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giovedì 22 novembre 2018

Thursday's child



Questa settimana, già straordinaria per essere la seconda di seguito che centro in orario con la pubblicazione della rubrica dedicata alle uscite cinematografica, è resa ancora più scoppiettante dell'ospitata, accanto a me e al Cannibale, di IroNick, nuova scoperta della blogosfera ed autore di commenti pronti a rendere un pò più vibrante l'atmosfera dell'idillio dei due nemiciamici più nemiciamici della blogosfera: saranno interessanti anche le uscite?


"Quindi con questo posso centrare Cannibal alla nuca?" "Quello lo farebbe Ford. Tu puoi usare anche le frecce."





Troppa grazia

"Ma che ci fai conciato così?" "Volevo un look fordiano." "Invece sembri messo peggio del Coniglione."

iroNick: Prima di tutto voglio ringraziare Grazia e Graziella per avermi concesso le grazie di questa rubrica piena di grazia. Quando l'arcangelo Cannibale mi ha annunciato L'Inaspettata Concezione di avere me come ospite, ho pensato avesse sbagliato destinatario. Io, praticamente vergine sulle pietre miliari del Cinema ma di facili entusiasmi per bambinate come Trolls, sto alla Settima Arte come Ford al volante e Goi alla stesura di un articolo con divieto di tette e culi.
Ma come è noto questa rubrica di Ford e Cannibale fa rima con tutto è possibale. Ad esempio su White Russian potreste vederla in un Thursday del futuro, quando i film di oggi verranno trasmessi in chiaro su Rai Movie.
Anche al cinema tutto è possibile. Lo sa bene Alba Rollwafer, Rottermaier, Rossgeller... insomma, quell'Alba dal cognome impossibile che in questa commedia di Gianni Zanasi vede addirittura la Madonna. Dal trailer appare come una visione brillante. Non azzardo celestiale perché è sempre meglio volare terra terra. Cosa ne pensano a pelle le due Grazie? Per facilitare la risposta propongo 3 alternative: a) possibile stato di grazia b) grazioso, dai c) anche no, grazie.
Cannibal Kid: Fossi in iroNick direi grazie al mix di droghe & alcool che ha assunto per scrivere questi commenti. Ancora più deliranti di quanto siano di solito i miei. Per ritornare ai suoi livelli dovrei farmi anch'io, ma ormai comincio ad avere una certa età, anche se mai quanto Nonno Ford, e potrei rischiare l'overdose pure se mischio l'Aspirina con uno Shirley Temple che, tanto per la cronaca, è il cocktail preferito da Ford, altroché White Russian.
Riguardo al film, io sono pronto a rimanere graziato da questa visione, visto che è il nuovo di uno dei miei registi italiani preferiti, Gianni Zanasi. L'ho scoperto soltanto di recente con Non pensarci e La felicità è un sistema complesso, ma già lo adoro. Quanto ad Alba Rossgeller non sempre la sopporto, ma sono sinceramente curioso di vederla alla prova con una prova comedy. Potrebbe essere folgorante quasi quanto iroNick.
Ford: finalmente torna in questa rubrica qualcuno in grado di scrivere commenti folli e deliranti e farli apparire come la cosa più semplice, giusta e quasi magica del mondo. E non sto parlando di Cannibal, o tantomeno di me. Caro Nick, le grazie mi sa che ti graziano poco, se ti costringono a beccarti la Rottweiler, che infastidisce sia me che il Cucciolo Eroico, eppure il film, così a pelle, non dev'essere neppure troppo male. Considerati i miei tempi, però, può essere lo veda tra qualche stagione.

Robin Hood - L'origine della leggenda

"E così questo sarebbe Cannibal Kid? Ma come hai fatto a fartele dare da quel pusillanime!?"

iroNick: Da squattrinato al verde e con il conto sempre vicino al rosso (due colori, un destino) nutro profonda stima per il leggendario principe dei ladri che ruba alla riccanza di merda in favore di noi poveri senza futuro. Ma, fra le tre leggende lesse qui presenti, l'unico a cui può calzare a pennello questo tripudio di frecce, fuoco e combattimenti è quel wrestler in calzamaglia di Ford.
Cannibal Kid: L'origine della leggenda? Finalmente hanno deciso di fare una pellicola biopic su di me?
Ah no, parla del solito Robin Hood. La voglia di vedermi un nuovo film su di lui dovrei rubarla a Ford, uno che è sempre ricco. Almeno di voglia di vedere porcatone avventurose e/o action che riciclano idee del passato spacciandole per nuove.
Ford: nonostante si tratti apparentemente della tipica fordianata, non ho alcuna voglia di schiaffarmi quest'ennesima rivisitazione di Robin Hood che pare la versione ipertrofica e millennial del mitico cult con Kevin Costner e Morgan Freeman, quello sì davvero giusto per il Saloon. Risparmio volentieri arco e frecciate.

