lunedì 11 agosto 2014

Merantau

Regia: Gareth Evans
Origine: UK, Indonesia
Anno: 2009
Durata: 134'





La trama (con parole mie): Yuda, giovane indonesiano cresciuto in campagna e divenuto con gli anni un maestro di Silat, arte marziale locale, intraprende lasciando la famiglia e trasferendosi senza nulla a Jakarta il percorso del Merantau, che dovrebbe traghettarlo dalla giovinezza all'età adulta.
Spinto dal sogno di aprire una scuola proprio di Silat, Yuda vaga i primi giorni per le strade della città imbattendosi in Astri e nel suo fratellino Adit, che vivono di espedienti come meglio possono.
Quando alcuni misteriosi trafficanti di esseri umani europei stringono un accordo con il padrone del club dove Astri si esibisce che prevede il traffico di alcune ragazze - Astri compresa - Yuda si mette in gioco per difendere i suoi unici amici, quasi una famiglia per le strade di quel luogo violento e sconosciuto.
La lotta contro i trafficanti ed i loro uomini sancirà la crescita che Yuda cercava e la consacrazione del suo Merantau: ma a quale prezzo?







Chi bazzica il Saloon da un pò di tempo, sa bene del debole che il sottoscritto nutre per i film di botte in generale, complice una formazione infantile a suon di Stallone, Schwarzy, Van Damme e chi più ne ha, più ne metta - mi piacerebbe che qualcuno tra voi ricordasse anche Don "The Dragon" Wilson, in quest'ambito -: tolto l'esperimento più che riuscito degli Expendables, però, gli Anni Zero non hanno fornito particolari emozioni - purtroppo - in quest'ambito, se non grazie ad autentici lampi come il secondo e il terzo capitolo di Undisputed e The Raid - Redemption, probabilmente l'action movie definitivo parlando di sequenze al limite dell'impossibile e concentrazione di tematiche note a tutti i fan di questo tipo di Cinema dai tempi di Bruce Lee in poi.
Prima che potesse lasciare a bocca aperta il pubblico in tutto il mondo, però, Gareth Evans era "solo" un ragazzone gallese trapiantato in Oriente dalla grandissima tecnica ma ancora grezzo, di quelli che devono farsi le ossa prima del definitivo salto di qualità e della consacrazione - sacrosanta -: Merantau è l'espressione proprio di questo.
Iko Uwais, che sarà protagonista anche dei lavori successivi del regista, asso del Silat - arte marziale indonesiana - e viso che ricorda quello degli sfigati e degli outsiders della mitologia dei film di botte anni ottanta, presta benissimo fisicità a Yuda, candido eroe positivo che, nei meandri di una Jakarta fotografata alla grandissima - tanto da ricordare il successivo Solo dio perdona -, finisce per trasformare l'esperienza del suo passaggio all'età adulta in uno scontro all'ultimo sangue con una banda di trafficanti di donne pronta a concentrare le sue attenzioni sulla sorella di un bambino che vive di espedienti fin dal primo incontro e, di fatto, spalla dello stesso protagonista.
Senza dubbio siamo di fronte ad un prodotto nettamente inferiore a quello che diverrà lo standard di Evans, decisamente troppo lungo, doppiato malissimo nella versione italiana - agghiacciante soprattutto la resa di Astri, per non parlare dell'adattamento - e scritto neanche fosse una sorta di soap televisiva condita di botte da orbi: eppure la classe dell'uomo dietro la macchina da presa ed il suo talento, così come l'occhio per le coreografie pressochè perfette degli scontri - bellissimo quello sul cavalcavia - sono evidenti, e insieme alla già citata fotografia da urlo e al destino di Yuda - per una volta almeno in parte differente da quello dei classici eroi positivi - contribuiscono a rendere comunque e a suo modo interessante la visione, almeno per chi, con il tempo, ha imparato ad adorare il lavoro del buon Gareth, che sfoggia un piglio assolutamente da "Far East" neanche fosse più orientale degli orientali stessi.
I radical chic di ogni taglio e colore, comunque - tradotto in termini di uso comune, Cannibal Kid e soci -, farebbero meglio ad astenersi almeno quanto i non avvezzi al genere, che potrebbero trovare quella che, di fatto, è stata la palestra di Evans un vero e proprio polpettone di dubbio gusto all'interno del quale si alternano legnate da record ed atmosfere al limite della fiction televisiva sentimental-drammatica: Merantau è stato il Merantau del regista, e proprio per questo è un prodotto destinato principalmente ai suoi fan, magari in modo da sfruttarlo come antipasto per il recente e clamoroso The Raid 2, o come un contenuto extra da bluray o dvd.
E se anche doveste annoiarvi un pò, tra un pestaggio e l'altro, fatevi forza: bastano un paio di colpi ben assestati per far tornare pericolosamente alto il livello dell'attenzione.
E dell'esaltazione che il genere garantisce.



MrFord




"I told 'em all where to stick it
I left town with a dime to my name
I said, I'm done with all of my fake friends
self-righteous pawns in a losing game."
Paramore - "Grow up" - 



10 commenti:

  1. tranquillo.
    mi sarei astenuto da sta robaccia anche se non me lo dicevi :)

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  2. Chiaramente lontano anni luce dal capolavoro totale che è the raid, ma non per questo un brutto film. I combattimenti sono molto belli e fanno perdonare qualche lungaggine di troppo nella parte centrale.. io sto già sbavando per The night come for us.. (che come titolo fa bruttissimo)

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    1. Combattimenti niente male, peccato per le molte ingenuità. Ma sappiamo come ha proseguito Evans. ;)

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  3. Immaginavo fosse così e per questo fino a ora è rimasto in attesa nell'hard disk. Ma magari, prima o poi...

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    1. Ti capisco. È stato lo stesso per me. Prima o poi, comunque, ci sta.

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  4. Ah, bellissimo questo. Almeno, a me era piaciuto parecchio... forse perchè Iko Uwais è un grande :)
    Botte e "finale toccante" promossi!
    Gareth Evans si stava scaldando per The Raid.

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    1. A me è parso un pò acerbo, ma sequenze come quella del ponte sono una bomba davvero.

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  5. Mi associo al fattore acerbo.
    C'è di peggio, per i miei gusti.

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    1. Assolutamente.
      E per fortuna Evans ha fatto anche di meglio.

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