venerdì 20 dicembre 2013

Polizia

Autore: Jo Nesbo
Origine: Norvegia
Anno: 2013
Editore: Einaudi




La trama (con parole mie): il corpo di Polizia di Oslo guidato dal nuovo Capo fresco d'insediamento Mikael Bellman è alle prese con un agghiacciante mistero che vede un serial killer uccidere brutalmente poliziotti con alle spalle un passato di casi non risolti proprio sui luoghi in cui furono perpetrati i crimini originali. Orfano di Harry Hole, storico e disequilibrato investigatore che fu per anni il cuore della sua squadra, Gunnar Hagen si ritroverà a costituire un gruppo d'emergenza da far muovere parallelamente all'indagine ad ampio spettro coordinata da Bellman: i suoi membri, tutti personaggi fondamentali della vita di Hole, dovranno raccogliere il suo testimone cercando di affrontare un nemico spietato e senza volto, pronto a colpire duro e ad ogni occasione.
Katrine Bratt, Bjorn Holm, Stale Aune e Beate Lonn si getteranno dunque sulle tracce di quello che potrebbe diventare il loro peggior nemico di sempre, mentre Truls Bernsten, caduto in digrazia anche presso il suo amico d'infanzia Mikael Bellman seguirà la vicenda il più da vicino possibile.





Se esiste un termine in grado di definire il detective Harry Hole è presente.
Perchè quest'uomo disequilibrato, sfigurato da mille battaglie dentro e fuori, con un passato da alcolizzato ed il rischio di cadere in ogni momento preda dei suoi lati più oscuri e selvaggi, fragile eppure indistruttibile, fallibile eppure incorruttibile è sempre dove dovrebbe essere, quando c'è bisogno che ci sia.
Per i suoi colleghi, la sua famiglia, perfino per i suoi nemici.
Come fu presente per Oleg, fino alla drammatica conclusione de Lo spettro.
E' talmente presente da risultare tale anche nel momento in cui la sua assenza pesa come un macigno sui destini dei vecchi compagni, intrappolati in una caccia all'uomo legata ad un serial killer che potrebbe causare la definitiva rovina perfino degli avversari che resero difficile la già complicata esistenza del commissario in passato, come il fresco di nomina capo della polizia Mikael Bellman ed il suo ex cane da guardia Truls Bernsten.
E' talmente presente da spingere oltre la predisposizione alla follia perfino la giovane allieva della Scuola di polizia Siljie Gravesen, maniacalmente decisa a seguirne le orme e l'esempio che Hole diede a tutto il Corpo grazie alla sua praticamente perfetta statistica di casi risolti.
E' talmente presente da ispirare il suo autore, il diabolico Jo Nesbo, ad unire la tecnica di narrazione perfetta del già citato Lo spettro al cuore de Il leopardo e La ragazza senza volto, mettendolo in condizione di riuscire nel miracolo di confezionare il romanzo migliore, più drammatico, teso ed emozionante della sua saga.
Paradossalmente lo stesso che vede venire meno in termini di presenza proprio il suo protagonista.
Fin dalle prime pagine, con Oleg aggrappato al ricordo dell'Odessa che fece fuoco proprio contro l'uomo che un tempo il giovane chiamava papà tornato da Hong Kong per salvarlo dalla sua tossicodipendenza e dall'accusa di omicidio dell'altrettanto giovane Gusto Hanssen e l'efferato assassinio che da inizio all'indagine sul "Macellaio dei poliziotti" proprio mentre una vita pare consumare i suoi ultimi attimi in un letto di ospedale, l'autore norvegese, ormai riferimento assoluto per il crime mondiale, tesse una tela con il piglio dello scacchista, disponendo le sue pedine senza fretta prima di cominciare a tirare le fila di trame e sottotrame con il consueto fare da illusionista, costruendo sequenze da cardiopalma tanto quanto straordinariamente dettagliate e razionali, corse contro il tempo ed il cervello ed esplosioni di cuore, addii dolenti e frammenti talmente perfetti da tornare a darmi l'impressione che Nesbo, i suoi romanzi, li possa scrivere davvero dall'ultimo al primo paragrafo.
E se Lo spettro era un ritorno oscuro e terribile nella Oslo di Hole, Polizia è il grido del demone che brama di uscire allo scoperto, di colpire e gustare una vendetta sopita per troppo, troppo tempo: un demone che vibra nel petto di un assassino, di ogni vittima, di chi si è perduto e di chi, al contrario, finisce per ritrovarsi.
E Polizia è anche una fine. La fine dell'Harry Hole che abbiamo conosciuto ed amato, accanto al quale abbiamo sofferto ed esultato, quello del Jim Beam e degli impulsi incontrollabili.
Ma Harry Hole, come ormai ben si sa, è un tipo presente.
Talmente presente da far pensare che una fine possa anche essere un inizio, che una grande squadra non è necessariamente - e non deve esserlo - perfetta, e che la commozione possa esprimere non solo dolore, ma anche speranza, come quelle lacrime involontariamente prese a scorrere sul viso di Stale Aune, o fermate appena in tempo da chi porta fuori e dentro i segni di una felicità troppo a lungo combattuta, specie quando finisce per ritrovarsela di fronte.
E' talmente presente, Harry Hole.
Talmente presente che anche quando finisce per dimenticarsi un compleanno, prima o poi ti aspetterai di vederlo arrivare sulla porta, con tutti i suoi centonovantatre centimetri di altezza, pronto ad un gioco di prestigio che possa salvare la situazione.
Del resto, la sua leggenda è legata alle statistiche perfette.
Davvero curioso, per qualcuno così lontano dalla perfezione.
Qualcuno che, però, è sempre lì, a coprirti le spalle.
Talmente presente che vorresti fosse al tuo fianco per sempre.


MrFord


"Karma police, arrest this man
he talks in maths
he buzzes like a fridge
he's like a detuned radio."

Radiohead - "Karma police" - 




12 commenti:

  1. Ti odio un po'', sappilo... ;)

    (Lo iniziero domani. Anzi, no, è già domani. Lo inizio oggi!)

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  2. Io sono momentaneamente astinente da Nesbo... ma la ricaduta è sempre più prossima... mannagg!

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  3. Ho saltato pari pari la recensione...l'ho cominciato a leggere ieri. Ma il tuo voto mi fa ben sperare!

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    1. Beatrix, questo ha superato tutti i precedenti ed è diventato il mio preferito: spera pure benissimo! :)

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  4. sì, va bene...
    ma i fordsawards quando iniziano? ;)

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    1. I Ford Awards cominciano domenica, tranquillo: non ti lascio certo senza! ;)

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  5. Grazie per la recensione. Domani me lo compro e me lo regalo per Natale.

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  6. Dopo Lo spettro questo romanzo mi ha lasciato un pò freddo e perplesso... secondo me è un tornare indietro, dunque non c'è una crescita dei personaggi come è sempre accaduto nei romanzi di Nesbo

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    1. Secondo me, invece, è un'ulteriore evoluzione: molto più cuore che ne Lo spettro, e considerata la fine, direi che è un'evoluzione assoluta rispetto alla saga.

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