Visualizzazione post con etichetta Riccardo Milani. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Riccardo Milani. Mostra tutti i post

martedì 18 settembre 2018

Come un gatto in tangenziale (Riccardo Milani, Italia, 2017, 98')




- Considerata l'avversione che di norma nutro per il Cinema italiano recente, è curioso non solo che una commedia di questo tipo arrivi al Saloon, ma anche che finisca per piacermi non poco, risultando una delle più brillanti, malgrado qualche concessione di troppo nel finale, degli ultimi anni, in barba ad altri titoli made in Terra dei cachi più celebrati.

- La coppia Albanese/Cortellesi funziona a meraviglia, e i due, per quanto macchiettistici, si trovano alla perfezione nei loro ruoli che, risate a parte, svolgono anche una funzione sociale, e stimolano riflessioni certamente attuali ed importanti.

- Non potrà certo eguagliare i tempi d'oro della Commedia all'italiana, ma Come un gatto in tangenziale si adatta a quella che è la realtà attuale sia a livello umano che sociale, senza dimenticare classici senza tempo come il rapporto tra genitori e figli, le esperienze formative e la capacità di superare i propri pregiudizi.

- Esilaranti quasi tutti i siparietti che vedono il milanese trapiantato a Roma composto, colto e preciso di fronte alla vita "da strada" di Bastogi, quartiere al limite della periferia romana: nel corso delle disavventure di Albanese alla scoperta del mondo verace del fidanzatino della figlia non ho smesso un secondo di ridere.

- La piccola parte di Claudio Amendola, tamarro oltremisura e molto fordiano nel look che questo vecchio cowboy sfoggia in estate tra tatuaggi, canotta, pantaloncini e ciabatte, è un vero spasso, e culmina con una delle battute più folgoranti della stagione: al "Sono astemio" di Albanese risponde "Suca". Già cult.

- Personalmente, ho parteggiato per tutto il film per la parte sguaiata figlia dei bassifondi, annoiandomi a morte nei salotti radical pur riconoscendo che, alla fine, ed è questo il bello del film, tutti noi abbiamo difetti sociali e culturali, a prescindere dalle origini e dalla preparazione, e come per tutto il resto, sta a noi decidere se pilotarli o farci guidare da loro.

- La dose di retorica del finale abbassa di poco la resa del film, che comunque funziona, sensibilizza, diverte e tocca corde che a tutti i livelli, dai fighetti pieni di soldi ai tamarri di periferia, fanno parte delle emozioni umane più comuni.

- Potremo pensare di essere troppo avanti o troppo indietro, invidiare o essere invidiati, pensare che è meglio lottare per come si è che avere il culo parato o viceversa, ma che in fondo la cosa migliore è sempre vivere ed avere esperienza delle cose sulla propria pelle. Anche e soprattutto di difetti e differenze. Anche se una storia può durare quanto un gatto in tangenziale.



MrFord



Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...