martedì 26 giugno 2012

Detachment

Regia: Tony Kaye
Origine: Usa
Anno: 2011
Durata: 97'




La trama (con parole mie): Henry Barthes è un professore supplente di letteratura abituato a muoversi di istituto in istituto, saldo nel suo proposito di mantenere un distacco dagli studenti tale da fornire loro nel modo più equilibrato possibile tutti gli strumenti necessari per affrontare le difficili prove della vita.
Giunto in una nuova scuola sulla quale gravano i problemi dei giochi di potere rispetto alla direzione ed una condotta dei ragazzi praticamente incontrollabile, il giovane insegnante finirà per confrontarsi con le angosce dei suoi alunni, del resto degli insegnanti e di una giovane prostituta che cercherà di redimere in modo da fornirle un'alternativa alla strada.
Il tutto tenendo botta, non senza difficoltà, ai colpi inferti dai fantasmi di una vita senza buoni maestri che non ha lesinato nel segnarlo nel profondo del cuore.





"Ora basta", affermava deciso James Belushi/Rick Latimer nel supercult del trash tardo anni ottanta The principal, deciso a debellare tutto quello che rendeva il disastrato istituto che era stato spedito per i suoi problemi di condotta a dirigere un luogo in cui i giovani studenti si sarebbero persi.
Più o meno, è stato il mio pensiero quando i titoli di coda hanno posto fine alla sofferenza che è stata la visione di Detachment, celebratissimo ed attesissimo - da me per primo - grande ritorno sugli schermi di Tony Kaye, autore di un film che segnò un'intera generazione sul finire degli anni novanta, quell'American history X che, con tutti i suoi limiti, ancora riesce a scuotere il sottoscritto ad ogni visione.
Perchè lo sfoggio di autoreferenzialismo, retorica, arte pretestuosa e demagogia che è questo quasi infinito monologo di un Adrien Brody tornato ad interpretare il suo bollito personaggio depresso dopo l'illusione di ripresa data con il magnifico Dalì di Midnight in Paris volutamente ed insistentemente narrato da Kaye come se fossimo ancora nei magnifici anni dei Cahiers du Cinema, o nel pieno del fermento intellettuale dello stile jazz del primo Cassavetes è una delle delusioni più cocenti e terribili dell'anno, una sviolinata da presuntuosi e presunti grandi saggi della vita e della settima arte venuti a salvare noi poveri stronzi mortali dalle insidie del mondo brutto e cattivo.
Negli anni del mio percorso da studente, purtroppo per il sottoscritto, non ho avuto la fortuna di incontrare un insegnante davvero completo e rispettoso di uno dei ruoli più difficili, impegnativi ma anche appaganti dopo quello del genitore: spesso e volentieri mi sono trovato di fronte individui che, frustrati dalle mancate realizzazioni delle aspirazioni di gioventù, finivano per sfogare gli insuccessi personali esercitando il potere sugli studenti capitati nelle loro mani, senza preoccuparsi di quello che sarebbe stato di loro una volta terminato il percorso didattico - riferimento presente ad inizio pellicola, unico momento davvero promettente del lavoro di Kaye -.
Piccoli uomini e donne, incapaci di comprendere la vera meraviglia del ruolo di educatore: quello di consegnare ai propri allievi tutti gli strumenti possibili affinchè gli stessi possano fare sempre e comunque meglio di quanto abbiamo fatto noi stessi, e non necessariamente seguendo la stessa strada.
Una sorta di passaggio di testimone, una versione ancora più complessa - se possibile - di quello che dovrebbe accadere anche in famiglia.
Ma quasi peggio di tutti loro sono stati i presunti messia dell'insegnamento: personaggi ancora più subdoli, perchè nel loro caso il potere esercitato sugli studenti faceva leva sul fascino che erano in grado di esercitare fingendo una partecipazione ed un interesse che altro non erano se non un massaggio all'ego anche più disturbante di quello dei loro colleghi assetati di potere.
Passato il primo quarto d'ora scarso fino alla conclusione, è come se fossi stato ancora tra i banchi di fronte ad uno di questi ultimi, inebetito dalle fregnacce di un presunto messia, che mi sono sentito. Tanta voglia di stupire, imporre la propria idea, fare in modo che la stessa fosse percepita come migliore delle altre seppur celata dietro il confortante abbraccio del suggerimento.
Pensate con la vostra testa, ragazzi. Leggete, guardatevi attorno.
Ma fatelo sempre e comunque con i miei occhi.
A poco e nulla servono una messa in scena confezionata apposta per i Festival, un cast all star in cui James Caan e Bryan Cranston finiscono per fare le comparse di lusso dando spazio a Sami Gayle e Betty Kaye, brave abbastanza per i ricatti morali che sono i loro due ruffianissimi personaggi, supportati da una sceneggiatura che nel compimento delle vicende di Erica e Meredith trova il punto più alto - o più basso - della sua retorica mascherata da opera d'arte.
Con pellicole di questo genere ci vorrebbe lo Spike Lee dei tempi migliori, da Fa la cosa giusta a La 25ma ora: non si gioca con i ragazzi, i loro destini, le idee che vorresti fossero ancora le tue, perchè sei il primo che vorrebbe essere ancora al loro posto, e viverti tutta la vita con la testa di un adulto.
Loro sono qui per fare molto meglio di quello che abbiamo fatto noi.
E questo Detachment, passatemi il termine duro e piuttosto brusco, mi ha lasciato un sapore amaro in bocca: quello della pedofilia culturale.
Quindi, caro il mio Tony Kaye dell'insegnante buono che però pensa tanto a guardare in macchina e farsi bello scandalizzandosi se una collega dubita di lui, che ha abbracciato una studentessa in lacrime plagiata dal suo modo cool di farla sentire speciale, vaffanculo.
Vaffanculo i disegni da film radical chic del cazzo, il montaggio alternativo, il voler premere sull'acceleratore quel tanto che basta per far rimanere a bocca aperta qualche Giuria che non sa davvero cosa significa stare tra quei banchi.
E mi sa tanto che non lo sai neanche tu.
Fanculo tu ed il tuo sincero patinatismo, o paternalismo che dir si voglia.
Ti rispedisco tra i banchi a suon di bottigliate.
Bocciato.
E chissà che l'anno prossimo, se sarai ne La classe giusta, tu non ti decida ad imparare qualcosa.
O ancora meglio, ad insegnarla.


