Produzione: Netflix
Origine: USA
Anno: 2015
Episodi: 13
Anno: 2015
Episodi: 13
La trama (con parole mie): la vita per Piper Chapman continua all'interno del penitenziario di Litchfield, e mentre dopo la "caduta" a causa di Vee e delle latine torna alla ribalta Red all'interno delle gerarchie delle detenute, un'azienda privata entra prepotentemente nell'organizzazione della struttura a seguito dei finanziamenti che, di fatto, hanno permesso allo stesso carcere di rimanere aperto.
Proprio l'introduzione di nuove possibilità lavorative nel corso della propria detenzione porta Piper ad ideare un nuovo business che non solo l'allontanerà da Vause, ma che porterà a galla il suo "lato oscuro", cominciando a trasformarla in una criminale professionista lontana dalla spaurita ragazza entrata tempo addietro per la prima volta in un carcere.
Proprio l'introduzione di nuove possibilità lavorative nel corso della propria detenzione porta Piper ad ideare un nuovo business che non solo l'allontanerà da Vause, ma che porterà a galla il suo "lato oscuro", cominciando a trasformarla in una criminale professionista lontana dalla spaurita ragazza entrata tempo addietro per la prima volta in un carcere.
I drammi carcerari, da sempre prerogativa cinematografica e letteraria esclusivamente maschile, terreno fertile per il sottoscritto e la sua formazione da Edward Bunker a Sorvegliato speciale, passando per Fuga da Alcatraz e Le ali della libertà, hanno conosciuto una nuova e moderna dimensione negli ultimi anni in casa Ford grazie ad una delle proposte più interessanti targate Netflix, Orange is the new black, dramma - ma non solo - da galera in salsa completamente - o quasi - rosa.
Partito in sordina e conquistata la fiducia del sottoscritto nel corso della prima stagione a colpi di episodi sempre più convincenti e fatto un pur appena percettibile passo indietro con la seconda, al terzo giro di giostra Orange is the new black si conferma come una delle realtà più interessanti del piccolo schermo, in grado di mostrare il lato femminile dello stesso senza per questo risultare indigesto al pubblico appartenente all'altra metà del cielo: per molti versi, infatti, mi sentirei assolutamente tranquillo nel considerare le vicende di Piper Chapman e compagne di detenzione come tra le più cazzute attualmente in circolazione.
Nel corso di questa terza stagione, rimbalzando tra abbandoni eccellenti - e permanenti? -, nuovi charachters e sviluppo di vecchie conoscenze in grado di valorizzarle sempre di più - splendida la nuova versione di Crazy Eyes scrittrice, per citarne una in particolare - il percorso della protagonista è quello che finisce per risultare più stimolante: entrata a far parte del mondo degli istituti correzionali da pesce fuor d'acqua, Piper ormai dimostra di essere sempre più a suo agio nel suo ruolo di criminale, sviluppando una personalità che da lei non ci si sarebbe mai aspettati parallelamente al business delle mutande usate vendute in rete la cui idea nasce proprio a seguito della privatizzazione di Litchfield.
Interessanti, da questo punto di vista, anche le questioni legate proprio alla privatizzazione di enti di norma statali ed al loro sfruttamento in termini di profitto, la sindacalizzazione delle guardie della "vecchia scuola" - forse l'episodio incentrato sul Responsabile del centro, Caputo, è il migliore della stagione - e la responsabilità, effettiva o involontaria, del sistema correzionale di rappresentare una sorta di "università del crimine" per chi ne finisce prigioniero: la parabola di Piper, sempre più destinata al ruolo di piccolo "boss" del suo piccolo mondo, una volta superate le minacce di Pennsatucky - il cui personaggio ha sviluppato una significativa evoluzione nel corso delle stagioni -, di Vee - ancora negli occhi lo strepitoso ultimo episodio della seconda stagione - e del confronto emotivo e non solo con Vause, passata dall'essere la parte forte della coppia a quella più che debole, giostrata e raggirata come l'ultima delle sveltine, è esemplare: la stessa new entry Ruby Rose - nuovo idolo di Julez - alias Stella, dal fascino da bad girl, finisce per essere vittima del nuovo ed oscuro lato della Chapman, pronta a dare senso al titolo dell'ultimo episodio "Trust no bitch".
Un titolo ed un cambiamento che potrebbero segnare un nuovo corso per una serie decisamente interessante che, con l'aggiunta dei "nuovi letti", potrebbe rivelarsi ancora più esplosiva di quanto già non sia.