A Private War

"Quel simpaticone di IroNick ha fatto guidare Ford, ed ecco il risultato: ci sbattono tutti in gattabuia."

iroNick: Avrei potuto documentarmi su Wikipedia e fingere di sapere vita, miracoli e purtroppo morte dell'inviata di guerra Marie Colvin. Invece sono onesto e al massimo posso dirvi tutto quello che so sulle prime Tre Marie che mi vengono in mente: Maria De Filippi, Maria di Un medico in famiglia, Mary Patti di Non è la Rai. Se anche voi siete impreparati sull'argomento, ecco il biopike con Rosamund Pic. Oppure possiamo prima aspettare il servizio DoReCiakGoi del nostro inviato di cinema in diretta da casa sua. Vista la sua ammirazione per la Pike, non dovrebbe saltare l'appuntamento. A Ford invece potremmo chiedere un ritorno ad un biopost dei suoi, quelli che di solito iniziavano così: Quando Julez mi ha salvato. Quella volta in cui mi sono sbronzato di brutto. Da ragazzo la passione per le meraviglie della Settima Arte...
Ma perché infliggerci un dolore simile che un giorno non ci sarà neanche utile?
Cannibal Kid: Grazie tante iroNick per avermi spoilerato che Marie Colvin è morta. Adesso so già come (presumibilmente) andrà a finire il film. Se alla regia ci fosse uno Shyamalan potrei aspettarmi qualche colpo di scena clamoroso, tipo una resurrezione, e invece alla regia di questo biopic comunque interessante – nonostante il tentativo di goigottaccio da parte di iroNick – c'è l'esordiente Matthew Heineman. Il vero colpo di scena mi sa quindi che l'ha tirato fuori proprio il citato nuovo blogger, con la sua parodia perfetta di Ford. Macché A Private War! iroNick sembra ormai pronto per una Blog War spin-off contro il mio ormai quasi ex rivale.
Ford: una Blog War spin off con Nick posso farla anche volentieri, ma solo se, per contrappasso, Cannibal dovesse intraprenderne una con The Rock, non necessariamente su un ring. I biopic sono sempre interessanti, resta da vedere se questo racconto di morte e guerra sia una di quelle cose retoriche finto alternative o un vero colpo fordiano. Solo il tempo - ritorni al futuro permettendo - potrà dircelo.


Il vizio della speranza

"Siamo qui da ore e non abbocca neanche un Goi!"

iroNick: Da ragazzino, accanto a titoli spensierati come I Goonies, Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi e Howard e il destino del mondo, uno dei miei cult personali era quell'antesignano del #mainagioia di Felipe ha gli occhi azzurri. Per non parlare di Bim Bum Bam che ospitava numerose storie di orfanelli. Oggi, invece, più invecchio meno mi trovo a mio agio con vicende tristi di esistenze disperate. In questo film di De Angelis, già applaudito da Roma fino a Tokyo (Baby K), abbiamo una ragazza sfregiata nel viso e nell'anima che, sotto le grinfie di una pappona, traghetta sul Volturno schiave incinte per la felicità di qualcun altro. Certo, c'è una speranza nel titolo che può far sperare in un lieto fine, ma per sicurezza mando in avanscoperta la madamin di Casale e la sua ciurma di arzille adorate del gruppo WhatsApp "cinemino alle 5 e bomboniere Algida". Io intanto mi riguardo I Goonies.
Cannibal Kid: In questo suo commento iroNick sta ancora facendo il verso a Ford, oppure ci ha volontariamente costretti a tuffarci dentro questo suo amarcord infantile personale costellato di ricordi traumatici, che almeno io credevo di aver rimosso, come Felice ha gli occhi azzurri?
La trama di questo film non fa venire molta speranza, è vero, però secondo la madamin di Casale è assolutamente da vedere. Il precedente di De Angelis Indivisibili non era la storia di me e di Ford come qualcuno potrebbe immaginare, ma era comunque un'ottima pellicola, dotata di una notevole originalità e personalità che non si trovano ovunque. Almeno, non a Casale e di sicuro nemmeno a Lodi. Chissà nella città di iroNick, che non so quale sia? Probabilmente Fantasilandia.
Ford: e dopo un tentativo di Blog War con il vecchio cowboy, Nick ne sfodera subito uno all'indirizzo del finto giovane radical. Non so se il film varrà la pena - francamente non credo -, ma quei ricordi niente male - anche se non so davvero cosa sia Felipe ha gli occhi azzurri - e la voglia di non ammorbarsi con la tristezza invecchiando mi trovano clamorosamente d'accordo.