MrFord


"Well we got no choice 
all the girls and boys
makin' all that noise 
'cause they found new toys 
well we can't salute ya can't find a flag 
if that don't suit ya that's a drag."
Alice Cooper - "School's out" -


 

61 commenti:

  1. mamma mia che recensione cattiva hahaha, vedrò se hai ragione o meno XD

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    1. Staremo a vedere. Per me, fino ad ora, il film più detestabile della stagione.

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  2. ammazza le bottigliate! ho sentito il rumore fin da qui...io l'ho trovato sincero come film, anzi mi sembra che il personaggio di Barthes brilli proprio perchè non vuole far prevalere il suo punto di vista ma lasci liberi gli alunni di pensare con la propria testa senza alcuna pretesa di superiorità culturale o senza far rimarcare che il coltello dalla parte del manico ce l'ha sempre l'insegnante. Nella storia di Erica pensa ho visto qualcosa degli scorci urbani di Shame di Steve McQueen. Per me è una delle migliori visioni di quest'anno, emozionante...poi naturalmente ogni parere difforme è ben accetto...

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    1. Senza tirare in ballo Shame - che ho trovato eseguito benissimo, ma assolutamente freddo e senza cuore -, credo che tutto, in Detachment, sia completamente messo a servizio della voglia di sermoni di regista e sceneggiatore.
      Sicuramente ha il merito di spaccare in due l'audience, ma per il resto, vorrei slogarmi la spalla a furia di bottigliate! :)

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    2. a parte casa ford, che non fa testo, l'audience l'ha spaccata in due sì: tra quelli a cui è semplicemente piaciuto e quelli che l'hanno adorato e parlano (giustamente) di capolavoro!

