domenica 18 gennaio 2015

Il confessore

Autore: Jo Nesbo
Origine: Norvegia
Anno: 2014
Editore: Einaudi




La trama (con parole mie): Sonny Lofthus ha trent'anni, e da dodici vive dietro le sbarre di un carcere di massima sicurezza di Oslo, accusato di un duplice omicidio e sempre pronto a caricarsi sulle spalle nuove imputazioni in cambio di eroina. Ma il giovane uomo non è solo questo: gli altri detenuti, infatti, lo considerano una sorta di illuminato, un vero e proprio confessore, il buco nero ove scaricare coscienze e peccati.
Quando, proprio a seguito di uno dei suoi colloqui, Sonny viene a scoprire che il padre, il poliziotto Ab Lofthus, morto suicida e reo confesso di essere una talpa della criminalità organizzata guidata dal mastodontico e misterioso Gemello, è stato in realtà ucciso perchè vittima di un complotto, tutto cambia.
Sonny si disintossica dietro le sbarre, e prepara una spettacolare fuga che possa condurlo, prima ancora che alla libertà, ai responsabili della morte del genitore per dare inizio ad un elaborato piano di vendetta.







Jo Nesbo è uno degli ospiti più graditi, qui al Saloon, quando si parla di Letteratura e non solo.
Fin dall'estate duemilaundici, quando entrò prepotentemente nella mia vita grazie a Il leopardo, l'autore norvegese è riuscito a conquistare pagina dopo pagina la stima incondizionata dell'intera famiglia Ford, grazie anche ad uno dei main charachters più incredibili che la pagina sia riuscita a regalare nel passato recente: Harry Hole.
Ma Jo Nesbo, che senza dubbio non ama stare troppo fermo ed ha un cervello che viaggia a velocità supersonica, non pare accontentarsi della sua creatura più riuscita, tanto da cimentarsi in opere "parallele" come Il cacciatore di teste o questo altrettanto efficace Il confessore: spinto dalla recensione entusiastica di Julez e dal desiderio di spezzare una sorta di torpore da lettore che ha finito per attanagliarmi - nonostante ottimi titoli - sul finire dell'anno appena trascorso, mi sono tuffato nella vicenda di Sonny Lofthus a testa bassa, carico di emozione ed aspettative.
E devo ammettere che, nonostante il risultato sia stato senza dubbio all'altezza del buon Jo, fino alla fine sono rimasto in bilico aspettandomi sempre quella scintilla in più che di norma avverto fin dalle prime pagine di ogni romanzo dedicato a Hole: e credo sia stato proprio questo, il problema principale de Il confessore.
Nonostante, infatti, un gruppo di personaggi di supporto notevoli - su tutti, lo splendido, profondamente umano Simon Kefas - ed una vicenda dal ritmo serrato che ricorda quasi il taglio cinematografico che potrebbe tenere un Michael Mann, a questo lavoro è mancata l'empatia con il sottoscritto tipica della saga dedicata al già citato Hole, personaggio incredibilmente più vero e presente del quasi "magico" Sonny, in grado di colpire, nel bene o nel male, tutti quelli che incrociano il suo cammino dando, di fatto, l'impressione di essere decisamente meno ancorato alla realtà.
Eppure, Il confessore riesce nell'impresa di portare un passo oltre qualsiasi lavoro precedente dell'autore, toccando un tasto che probabilmente Nesbo conosce bene quanto la Musica e che, di fatto, rende così grande un "one shot" che non dovrebbe avere seguiti e rimanere una sorta di parentesi nella carriera del suo creatore: la dipendenza.
Per poter dare una dimensione che renda giustizia a questa affermazione torno con la mente ad uno dei passaggi che ho più amato di questo romanzo, il racconto di Sonny legato al suo tentativo di battere il record sul trampolino per il salto con gli sci detenuto dal padre, scritto con la stessa partecipazione che si avrebbe mettendo su carta un ricordo effettivo ed assolutamente reale.
La delicatezza del passaggio e la commozione legata allo stesso finiscono per suscitare una reazione simile a quella di Martha, interlocutrice di Sonny, nel momento in cui finisce per chiedere se quel ragazzino cresciuto, di fatto, in cella, avesse mai provato una gioia così grande.
La risposta del protagonista è disarmante: il primo buco.
Ora, io non sono un grande esperto o frequentatore assiduo nel campo delle droghe - anzi, direi che non è affatto la mia specialità -, ma conosco bene l'attrazione che il superamento dei limiti esercita su chiunque ne sia anche in minima misura attratto, quegli stessi individui che Simon fotografa così dettagliatamente in un altro grande passaggio del romanzo, e che finiranno per condurre un'esistenza sul filo proprio perchè incapaci di seguire quelle che sono le regole morali della società - e con questo non si intendano solo ed esclusivamente i criminali o giudicati tali -.
Ed è proprio qui che si appoggia il cardine de Il confessore, che incede con passo deciso nella speranza di uscire dagli schemi dettati dal genere per raccontare una vicenda che tocca riscatto, passione e fragilità, la stessa che chiunque avverta il fascino per quell'oscurità non potrà non percepire.
Sonny, angelo caduto e vendicatore quasi divino, una sorta di Sposa al maschile in versione naif nordeuropea, incarna perfettamente tutte le angosce di chi, si tratti di sesso, un bicchiere o un buco, finisce per trovarsi davanti una montagna nel momento in cui quello stesso piacere viene meno.
Ed ecco, il ruolo migliore di questo confessore: un santo bevitore che salvi i santi bevitori.
Un pò come il "santo" Hole.
Un pò come Nesbo.




