domenica 24 agosto 2014

A spasso con i dinosauri

Regia: Barry Cook, Neil Nightingale
Origine: USA, Australia, UK, India
Anno: 2013
Durata: 87'



La trama (con parole mie): uno speleologo accompagnato dal nipote e dalla sua fidanzata viaggiano attraverso l’America alla ricerca di reperti che documentino la vita dei dinosauri in quei luoghi, centinaia di migliaia di anni fa.
Scovato un dente di Gorgosauro, ha inizio una sorta di viaggio indietro nel tempo che porta a seguire la storia di Patchi, un Pachirinosauro che, con il suo branco, cresce e diviene adulto una migrazione dopo l’altra, lottando per la sopravvivenza in un mondo feroce e per la sua identità rispetto ai suoi simili così come a se stesso.
Accompagnato dal fratello e dalla possibile compagna per la sua vita “da grande”, così come da un pennuto che funge da narratore della vicenda, Patchi mostrerà i lati magici e quelli spaventosi della vita ancestrale di quell’epoca remota.







A volte, non si capisce bene per quale motivo ci si imbarchi in alcune visioni: certo, l’amore per il Cinema finisce per giustificare anche tentativi legati a titoli chiaramente pronti a confermarsi scarsi, il blog a tenersi aggiornati anche rispetto alle novità che meno ci attraggono, eppure dovrebbe sempre esserci un limite.
Quando, però, anche il lavoro finisce per rendere particolarmente pesanti le ultime giornate prima delle ferie, si finisce per cadere vittime anche dei tranelli più biechi della grande distribuzione come A spasso con i dinosauri, uscito in sala qualche mese fa principalmente per spingere il 3D – che continuo a detestare, neppure troppo cordialmente – e la classica invasione da multisala da parte di tutte quelle famiglie composte da spettatori occasionali pronte ad anestetizzare per un’ora e mezza i figli nel corso del weekend.
Il lavoro, australiano d’origine – purtroppo per il mio legame con il continente Down Under – e realizzato unendo riprese naturalistiche ad un lavoro decisamente notevole di computer graphic, cerca di riportare l’attenzione soprattutto del pubblico più piccolo all’epoca dei dinosauri, vent’anni fa rilanciata dall’efficace – seppur non perfetto – Jurassic Park e da allora finita almeno parzialmente nel dimenticatoio.
Per poter ingraziare gli adulti accompagnatori, invece, si adotta l’ormai inflazionata e sempre fastidiosa tecnica del narratore esterno ammiccante ed almeno sulla carta ironico, che dovrebbe coinvolgere i genitori ai quali, di norma, poco importa di nomi e caratteristiche di lucertoloni vissuti sulla Terra centinaia di migliaia di anni or sono.
Ora, non so come si siano comportati gli australiani o i distributori del resto del mondo, ma di sicuro la versione italiana – dal protagonista al suo decisamente poco sopportabile compagno di viaggio volante – finisce per essere quantomeno agghiacciante sia per quanto riguarda la scelta delle battute – quella del weekend lungo associato alla migrazione è assolutamente da brividi, e purtroppo non è neppure l’unica -, pronta ad appesantire uno svolgimento degno del peggior film Disney, tutto prevedibilità e retorica.
Non che voglia necessariamente sfogare un’ira particolarmente funesta su questo titolo – che, di fatto, è sostanzialmente innocuo per la sua pochezza -, anche perché resto convinto che gli spettatori più piccoli potrebbero comunque risultarne affascinati, se non altro per gli scorci mozzafiato e la classica storia di riscatto che vede protagonista il piccolo Pachirinosauro che da outsider diviene riferimento per il suo branco, quanto criticare per l’ennesima volta lo sfruttamento bieco che le case di produzione continuano ad operare rispetto ad operazioni come questa e la capacità quasi innata del pubblico di caderci con tutte le scarpe, neanche fosse difficile capire di essere protagonisti della classica operazione mangiasoldi pronta a gonfiare le tasche delle majors e dei gestori dei multisala pronti a sfregarsi le mani per ogni confezione di pop corn, caramelle o bibita servita prima dell’ennesima proiezione che dovrebbe riportare tutti indietro nel tempo come per magia, ma che finisce per essere, semplicemente, l’ennesima vuota illusione di un Cinema che non sa più emozionare a certi livelli.




MrFord




"D-I-N-O-S-A-U-R a dinosaur
D-I-N-O-S-A-U-R a dinosaur
and O-L-D M-A-N
you're just an old man
hitting on me what?
You need a cat scan."
Kesha - "Dinosaur" - 




5 commenti:

  1. La computer grafica usata mi è piaciuta un sacco.
    Se fosse stato unicamente documentario mi sarebbe piaciuto decisamente di più!

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    1. Infatti secondo me avrebbero dovuto tenere un profilo di quel genere. L'operazione sarebbe stata più sensata!

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  2. Ahahhah mi hai tolto le parole di bocca sul perché avessi deciso di guardarlo...
    Nonostante ami alla follia i dinosauri non penso di vederlo -magari quando mati è un po più grande- al limite mi riguardo Alla ricerca della valle incantata, quello sì un capolavoro ;-)
    Il 3D è una merda gigante e fumante (di dinosauro)

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    1. Fratello, non ti perdi proprio nulla. Meglio riscoprire Jurassic Park, o vedere qualche documentario.
      E sul 3D hai ragione da vendere. ;)

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  3. e se non è piaciuto manco a un dinosauro come te, che pubblico può avere 'sta roba?

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