Regia: Gore Verbinski
Origine: USA
Anno: 2013
Durata: 149'
La trama (con parole mie): nella San Francisco del 1933 un bambino con la passione per i cowboys incontra in un circo il nativo americano Tonto, spalla del leggendario eroe Lone Ranger, che più di sessant'anni prima divenne una vera e propria leggenda del West.
Preso in simpatia il giovane interlocutore - o forse solo desideroso di parlare - Tonto riporterà la memoria ai tempi in cui conobbe l'avvocato e procuratore John Reid, rivelando quali furono le vicende che lo portarono ad indossare una maschera ed agire oltre i confini della Legge solo ed esclusivamente per esercitarla e preservarla, nonchè per proteggere i deboli dalla tirannia di uomini malvagi e votati al denaro e al potere.
Preso in simpatia il giovane interlocutore - o forse solo desideroso di parlare - Tonto riporterà la memoria ai tempi in cui conobbe l'avvocato e procuratore John Reid, rivelando quali furono le vicende che lo portarono ad indossare una maschera ed agire oltre i confini della Legge solo ed esclusivamente per esercitarla e preservarla, nonchè per proteggere i deboli dalla tirannia di uomini malvagi e votati al denaro e al potere.
Ma i racconti di Tonto sono realtà o frutto dell'immaginazione ormai non proprio lucida di un vecchio indiano d'america ormai più vicino all'altro mondo che non l'altro mondo stesso?
Solo l'immaginazione, ed il cuore, potranno dirlo.
Solo l'immaginazione, ed il cuore, potranno dirlo.
Da buon gestore di un Saloon, non posso che essere - come la maggior parte di voi ormai ben sa - un grande ammiratore del western, come genere, concetto ed oggetto dell'immaginario collettivo nonchè personale, dalle serate con mio nonno e John Wayne quando ero bambino al Clint de Gli spietati.
Potete dunque comprendere quale fosse il mio stato d'animo all'idea che la premiata ditta Pirati dei Caraibi - che comunque non ho disdegnato, nell'ambito dei giocattoloni per famiglie - si occupasse di West e di uno degli eroi più noti - almeno negli States - dello stesso, quel Lone Ranger che nel corso dei decenni ha stimolato la produzione di albi a fumetti, film, serie tv e chi più ne ha, più ne metta.
Sulla carta, le aspettative del sottoscritto erano pressochè nulle, tanto che se non avessimo avuto a disposizione i biglietti omaggio probabilmente non mi sarei neppure degnato di recuperarlo in tempi brevi, confinando l'ennesima baracconata ad una qualche serata senza impegno in data da destinarsi.
Fortunatamente, a volte le aspettative finiscono per essere disattese, ed in positivo: perchè The Lone Ranger non solo mostra tutto il meglio di cui è capace Gore Verbinski - artigiano di classe, oserei dire - nonchè l'industria hollywoodiana dello spettacolo di ampio respiro e fracassone, ma presenta anche un certo rispetto per il genere - soprattutto quello degli spaghetti e del più recente Tarantino, pur non avvicinandosi, ovviamente, neppure da lontano agli standard qualitativi del regista del Tennessee -, un occhio attento per quelli che sono i grandi temi della Frontiera - il concetto di Giustizia, il massacro dei nativi americani - senza per nulla eccedere in retorica ed una dose di autoironia consistente, che avvicina il lavoro del buon Gore a quello di Guy Ritchie con il suo Sherlock Holmes - il primo capitolo, almeno - e non concede troppo all'idea che il tutto è stato probabilmente concepito dalla Disney - che produce - come una macchina mangiasoldi pensata per le scampagnate di genitori e figli verso il multisala nel weekend.
Il fatto che negli States non stia incassando come previsto è la prova di quanto più interessante sia rispetto a quello che la distribuzione vuole far credere questo giocattolone, che ricorda moltissimo Indiana Jones, non patisce la durata decisamente consistente - due ore e venti piene piene che scorrono in un lampo -, presenta due protagonisti perfettamente amalgamati - l'allampanato e rigido John Reid di Armie Hammer, che gli occupanti di casa Ford hanno trovato ancora una volta più che convincente dopo le prove di The social network e J. Edgar, ed il Tonto di Johnny Depp, che senza dubbio è l'ennesima prova di quanto l'attore si sia ormai focalizzato su charachters folli e scombinati ma che funziona anche nella sua parte drammatica, oltre che negli irresistibili duetti con Lone Ranger, o Kemosabe - e regala emozioni sia nelle sue parti più nascoste - il massacro dei Comanche da parte dell'esercito - che in quelle più smaccatamente goliardiche - lo spettacolare e divertentissimo inseguimento tra i due treni nel finale -.
Senza contare che lo Spirito del cavallo, o Silver, come verrà ribattezzato dallo stesso John Reid, regala quel tocco di follia necessario affinchè l'intera operazione consideri di continuare a prendersi in giro senza se e senza ma, e due cattivi d'eccezione, uno sporco e selvaggio come solo i banditi del vecchio West possono essere e l'altro decisamente più terrificante, perchè figlio del denaro e della volontà nata dall'esercizio del potere e da un concetto di crimine legalizzato finanziato solo ed esclusivamente dalla corruzione.