Partito in sordina e conquistata la fiducia del sottoscritto nel corso della prima stagione a colpi di episodi sempre più convincenti e fatto un pur appena percettibile passo indietro con la seconda, al terzo giro di giostra Orange is the new black si conferma come una delle realtà più interessanti del piccolo schermo, in grado di mostrare il lato femminile dello stesso senza per questo risultare indigesto al pubblico appartenente all'altra metà del cielo: per molti versi, infatti, mi sentirei assolutamente tranquillo nel considerare le vicende di Piper Chapman e compagne di detenzione come tra le più cazzute attualmente in circolazione.
Nel corso di questa terza stagione, rimbalzando tra abbandoni eccellenti - e permanenti? -, nuovi charachters e sviluppo di vecchie conoscenze in grado di valorizzarle sempre di più - splendida la nuova versione di Crazy Eyes scrittrice, per citarne una in particolare - il percorso della protagonista è quello che finisce per risultare più stimolante: entrata a far parte del mondo degli istituti correzionali da pesce fuor d'acqua, Piper ormai dimostra di essere sempre più a suo agio nel suo ruolo di criminale, sviluppando una personalità che da lei non ci si sarebbe mai aspettati parallelamente al business delle mutande usate vendute in rete la cui idea nasce proprio a seguito della privatizzazione di Litchfield.
Interessanti, da questo punto di vista, anche le questioni legate proprio alla privatizzazione di enti di norma statali ed al loro sfruttamento in termini di profitto, la sindacalizzazione delle guardie della "vecchia scuola" - forse l'episodio incentrato sul Responsabile del centro, Caputo, è il migliore della stagione - e la responsabilità, effettiva o involontaria, del sistema correzionale di rappresentare una sorta di "università del crimine" per chi ne finisce prigioniero: la parabola di Piper, sempre più destinata al ruolo di piccolo "boss" del suo piccolo mondo, una volta superate le minacce di Pennsatucky - il cui personaggio ha sviluppato una significativa evoluzione nel corso delle stagioni -, di Vee - ancora negli occhi lo strepitoso ultimo episodio della seconda stagione - e del confronto emotivo e non solo con Vause, passata dall'essere la parte forte della coppia a quella più che debole, giostrata e raggirata come l'ultima delle sveltine, è esemplare: la stessa new entry Ruby Rose - nuovo idolo di Julez - alias Stella, dal fascino da bad girl, finisce per essere vittima del nuovo ed oscuro lato della Chapman, pronta a dare senso al titolo dell'ultimo episodio "Trust no bitch".
Un titolo ed un cambiamento che potrebbero segnare un nuovo corso per una serie decisamente interessante che, con l'aggiunta dei "nuovi letti", potrebbe rivelarsi ancora più esplosiva di quanto già non sia.
MrFord
"She's plagued with pain
making me insane
passionate repulsion
kiss the evil inside
that you cannot deny
smiling at your sufferings."
making me insane
passionate repulsion
kiss the evil inside
that you cannot deny
smiling at your sufferings."
Amorphis - "Evil inside" -
Non vedo l'ora di vedere la quarta,che comincerà fra pochissimo!
RispondiEliminaDici bene che,pur essendo un telefilm che parla quasi solo di donne,riesce ad essere molto interessante anche per i maschietti(il Khal la apprezza molto!).I personaggi e le storie sono davvero ben scritti,appassionanti,profondi e sfaccettati.
Ed il percorso di Piper è probabilmente quello di molte.
Rispetto alla storia vera da cui è tratta qui c'è un pò di zucchero,ho letto la biografia della vera Piper e certe cose sono state ammorbidite,nonchè la love story lesbica con Vause,che è stata incollata di sana pianta nella serie tv per "fare audience".Cmq molto interessante anche il libro!
Immaginavo che rispetto al libro le cose fossero state "aggiustate" per la serie, ma devo dire che tutto funziona molto bene.
EliminaSperiamo continui così!
E mentre il mondo aspetta la quarta stagione, tu Ford come al solito vivi con un fuso orario di (almeno) un anno di ritardo... ;)
RispondiEliminaDa quel che ricordo, comunque, su questa stagione ahimé concordo con te. La seconda per me rimane però la migliore!
E non hai pensato che possa aver postato la terza proprio in vista dell'arrivo della quarta? ;)
EliminaComunque tirati su il morale: per me la seconda è quella un filo più debole. ;)
Non ne ho visto manco mezza puntata, altra serie nell'infinita lista dei recuperi.
RispondiEliminaUn recupero che, prima o poi, andrebbe fatto. Tu segna! ;)
EliminaGran bella serie, molto relazionale e femminea!
RispondiEliminaVerissimo: ci voleva una serie in rosa come questa.
EliminaSerie grandiosa e buonissima stagione!
RispondiEliminaGran bel prodotto, e ottima stagione.
Elimina