sabato 1 marzo 2014

Tekkonkinkreet - Soli contro tutti

Regia: Michael Arias
Origine: Giappone
Anno: 2006
Durata: 103'




La trama (con parole mie): in una città del futuro caotica, colorata e ribollente i due orfani Bianco e Nero dominano le strade e si completano l'un l'altro. Il primo, naif e positivo, sogna una nuova primavera ed una vita migliore, il secondo, oscuro e battagliero, protegge il fratello e non si concede tregua a prescindere dagli ostacoli e dai nemici che si stagliano sul loro cammino.
Quando, però, alla Yakuza si aggiungono il malvagio Serpente con i suoi scagnozzi che paiono provenire da un altro mondo ed il misterioso giustiziere Minotauro, le cose si complicano, e per Nero viene il momento di prendere la decisione più terribile della sua giovane vita: lasciare che Bianco sia preso in custodia e protetto dalla polizia, in modo che lui possa difendere la città da solo e sprofondare nell'oscurità alla quale crede di appartenere di diritto.
Ma non è detto che, tra i due, il più forte sia davvero lui, e quando Bianco troverà di nuovo la strada per il cuore del fratello, potrebbe aprirsi per loro la porta di un futuro davvero migliore.







L'animazione nipponica è da sempre un bacino interessante al quale attingere quando si tratta di scoprire proposte interessanti per il genere e non solo: colpevolmente in ritardo rispetto alla data d'uscita, anche al Saloon e proprio in quest'ottica è arrivato Tekkonkinkreet, vero calderone di stili e generi che qualche anno fa rimbalzò tra un appassionato e l'altro incontrando favori entusiastici così come critiche feroci. 
Visione alle spalle posso affermare che la storia di Bianco e Nero, protagonisti straripanti e disequilibrati come tutti i fratelli in grado di trovare bilanciamento l'uno nell'altro, come capita per la verità, sta nel mezzo: Tekkonkinkreet, infatti, manifesta molti spunti notevoli sia visivamente che a livello di contaminazione di stili e generi così come alcuni limiti legati principalmente alla sceneggiatura, in alcuni passaggi troppo tagliata per riuscire a sviluppare appieno sottotrame e personaggi - il misterioso Minotauro, il rapporto tra la Yakuza e il Serpente -, finendo per risultare quasi il risultato di un pilota, più che di un lungometraggio vero e proprio.
Il viaggio per le strade della caleidoscopica Treasure Town, comunque, è affascinante ed avvincente, in grado di toccare tematiche profonde come, per l'appunto, il rapporto tra fratelli ed altri prevalentemente crime ed action con un approccio che ricorda il Cinema di Hong Kong, inserendo il tutto in una cornice colorata ed affascinante, una sorta di versione "solare" di Blade Runner.
Il meglio del lavoro di Michael Arias, comunque, giunge principalmente grazie allo scandire del tempo e delle stagioni e del rapporto delle stesse con i main charachters, così come per i passaggi onirici al centro del confronto tra Nero ed il Minotauro, che riportano alla mente parte dell'ottimo lavoro - tecnicamente parlando - svolto da Arias nel corso della lavorazione di Animatrix, cui prese parte poco tempo prima di dedicarsi a questo progetto.
Il climax conclusivo cui è legato proprio il passaggio appena citato diviene dunque un valore aggiunto per una pellicola che potrà forse risultare ostica per i non appassionati - soprattutto per quanto riguarda la spigolosa animazione - ma che, di fatto, ha tutte le carte in regola per conquistare spettatori abituati ed appassionati a diversi generi, un prodotto ben più che onesto che avrebbe meritato una maggior diffusione oltre i confini dei fan hardcore dell'anime.
E seguendo la strada della formazione tipica dei film per ragazzi si giunge ad un'evoluzione decisamente adulta per Bianco e Nero, personaggi profondi ed immediatamente in grado di conquistare un posto nel cuore dell'audience, rapidi e sbruffoni quanto vulnerabili ed esposti ad un mondo all'interno del quale hanno dovuto imparare sulla propria pelle a sopravvivere, finendo per sacrificare buona parte dei loro stessi cuori.
Cuori che, seppur schiacciati da una realtà scomoda e difficile, pronta a chiedere un tributo sempre più pesante, finiscono per legarsi alla speranza di una primavera - e ancor più di un'estate - da poter vivere a fondo come soltanto l'età dell'innocenza ci permette di fare.


MrFord



"I said if
you're thinkin' of
being my brother
it doesn't matter if you're
black or white."
Michael Jackson - "Black or white" - 



4 commenti:

  1. grazie per la segnalazione, ford.
    sembra proprio una delle tue tipiche bambinate. ora so quale film NON vedere uahahah :)

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    1. Considerato quanto andiamo d'accordo ultimamente, potrebbe anche piacerti! ;)

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  2. Lo vidi anni fa e mi piacque tantissimo, ma leggendo la tua recensione mi sono accorta che me lo ricordo proprio poco, urge una nuova visione.

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