martedì 17 maggio 2011

Source code

La trama (con parole mie): Colter Stevens, pilota di elicotteri in missione in Afghanistan, si sveglia di colpo su un treno diretto a Chicago di fronte ad una ragazza che pare conoscere molto bene una persona che non è lui, è invece è lui eccome. Qualche minuto, e un'esplosione dilania treno e passeggeri.
Colter si riprende in una strana capsula dove apprende di essere al servizio dell'esercito in una nuova veste, in missione per scoprire l'identità dell'attentatore responsabile del tragico evento in modo che le forze dell'ordine possano fermarlo in tempo prima che possa colpire di nuovo.
L'ex pilota dovrà dunque rivivere gli otto minuti precedenti all'esplosione in un loop continuo fino a quando non avrà assolto il suo compito, senza dimenticare, per questo, di cercare una risposta al perchè proprio lui sia stato scelto e per quale motivo non ricordi nulla degli eventi che l'hanno condotto fino alla capsula.

Ormai considero, quando si tratta di giovani e talentuosi registi europei, la prima esperienza con il Cinema a stelle e strisce una sorta di banco di prova in grado di mostrare l'effettiva tenuta dell'uomo dietro la macchina da presa: soldi, produzioni e poteri dello Zio Sam, infatti, paiono essere in grado di mettere in crisi anche i più promettenti autori del Vecchio Continente, e anche chi aveva fatto gridare al Capolavoro con la sua opera prima - Von Donnersmarck, mi senti!? - è riuscito a cadere pesantemente sotto i colpi incessanti dei buoni, vecchi Usa.
Duncan Jones, fresco del clamore suscitato dal suo ottimo esordio Moon - una delle cose più interessanti degli ultimi anni, nell'ambito della fantascienza -, pur non raggiungendo le bassezze dell'appena citato regista de Le vite degli altri, pur muovendosi attraverso il tempo e lo spazio - anche se solo virtualmente - non è riuscito a scampare ad uno scivolone che, alla luce della sua opera prima, forse potrà addirittura risultare più clamoroso di quanto non sia soprattutto per i suoi fan più accaniti.
Riprendendo una trama che mescola Deja vù, Ricomincio da capo, Donnie Darko, Lost e l'interessante teoria delle realtà alternative, Jones catapulta il suo protagonista nell'azione fin dal primo istante della pellicola commettendo, però, lo stesso errore che - almeno nella maggior parte dei casi - gli autori del serial più rivoluzionario del piccolo schermo erano sempre riusciti ad evitare: perchè se il riavvolgersi degli avvenimenti permette di agire praticamente indisturbati inserendo nuovi elementi a profusione ad ogni "passaggio", concentrarsi su una soluzione logica quando, di fatto, una logica è ancora troppo complessa perfino per le più avanzate teorie scientifiche, finisce per risultare, al contrario, troppo comodo e randomizzato, un pò come quando i detrattori bersagliavano la creatura numero uno di J. J. Abrams ironizzando sul fatto che gli sceneggiatori potevano permettersi di inserire qualsiasi elemento, perchè sarebbe stato (non) giustificato in ogni caso.
Per evitare una sorta di implosione, gli autori lostiani hanno preferito, fin dal principio, concentrare i loro sforzi e la risoluzione dell'intera saga sui personaggi, le loro storie ed emotività, mettendo gli eventi in secondo piano rispetto a chi li aveva vissuti sulla pelle.
Il tentativo di Jones appare simile, eppure, vuoi per un'empatia che manca con il protagonista o per l'utilizzo, con il passare dei minuti, di un crescendo di colpi bassi neanche fossimo in un film di Inarritu - davvero terribile quello legato all'inquadratura di Colter Stevens all'interno della capsula sul finale, una cosa così bieca da avermi fatto serrare la mano attorno alla bottiglia pronto a vibrare il colpo più deciso -, eppure non riesce a colmare i vuoti progressivamente creati dalle differenti realtà alternative, che sia attraverso la suspance - che scema quasi da subito, stemperata eccessivamente dalla storia d'amore tra Colter/Shawn e Christina - o con il crescendo sentimentale che coinvolge progressivamente l'eroe, la sua damigella in pericolo e, a macchia d'olio, anche gli altri passeggeri dello sciagurato treno destinato ad esplodere.
Il rapporto con i suoi superiori, dalla solo apparentemente glaciale Goodwin al misterioso Ruthledge, appare inoltre poco approfondito e piuttosto sbrigativo, ben lontano dal confronto che legava Sam Bell e GERTY proprio in Moon.
Un film, dunque, che intrattiene senza stupire, e non porta che a rimpiangere la sua ben più efficace versione alternativa - visto che ci siamo - interpretata da Bill Murray, lasciando nello spettatore quel senso di clamorosa occasione sprecata ormai tristemente tipica delle opere seconde con il potere di bruciare, più o meno a fondo, i registi importati dagli States ed inevitabilmente fagocitati dal loro approccio "larger than life".

