sabato 18 giugno 2016

Il ragazzo dal kimono d'oro 2

Regia: Larry Ludman (Fabrizio De Angelis)
Origine: Italia
Anno: 1988
Durata:
92'








La trama (con parole mie): tornato negli Stati Uniti forte degli insegnamenti di Kimura, Anthony Scott si prepara ad iniziare l'università nello stesso campus che, vent'anni prima, vide laurearsi suo padre, in Florida.
Festeggiato il compleanno con i nonni e ricevuta in regalo una macchina nuova, Anthony finisce per trovarsi nei guai già sulla strada della sua nuova città, quando a seguito di un diverbio da automobilista finisce per essere buttato fuori strada dalla banda dei Tigers, un gruppo di studenti appassionati di arti marziali che terrorizza il campus capeggiata dal bieco Dick: stretta amicizia con l'outsider Luke, Anthony si troverà a doversi battere prima con lo stesso Dick, e dunque con il fondatore dei Tigers, Mark Sanders, disposto a tutto pur di affermare il dominio del gruppo che creò dieci anni prima.












Il recupero della prima trilogia dedicata alla saga de Il ragazzo dal kimono d'oro è stata un vero e proprio tuffo nel passato, considerato che da oltre vent'anni - facciamo anche venticinque - non mettevo più gli occhi su quella che, a tutti gli effetti, è stata la versione italiana finto americana dei poveri di Karate Kid sul finire degli anni ottanta, e che alcuni personaggi, situazioni e passaggi si sono ripresentati come immagini tornate a galla dopo una sorta di oblio mescolando tenerezza ed amarcord.
Quello che, però, è certo, è che affetto e ricordi a parte il secondo capitolo del brand risulta davvero terribile, sia in termini cinematografici - ma questo già si sapeva - che di scrittura, tanto da ricordare al sottoscritto schifezzone terribili come il secondo Voglia di vincere figlio dello stesso periodo: come se non bastasse, il già non troppo simpatico Anthony Scott finisce per diventare a questo giro praticamente insopportabile, tanto da muovere il sottoscritto a simpatizzare per i pezzentissimi Tigers - versione di serie b del mitico Cobra Kai -, provocati in partenza rispetto all'incidente che da inizio alla rivalità e dunque, di fatto, sfruttati come il classico punching ball da buoni di qualsiasi film di grana grossa dei tempi: e se l'esempio dei "cattivi" bastonati da un "buono" spocchioso e sottilmente prepotente non basta, quello della spalla di quest'ultimo, Luke, che praticamente si mette una scopa in culo e ramazza la stanza per il ragazzo dal kimono d'oro ha del clamoroso.
Ma in fondo poco importa: sono banalità che rispetto all'atmosfera fanno quasi sorridere, e prendere bonariamente per il culo una produzione al limite del ridicolo per la quale, però, non si può che provare affetto, se non altro perchè grazie alle sue immagini si finisce per tornare ai tempi della prima media, quando tutto era più semplice, non c'erano troppi grigi ma quasi esclusivamente bianchi e neri e la via per la soluzione di qualsiasi problema era assolutamente lineare.
Poi, certo, per chi non l'avesse vissuto sulla pelle allora un film come questo risulta agghiacciante sotto tutti i punti di vista, dalla colonna sonora platealmente plagiata - come era stato, del resto, anche per quella del capitolo precedente - all'improbabile ritorno del maestro Kimura, con tanto di cambio di attore e passaggio di quest'ultimo da eremita a scommettitore, senza contare il fantascientifico utilizzo del Tempo che mostra nel giro di qualche giorno Anthony inviare una lettera al suo vecchio mentore nella foresta delle Filippine ed essere raggiunto dallo stesso in un paio di giorni, o il finale aperto con tanto di strizzata d'occhio ad un terzo capitolo che, lo vedremo, non avrà comunque Kim Rossi Stuart ed Anthony Scott come protagonisti.
Dettagli, comunque, per un tuffo nel passato remoto di questo vecchio cowboy e degli albori del suo essere tamarro e di pancia: certamente allora sognavo di essere un charachter in stile Anthony, pronto a raddrizzare torti e sorprendere soprattutto chi non lo riteneva in grado di compiere grandi imprese, mentre ora il personaggio principale mi pare irritante almeno quanto i suoi avversari, e non mi dispiacerebbe vedere tutti rimessi in riga da un Kimura in stile Gunny, ma alla fine è giusto così.
Le ragazzate sono sacrosante e a loro modo belle proprio perchè sono ragazzate.
Con o senza un kimono d'oro.





MrFord





"Go-Go-Golden Boys
you’ve got your war toys
looking straight on
and with your eyes of blue
I will remember you
one for me, one for you."
NOFX - "Golden boys" - 





6 commenti:

  1. Non hai tempo di vedere i capolavori di Xavier Dolan, e per rivedere queste mega porcherie già inguardabili negli anni '80 sì?

    Ford, stai diventando troppo fordiano persino per te stesso! XD

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    Risposte
    1. Ahahah più che altro non ho energie mentali, alla sera, per schiaffarmi film d'autore.
      Vedrò cosa posso fare in ferie. ;)

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  2. Il sequel non lo ricordo proprio... Forse non l'ho visto proprio...

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