schermo un personaggio che lo allontana dal suo status precedente di sex symbol mostrandolo al contrario decisamente più maturo e ruvido, quasi fosse una versione action degli antieroi sociali di Ken Loach.
Un prodotto non particolarmente originale, dunque, ma in grado di funzionare dal primo all'ultimo minuto, di tenere alta la tensione e risultare credibile anche nei momenti decisamente più legati alla fiction, dotato di un grande fascino vintage - e non solo per il sottomarino "d'altro tempi" sfruttato come location dal regista e come mezzo per giungere allo scopo della missione dai protagonisti - e capace di portare sullo schermo sia riflessioni legate al mondo del lavoro ed alla condizione di disperati di molti professionisti rimasti "a piedi" da un giorno all'altro sia il tipico crescendo adrenalinico che una ventina d'anni or sono rappresentava uno standard per titoli di questo genere che ambissero a diventare quantomeno dei piccoli cult: l'ambientazione sottomarina, inoltre, che si parli del claustrofobico interno del sommergibile o delle oscure profondità degli abissi - ci si riferisce spesso, soprattutto in termini cinematografici, allo spazio profondo, ma l'ignoto offerto dalle fosse dei nostri oceani è assolutamente all'altezza delle vastità siderali - conferisce ad una vicenda che, di fatto, è legata all'avidità ed alla voglia di riscatto tutte umane una cornice dal fascino del vecchio film d'avventura, quasi l'impresa praticamente impossibile di Robinson e soci fosse intrisa di quello spirito piratesco che diede origine ad una serie di leggende immortali della Letteratura come del Cinema.
In questo senso, l'aura survival del lavoro di MacDonald unita ai suoi tratti decisamente più umani - dalla stupidità del conflitto tra le due fazioni dei membri dell'equipaggio da piena Guerra Fredda al rapporto tra Robinson e Liam pronto a colmare il vuoto di quello lasciato dal figlio cresciuto da un altro uomo del primo e la futura paternità del secondo - rende Black sea una visione solida e di carattere, destinata probabilmente a non fare la Storia della settima arte ma non per questo non meritevole di attenzioni: in un certo senso, infatti, Black sea è uno di noi.
Uno qualunque, con i suoi pregi ed i suoi difetti, forse non geniale, ma di pancia, diretto e sincero, nel bene e nel male. Qualcuno presente. In qualsiasi termine lo vogliate interpretare.
Considerato che io per primo diffidavo di questa visione neanche mi avessero chiesto di prendere parte ad una missione pressochè suicida nelle profondità del Mar Nero, direi che neppure un finale con una qualche concessione di troppo sia riuscito a fermarmi: e sapete che vi dico?
Che con gente come MacDonald, o Robinson, mi imbarcherei tutti i giorni.




MrFord




"And I could write it down
or spread it all around
get lost and then get found
or swallowed in the sea."
Coldplay - "Swallowed in the sea" - 




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