giovedì 4 luglio 2013

A prova di morte

Regia: Quentin Tarantino
Origine: USA
Anno: 2007
Durata: 113'




La trama (con parole mie): Stuntman Mike, un tipo strano con una macchina da urlo costruita per resistere anche ai più mortali degli incidenti che vaga tra Texas e Tennessee alla ricerca di gruppi di ragazze pronte a diventare le sue prede. 
Perchè Stuntman Mike è un cacciatore di prima categoria, e quando la DJ Jungle Julia, accompagnata da un gruppo di amiche, ha la sfortuna di incontrarlo in un locale per lei si materializza passo dopo passo un incubo su strada che finirà in un massacro.
Scampato alle forze dell'ordine, Stuntman Mike tornerà sulla strada, ed il suo cammino incrocerà quello di Kim, Pam, Zoe ed Abernathy, ragazze abituate a lavorare nel Cinema e pronte a dare al folle guidatore un assaggio piuttosto consistente della loro forza: quel mattacchione di Stuntman Mike, praticamente senza saperlo, finirà per passare dal ruolo del cacciatore a quello della volpe protagonista della caccia grossa.





Non ho mai fatto mistero di non amare particolarmente il periodo solo autoreferenziale che visse Tarantino una volta consolidata la sua fama di regista supercult e supercool con Le iene, Pulp Fiction e Jackie Brown, e che portò alla realizzazione dei due Kill Bill - che continuo a considerare due splendidi giocattoloni con poca sostanza, per quanto indubbiamente affascinanti - e di questo A prova di morte, parte dell'ambizioso progetto grindhouse che il vecchio Quentin portò a termine con l'amicone Robert Rodriguez, che per l'occasione superò quello che, di fatto, è il suo maestro grazie all'ottimo Planet Terror.
Devo però ammettere che, nel corso di questa nuova visione, mi sono trovato a rivalutare, almeno in parte, il lavoro del regista di Knoxville, che non passava sugli schermi di casa Ford dai tempi della sua uscita, risalente al non più vicinissimo 2007 - ricordo che fu uno dei primi film che io e Julez vedemmo in sala dopo aver iniziato la nostra avventura insieme -: intendiamoci, continuo a considerarlo come il lavoro più fiacco e meno incisivo della sua filmografia, ma di fatto quelle che allora erano state bottigliate impietose si sono trasformate in una sorta di bonaria pacca sulla spalla legata alla comprensione di quella che doveva essere, ai tempi, la necessità dell'autore di divertirsi senza ritegno e come se non ci fosse un domani, senza preoccuparsi troppo di consegnare alla settima arte qualcosa che potesse davvero fare Storia.
Sicuramente questa mia riflessione è una conseguenza dei due titoli clamorosi che "la iena" ha regalato al pubblico negli ultimi anni, e che hanno riportato l'asticella della qualità del suo lavoro spropositatamente in alto - parlo delle meraviglie che sono state Bastardi senza gloria e Django unchained, ovviamente -, ma pur se influenzato dai suddetti titoli credo di aver intravisto, in A prova di morte, una sorta di versione personale ed allucinata del regista di quelli che potrebbero essere, per il sottoscritto, gli action anni ottanta che con clamorosa facilità riescono a svuotarmi il cervello quando ho bisogno di uno stacco consistente.
Dunque Tarantino si lascia andare ad una sequela di piedi, culi, fanciulle, alcool, citazioni e sbrodolate di parole come piace a lui, probabilmente divertendosi da impazzire nel farlo: il risultato è senza dubbio squilibrato, a tratti ridondante, efficace nella prima parte quanto lezioso nella seconda, che si ribaltano senza troppi problemi quando a farla da padrona è l'azione sfrenata e sopra le righe - in questo caso, indubbiamente il primato va assegnato alla metà del film dedicata a Zoe e alle sue compari -.
A prova di morte rappresenta il bicchiere della staffa di un autore ai tempi ancora in piena sbronza da successo e privo della saggezza necessaria per gestire talento e notorietà all'unisono, un giocattolo vintage all'interno del quale sfilano affascinanti donzelle oscurate dalla prima all'ultima da Stuntman Mike, unico e vero grande successo della proposta, dagli splendidi gadgets all'espressione gommosa e guascona di Kurt Russell, perfetto per il ruolo del predatore passato dalla padella alla brace e divenuto preda: lo scontro tra Mike e la banda di Zoe Bell - stunt di Uma Thurman in Kill Bill - è un vero spasso, dalle continue citazioni del supercult assoluto Punto zero - una meraviglia che tutti dovrebbero vedere e rivedere - alle evoluzioni sopra e sotto il cofano dei protagonisti della battaglia.
L'atmosfera, a metà tra un Hazzard d'alta scuola ed il kitsch sfrenato, può contare sull'apporto delle come di consueto perfette colonna sonora e fotografia, nonostante il risultato si fermi, per l'appunto, alla confezione: in un certo senso A prova di morte è come un appuntamento con una donna assolutamente attraente che già dal primo minuto sappiamo bene scaricheremo la mattina dopo, avendo ottenuto quello che volevamo e sicuri di non desiderare assolutamente nient'altro.
Ed è proprio così che, a suo modo, A prova di morte funziona: possiamo goderci ogni suo fotogramma, il simbolo sul cofano della vettura di Stuntman Mike, lo schianto di Jungle Julia e compagne, la vendetta di Zoe e della sua banda, l'auto simbolo del già citato Punto zero, la lap dance di Vanessa Ferlito, il formato volutamente imperfetto e chi più ne ha più ne metta.
Certo, non si potrà mai pensare che possa rimanere qualcosa di più di un ricordo stuzzicante, o di un mal di testa da hangover - e potete immaginare quanto possa aver apprezzato la presenza del Wild Turkey, uno dei bourbon più buoni che esistano, almeno tra quelli a larga diffusione -, ma in fondo a volte va bene così.
Solo non aspettatevi il Tarantino delle Palme d'oro, delle rivoluzioni e delle pietre miliari: considerate al contrario di passare una serata con un vecchio e pazzo amico pronto a raccontarvi una storia ancora più pazzesca, ingozzarvi di cibo piccante e saporito - messicano, per esempio - per poi darvi alla pazza gioia per le strade della città come se non ci fosse un domani.
In questo senso, A prova di morte è come vi sentirete.
In caso contrario, tutto apparirà soltanto come una sveltina neppure degna di un ricordo fugace.


