martedì 16 novembre 2010

Il regno di Ga' Hoole - La leggenda dei Guardiani -

Ci sono momenti in cui riesce difficile spiegarsi per quale motivo un regista si imbarchi in avventure insolite, almeno quanto, da spettatori, ci ritroviamo di fronte a pellicole per le quali, una volta terminata la visione, restano interrogativi esistenziali e profondi che potrebbero essere ricondotti e condensati in una sola domanda: "per quale motivo l'ho visto"?
Probabilmente, considerati il distributore - Warner - e l'approccio - merchandising, videogiochi, libri e quant'altro -, nel caso di Zack Snyder si è trattato, principalmente, di un megamarchettone fatto per soldi e contratto, considerati i prossimi - e certo commercialmente più rischiosi - lavori in programma per il regista di Watchmen.
Resta, invece, l'interrogativo per il quale sia andato in cerca e mi sia sparato, cullato da Brugal e Coca, questo film senza neppure pormi troppe domande.
Ma andiamo con ordine.
Il regno di Ga' Hoole non fa schifo, non è una di quelle cose che fanno accapponare la pelle - e ingigantire il senso di colpa - anche solo al ricordo di aver pensato di avventurarsi nella visione, eppure non c'è nulla, se non i gufi stessi, che non sappia di già visto, sentito, rappresentato, senza contare che il breve minutaggio e lo script decisamente "facile" non aiutano a pensare anche solo lontanamente di stare assistendo ad uno spettacolo originale o accattivante.
Mescolando La collina dei conigli, Il signore degli anelli, Guerre stellari ed Avatar - questa è per te, Cannibale: quando ho visto l'albero dei Guardiani avvolto dalle fiamme ho sorriso al pensiero - Snyder e soci ci portano nel regno di Ga' Hoole, dove due fratelli rapiti dai Puri - una sorta di razza ariana composta nella sua classe "dirigenziale" soltanto da Barbagianni - si ritrovano su fronti opposti nella più grande battaglia del loro tempo, simile a quelle che il padre raccontava loro prima di addormentarsi, quando erano ancora gufetti.
Soren, sognatore ed altruista, costituirà, in fuga dai Puri, una sorta di "compagnia" che troverà la via per l'albero dei Guardiani, leggendari guerrieri che già una volta, in passato, fermarono l'avanzata del malvagio Metalbeak, sovrano dei temibili barbagianni e responsabile del passaggio di Kludd, fratello di Soren, al "lato oscuro".
Lo stesso protagonista, da par suo, faccia a faccia con il leggendario guerriero dei racconti ascoltati per tutta la vita, ha una reazione di stupore simile a quella di Luke Skywalker al suo primo incontro con Yoda, ma imparerà che un grande guerriero non è subordinato al suo aspetto, così come a seguire il suo istinto e muoversi fra le correnti abbandonandosi alla sua Natura.
Ma il fatto che sappia tutto di già sentito non sarebbe così terribile - in fondo è un prodotto destinato ad una fascia d'età bassina, ed è probabile che, per i fanciulli in questione, già Il signore degli anelli sappia di vecchio - se non fosse che nulla nella sceneggiatura riesce a far anche solo pensare che si possa verificare un colpo di scena, o che un ingranaggio nell'incedere della storia salti, deviando dalla linearità spietata che, fra una strizzatina d'occhio alla Disney ed una all'epica classica, risulta francamente noiosa per i "grandi" già vaccinati a questo tipo di storie e quindi sicuramente più esigenti e difficili da stupire.
Non che si debba necessariamente ricorrere ad espedienti particolarmente complessi - la Pixar è l'esempio perfetto, dell'utilizzo magistrale della semplicità -, eppure la strada che corre fra Ga' Hoole e Mostropoli è davvero, davvero lunga.
Doveste imbattervi, per caso o per scelta, in questo film, dunque, cercate di pensare il più possibile come se foste i vostri figli, chiudendo un occhio - o entrambi - sull'identità culturale che i Jedi, gli Hobbit o i Na'Vi hanno fornito agli spettatori di tutto il mondo negli ultimi trent'anni: forse, e solo allora, Il regno di Ga 'Hoole potrà sembrarvi un posto magico ed incredibile, e sarete ansiosi di scoprirlo come fosse la prima volta.

MrFord

"Because my eyes they can't stand the light
no, I'm a night owl, honey,
sleep all, sleep all day long."
James Taylor - "Night owl" -

6 commenti:

  1. Anche se è del mio amico Snyder non mi attira per niente.
    Così su due passi, non sembra niente di originale.
    Il vecchio Zack l'avrà sicuramente fatto per la frsca, e forse per i suoi figli.

    Dai che stasera c'è 300!!!!!!!
    Mi raccomando fratello, non perdertelo.
    :)

    AAAuuuggggh!!

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  2. vedendo la tua recensione mi sono chiesto anch'io per quale motivo tu l'avessi visto..
    ma poi magari nel periodo di natale ci cascherò e lo vedrò, anche se un film con dei gufi mi attira davvero davvero poco

    al solo sentir nominare avatar comunque ho avuto un brivido :D
    (la collina dei conigli invece devo ammettere di non sapere cosa sia..)

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  3. Dembo: guarda, se vuoi mi schiaffo un'altra volta i gufi, piuttosto che 300. Concordo sulla tesi del denaro sonante, comunque.
    E come dargli torto?
    AAAuuuuugggggh!!!

    Cannibale: sapevo che Avatar ti avrebbe emozionato, vecchio gufo!
    La collina dei conigli è un ottimo film d'animazione ispirato da una notissima fiaba anglosassone diretto da quel genio da Martin Rosen, anche se fino a qualche secondo fa, obnubilato dal sonno e dall'età, pensavo fosse stato diretto dal geniaccio Ralph Bakshi, quello di Fritz the cat e American pop. Un vero grandissimo!

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  4. Il genio, come il geniaccio, era per Bakshi, con tutto il rispetto per Rosen. Mi sto proprio rincoglionendo a bestia!

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  5. non l'ho visto, am qualche domanda me la pongo ugualmente...
    Snyder finisce di girare "Watchmen", che non è il film produttivamente più semplice del mondo... poi gira "Sucker punch", anche quello un film che richiede tempo, risorse e finanze... dove cappero l'ha trovato il tempo per girare questo???

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  6. Giacometto, forse era meglio se non lo trovava, il tempo! ;)

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