giovedì 14 agosto 2014

Il pipistrello

Autore: Jo Nesbo
Origine: Norvegia
Anno: 1997
 Editore: Einaudi






La trama (con parole mie): Harry Hole, giovane agente della Squadra Anticrimine di Oslo dal passato recente burrascoso a causa di un incidente in servizio, giunge a Sidney per indagare sull'omicidio di una giovane ex promessa televisiva del suo Paese da qualche anno in Australia per rifarsi una vita. Accolto dall'esuberante collega aborigeno Andrew Kensington, Hole scoprirà che dietro quello che pare un episodio isolato di violenza si nasconde in realtà un feroce e prolifico serial killer e stupratore seriale che rappresenterà la prima, vera, grande sfida della sua carriera come investigatore.
E l'estate australiana rovente e lontana per clima ed approccio ai ricordi lasciati in Norvegia farà da cornice ad un dramma d'amore e morte, una caccia all'ultimo respiro, una sfida che segnerà per sempre Harry ed i suoi demoni interiori.








Pochi personaggi, nella mia carriera di lettore - e non solo - sono riusciti a tracciare un solco profondo nel sottoscritto come e quanto Harry Hole: il detective creato dalla mente geniale e dalla penna tagliente di Jo Nesbo, ormai idolo fordiano assoluto, ha costruito negli ultimi anni un vero e proprio mito attorno alla sua figura di antieroe sconfitto e clamorosamente vincente, totalmente inaffidabile e dannato quanto inesorabilmente nato per essere presente, e proteggere chi ama anche quando il Destino conduce ad un finale amaro.
Il mio cammino incrociò quello di Hole grazie allo straordinario Il leopardo, che diede inizio ad una caccia che mi portò a recuperare le sue avventure precedenti - Il pettirosso, Nemesi, La stella del diavolo, La ragazza senza volto, L'uomo di neve - prima di tuffarmi nelle due successive: grazie, ora, ad una tardiva edizione italiana, ho finalmente avuto modo di iniziare dal principio, con quel Il pipistrello che, sul finire degli anni novanta, accese la scintilla di uno dei charachters più importanti del crime e della Letteratura recente.
Ambientato, tra l'altro, nella mia amata Australia - principalmente a Sidney, a dire il vero - questo romanzo rappresenta alla grande la palestra di quello che diverrà Nesbo meno di una decina di anni dopo, ovvero uno scrittore dal talento enorme e cristallino, mostrando al contempo un Hole giovane, impetuoso, romantico, lontano eppure clamorosamente vicino al lupo solitario con il peso del mondo sulle spalle che si imparerà a conoscere con i romanzi successivi, preda degli stessi demoni - battezzati tutti dal Jim Beam - e della voglia di vivere che, ad ogni prova cui viene sottoposto, finisce per avere la meglio sulle ragioni della morte.
Curioso quanto lo stile ancora acerbo - privo o quasi delle geometrie che renderanno i romanzi della maturità una degna rappresentazione dei giochi di prestigio nolaniani cinematografici - ed un'idea probabilmente ancora non completa delle potenzialità del protagonista contribuiscano, al contrario, alla realizzazione di un romanzo godibile e teso, che neppure il fatto di conoscere l'identità del serial killer è riuscito a sminuire - non ricordo, onestamente, in quale dei successivi titoli della serie venga citato -, concluso con un climax da urlo dalla potenza simile a quella riservata dal miglior Winslow, intriso dei gusti, dei panorami e dei sapori di un'Australia decisamente lontana dalla Norvegia dei ricordi dello stesso Hole, talmente giovane da fare quasi tenerezza - ai tempi di questa vicenda doveva avere da poco superato i trenta, nell'ultimo Polizia dovremmo essere ormai alla soglia dei cinquanta - eppure rivelato in alcuni dettagli mai più citati nel corso delle sue vicende.
Senza dubbio, conoscendo il valore delle opere successive, questo romanzo apparirà in una certa misura ingenuo ai fan dell'investigatore, eppure, avendo la possibilità di ricominciare da capo, penso sarebbe una partenza perfetta per chi si avvicina per la prima volta al vecchio Harry: per il sottoscritto, tra un "mate" ed il cognome del protagonista ribattezzato Holy - santo, proprio come il bevitore - fino al veleno scelto da ogni alcolizzato come si deve per mettersi alla prova e scatenare tutti i demoni del proprio inferno, è stato un ritorno al passato goduto dalla prima all'ultima pagina, specchio di quella che diventerà la forza di uno dei più grandi scrittori - di genere e non solo - viventi, e di uno dei charachters più straordinari che un ex calciatore, giornalista ed analista di borsa potesse inventare.
E non solo lui.
E nella morte - in tutte le sue incarnazioni, a partire dal malefico Bubbur - che insegue Harry Hole quanto e più dei suoi demoni, pronta a prendersi spesso e volentieri chi lo stesso Hole cerca di proteggere - e troppo spesso di amare - c'è tutta la struggente passione di chi vive la vita sempre e comunque, anche quando pare troppo impegnato a distruggere se stesso e quello che costruisce: è per quella stessa passione che Harry Hole è il Batman del crime.
Per quella stessa passione che non c'è pipistrello, o serpente che possa fermarlo.
Perchè anche nella sconfitta, la sua voglia di vivere è qualcosa di troppo grande per essere fermata, distrutta, resa cieca da una bottiglia, o un sorso di troppo.
Harry Hole è l'opposto dei serial killer che caccia, pronti a giocarsi tutte le carte per rischiare sempre di più, fino ad essere presi.
Harry Hole rischia per andare oltre. Per essere così leggero da volare in alto.
Più in alto di tutti.
Partendo dalle profondità degli abissi.




MrFord




"Buying bread from a man in Brussels
he was six foot four and full of muscle
I said, "Do you speak-a my language?"
he just smiled and gave me a Vegemite sandwich."
Men at work - "Down under" - 




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