MrFord

"All of my life
where have you been
I wonder if I'll ever see you again
and if that day comes
I know we could win
I wonder if I'll ever see you again."
Lenny Kravitz - "Again" -

 

24 commenti:

  1. L'ho visto qualche settimana fa. Posso dire che non mi ha lasciato nulla?!!
    Tu hai fatto una recensione fantastica, si vede che ti intendi moltissimo di cinema.. io sono solo una spettatrice della domenica (si dice cosi no?) ma guardavo le scene ripetersi, sapendo già come sarebbe finito e alla fine sono rimasta affondata sulla poltrona con una faccia perplessa............

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  2. Bene! Non ti è piaciuto. :D
    Inguardabile! Non c'è ritmo, non c'è tensione, niente di niente... Desolante.

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  3. Barbara, muchas gracias dei complimenti, anche se i vecchi cowboys non sono i tipi da essere troppo incensati! :)
    Ad ogni modo, a volte non conta di quale giorno si è spettatori, quanto vivere l'esperienza di un film a seconda di quella che è la nostra sensibilità di spettatori.
    Stavolta non sarà stata la migliore, ma sicuramente ti tornerà utile per qualche altra visione!

    Ottimista, non mi ha fatto impazzire, anche se non lo bottiglierei come hai fatto tu. La delusione rispetto a Moon si fa sentire eccome, ma rispetto ad un qualsiasi film d'intrattenimento medio è comunque un prodotto molto godibile. Presenta solo tutti i problemi di un film realizzato da un regista che sappiamo tutti può fare molto di più.
    Ovvero: l'ormai tristemente nota sindrome Von Donnersmarck. ;)

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  4. devo dire che mi attira di piu wake wood.
    comunque ti ho passato su un database di access ma era meglio excel. è più smart.
    ieri per esempio abbiamo visto la banda dei babbi natali, alla fine del film ci siamo detti: vediamo che cosa ha scritto james. taaac, apri il database. dicembre 2010. fatto.
    incredibile.
    tra l'altro non lo posso neanche commentare.
    cazzo commento un post di 6 mesi fa?
    ti voglio bene.
    saluta la Julez

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  5. Eh, The Tourist fortunatamente non l'ho ancora visto, sono rimasto a Le vite degli altri.

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  6. Suara, se lo vai a cercare lo puoi tranquillamente commentare anche ora.
    Quante attenzioni, tra l'altro, per il vecchio cowboy!
    A questo punto un allenamento diventa più che doveroso!
    Saluta tutta la famiglia anche tu!
    Ricambio il bene fino in fondo.

    Ottimista, un consiglio da amico: non guardarlo mai. Ma proprio MAI.

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  7. incredibile! forse sei il solo in tutta la blogosfera e oltre, a non aver aggiunto dopo il nome Ducan Jones "figlio di David Bowie".

    questa semi-bastonata mi toglie un po' di curiosità... certo che però parto col presupposto che è difficile replicare un capolavoro, e che il film non l'ha scritto lui! molto spesso però capita (e ci voglio credere) che devi fare il film che vogliono loro, per poi poter fare il tuo!

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  8. Quoto a mille Frank.
    Però devo essere sincero che questa è l'unica recensione che parla "non bene" di Source Code. Devo ammettere che adesso la curiosità mi sale alle stelle.
    Comunque credo che Jones-figlio-di-bowie abbia tutte le carte in regola per farci sognare ancora come ha fatto con Moon. Lo scivolone adolescenziale glielo possiamo anche permettere ;)

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  9. non l'ho ancora visto, ma dopo la tua recensione credo proprio mi piacerà parecchio :D

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  10. Frank, hai ragione quando parli di produzioni invasive, soprattutto quando si tratta degli States e di un modo di lavorare probabilmente molto diverso da quello del Vecchio Continente.
    Ma c'è anche da dire che, a volte, il bravo regista è anche in grado di accontentarli senza sputtanarsi troppo, no!?

