giovedì 25 aprile 2013

Stand up guys

Regia: Fisher Stevens
Origine: USA
Anno: 2012
Durata:
95'




La trama (con parole mie): Val, ex ma non troppo criminale incallito, esce di galera dopo aver scontato ventotto anni per una rapina andata male. Ad attenderlo fuori dalle porte del penitenziario trova Doc, vecchio socio ormai ridotto a vivere solo in uno squallido appartamento dipingendo le albe sulla città in attesa proprio del giorno che l'amico torni in libertà.
Questo perchè Claphands, boss locale, perse il figlio proprio nel corso dello sciagurato colpo che costò la libertà a Val, e da allora ha mantenuto saldo il proposito di far uccidere il suddetto proprio dall'amico una volta uscito di prigione: ma le sue minacce varranno ben poco a fronte di un legame durato una vita intera, e i due stagionati casinisti, una volta recuperato il loro terzo moschettiere, il guidatore Hirsch, si daranno ad una notte di baldoria prima dell'alba - questa da vivere, e non da dipingere - che segnerà il loro destino.




Fortunatamente il Cinema riesce ad offrire, di tanto in tanto, pellicole senza pretese, easy, pane e salame ma comunque ottimamente realizzate in grado di raddrizzare giornate e far stare meglio neanche ci si trovasse nel posto e nel momento giusto: nelle ultime settimane, il titolo che più ha rappresentato la categoria è stato senza dubbio Stand up guys.
Segnalato dal sempre valido Frank Manila, questo lavoro onestissimo di Fisher Stevens - che molti conoscono più come caratterista che non come regista, considerate le parti interpretate di recente in serial come Lost - è stato una piacevole sorpresa per gli occupanti di casa Ford, riuscendo nell'intento facile soltanto sulla carta di unire le aspettative del sottoscritto e quelle di Julez portando in scena una vicenda a metà strada tra la crime story ed il buddy movie - sulla scia del modello Hap/Leonard dei romanzi di Joe Lansdale - in grado di stuzzicare corde e sentimenti senza mai per questo diventare retorico o involontariamente ridicolo.
La strada per questo discreto successo è costruita principalmente su uno script che non avrebbe sfigurato nelle mani del Guy Ritchie di The snatch e Lock&stock portato in scena con eleganza - ottima la fotografia -, supportato da una colonna sonora con le palle in equilibrio tra Bon Jovi e il soul old school ed interpretato finalmente - almeno per quanto riguarda Pacino, negli ultimi tempi sulla pericolosa china che ha reso imbarazzante il suo collega e rivale DeNiro nel corso delle ultime stagioni - alla grandissima da tre leggende del calibro del suddetto Pacino, Christopher Walken - dai tempi de Il cacciatore uno dei preferiti fordiani in assoluto - ed Alan Arkin, di fatto al centro di una seconda giovinezza a seguito della mitica interpretazione del nonno eroinomane di Little Miss Sunshine.
L'atmosfera da rimpatriata tra vecchi compagni d'armi e di merende dal sapore dolceamaro risulta piacevole sia nei suoi risvolti più divertenti - l'episodio del viagra - e di piacevole gigioneria - il rimorchio delle ragazze nel locale, la scoperta delle doti di amatore di Hirsch - sia in quelli tendenzialmente drammatici - la condizione degli ospiti della casa di riposo, il climax finale in pieno stile Butch Cassidy -, il ritmo sostenuto e la riflessione sulle occasioni da cogliere prima che la vita giunga a chiedere il conto - il rapporto tra Doc e la nipote - non è banale o fuori tempo massimo, e l'idea di poter invecchiare con la consapevolezza di avere ancora qualche cartuccia da sparare risulta quantomeno confortante, specie per un vecchio cowboy come il sottoscritto che da sempre sogna di vedersi ottantenne sul portico con lo sguardo arcigno e la battuta pronta del Walt Kowalski di Gran Torino, conscio dei segni che la vita e l'età inevitabilmente lasciano dentro e fuori di noi ma ugualmente in grado di fronteggiare la stessa esistenza, che sia una serata fuori con i vecchi amici dei tempi andati, un ultimo tango da letto o un confronto da chiudere nel rispetto di legami che nessuno che non li avrà mai vissuti potrà spezzare.
E se c'è chi storcerà il naso di fronte a quella che pare l'ennesima - pur se ben confezionata - operazione vecchie glorie, qui dalle parti del Saloon cose come Stand up guys troveranno sempre il loro posto d'onore dall'apertura fino al bicchiere della staffa.
Non vorrei certo che qualcuno di questi vecchi ragazzacci potesse avere il rimpianto di non essersi goduto a fondo l'ultima sbronza.


MrFord


"I got a black cat bone
I got a mojo too
I got the Johnny Concheroo
I'm gonna mess with you
I'm gonna make you girls
lead me by my hand
then the world will know
the hoochie coochie man
but you know I'm him
everybody knows I'm him
oh you know I'm the hoochie coochie man
everybody knows I'm him."
Muddy Waters - "(I'm your) Hoochie coochie man" -


8 commenti:

  1. Pure io l'avevo recuperato dopo averne letto dal Manila, che mi aveva fatto troppo ridere con la definizione di "commediola geriatrica". Poi Walken potrebbe fare anche la pubblicità delle marmellate lassative e io lo guarderei comunque, quindi...
    Agrodolce, una gran bella storia sul valore dell'amicizia. Accompagnato da un'ottima colonna sonora.

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    1. Poison, concordo in pieno sia su Walken che su questo film: una bella storia di amicizia con una colonna sonora da urlo.

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  2. Bel film. Uno Stand by me con i vecchi e meno pianti.

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    1. Bella la definizione di uno Stand by me con i vecchi. Promossa. :)

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  3. un film che mi puzza di vecchiume più di napolitano...
    vabbè, quasi :D

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  4. Anche io sono in attesa di recuperarlo, e il trio di attori che son riusciti ad unire spero valga da solo la visione.
    ;)

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    1. Fratello, recuperalo: è molto divertente ed anche malinconico, vedrai!

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