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    3. Ma sai Cannibal, io ammetto tranquillamente di non essere un'appassionata del CINEMA, ma delle storie sì.
      E questa storia a me è sembrata una supercazzola. Una roba da Baricco degli ultimi tempi "guarda come sono bravo a dire cose interessanti". Il fatto è che se mi arriva più il tuo desiderio di essere bravo che la storia, per me hai sbagliato punto di vista.
      Poi esteticamente sarà stato bravissimo a livello di critica cinematografica? Bene, ben venga, però a me non ha dato niente.
      Anzi mi sono sentita presa in giro.
      E questo non mi piace mai.

      (poi certo, sono ben contenta di non essere una critica perchè tra i disegnini del cazzo e le inquadrature alla scuola vuota... urca boh!)

      A me piacciono i film sinceri, che mi toccano, che siano belli? Cazzomenefrega, io mica devo scrivere un dizionario di cinema con opinioni condivisibili.

      Io guardo un film e voglio godere.
      Ho visto questo film e neanche sono riuscita a cagare.

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    4. Cannibale, ma non sei tu quello sempre contro!?!?
      Com'è che quando si critica un film che ti è piaciuto tiri sempre fuori i favori della critica o del pubblico? ;)

      Detto questo, io sono stato più fortunato di Julez: devo dire che l'effetto lassativo di Detachment si è fatto sentire sia dopo la visione che questa mattina, al risveglio. ;)

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    5. "Io guardo un film e voglio godere.
      Ho visto questo film e neanche sono riuscita a cagare."

      potrei amarti per sempre! grazie!

      :-)

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    6. Straziami, Ciku, ma di baci saziami!

      Credo che Ford mi abbia sposato solo per quanto sono sboccata! ;)

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    7. Ciku, ora ci capiamo in pieno! :)

      Julez, così ti voglio! Dacci dentro!

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  3. Pur sorvolando sullo stato della scuola (e degli educatori frustrati), rispetto al quale ti capisco benissimo, pur avendo avuto personalmente (ma anche con la Belva) esperienze migliori delle tue; ho trovato ottima e precisa l'espressione "pedofilia culturale".

    Scusa se ridacchio pensando alla tua faccia di fronte a questa visione, che, giusto un paio di giorni fa, mi consigliavi di mettere in nota dopo che io l'avevo saltata a piè pari.
    Visto l'entusiasmo di allora capisco la montagna di bottigliate.

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    1. Sorella, effettivamente mi aspettavo molto da questo film, che ho trovato irritante, demagogico ed incredibilmente nocivo: peccato.
      Ma come vedi, se c'è da fare andare le mani contro questo tipo di dispotismi intellettuali, non mi tiro affatto indietro! :)

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  4. e figuriamoci se potevi comprendere la grandezza di un film splendido come questo...
    sei senza speranza, confinato dietro la lavagna con il cappello dell'asino in testa uahahhah

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    1. E' un film retorico e nocivo, tutto il contrario di quello che dovrebbe essere la didattica, confezionato da un regista con un ego grande come una casa.
      Dev'essere per quello che l'hai trovato splendido! ;)

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    2. un ego grande come una casa io???
      è ironico che accusi il regista di autoreferenzialismo, e poi passi tutto il post a parlare di te più che della pellicola.
      come avevano detto anche a nanni moretti: ford, spostati e facci vedere il film! :D

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    3. Forse hai letto un post diverso, o forse il tuo ego paragonabile a quello di Kaye ti ha offuscato la vista! ;)

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  5. E qui mi inserisco perchè purtroppo ho visto anche io questo film e l'ho trovato di un falso incredibile.
    I veri maestri non fanno monologhi, fanno domande. Ed è dalle domande e dalla ricerca delle risposte dentro di te che nasce la consapevolezza. Meredith muore perchè non ha CAPITO di essere giusta, ha pensato di essere GIUSTA per qualcun altro.

