giovedì 7 agosto 2014

The forgotten

Produzione: ABC
Origine: USA
Anno: 2009
Episodi: 17




La trama (con parole mie): Alex Donovan, ex poliziotto al quale è scomparsa una figlia che lo stesso si prospetta, prima o poi, di ritrovare, è a capo di una speciale unità di volontari che si occupano di ritrovare le identità perdute di tutti i cadaveri rinvenuti senza documenti e volti dalla polizia di Chicago. Supportato dalla detective ed ex collega Russell, Donovan scava nel passato delle vittime in modo da poter rendere possibile un loro riconoscimento ed un collegamento che possa dare ai parenti o agli amici una possibilità di salutare per l'ultima volta chi hanno perduto, spesso e volentieri smascherando anche colpevoli non rintracciati dalle forze dell'ordine.
I casi che il Forgotten Network - questo il nome del gruppo - affronterà toccheranno diverse realtà sociali e personali, rendendo possibile ad ogni membro un confronto con se stesso e con la realtà a volte clamorosamente triste di una metropoli moderna.








Negli ultimi anni la crescita qualitativa delle proposte per il piccolo schermo ha cambiato la geografia dei movimenti anche attoriali, portando molti nomi associati a blockbuster e successi al botteghino presenti e passati a confrontarsi anche con questa nuova - si fa per dire - realtà: terminato con successo l'esperimento di Cold Case, Jerry Bruckheimer ritenta la strada degli omicidi insoluti e delle piste fredde grazie all'apporto di uno dei volti più importanti di un certo Cinema alternativo soprattutto anni novanta, Christian Slater, caduto più o meno nel dimenticatoio con l'avvento del Nuovo Millennio.
Peccato che questo The Forgotten - che terminò anzitempo la sua corsa dopo una sola stagione, qualche anno fa - non sia riuscito sotto nessun aspetto a seguire le orme del suo per certi versi predecessore, dando vita ad una sorta di copia sbiadita del serial con protagonista la Detective Rush, privo del carattere - sia per quanto riguarda il prodotto che per i suoi protagonisti - e di quella scintilla necessaria a legare il pubblico in modo da assicurarsi un futuro anche commerciale.
La stessa idea di un gruppo di volontari che, in barba a lavoro e famiglia, riescono a trovare il tempo e le energie per seguire indagini con risultati migliori della polizia risulta poco credibile, senza contare che la scelta dei personaggi - esclusi il protagonista Alex Donovan e la sua spalla in polizia Russell - non ha contribuito per nulla al successo del prodotto: troppo sciapi sia in termini di caratterizzazione che attoriali, preda di una serie di scelte discutibili e cambi di rotta piuttosto forzati - si veda il rapporto tra Tyler e Candace, completamente dimenticato negli ultimi episodi -.
Come se non bastasse, le trame hanno ricordato agli occupanti di casa Ford quei fumetti italiani dalla struttura sempre identica che episodio dopo episodio forniscono casi che già in partenza si sa che i protagonisti risolveranno senza neppure sudarci troppo: addirittura in tre o quattro occasioni, Julez ha sfoderato la detective che è in lei dei tempi migliori azzeccando il colpevole dell'omicidio di turno alla prima scena.
Una mezza delusione, dunque, considerato che qui al Saloon ci si aspetta sempre un certo tipo di risultato quando si tratta l'argomento morti ammazzati, ma ad un tempo nulla che possa davvero solleticare le bottigliate, o che meriti un giudizio severo e massacrante.
In fin dei conti, si tratta di un prodotto mediocre che perfino il pubblico occasionale ha finito per snobbare sancendone la prematura fine, e che non avrebbe mai e poi mai avuto le caratteristiche necessarie per imporsi in un panorama che porta nelle case degli spettatori cose di un livello decisamente più alto - dal già citato Cold Case a Criminal minds, senza contare gli innumerevoli seppur dal sottoscritto snobbati CSI -: peccato per Slater, che prosegue nella sua striscia negativa e, di fatto, non cambia di una virgola il suo personaggio pseudo maledetto portato sulle spalle fin dai tempi della giovinezza.
Neppure l'inserimento della vecchia conoscenza dei fan di 24 Elisha Cuthbert riesce nell'impresa di risollevare l'asticella dell'attenzione rispetto ad un prodotto davvero noiosetto, che neppure la visione nel corso di pranzi e cene come sottofondo è riuscita a rendere più scorrevole qui dalle parti di casa Ford, senza contare che la mancanza di una sigla effettiva, ha privato anche il Fordino di un balletto da associare al titolo.
Un tentativo, dunque, sicuramente fallimentare di esplorare nuovi aspetti di un genere come il noir da sempre amato da queste parti, non nocivo o terribile ma decisamente innocuo: e quando si parla di un prodotto da legarsi al thriller, sono sempre termini che si preferirebbe non usare mai.




MrFord




"From the top to the bottom
bottom to top I stop
at the core I’ve forgotten
in the middle of my thoughts
taken far from my safety
the picture is there
the memory won’t escape me
but why should I care."
Linkin Park - "Forgotten" - 




 

8 commenti:

  1. francamente ne ignoravo l'esistenza ma credo che continuerò a farlo...

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    1. E non ci perdi nulla, tranquillo.

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    2. Mi associo,anche perchè odio Christian Slater con ogni fibra del mio corpo XD

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    3. Ahahah Slater non sta troppo simpatico neanche a me, ma il problema qui è quello della proposta che non è stata all'altezza delle aspettative.

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  2. tutte le seriette crime più inutili non te le perdi proprio, vero ford? :)

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