Black Tide

"Di sicuro bevo più di Nick e del Cucciolo Eroico, ma non puoi accusarmi di bere quanto Ford!"

iroNick: Un adolescente scompare nel nulla, un detective sbronzo, sporco e cattivo indaga. Sembra un gioco di ruolo tra il Cannibale e Ford, invece è un thriller con Vincent Cassel. Sento odore di déjà-vu, una delle poche cose che so dire in francese insieme a Moi je m'appelle Lolita, L'amour toujours e Voulez-vous coucher avec moi, ma potrebbe anche rivelarsi un chapeaulavor.
Cannibal Kid: Per quanto sia il più radical-chic tra i blogger pseudo cinematografici, almeno secondo Ford, pure io so dire solo queste cose in francese. E di certo non con una pronuncia da perfetto parigino. Come quasi tutti i film transalpini, anche questo ha un non so che che mi intriga. E poi noto che alla regia c'è Érick Zonca, già autore del pregevole La vita sognata degli angeli, pellicola di 20 anni fa che solo noi radical-chic abbiamo visto e quindi sì, forse Ford c'ha ragione a considerarmi radical-chic. Hey, sto dando ragione a Ford? Che mi succede? iroNick ha versato qualcuna delle sue droghe nel mio bicchiere?
Ford: Cannibal che mi da ragione potrebbe già essere abbastanza per chiudere la rubrica per almeno sei mesi e volare a Los Angeles a sbronzarsi con il Drugo a colpi di White Russian.


Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi)

"Ma chi diavolo è quel tipo strano che ci segue?" "Nick, è un certo Marco Goi: mi stalkera da anni sperando che esca con lui!"

iroNick: Dark-comedy british miracolosamente non tradotta in Quasi Morto o Come farsi ammazzare e morire contenti. Letta la trama - giovane scrittore fallito e aspirante suicida assolda un killer perché non riesce manco a farsi fuori - stavo quasi per cascarci. Poi ho visto il trailer ed il mio entusiasmo è stato ucciso. Temo uno di quei film dove la stessa gag viene ripetuta fino allo sfinimento, intervallata giusto da quei tempi morti in cui gli inglesi di solito sono piuttosto bravi. Lo si vedrà più in là per evitare di gridare in sala: "Ridatemi i soldi!"
A proposito di soldi, mi rivolgo a te, Goi: qual è il compenso per questa ospitata? Un gettone d'oro di presenza? Un gettone da jukebox? Uno per le giostre, magari? Neanche un misero gettone di quelli che si infilano nei carrelli della spesa? Taccagnibale!
Cannibal Kid: Caro iroNick, forsei avrei dovuto dirtelo prima. Per questa ospitata sei tu che devi pagare me e, se proprio ti avanza qualcosa, anche Ford. A me va bene essere compensato in Goleador o meglio ancora in Dietorelle, ché ci tengo alla linea, mentre lui credo si accontenti di un action figure dell'Uomo Tigre o qualcosa del genere. Vedrai che ne varrà la pena. Dopo questa tua comparsata sui nostri seguitissimi blog, il numero dei tuoi followers potrebbe aumentare a livelli chiaraferragneschi. Potresti perfino guadagnare uno o, se proprio ti va di lusso, addirittura due lettori in più. Passando al film, sarà scontato dirlo, ma manco morto lo guardo.
Ford: non solo manco morto guarderò questo film, ma anche e soprattutto deciderò di pagare un'ospitata almeno fino a quando non verrà pagata un'ospitata anche a me. Ad ogni modo, non fosse altro per un paio di uscite degne di Blog War anti cannibalesca, potrei offrire a Nick una bella bevuta di benvenuto nel circolo dei bloggers che pensano di contare ma che, in realtà, sono quasi degli scappati di casa.