    Ed è così che è fatto questo film. Ti DICE cos'è giusto ma non te lo fa immaginare e capire.
    Nel monologo del minchione a un certo punto lui dice "le immagini te le danno gli altri", e il regista non si è reso conto che nella sua campagna contro l'immagine imposta lui non ha fatto altro che ridondare di messaggio.

    DETESTABILE, il film, la REGIA, Adrien Brody e quei cazzo di disegnini merdosi.

    Scusate, ma mi sono infervorata.

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    1. Ottima Julez...e io, intanto, continuo a ridacchiare!!

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    2. Julez, fantastico quel "quei cazzo di disegnini merdosi".
      Fanculo questo film, again.
      E hai analizzato alla perfezione quello che accade a Meredith. Bravissima.

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  6. Azz....che botta!Però ti confesso che sotto sotto non mi meraviglio. Incenso ovunque, bottigliate qua.
    Peccato per Brody, pensavo si fosse ripreso. Vedremo (al solito prima o poi) se hai ragione.

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    1. Newmoon, provo a buttarti un sasso nella speranza che tu possa vederlo presto: da genitore, credo che un film come questo possa fare incazzare a morte.
      Attendo di sapere che ne pensi!

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    2. Più che un sasso hai lanciato un pietrone. Sono curiosa, anche perchè a casa dell'amico tuo il giudizio è nettamente differente.
      Appena riesco a ritagliarmi un secondo (battutona!) lo guardo.
      p.s. Su Hunger Games avevi ragione, l'ho visto e francamente è di un piattume imbarazzante. Stò pensando seriamente a cosa scriverci su.

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    3. Newmoon, lo so che al Cannibale è piaciuto da matti, e non solo a lui.
      Io l'ho trovato semplicemente irritante, falso, retorico.
      E' come se il professor Keating de L'attimo fuggente si fosse fatto un acido perdendosi nel delirio di onnipotenza.
      Quando sarà il momento, verrò a leggere volentieri dalle tue parti, un pò come per il vuotissimo Hunger games.

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  7. Stasera avrei la scelta tra questo e "Another happy day"...

    "Un film che coglie le falle del sistema di istruzione americano con lucido pessimismo e malinconica poesia". (così recita mymovies). Vedremo: se ci sarà da rincarare la dose di bottigliate non mi tirerò indietro.

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    1. Lucien, sono molto curioso di scoprire il tuo punto di vista: per età ed approccio, mi dai l'idea di uno che potrebbe essere un buon insegnante.
      Non come Mr. Barthes il santone del cazzo. ;)

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    2. vabbè, ma anche se non ti è piaciuto il personaggio del prof. protagonista, registicamente è senza dubbio un film strepitoso. soltanto un cieco o un ford possono non vederlo...

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    3. Registicamente Godard - che come ben sai non è tra i miei preferiti - faceva cose ben più innovative cinquant'anni fa. Dove sia strepitoso, lo sapete solo tu e Kaye. Ahahahahah!

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  8. bello quando un film spacca così. lo vedrò!

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    1. Effettivamente, di fronte a fratture di questo genere, una visione vale sempre la pena!

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  9. E ti pareva!? Tu spari bottigliate a destra e a manca, e il Cannibale addirittura lo promuove con un bel 8,5! Ahahahah

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    1. Questo perchè io vorrei essere un insegnante che porta i suoi studenti a superarlo, invece cannibale vorrebbe essere il primo della classe, e lasciare tutti gli altri indietro! ;)

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  10. Ma no, addirittura le bottigliate? Io non l'ho vissuto come "pornografia culturale", il personaggio di Brody non mi ha dato l'impressione di voler imporre il proprio punto di vista. La retorica non manca, è ver, ma sarebbe difficile riuscire a evitarla del tutto con una tematica del genere.
    Kaye ha usato indubbiamente per la sceneggiatura alcuni espedienti "faciloni" ma a mio parere il risultato è piuttosto buono.

