giovedì 3 giugno 2010

La recluta


Avevo detto che, in questi giorni, Clint era ricorrente, ed eccoci qui.
E giusto perchè non pensiate ancora una volta che io sia uno totalmente di parte, vado a chiacchierare di quello che ritengo uno dei pochissimi - sono giusto un paio, forse tre, su più di trenta - film brutti di Eastwood regista.
Brutto in che senso, poi? Nel senso che è solo un film d'azione, di quelli che, onestamente, avrebbero potuto portare sugli schermi tanti registi anonimi e poco significativi, e non l'uomo che, soltanto due anni dopo, avrebbe realizzato uno dei western più importanti della storia del Cinema - Gli spietati, se proprio siete così incoscienti da non averlo ancora visto -.
Certo, il buon Clint ci mette del suo, condendo un poliziesco come se ne vedono molti di ironia e ottime scene d'azione - alcune di spicco, come l'inseguimento iniziale e la sequenza a tu per tu con Sonia Braga -, e la fotografia, soprattutto nelle scene notturne, risulta efficace e "da confezione", ma bisogna ammettere che siamo davvero di fronte ad uno dei prodotti "rinunciabili" del regista, principalmente indirizzato a chi è un suo fan hardcore come il sottoscritto oppure a chi di cinema non capisce nulla - e non gli interessa neppure di capirne - ma riesce a crogiolarsi nel fatto di avere visto un film "dell'ispettore Callaghan".
Personalmente trovo La recluta ogni volta divertente, e lo ritengo un sottile omaggio - in minore, ovviamente - di Clint al mito di Bullit, dal quale riprende, oltre ai motori, anche il confronto finale con il "cattivo" in aeroporto, di fronte a decine di passeggeri atterriti.
Nel mezzo tutti i temi cari al regista, dal rapporto tra padri e figli alle bevute, dall'uomo tutto d'un pezzo maestro di vita per un giovane alle prime armi al confronto fra culture - come in Gran Torino, anche qui il personaggio interpretato da Eastwood è di origini polacche, il capo e alcuni degli appartenenti alla banda di ladri d'auto latino americani, l'antagonista di origini tedesche -: certo, non siamo di fronte a nessuno dei capolavori cui ci ha abituati negli ultimi quindici anni, ma è sempre un piacere - fosse anche solo testosteronico - vedere all'opera il vecchio Clint, che come Steve McQueen, ha quella tempra, più che da leggenda, da "vero uomo".
Di quelli che non hanno bisogno di aggressività per mostrare le palle.
Perchè si vedono lontane un chilometro.
Non difendo La recluta, perchè è davvero - davvero - pane e salame dell'ultima delle osterie.
Ma se volete una serata tra amici, giusto per credere che si è tutti dei duri, sicuramente è una delle visioni consigliate.
E Clint è in forma smagliante, davvero.
Arriviamoci noi delle serate da duri, a sessant'anni così.
O anche a ottanta, giusto per tornare in tema.

"The man in me would do nearly any task,
and as for compensation, there's a little he would ask."
MrFord

1 commento:

  1. Charlie Sheen,
    un altro Hot Shot con questo film!
    E che invidia per Sonia Braga a cavalcioni del vecchio Clint... Per lui eccezione!

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