Upgrade

"E' impossibile hackerare il computer di Ford: quello usa ancora la macchina da scrivere!"

iroNick: Già vedo il panico accartocciare le vecchie facce di Cannibal e Ford mentre cercano il significato di upgrade su Salvatore Aranzulla. Uno che oltre a disimpallarci quella palla di Windows 10 può anche spiegarci che emozione si provi a vincere il Macchianera Internet Awards. Comunque prima che quei due tentino invano di aggiornare i loro Commodore 64, chiarisco che Upgrade è solo l'interessante svolta fanta-cibernetica del creatore di Saw e Insidious, con fiumi di sangue pronti a imbrattare lo schermo. L'Upgrade nostrano invece potrebbe narrare le vite di 3 vecchi blogger che, seguendo il detto aggiornato "Tira più una foto su Instagram che un carro di blog", decidono di chiudere baracca e blogghettini, migrare definitivamente nel regno dei ❤ e postare selfie all'impazzata. Gia ci vedo bene: io, rughe scartavetrate dal filtro Barbara D'Urso per sembrare giovane come nella mia prima ecografia. Fordez, tatuaggi in bella mostra e un Fordino a caso in braccio. Il fighetto CK-One, sguardi alla Donnie Darko e boxer griffati Calvin Klein che sbucano dai pantaloni. E se fosse questo il filmone (horror) della settimana?
Cannibal Kid: Nonostante la sua allergia alle nuove tecnologie, Ford l'upgrade l'ha già fatto: sul suo blog è sempre più latitante, mentre su Instagram posta più foto con le chiappe de fuora di Emily Ratajkowski. In questo senso quello old school mi sa che rimango io, che ancora preferisco il potere delle parole a quello dei selfie. Ora scappo. Vado a guardare il film Upgrade? Anche se sembra una potenziale fordianata clamorosa action-trash-fantascientifica, un'occhiata potrei dargliela. Prima però vado a mettere un ❤ al nuovo post di Emily. Per le splendide parole che scrive sempre nelle didascalie, mica per altro.
Ford: effettivamente Cannibal ha ragione, dato che mi stalkera sull'Instagram senza mai farsi vedere, ma posso pareggiare il conto essendo uno dei pochi esseri umani ancora privi di qualsiasi contatto con Facebook, al contrario suo. Una coppia ben assortita, insomma. E mi pare che il vecchio Nick - che potrebbe perfino essere uno della nostra generazione - non stia neppure male in questa situazione, figurando come pochi altri fino ad ora avevano figurato. Una cosa non da poco.
E poi c'è anche il film: che non mi dice granchè, ma per una visione da pennica sul divano ci può stare senza dubbio.


venerdì 8 gennaio 2016

The hallow

Regia: Corin Hardy
Origine: Irlanda, UK, USA
Anno: 2015
Durata:
97'







La trama (con parole mie): Adam e Claire Hitchens, con il loro piccolo Finn, sono freschi di trasferimento in una zona rurale dell'Irlanda da Londra, inviati dalla compagnia per la quale lavora Adam, che ha l'incarico di monitorare lo stato della foresta presente nei pressi della loro nuova casa in vista di un investimento che è stato fatto rispetto alla vendita ed al riutilizzo e disboscamento dell'area da parte di compratori stranieri.
La presenza dell'uomo non è vista di buon occhio dagli abitanti della zona, legati alla loro terra ed alle tradizioni e superstizioni che li vedono decisamente timorosi rispetto al cuore del bosco, che considerano abitato da creature che, se risvegliate ed affrontate faccia a faccia, non risultano certo benevole.
Quando, involontariamente, Adam stuzzica con la sua indagine - ed il bambino al seguito - le stesse creature, ha inizio una vera e propria battaglia per la salvezza della famiglia che l'uomo dovrà combattere con tutte le forze, senza risparmiarsi nulla e mettendo sul piatto tutto quello che ha.










