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giovedì 13 settembre 2018

Thusday's child



Ed eccoci tutti tornati alla consueta rubrica a tre dedicata alle uscite cinematografiche che ci attendono nel weekend: questa volta a fare compagnia ai rivali ormai all'acqua di rose - un pò come la blogosfera - che rispondono ai nomi del qui presente Ford e di Cannibal Kid nientemeno che Patalice, una veterana - ma non ditele che è vecchia - di questa piattaforma.
Come si sarà comportata al cospetto di due scriteriati del nostro stampo?

"Dici che così conciati da apparire finto giovani come Cannibal?" "Non so, ma di sicuro saremo abbastanza alternativi per essere criticati da Patalice!"

Intro di Patalice: C'era una volta una giovan(issim)a blogger rossa, fica, e con luuuuunghe ciglia (finte) che davano spessore ai suoi occhioni da principessa.
C'erano una volta due blogger buongustai come pochi, che in un caldo pomeriggio di fine estate le chiesero di partecipare alla loro rubrica di "Ultime Uscite al Cinema".
La giovan(issim)a blogger se l'era dovuta tirare un po', simulando una serie di impegni degli della Ferragnez, per confermare il suo status di fichissima, ma in realtà non vedeva l'ora arrivasse questo momento, che attendeva da tempi immemori.
...peccato che i film in uscita questa settimana siano...
discretamente BLEAH!
Okay, premessa fatta, continuiamo dicendo che io, al pari se non di più dei due facinorosi amici Fritz detentori e possessori della rubrica, A D O R O il cinema, ma raramente ne parlo, perché sono di un'acidità pazzesca!
Ergo, analizzando un film dopo l'altro sarò dissacrante a dire poco...
sapevatelo!


SULLA MIA PELLE

"E' meglio se te ne vai: quando c'è in giro Cannibal tira sempre una brutta aria."


Patalice: Filmone italiano degno del cinema più intellettual chic che si possa annoverare, è pressoché certo che la mia profondità figlia degli anni 90, in un mix perfetto tra Material e Barbie Girl, si troverebbe a farsi un selfie dopo 8 minuti e mezzo dall'inizio... Non vorrei risultare (ancor più) superficiale, ma il racconto delle ultime ore di Stefano Cucchi, francamente non mi elettrizza più di tanto. La presenza di quella mono-espressione/pessima dialettica della Trinca, fa si che le chance che io veda questo dramma italico si riducano sotto lo zero. Però, se siete quel tipo di persona che va al cinema da sola con un taccuino in mano, ed un finto paio di occhialetti tondi, probabilmente questa è manna dal cielo per voi... che Dio non voglia che il cowboy ed il ragazzino siano adepti...
Cannibal Kid: Mi immagino Patalice di fronte a questo film un po' come io di fronte a un film action consigliato da Ford, con lo sguardo del tutto smarrito. Io che di solito guardo le pellicole pronto ad annotarmi le cavolate da scrivere sul blog che se no poi me le dimentico, e con tanto di occhialetti rettangolari da hipster, che quelli tondi fanno troppo nerd, questo Sulla mia pelle lo guarderò sicuramente. Chiaro che non è una di quelle visioni ideali per svagare la mente, ma una visione è doverosa. Per rivivere sulla nostra pelle una delle pagine più nere della cronaca italica degli ultimi anni e per ammirare le prove attoriali di due ottimi interpreti come Alessandro Borghi e Jasmine Trinca. Al termine della visione però tutti a cantare: “Life in plastic, it's fantastic” insieme a Patalice, che ci avrà aspettati dall'estetista, o al nuovo Starbucks di Milano.
Ford: sinceramente la mia voglia di tornare all'autunno e alle visioni più impegnate dei miei adorati action estivi e più o meno la stessa di rientrare al lavoro dopo le ferie, ma mi tocca concordare con Cannibal sia rispetto alla questione dell'importanza del ricordo di una vicenda nerissima sia rispetto al non dimenticare la nostra parte leggera, dimenticando ogni pesantezza con una bella sbronza. Detto questo, io non prendo appunti durante i film e non porto occhiali se non quelli da sole in stile Top Gun.


LA PROFEZIA DELL'ARMADILLO

"Ma invece di bere la tisanina di Patalice la prossima volta ci facessimo un White Russian!?"
 
