domenica 9 marzo 2014

The mentalist - Stagione 4

Produzione: CBS
Origine: USA
Anno: 2011/2012
Episodi: 24




La trama (con parole mie): dopo aver ucciso la sua nemesi John il rosso, Patrick Jane deve affrontare un processo per omicidio volontario. I suoi colleghi del CBI, sconvolti dall'accaduto, indagano sull'uomo che Jane ha freddato soltanto per scoprire che si tratta effettivamente di uno psicopatico, ma non dell'assassino della moglie e della figlia di Jane, ancora a piede libero.
Tornato in libertà e al lavoro, il mentalista dovrà dunque ricominciare la sua caccia continuando, parallelamente, a dare una grossa mano a Lisbon, Van Pelt - ancora alle prese con gli strascichi della rivelazione sul suo ex fidanzato -, Cho - per la prima volta coinvolto in una storia d'amore - e Rigsby - in procinto di diventare padre - nella soluzione dei casi di omicidio che il nucleo investigativo affronta in tutta la California.






In casa Ford, cosa ormai risaputa, i serial televisivi che toccano indagini su omicidi, morti ammazzati e quant'altro sono da sempre un guilty pleasure cui difficilmente si rinuncia: The mentalist, in quest'ambito, ha sempre rappresentato un piacevole riempitivo in grado di far passare agli occupanti del Saloon momenti di totale intrattenimento da accompagnare a pranzi e cene fin dalla prima stagione e grazie al suo incontenibile protagonista - adorato da Julez per motivi principalmente femminili - Patrick Jane, interpretato da Simon Baker, uno dei volti da simpatico bastardo più interessanti del piccolo schermo.
Dopo una prima stagione di rodaggio ed una seconda in netto miglioramento, si era giunti in chiusura della terza con un climax notevole, in grado di portare il protagonista di questo titolo di fronte alla sua nemesi preannunciando, di fatto, per questo quarto giro di boa un cambio repentino della direzione dell'intero prodotto: ricordo quanto apprezzai la scelta del creatore Bruno Heller di cercare di mescolare completamente le carte in tavola per dare nuova linfa al suo prodotto, domandandomi come avrebbero gestito il cambio di direzione.
Purtroppo per tutti noi spettatori smaliziati, il suddetto cambio di direzione non è avvenuto, o perlomeno non nel modo e con la qualità che auspicavo: un vero peccato, perchè quella che poteva essere l'annata della definitiva consacrazione di The mentalist si è rivelata, al contrario, una season di assoluta transizione all'interno della quale sono stati riproposti i temi principali dell'inizio della serie salvata in corner da un'ottima gestione dei comprimari - lo spazio dedicato alle parentesi sulle vite private della squadra di colleghi di Jane - e da un paio di episodi decisamente interessanti - in particolare, quello del serial killer di ragazzine impossibile da incastrare in termini di prove contro il quale Jane scatena volutamente il "redivivo" John il rosso -.
Inutile sottolineare il fatto che mi aspettassi decisamente di più, da questo quarto passaggio di Jane sugli schermi fordiani, ma a Bruno Heller - che fino ad ora aveva fatto davvero un grande lavoro sulla sua creatura - e a Simon Baker posso perdonare perfino questo mezzo passo falso, sperando che con il finale di stagione e la rinnovata rivalità tra Jane e John il rosso si possa sperare nel tanto agognato cambio di marcia che attendevo al varco dalla chiusura della season three.
Ammetto anche che, forse per solidarietà verso i bastardi dal cuore tenero come Jane - che, forse, rispetto ai miei standard, è fin troppo tenero -, in condizioni normali avrei probabilmente affibbiato le bottigliate della delusione ad un'annata sottotono come questa, ma voglio avere fiducia in un prodotto assolutamente mainstream eppure sempre divertente, piacevole da vedere e ben realizzato: spero dunque che la squadra del CBI non mi deluda anche con il suo quinto anno di avventure e che si aprano sempre più spiragli sulle personalità dei suoi elementi - in particolare sono molto curioso di scoprire come si evolverà il lato più aggressivo di Van Pelt venuto a galla nel corso di questa stagione, così come la condizione di padre di Rigsby, mentre per il mio favorito Cho direi che basta la silenziosa presenza -, ovviamente accanto ad una costruzione di nuovo serrata e più vicina al thriller che all'intrattenimento della continua sfida tra Jane e John, tra i rivali più accesi del piccolo - e forse non solo - schermo.



MrFord



"Losing him was blue like I'd never known
missing him was dark grey all alone
forgetting him was like trying to know somebody you never met
but loving him was red
loving him was red."

Taylor Swift - "Red" - 





4 commenti:

  1. ma basta con 'sto the merdalist! uahah :)

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    1. Pensa che ci sono otto stagioni! ;)

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    2. ford, non dire cacchiate come al solito. finora sono alla sesta. e lo so io che sta robetta manco la guardo
      http://en.wikipedia.org/wiki/The_Mentalist

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    3. Effetivamente mi sono sbagliato, e pensare che la guardo! ;)

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