Mi piace pensare che, forse, in qualche strano modo, le bottigliate che l'horror si è preso sul grugno nel passato recente qui al Saloon come in tutti i luoghi più consoni al genere che si possano trovare nella blogosfera in qualche modo siano servite: nell'ultimo periodo, infatti, sono diversi i titoli "di paura" passati da queste parti che hanno colpito in positivo il sottoscritto, cominciando di nuovo a solleticare una certa idea di come questo tipo di Cinema andrebbe fatto, prodotto, coltivato, coccolato, così come il suo pubblico.
Ultimo "figlio" di questa sorta di new wave è The hallow, prodotto più che discreto giunto da uno dei miei luoghi favoriti sulla Terra, l'Irlanda, costruito con lo stesso piglio artigianale e vivido dei primi prodotti firmati da Neil Marshall - soprattutto Dog soldiers -, forse non originalissimo nello svolgimento ma per nulla banale nelle riflessioni solleticate nell'audience - il rapporto tra la coppia dei protagonisti ed il figlioletto, le differenti reazioni rispetto alla natura della minaccia contro la quale si ritrovano a fare i conti, la sensibilità di Adam di riconoscere il suo bambino anche infettato dalle spore della foresta rispetto a Claire, incapace di cogliere le stesse sensazioni con Finn in braccio -, raccontato sfruttando alla grande una cornice bucolica di grande impatto, le tradizioni celtiche - che, di norma, gli amanti del genere ben conoscono -, temi universali - la Famiglia -, il conflitto Uomo/Natura ed una serie di effetti particolarmente efficaci per quanto lontani anni luce dalle mode del digitale attuali - la sequenza con la mano della creatura che esce dalla botola pronta ad afferrare Claire è da brividi, pur senza spaventi annessi -.
The hallow, però, a prescindere dalle creature sue protatoniste e dal crescendo che vede la famiglia Hitchens braccata dalle stesse - e che regala grandi passaggi cinematografici, si veda la falce infuocata manovrata da un Adam già mutato per illuminare il bosco e combattere i figli dello stesso - resta principalmente un buon prodotto d'atmosfera, che recupera il gusto di produzioni d'annata - penso a cose come Gli invasati, anche se, a livello pratico e di messa in scena, c'entra molto relativamente - ed indovina contesto e setting, dimostrando che, a volte, non occorre liberare chissà quali arzigogoli pseudo intellettuali per essere convincenti, o sfruttare mezzi pirotecnici quando bastano un paio di effetti sonori ed una squadra di pupazzi inquietanti il giusto per arrivare al cuore.
Se, a tutto questo, si aggiunge poi una psicologia legata agli abitanti del bosco abbozzata ma toccante - e pronta a farmeli associare agli spiriti della casa infestata di We're still here di qualche mese fa -, il gioco è fatto: il changeling, gli esseri che paiono spiritelli e fate distorti da un'oscurità che non possono contrastare e che alberga nel liquame che, di fatto, li infetta, il cambiamento che tocca lo stesso Adam, sono tutti ingredienti molto di pancia - anche in termini di impatto visivo - eppure quasi romantici, proprio come lo erano, pur nel loro essere sopra le righe e a volte addirittura guasconi, gli horror che hanno fatto la Storia del genere a partire dalla fine degli anni settanta.
La speranza, dunque, è che, fosse anche solo grazie a produzioni sotterranee e mal distribuite come questa, l'horror torni a pulsare come sapeva fare trent'anni or sono, e faccia di nuovo battere il cuore dei suoi fan così come ha fatto, senza dubbio a sorpresa, in questi ultimi mesi: personalmente, io sarò presente, e pronto ad addentrarmi nel più profondo e buio dei boschi infestati da creature della notte, se questo mi permetterà di tornare a vivere il genere con gli stessi brividi che provavo da bambino.





MrFord




"Somebody please tell me that I'm dreaming
it's not easy to stop from screaming
but words escape me when I try to speak
tears they flow but why am I crying?
After all I am not afraid of dying
don't I believe that there never is an end?"
Iron Maiden - "Hallowed be thy name" - 





domenica 7 giugno 2015

The canal

Regia: Ivan Kavanagh
Origine: Irlanda, UK
Anno: 2014
Durata: 92'





La trama (con parole mie): David è un archivista specializzato in recupero di pellicole di inizio novecento dedicate a crimini e misteri, in procinto di avere un figlio e sposato con Alice. Tutto pare perfetto, nella vita dell'uomo, ma quando, cinque anni dopo essersi trasferito in una grande casa nei pressi di un canale, la presunta infedeltà della moglie lo mette in crisi, le cose cambiano: Alice stessa scompare in circostanze misteriose, incubi terribili paiono associare la casa in cui dimora ad una serie di fatti violenti e terribili avvenuti nel corso dei decenni, il focolare domestico è minacciato.
Neppure il tempo di rendersi conto di quello che sta accadendo, ed il ritrovamento del cadavere di Alice pone David sotto i riflettori della polizia, ansiosa di scoprire cosa si cela dietro la morte della donna ritrovata proprio nel canale: per il vedovo sarà l'inizio di un viaggio terrificante nel corso del quale dovrà mettere in gioco tutto per poter difendere quello che resta della famiglia.