E tutti questi spunti nonostante si tratti, a tutti gli effetti, di un divertissement che non si fa mancare nulla, che senza dubbio i cosiddetti cinefili snobberanno senza ritegno perchè troppo commerciale ed il pubblico occasionale non riuscirà a cogliere nel profondo perchè troppo stratificato: eppure nelle avventure di Lone Ranger e Tonto c'è tutto lo spirito della Frontiera di cui John Ford scrisse l'epitaffio - "Quando nel West la Realtà incontra la Leggenda, vince la Leggenda" -, ed allo stesso tempo la voglia di buttarsi a capofitto in un'impresa impossibile che fece dei miti degli anni ottanta come il già citato Indy dei miti, e non solo degli anni ottanta.
Per quanto i radical chic e chiunque si sia dimenticato della dimensione della propria fanciullezza possano affermare il contrario, in questo The Lone Ranger c'è tutta la meraviglia del Cinema larger than life, un viaggio folle e scriteriato - ma neppure troppo, Tonto docet - su un ottovolante che chiede soltanto di lasciarsi andare, come se a guidarci fosse un "Grande Spirito" che potremmo anche non avere mai visto.
E che invece è lì, di fronte a noi, proiettato sullo schermo di una sala.
Potete dunque comprendere quale fosse il mio stato d'animo all'idea che la premiata ditta Pirati dei Caraibi - che comunque non ho disdegnato, nell'ambito dei giocattoloni per famiglie - si occupasse di West e di uno degli eroi più noti - almeno negli States - dello stesso, quel Lone Ranger che nel corso dei decenni ha stimolato la produzione di albi a fumetti, film, serie tv e chi più ne ha, più ne metta.
Sulla carta, le aspettative del sottoscritto erano pressochè nulle, tanto che se non avessimo avuto a disposizione i biglietti omaggio probabilmente non mi sarei neppure degnato di recuperarlo in tempi brevi, confinando l'ennesima baracconata ad una qualche serata senza impegno in data da destinarsi.
Fortunatamente, a volte le aspettative finiscono per essere disattese, ed in positivo: perchè The Lone Ranger non solo mostra tutto il meglio di cui è capace Gore Verbinski - artigiano di classe, oserei dire - nonchè l'industria hollywoodiana dello spettacolo di ampio respiro e fracassone, ma presenta anche un certo rispetto per il genere - soprattutto quello degli spaghetti e del più recente Tarantino, pur non avvicinandosi, ovviamente, neppure da lontano agli standard qualitativi del regista del Tennessee -, un occhio attento per quelli che sono i grandi temi della Frontiera - il concetto di Giustizia, il massacro dei nativi americani - senza per nulla eccedere in retorica ed una dose di autoironia consistente, che avvicina il lavoro del buon Gore a quello di Guy Ritchie con il suo Sherlock Holmes - il primo capitolo, almeno - e non concede troppo all'idea che il tutto è stato probabilmente concepito dalla Disney - che produce - come una macchina mangiasoldi pensata per le scampagnate di genitori e figli verso il multisala nel weekend.
Il fatto che negli States non stia incassando come previsto è la prova di quanto più interessante sia rispetto a quello che la distribuzione vuole far credere questo giocattolone, che ricorda moltissimo Indiana Jones, non patisce la durata decisamente consistente - due ore e venti piene piene che scorrono in un lampo -, presenta due protagonisti perfettamente amalgamati - l'allampanato e rigido John Reid di Armie Hammer, che gli occupanti di casa Ford hanno trovato ancora una volta più che convincente dopo le prove di The social network e J. Edgar, ed il Tonto di Johnny Depp, che senza dubbio è l'ennesima prova di quanto l'attore si sia ormai focalizzato su charachters folli e scombinati ma che funziona anche nella sua parte drammatica, oltre che negli irresistibili duetti con Lone Ranger, o Kemosabe - e regala emozioni sia nelle sue parti più nascoste - il massacro dei Comanche da parte dell'esercito - che in quelle più smaccatamente goliardiche - lo spettacolare e divertentissimo inseguimento tra i due treni nel finale -.
Senza contare che lo Spirito del cavallo, o Silver, come verrà ribattezzato dallo stesso John Reid, regala quel tocco di follia necessario affinchè l'intera operazione consideri di continuare a prendersi in giro senza se e senza ma, e due cattivi d'eccezione, uno sporco e selvaggio come solo i banditi del vecchio West possono essere e l'altro decisamente più terrificante, perchè figlio del denaro e della volontà nata dall'esercizio del potere e da un concetto di crimine legalizzato finanziato solo ed esclusivamente dalla corruzione.
E tutti questi spunti nonostante si tratti, a tutti gli effetti, di un divertissement che non si fa mancare nulla, che senza dubbio i cosiddetti cinefili snobberanno senza ritegno perchè troppo commerciale ed il pubblico occasionale non riuscirà a cogliere nel profondo perchè troppo stratificato: eppure nelle avventure di Lone Ranger e Tonto c'è tutto lo spirito della Frontiera di cui John Ford scrisse l'epitaffio - "Quando nel West la Realtà incontra la Leggenda, vince la Leggenda" -, ed allo stesso tempo la voglia di buttarsi a capofitto in un'impresa impossibile che fece dei miti degli anni ottanta come il già citato Indy dei miti, e non solo degli anni ottanta.