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    1. Joy, basta il monologo citato da Julez per definire l'ambiguità del personaggio di Brody: una sorta di tirannia intellettuale nascosta dietro l'aura di insegnante cool.
      Un film retorico e demagogico come non ne vedevo da anni.
      E pensare che lo aspettavo con grande ansia.
      Peccato.

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  11. Ummm. Niente di nuovo sotto al sole, neh!

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    1. Nora, hai detto bene.
      Peccato, però. Una delusione rispetto a quello che mi aspettavo.

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  12. ma questo film è splendido!come si a bottigliarlo??? Adrien Brody è emozionante qui!

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    1. Splendido!?!? Io l'ho trovato falso, demagogico ed incredibilmente retorico.
      Per non parlare dello stile da film alternativo da festival radical chic: bottigliate a tutti, Brody compreso! ;)

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    2. falso?perchè mai?io invece lo trovo il ritratto perfetto di un viaggio tra i fallimenti e le speranze di chi "non ha un ruolo fisso". Secondo me la gente pensa che sia un film sulla scuola, non lo è e non lo vuole essere, è solo un pretesto per intrecciare le vite dei giovani che sembrano non avere futuro a quelle degli adulti che cercano di mettersi in cattedra ma che sono "svuotati" dal loro stesso ruolo. Le riprese che scrutano i visi silenziosi e cercano di farci emozionare sono intense e contribuiscono a rendere questo film unico. E ti dirò di più: in questo caso è giusto che il lieto fine non ci sia.

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    3. Ti dirò, a me è sembrato il delirio da guru di uno che avrebbe tanto voluto fare l'insegnante cool, o lo studente ancora più cool.
      Tra l'altro, le riprese mi sono parse il classico saggio di tecnica finto alternativa buono giusto per vincere al Sundance o in altri festival indie, vuote e pretenziose.
      A me, tra l'altro, è parso che il finale, pur non lieto, sia clamorosamente e ruffianamente consolatorio.
      Film davvero pessimo, il peggiore - tra quelli d'autore - dell'anno fino ad ora. ;)

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    4. laura, ignora il delirio di un guru che avrebbe tanto voluto fare l'insegnante cool, o lo studente ancora più cool :D

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    5. Cannibale, guarda che sei tu il seguace dei guru numero uno!
      Pensa al tuo amichetto del cuore Malick! Ahahahahahah!

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    6. dai, questo è il tipico film alla Kaye!e da uno come lui non puoi pensare che cerchi di arrufianarsi qualche giuria!ma proprio no!
      per una volta sono estremamente contenta che la critica internazionale mi appoggi!!!!(e a quanto pare anche il Cannibale!XD)

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    7. Bah, sinceramente American history X mi è parso anni luce migliore di questo.
      Poi, io non lo conosco di persona, ma mi pare che il buon Tony abbia giocato a fare l'artistoide impegnato del cazzo e basta: allora molto meglio, come mi ha giustamente fatto notare Julez, uno come Tarantino che sfoggia la tecnica solo per divertirsi, e non gli frega nulla di apparire come uno cui interessa l'interiorità delle persone. :)

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    8. oh beh nessun paragone con american history X, ci mancherebbe, quello rimane uno film IMMENSO, ma se penso a lobby lobster o a black water transit rivedo il suo stesso occhio attento e nessuna voglia di apparire radical chic. è per questo che secondo me questo è il solito Kaye.

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    9. Meno male, allora American History X era un'eccezione! ;)

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  13. Quindi insomma, ti è piaciuto, se ho capito bene!:)

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  14. E la storia dell'HIV?????
    Boh sarà che quando vedo un film e ho l'impressione che il regista mi voglia "spiegare" qualcosa, "insegnare" qualcosa (e che dunque si metta in cattedra), mi incazzo come una iena.