Da che ricordi, l'horror è sempre stato uno dei guilty pleasures del sottoscritto, già dai tempi in cui ai brividi del primo ed inimitabile Nightmare si sommarono quelli dello spauracchio Twin Peaks: nel mezzo - ed in seguito, ovviamente - miriadi di titoli pronti a spaziare dallo slasher alla ghost story, attraversando i più disparati territori del potenziale terrore indotto nello spettatore.
Peccato che, nel corso degli anni, complici l'invecchiamento ed una scorza più dura di quella che era ai tempi - uniti ad un peggioramento qualitativo notevole delle proposte - ritrovarsi non dico spaventati, ma quantomeno turbati da una pellicola "dell'orrore" è diventato sempre più difficile, per gli occupanti di casa Ford ed il sottoscritto in particolare.
The Canal, consigliato dal mio fratellino Dembo e dallo stesso molto sponsorizzato, ha finito per rivelarsi un buon riempitivo in un panorama che, ultimamente, nonostante esperimenti decisamente azzeccati - The Babadook e Housebound su tutti -, finisce per regalare delusioni tanto spesso quasi quanto il Cinema italiano: senza dubbio, però, va sottolineato che la coraggiosa pellicola di Ivan Kavanagh, che probabilmente finisce per essere ricordata principalmente per la citazione - voluta o no, che sia - del terrificante bagno di Trainspotting ed il finale davvero crudele, non ha di fatto alcuna possibilità di rappresentare davvero una nuova frontiera per l'horror e le sue sfumature, andando ad ingrassare le fila di un genere - quello delle ghost stories - senza dubbio ormai esplorato e soprattutto negli ultimi quindici anni fin troppo abusato, mescolando lo stesso con un gioco di specchi che ricorda Shutter Island o Il sesto senso telefonato fin dal principio.
Non vorrei, però, allo stesso tempo, calcare troppo la mano su un titolo che ha finito per intrattenermi come si conviene, accompagnando una merenda in pieno relax - anche di neuroni, come è giusto che l'horror faccia - rivelandosi, di fatto, una sorta di fratello minore di Sinister, testimonianza di quanto, pur se non ai livelli dell'Oceania, che il futuro del Cinema del terrore probabilmente troverà terreno fertile in Gran Bretagna.
The Canal, in particolare, sfruttando un gioco ben noto agli appassionati di genere, porta lo spettatore ad immedesimarsi sequenza dopo sequenza nella vittima perseguitata dal Male in modo da alimentare il terrore del climax sfruttando proprio il legame appena citato: personalmente, ho trovato la risoluzione del lavoro di Kavanagh - scritta dallo stesso - un pò troppo telefonata, eppure in grado di mantenere sulla corda quantomeno gli spettatori occasionali, finendo per rischiare di essere considerato perfino più di quanto non andrebbe, ovvero un dignitoso prodotto d'intrattenimento in grado di ritagliarsi un paio di sequenze dalla tensione efficace ed un buon approccio al concetto di rapporto tra padre e figlio legato all'horror.
Interessanti, inoltre, anche gli inserti legati ai filmati "di repertorio" lavorati da David - anche in questo caso, a mio parere debitori di quello che fu il già citato Sinister -, pronti ad alimentare gli incubi del protagonista tanto quanto l'inquietudine dello spettatore - a meno che non siate dei vecchi lupi di mare del genere come il sottoscritto, ed in quel caso vi parrà solo ordinaria amministrazione ben gestita -: ma quello che resta è principalmente una storia di fantasmi e violenza come probabilmente si troverebbero andando a scavare nella cronaca nera ed infarcendo la stessa di suggestioni e riferimenti.
In fondo, viviamo in un mondo che cela - e neppure troppo bene - canali ben più oscuri e terribili di quello che porta il Male nel cuore della casa di David, e che con lo stesso David finisce per ingaggiare una sfida che sa di poter vincere, facendo affidamento sulla Natura decisamente caotica dell'Uomo.





MrFord




"I lost my heart
under the bridge
to that little girl
so much to me
and now I'm old
and now I holler
she'll never know
just what I found."
PJ Harvey - "Down by the water" - 




giovedì 14 maggio 2015

Thursday's child

La trama (con parole mie): alle spalle settimane piuttosto mosce e scialbe, tempestate di proposte di bassa qualità o di stampo buono per il mio radical rivale Cannibal Kid, finalmente un weekend di uscite come piace a me. Pochi titoli - quindi meno fatica per noi -, danni limitati, e soprattutto quello che tutti noi che ci esaltiamo davvero al Cinema attendiamo come uno dei cult assoluti della stagione, il reboot di Mad Max firmato dallo stesso storico regista della trilogia originale.
Questo ritorno del medioevo post-atomico dello squilibrato antieroe sarà trionfale come le attese vorrebbero che fosse, o si rivelerà un buco nell'acqua come il recente secondo capitolo degli Avengers? A noi che davvero godiamo della settima arte l'ardua sentenza.
A Cannibale, invece, solo un sacco di bottigliate.