MrFord


"Andavo a cento all'ora
per trovar la bimba mia
ye ye ye ye
ye ye ye ye!
Andavo a cento all'ora
per cantar la serenata
blen blen blen blen
blen blen blen blen!"
Gianni Morandi - "Andavo a 100 all'ora" -



30 commenti:

  1. Ma nu dai, A prova di morte non è così brutto, su dem... I piedi? Tarantino è notoriamente feticista, è da Pulp Fiction che fa mostrare i piedini alle sue muse del momento! ;-)

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  2. E poi ha il pregio di far conoscere Punto zero e Zozza Mary, Pazzo Gary! ;-)

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    1. Su Punto zero concordo, e posso dire che, rivisto a distanza di anni, mi ha divertito di più: a parte questo, siamo decisamente lontani dal meglio di Quentin! ;)

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    2. Ma sì, un Quentin cazzaro ogni tanto ci sta, così si riposa e sforna ficate come Bastardi senza gloria e Django Unchained! ;-)

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    3. Beh, per ficate come Bastardi e Django sopporto tranquillamente anche A prova di morte! ;)

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  3. Sono dell'idea che ogni tanto si guardino film anche solo per svagarsi, senza voler cercare un senso alla pellicola, senza affaticare il cervello. In questi casi un film come A prova di morte è perfetto, e anche se da Tarantino ci si aspetta qualcosa di più a me piace quando gioca così, si vede che si diverte e in fin dei conti fa divertire anche me.

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    1. Joy, anche io ormai sono un fermo sostenitore dei film "da svago", anche se in questo caso siamo ben lontani dai vertici di Tarantino!

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  4. Rivisto l'altra sera. Forse anche io l'ho giudicato meno severamente della prima volta (lo trovai orribile) ma continuo a considerarlo il peggiore dei lavori dell'adorato Quentin. Del progetto Grindhouse decisamente meglio il Planet Terror di Rodriguez.