MrFord




"Take second best
put me to the test
things on your chest
you need to confess
I will deliver
you know I'm a forgiver."
Depeche Mode - "Personal Jesus" - 






10 commenti:

  1. Sull'eroina ricordo sempre la frase di Renton(Ewan MCGregor) in Trainspotting:
    "Prendete l'orgasmo più bello che avete provato. Moltiplicatelo per mille. Neanche allora ci sarete vicino."
    Non mi intendo di eroina,ma mi sa di quelle cose che ti fanno stare talmente bene che è meglio non provarle neppure ;)

    Per quanto riguarda Nesbo,anch'io pensavo fosse uno di quegli autori "di massa" che generalmente disprezzo per una sorta di snobismo letterario,ma mi hai fatto voglia di leggerlo!Grazie :)

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    1. Nesbo conosce bene il bilico della "dipendenza", a prescindere da cosa sia stuzzicata.
      E, per quanto molto popolare, non è per nulla un autore di quelli da svendita. Recuperalo, perchè vale eccome.

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  2. Sonny è già pronto per diventare un personaggio seriale, in questo Nesbo ci sa fare. Ma il suo animo tormentato e la sua eccessiva forza fisica e psicologica me lo rende a tratti simile ad Harry Hole. L'inizio del romanzo è abbastanza confuso poi, cmq uno scritto più che sufficiente secondo me....

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    1. Secondo me, invece, sarebbe meglio rimanesse un one shot, almeno per il momento.
      Di serie, mi accontento di quella con Hole protagonista.

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  3. Comprato ma non ancora letto. Non c'è fretta: Nesbo non delude mai.

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    1. Nesbo è una garanzia, hai ragione.
      E sono certo che non ti deluderà.

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  4. Potrei leggere qualcosa di 'sto Nesbo, ma visto che è continuamente sponsorizzato da te, Ford, partirei troppo prevenuto e non so se riuscirei a godermi un suo libro.
    La sua casa editrice dovrebbe chiederti i danni per la mancata vendita ahah :)

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    1. Effettivamente partiresti troppo prevenuto, forse è meglio che continui a non leggerlo: chissà se accetterai il mio consiglio, o lo leggerai solo per farmi dispetto! ;)

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  5. azz non sembra niente male, poi sai che io con i prison ci vado a nozze... lo recupero!

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