"Tu che dici? Lo facciamo giustiziare, Cannibal?"

Mad Max: Fury Road

"Ecco quello che succede a lasciar guidare Ford!"
Cannibal dice: Questa settimana arrivo davvero impreparatissimo sui film della settimana. Mi sento incompente e fuori dal tempo manco mi chiamassi James Ford.
In vista dell'uscita del nuovo reboot di Mad Max mi ero ripromesso di andare a vedermi la trilogia originale con protagonista l'orrido eroe fordiano Mel Gibson, ma ancora non ce l'ho fatta. Troverò tempo, forza e coraggio nei prossimi giorni?
Ford dice: Mad Max è uno dei personaggi di culto della mia infanzia, che ancora oggi associo, per ambientazioni, a Ken il Guerriero, storico charachter seguitissimo in casa Ford nella seconda metà degli anni ottanta.
Inutile dire che le aspettative rispetto a questo reboot sono altissime, anche perchè il regista è sempre George Miller e al timone troviamo l'ottimo Tom Hardy, accompagnato per l'occasione da Charlize Theron. Mica roba da poco.
Personalmente, correrò a vederlo.




Il racconto dei racconti - Tale of Tales

"Ecco quello che succede quando si nomina Cannibal in presenza di Ford."
Cannibal dice: Non ho davvero la più pallida idea di cosa possa aver tirato fuori il buon Matteo Garrone con questo suo nuovo film in costume ambientato nel 1600, dal respiro internazionale e fiabesco. Potrebbe essere una piacevole sorpresa, oppure potrebbe essere la pretenziosa porcatona autoriale dell'anno, quella capace di esaltare la critica più snob capitanata da Mr. Ford?
Ford dice: quando ho visto il trailer del nuovo lavoro di Garrone, lo ammetto, più di un brivido ha percorso la mia schiena, neanche avessi letto una qualsiasi sparata assurda di Cannibal. Sinceramente ho molta, molta paura di questo tentativo fiabesco/fantasy/internazionale dell'autore di Gomorra, cui ho sempre e comunque preferito Sorrentino.
Staremo a vedere.



Calvario

"Perdonami, Signore: mi sono trovato d'accordo con una recensione di Peppa Kid."
Cannibal dice: Anche qui un dubbio amletico: sarà una gran pellicola britannica, oppure un autentico calvario in perfetto stile fordiano?
Nonostante la tematica religiosa non mi attiri più di tanto, l'origine UK e la presenza di Kelly Reilly potrebbero spingermi a guardarlo. Non fosse che per arrivare preparato a quel calvario che di sicuro si rivelerà la recensione fordiana.
Ford dice: questo Calvary giace nei meandri di casa Ford da parecchio tempo, essendo stato distribuito in Italia con la consueta rapidità, eppure qualcosa mi ha sempre frenato. Chissà, forse temevo qualche pippone new age radical in pieno stile Peppa Kid.
Ad ogni modo, a questo punto sarò costretto alla visione per dovere di cronaca.



Nomi e cognomi

"Il Giudice ha disposto che Ford James e Kid Cannibal siano immediatamente banditi dalla blogosfera."
Cannibal dice: Film italiano finto impegnato, o magari anche vero impegnato, che io però non ho voglia di impegnarmi a vedere. Faccio quindi nomi e cognomi di coloro che dovrebbero visionarlo al mio posto: James Ford.
Fine della lista.
Ford dice: film italiano finto impegnato, o magari anche vero impegnato, che io però non ho voglia di impegnarmi a vedere.
Faccio quindi nomi e cognomi di coloro che dovrebbero visionarlo al mio posto: Cannibal Kid.
Fine della lista.



One More Day

"Hey, Cannibal, ora ti schiaccio in faccia!"
Cannibal dice: One more day, one more movie amatorialeggiante italiano da evitare con cura. Insieme a WhiteRussian, lo dico one more time che non fa mai male.