Per quanto i radical chic e chiunque si sia dimenticato della dimensione della propria fanciullezza possano affermare il contrario, in questo The Lone Ranger c'è tutta la meraviglia del Cinema larger than life, un viaggio folle e scriteriato - ma neppure troppo, Tonto docet - su un ottovolante che chiede soltanto di lasciarsi andare, come se a guidarci fosse un "Grande Spirito" che potremmo anche non avere mai visto.
E che invece è lì, di fronte a noi, proiettato sullo schermo di una sala.
MrFord
"Lascia l'ascia di guerra
e accetta l'accetta dell'amicizia
è solo un presente per te
bevi un goccio da me
al bar di Brokeback Mountain
stringi le mie mani tu."-
Elio e Le Storie Tese - "Indiani (a caval donando)" -
continuo a leggerne bene...mi toccherà recuperarlo...
RispondiEliminaEffettivamente anche io sono rimasto sorpreso positivamente: non ci avrei scommesso!
Eliminasottoscrivo! appena riemergo dai casini di lavoro ne scrivo anch'io
RispondiEliminaFinalmente un blockbuster divertente e ben fatto! :)
EliminaDirei che è un passaggio obbligato per il prossimo autunno inverno. Ci sono principesse o surrogati di esse? Tocca fare i conti anche con la femmina piccola, qui.
RispondiEliminaIn generale mi piace molto l'idea che il western stia tornando di moda. Un genere che mi mancava...
Principesse nada, ma la Bonham Carter che spara dalla gamba finta spacca. ;)
EliminaVedrai che vi divertirete tutti.
Bella recensione, come sempre! Concordo su tutto, ovviamente :P
RispondiEliminaE muchas gracias! :)
EliminaUna gradita sorpresa, questo Lone Ranger!
magari lo recupero.
RispondiEliminaSicuramente è molto, molto meglio di World War Z, nell'ambito blockbusteroni!
EliminaMenomale pensavo fosse piaciuto solo a me. L'ho trovato molto dovertente, a tratti parodistico e a tratti con una bella morale antiamericana che non guasta mai. Sarà per questo che l'hanno stroncato? Sostengono che Depp abbia interpretato una versione stereotipata di un nativo, da quel che ho capito. Ma insomma chi se ne frega dei critici americani snob, viva il cinema che fa divertire e riflettere contemporaneamente!
RispondiEliminaBaingiu
Concordo in pieno: un film divertente ma non scontato, per nulla buonista - come invece World War Z - e decisamente piacevole da vedere.
EliminaCritica snob o botteghino scarso, poco importa!
Grande Ford. Come hai potuto notare, D'accordo su ogni battuta. "Uccello non vede ora"...
RispondiEliminaOgni tanto ci vogliono due ore così, alla faccia dei radical chic. ^_^
Valentina, senza dubbio.
EliminaUn film divertente e per nulla stupido che è una gioia per gli occhi.
Alla facciazza dei radical! ;)
Alla fine neanche tu lo affossi. Vuoi vedere che è davvero godibile? In fondo non ho voglia di pensare per un paio d'ore.
RispondiEliminaE' più che godibile: direi che, insieme ad Iron Man 3, è il film giocattolone dell'anno!
Eliminasento puzza di nuovo john carter, abominevole floppone avventuroso 2012 sponsorizzato giusto da te, lontano un miglio... :)
RispondiEliminaJohn Carter aveva uno spirito tamarro che qui è sostituito dall'avventura eighties. Non mi ricordo come fossi messo rispetto a Indiana Jones, Kemosabe, ma sento puzza di film che potresti detestare. ;)
Eliminanon avevo ancora sentito cosa tu ne pensassi così credevo fosse una ciofeca disarmante
RispondiEliminaE invece è un ottimo prodotto d'intrattenimento.
EliminaSecondo me è da vedere!
Sembra davvero carino e divertente e ne leggo abbastanza bene ovunque, mi tocca recuperare!!
RispondiEliminaFratello, il recupero ci sta tutto: divertente e ben fatto, l'intrattenimento che piace a noi!
EliminaQuindi siamo nuovamente davanti all'ennesimo scimmiottamento di Jack Sparrow!? Ti prego, dimmi di no!
RispondiEliminaNessuno scimmiottamento: Johnny Depp fa il personaggio strambo come suo solito, ma il film merita!
EliminaSono andata a vederlo ieri sera, era ancora in programmazione, e viste le alternative come sempre ho dato retta alle tue recensioni. Davvero bello e godibile, per nulla scontato, fracassone quanto basta e che fa riflettere... cosa chiedere di più? Grande Ford c'azzecchi sempre!
RispondiEliminaMuchas gracias Sonia, sempre troppo gentile!
EliminaFilm divertente e godibile, ma per nulla stupido: un intrattenimento in pieno stile Indiana Jones. Promosso! :)