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    1. Beatrix, concordo in pieno: Planet Terror era decisamente più incisivo, e A prova di morte è il peggior Quentin di sempre.

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  5. film geniale e 4 bicchieri strapieni!
    questa rece è una vergogna :D

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    1. Onestamente mi aspettavo che potessi sparare una stronzata così grossa! Ahahahahah! ;)

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  6. Questo film l'ha maltrattato chiunque... invece a me è sempre piaciuto... un minore ma sicuramente un "tarantino"

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    1. Sicuramente è divertente da vedere, ma siamo davvero molto lontani dal Tarantino migliore!

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  7. Forse quello che mi piace meno, ma mi hai messo voglia di rivedere Bastardi senza gloria!

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  8. Proprio oggi ho instagrammato la scena iniziale del piede, per me è un filmone certo non capolavoro come gli altri di Dio Tarantino ma questo fa il suo bellissimo e gasatissimo effetto.

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    1. Più che altro è un divertissement, ma senza dubbio per me il peggior film della sua straordinaria filmografia!

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  9. Oooooh, finalmente ti riconosco!
    E dire che "Kill Bill" è il lavoro di Tarantino che preferisco, mentre "Django unchained", per quanto sia bello, lo trovo una delle cose più sopravvalutate di sempre dopo il terzo Batman di Nolan ^^'
    Questo film... boh, mi ha detto così poco che l'ho dimenticato, ci credi?

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    1. Quindi mi stai dicendo che preferisci Kill Bill a Le iene, Pulp fiction o Django!?
      Dovrebbe essere pronta una cura medievale per te! ;)

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    2. "Le iene" e "Pulp fiction" sono due capolavori, non si toccano. Per qualche motivo però "Kill Bill" è quello più vicino ai miei gusti, e non so perché lo ricordo con unc erto affetto - forse perché l'ho visto in un periodo particolare della mia vita

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    3. Se la metti così posso capire, esistono film del cuore cui non riusciamo a dire di no! :)

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  10. ancora una volta concordiamo su tutto: lo vidi al cinema e mi deluse alquanto...magari recupero le mie impressioni a caldo, uno di questi giorni...

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    1. Ai tempi fu una delusione mostruosa: rivisto ora mi ha divertito, anche se senza dubbio è il peggior film di Tarantino. ;)

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  11. non dico tre, ma almeno il mezzo bicchiere ford glielo potevi dà eh? ^_^

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    1. Che ti devo dire!? Per me è il peggiore di Tarantino, quindi due bicchieri se li becca, e va già benissimo così! ;)

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  12. Considerato da molti il peggior Tarantino, devo ammettere che mi aspettavo molto peggio... L'ho trovato invece molto interessante, con un ottimo ritmo. In particolare ho adorato l'atmosfera che si respira per tutta la pellicola... Un bell'B-Movie che ha come solo scopo quello dell'intrattenimento, ma fatto con la maestria registica del signor Quentin, che a girare questo film deve essersi proprio divertito un mondo. E' un film che con la sua "leggerezza" il suo non pretendere di essere un capolavoro, emana passione per il cinema da ogni poro. Non conosco i vari film che cita Tarantino, ma si capisce che è cresciuto con quella roba lì... Fantastico il personaggio di Stuntman Mike e molto divertente la prima parte (per dirla come un mio amico, una puntata di Sex and the city girata da Tarantino) Ho amato le musiche, le inquadrature sui dischi e sui piedi femminili. Menzione d'onore per la Lap Dance di Vanessa Ferlito ;-) eccezionale.

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    1. Vittorio, senza dubbio si tratta di un divertissement puro e semplice, senza pretese e traboccante l'amore di Tarantino per il Cinema - a proposito, recupera assolutamente Punto zero -, ma ai tempi dell'uscita, dopo una tripletta come quella de Le iene, Pulp fiction e Jackie Brown, mi aspettavo senza dubbio molto di più dal buon Quentin.
      Per me, nonostate sia indubbiamente ben fatto, resta il film peggiore della sua filmografia.

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    3. Recupererò sicuramente Punto Zero, grazie del consiglio. Appena c'è la serata giusta, me lo vedo!

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