    Come dicevo sopra è proprio come con Meredith. Lui le DICE le cose, ma non le SENTE. C'è del vuoto cosmico in questo film, come i corridoi delle aule, ripresi centinaia di volte (come se fossimo scemi e usasse la ridondanza di volume tipica di chi parla con i sordi - non che con questa frase voglia accomunare scemi e sordi, che sia chiaro).
    Io non mi sento stupida non ho bisogno del suo spiegone.
    Gli insegnanti, ripeto, non spiegano, fanno domande, perchè se ci arrivi da solo, solo allora hai veramente capito e sentito.
    Quelli bravi ovviamente!

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    1. La storia dell'HIV era messa tanto per fare il buonista dei poveri.
      Ma del resto, Kaye non è certo un buon insegnante!
      Brava ancora! :)

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  15. be ora la cosa si fa ancora più interessante, lodato e bottigliato in egual modo... un film che deve essere visto!

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    1. Frank, che vada visto è sicuro.
      Anche perchè sono curioso di sapere che impressione farà a te!

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  16. Non posso che ripetere quello detto anche da altri, a questo punto una visione è praticamente d'obbligo.
    Con tutta questa disparità di giudizi la cosa si fa molto interessante.

    Ola da stadio per Julez e la sua non cacca.

    Ps: ho visto take shelter, cazzo che bomba e quel finale è davvero terrificante.
    Michael Shannon mio nuovo BFF.
    <3

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    1. Fratello, di sicuro un film che crea questo tipo di discussione vale almeno una visione.
      Ola per Julez approvatissima. :)

      Take shelter una bomba. Di sicuro, tra i film dell'anno. E il finale è da paura.

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  17. Io già volevo vederlo, ma dalla divergenza di opinioni che leggo anche nei commenti mi avete anche super incuriosita. Ford, tu e Julez l'avete distrutto... lo vedrò al più presto! :D

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  18. Rossana, film che generano questo tipo di fermento vanno visti: in genere non lasciano indifferenti.
    Attenderò la tua opinione!

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  19. ok, visto. non m'ha colpito granché. diciamo che lo trovo eccessivo e spesso irritante. la scelta registica di far fare a brody la parte del predicatore sminuisce la figura dell'insegnante. ha ragione julez, manca la discussione, elemento fondamentale dell'azione didattica. e si calca troppo la mano su questo diavolo di dramma infantile. dopo un po', sai cheppalle! si parla spesso per frasi fatte, ci sono esternazioni esagerate. imbarazzante, per esempio, la tirata di lucy liu. così come ho trovato abbastanza ridicola la scena della morte del nonno.
    d'altro canto, alcune inquadrature sono molto belle e mi piace molto la figura di james caan.
    mi pare che in un paio di scene si vedano elementi della troupe. ma potrei anche sbagliarmi.
    il ragazzo del gatto morto però in una scena ha la mano totalmente insanguita, nella scena successiva, appena sporca. la ragazza fa le foto attraverso una rete ma le foto escon perfette. piccolezze ma cerchiamo di curare un po' meglio i particolari!
    in generale, ripeto, non un film che m'abbia preso ma non m'ha neanche fatto schifissimo. medio.

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    1. Ciku, ottima analisi.
      Io sicuramente sono stato molto duro perchè, tendenzialmente, mi ha fatto molto incazzare, ma mi trovo d'accordo con te.
      E con Julez, ovviamente. ;)

      Detto questo, James Caan è stato l'unico a convincermi.

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  20. Pesante, tormentato e bacchettone. Non ho trovato un vero filo narrativo. Appena inizia il film il prof comincia a propinarci insegnamenti senza un appoggio nella storia. Tutti gli elementi mi sono sembrati messi lì come puri espedienti per una narrazione che per me è superficiale. Si cerca di andare in profondità, ma si rimane in superficie! D'accordo con te: le sensazioni sono quelle!

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    1. Rossana, come risposto anche all'altro commento, parole sante.
      Un film falso, vuoto, pretenzioso e per nulla didattico.
      In poche parole, una schifezza.

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  21. Comunque anche qui tra i commenti sembrava di essere al festival del luogo comune sulla scuola ne?
    Lacrespa

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