Ford dice: da tempo rischio di chiudere con il Cinema italiano. Con il sotto Cinema italiano, invece, ho già chiuso da un pezzo. Quasi più che con il Cucciolo Eroico.


martedì 13 agosto 2013

Stitches

Regia: Conor McMahon
Origine: Irlanda
Anno: 2012
Durata: 86'




La trama (con parole mie): ad animare la festa di compleanno dei dieci anni del piccolo Tom è chiamato Stitches, clown della profonda provincia dalle discutibili capacità.
L'uomo, certo non il migliore in quello che fa, si ritrova vessato dalle cattiverie dei piccoli amici del festeggiato fin dal primo momento in cui varca la soglia della sua casa: la catena di sberleffi e scherzi culmina in un tragico incidente in cui proprio il clown perde la vita, traumatizzando profondamente Tom.
Sei anni dopo, quando i testimoni di quel fatto si ritrovano cresciuti ed ormai preda dei turbamenti adolescenziali, Stitches riemerge dalla tomba in occasione del party organizzato per l'ormai ansioso festeggiato dei tempi della sua morte, animato da una sete di vendetta che lo porterà a cercare - ed uccidere - gli ex piccoli responsabili della sua dipartita.




Sono stato profondamente combattuto, nell'assegnare il voto a Stitches, horror dalla discutibilissima qualità rimbalzato di recente in più di un luogo della blogosfera: se, infatti, il lavoro di Conor McMahon, oltre alle origini irlandesi, da un lato è in grado di sfoggiare un'ironia nera e giocosa - spesso e volentieri autoinflitta, come una ferita - e di riportare alla mente il simpatico e casereccio tentativo nostrano di qualche anno fa de Il bosco fuori, dall'altro presenta al grande pubblico un lavoro talmente artigianale da risultare - per effetti, montaggio, professionalità - a tratti imbarazzante anche e più di una qualsiasi proposta costruita per il piccolo schermo - e non parliamo certo di serial di alta qualità -.
Certo, l'idea di sfruttare lo spauracchio del clown - uno dei babau più intriganti del genere da sempre - sulla carta poteva funzionare, pur se associata al classico plot da slasher con il mostro di turno intento ad eliminare i protagonisti adolescenti uno dopo l'altro, eppure ho trovato Stitches privo del carattere che avrebbe potuto condurlo sulla strada - più spaventosa - di un It o un Nightmare così come su quella decisamente più divertente di Shaun of the dead o del primo Peter Jackson - come giustamente Julez ha fatto notare nel corso della visione, è innegabile l'influenza che opere come Braindead hanno avuto sul regista -.
Un peccato per molti versi, perchè nonostante la povertà indubbia di mezzi l'inventiva - soprattutto nelle uccisioni perpetrate dal redivivo pagliaccio - e le citazioni mai sopra le righe - bellissima quella di Peeping Tom, superclassico nonchè pietra miliare tradotta qui da noi come L'occhio che uccide - rendono quantomeno apprezzabile il tentativo di aggiungere al coro dell'horror europeo anche la voce irlandese, rappresentata purtroppo per McMahon in modo decisamente più efficace dal da non troppo tempo passato su questi schermi Grabbers.
Parlando da un punto di vista cinematografico, infatti, la cosa più interessante per il sottoscritto di questa visione è stata data dalla sorta di cover - dal punto di vista musicale, e non del testo - degli An emotional fish de Gli spari sopra di Vasco, ripescata - ed azzeccatissima - per i titoli di coda.
Un buon modo, comunque, per non rimanere troppo delusi o spiazzati da questo prodotto è considerare di trovarsi di fronte ad uno di quei trash da finta serie b che tanto piacciono ai tipi radical chic pronti a menarsela per non essere sostenitori dei soli titoli d'autore ma anche di proposte più terra terra senza la spocchiosità delle opere appena citate, infarcita di luoghi comuni da teen movies - il protagonista timido che cerca di conquistare il primo amore, tipa figa ma alternativa e sempre e comunque alla mano, il migliore amico cazzone e leale, i bulli pronti a vessare il suddetto protagonista, con l'aggiunta in pieno Glee-style del compare gay esperto di decorazioni ed organizzazione di eventi - e tutto sommato innocua, capace più di strappare una bonaria risata che non un salto sul divano per la paura.
Onestamente non credo che il buon McMahon farà troppa strada nel mondo della settima arte, così come il protagonista Ross Noble - il suo Stitches pare davvero eccessivamente caricaturale e sopra le righe per essere preso sul serio, per quanto strana possa suonare questa affermazione -, ma se proprio avete una serata senza pretese - ma senza, senza pretese - all'orizzonte, ed un'insana voglia di divertiti eccidi in stile adolescenza horror anni ottanta, allora avrete di che trastullarvi senza impegno con questo piccolo anticult made in Ireland.


MrFord


"She says that's the trouble with reality 
it's taken far too seriously
I do hope God is good to me 
and Santa Claus to the children
celebrate
this party's over
I'm going home
celebrate 
this party's over
I'm going home."
An emotional fish - "Celebrate" -


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