    Eddy, sono sicuro anche io che Duncan Jones tornerà a stupire. Speriamo sia prima che non dopo. E di non sbagliarsi.

    Cannibale, non mi stupirei affatto se ti mettessi tutto esaltato a gridare al miracolo donniedarkiano. :)

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  11. Santa polenta, mi hai quasi fatto passare la voglia di vederlo.
    Moon è stato uno dei migliori film che abbia mai visto.

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  12. Appena visto il trailer ho pensato: ecco un'altra merda alla deja vù, poi ho letto che era di Duncan e un po' voglia di vederlo mi è venuta.
    Devo dire anche io che in rete se ne legge abbastanza bene...
    Resta cmq la curiosità di vederlo.

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  13. hola Mr Ford!
    io l'ho visto... mi dispiace se a te non è piaciuto... non lo so se è perché prima avevo visto Thor e dopo Source code, ma (forse confrontandolo con il primo) a me è piaciuto abbastanza... anche se, come dici tu, può aver scopiazzato da altri, è stato carino. mi ha intrattenuta per un paio d'ore e non cercavo altro per quel pomeriggio... non posso dire altrettanto di Thor
    ^_________^ alla prossima

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  14. Absinto, Moon non si discute, qui Jones è scivolato un pò. Ma una possibilità va comunque data. C'è anche chi ha scritto che è un Capolavoro. Quindi fai un tentativo.

    Dembo, la curiosità l'avevo anche io, anche perchè avevo letto opinioni assolutamente contrastanti in proposito. Almeno così mi sono fatto una mia idea.

    Pupottina, non dispiacerti. In fondo a me ha divertito Thor, quindi direi che siamo pari. Il bello del Cinema è che a volte produce visioni diametralmente opposte delle stesse pellicole.

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  15. visto in relazione a Moon è certamente inferiore e imperfetto, ma senza starlo ad analizzare, sezionare e paragonare troppo, credo che intrattenga e coinvolga benissimo, facendo molto bene il suo mestiere di film di genere!!
    Ciao!

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  16. Margherita, sicuramente come film d'intrattenimento ci sta, il fatto che sia stato realizzato dall'autore di Moon è senz'altro un'aggravante.
    Detto questo, c'è di molto peggio, senza dubbio. :)

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  17. A me invece è piaciuto parecchio! è come se avessimo visto le stesse cose interpretandole in modo molto differente :)
    Anche se alcune cose potevano essere rese in modo migliore io l'ho trovato (ed è l'ultima cosa che mi aspettavo) diverso dagli altri del genere, o sarà che non sono una grande conoscitrice del campo..
    Di colpi bassi (quelli alla Inarritu, come hai detto tu) non ne ho trovati troppi, o quanto meno non più che in Moon, che era molto più drammatico, però concordo sulla inquadratura finale di Stevens: davvero pessima,fuori luogo e di cattivo gusto.

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  18. Simona, sicuramente intrattiene, ma nel suo genere ha diverse pellicole che gli sono associabili e superiori, purtroppo.
    Speriamo nel prossimo lavoro di Jones, e anche che non cada più in scivoloni come l'inquadratura finale di Stevens!

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  19. E' quell'angolino che trovi anche qui da me che serve, praticamente, per iscriverti e tenerti in contatto con un blog: ogni volta che viene postato qualcosa su un blog che segui ti compare in bacheca e puoi andare al volo a leggerti il pezzo.
    Nelle impostazioni di Blogger c'è l'opzione per inserirlo!

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  20. Anzi, se vedi sono il tuo primo follower! Direi che ora puoi ricambiare così vedi come funziona anche "al contrario"!

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  21. Io l'ho trovato carino,certo che se lo paragoni a Moon che è un capolavoro son cavoli amari!A me l'inquadratura finale non ha dato fastidio.Panicopanicopaura pr il prossimo film dato in mano al nostro amato DJ,che è -taaa-daaah- WARCRAFT! Cioè la roba + tamarra e commercialosa che ci possiamo sognare!Che succederà?Mi sa che non si torna sulla luna manco stavolta :/

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    1. Qualcosa mi dice che con Warcraft assisteremo al definitivo crollo di Jones, purtroppo!

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