Patalice: Io sono di Brescia.
...e se qualcuno, a partire dai 2 maschioni che mi affiancano nel post, si azzarda ad esclamare E CHI SE NE FREGA, dico a Smithers di liberare i cani...
Comunque, dicevamo che sono di Brescia, e chi conosce Brescia sa che le sale che vanno oltre le mega multi-sala, non arrivano nemmeno al medio tra le dita di una mano, ergo vedo dura durissima durissimissima che questa commedia tratta dalle storie urbane di quel genio meraviglioso di ZeroCalcare, possa essere distribuito... e la cosa mi addolora alquanto, perché i fumetti di quel ragazzaccio sono occhi a cuore che, Sailor Moon spostati proprio!
Secondo me sarà più materiale da Goi, perché il Ford è anagraficamente vetusto... ma essere stupita è il mio gioco prediletto... ergo sto tuned!
Cannibal Kid: Echisssssssss...
Ok, non lo dico, ma lo penso. Comunque io sono di Casale Monferrato, e quindi sono messo ancora peggio. Fortuna che, laddove non arrivano le sale, arriva il web e quindi questa profezia dell'armadillo prima o poi la si gusterà. Devo comunque ammettere di non aver letto la graphic novel da cui il film è tratto, però conosco e apprezzo Zerocalcare per le sue vignette, a volte su film e serie TV, che circolano in rete e quindi sono incuriosito da questa trasposizione. Ford invece è rimasto ancora a Tex e a Dylan Dog... anzi no, Dylan Dog è troppo nuovo.
Ford: Zerocalcare è diventato negli ultimi anni un fenomeno da cultura di nicchia e finto alternativa pazzesco, seguitissimo ed amatissimo. Io ho letto la graphic novel, molto carina, ma sinceramente trovo si stia sopravvalutando molto un autore che, rispetto ad alcuni vetusti mostri sacri come Pazienza, è un pò come un qualsiasi action hero di oggi paragonato a Sly e Schwarzy. Detto questo, dovesse capitare, uno sguardo a questo La profezia dell'armadillo potrei darlo, se non altro per il divertimento nello stroncarlo. Cosa che, facilmente, accadrà.



DOG DAYS

"So che sei invidioso del mio Cucciolo Eroico. Ma ti puoi scordare che te lo dia!"

Patalice: Ci fu un tempo in cui la Patalice era una vera dura, roba da Christina Yong e Blair Waldorf style, poi successero la vecchitudine ed un ribaltamento ormonale, e qualsiasi cosa iniziò a farmi piagnucolare come una perfetta mammola!
Premessa per dire che, mentre l'altro giorno aspettavo che Tom Cruise mi ispirasse pensieri osceni calandosi dalle finestre nell'ultimo "Mission Impossible", è uscito questo trailer di commediola tenerina tenerella con protagonisti cucciolotti pelosotti a 4 zampe, ed io mi sono detta NO, questo film non lo vedo perché piango di fisso.
...dai tempi di "Pets" mi sono resa conto che per me i film con protagonisti che abbaiano, sono da lacrima; fatto certo, come che Ford porterà la prole a vedere stà commediola da zero a zero, per slinguazzare con la Jules nel buio della sala...
Cannibal Kid: Ci fu un tempo in cui Cannibal Kid era un vero duro...
ok, non è vero e tanto non ci credeva nessuno.
Ci fu un tempo in cui Ford era un vero duro, e questo è davvero successo, ma ormai parliamo di un trilione di anni fa. Bisogna risalire fino al Mesozoico o giù di lì per averne traccia. Ford ormai è il più tenero dei papà cucciolosi e ormai – ahimé – anche il suo odio nei miei confronti è quasi del tutto svanito.
Riguardo al filmetto, come ho già detto in più di un'occasione io e i cani non andiamo certo d'accordo. Se però tutte le settimane tengo una rubrica con il mio nemico Ford, qualche quattrozampe sullo schermo potrei anche sforzarmi di sopportarlo. Perché il film promette di essere anche solo minimamente decente?
Assolutamente no. Solo per quelle due belle pollastrelle di Vanessa Hudgens e Nina Dobrev.
Ford: questa roba mi pare la tipica trappola da pusillanimi come Peppa Kid o famiglie allo sbando nel multisala, dunque attenderò ancora poco per portare i Fordini a godersi l'ultimo Pixar, piuttosto che una cosa che, probabilmente, non arriverebbero a guardare fino alla fine. Neanche l'avesse consigliata Cannibal.


THE EQUALIZER 2
 
"Amico, se non mi servi subito da bere passerai un brutto quarto d'ora neanche fossi Kid nelle mani di Ford."

Patalice: Il Denzel è sempre il Denzel. Okay non avrà i fasti figosi di Will Smith, che più invecchia più da soddisfazione al sudombelicale degli amatori del color ebano (IO IO IO), però ha sempre quel suo fascino dannato, che nei film d'azione esplode senza ritegno!
Il primo capitolo partiva bene, ma un po' si arenava nella noia e nel banalotto, ma vista la moria di titoli in uscita questa settimana, l'americanata d'azione potrebbe salvare i mediocri spettatori alla ricerca del brivido facile, come la sottoscritta...
Certo, Tip e Tap qui intorno probabilmente non faranno salti di gioia, e recupereranno il film per altre vie...
...e poi la snob sarebbi io...
Cannibal Kid: Ford immagino che avrà già prenotato il suo biglietto al cinema. Quanto a me, ancora non ho visto il primo The Equalizer e il pensiero di recuperarmi quello per poi guardare pure questo non mi sfiora nemmeno da lontano. Il trono di snob radical-chic è di nuovo mio, sì!!!
Ford: fordianata e figata della settimana e forse del mese! Nonostante quello che dicono gli ormoni di Patalice Denzellone si mangia un paio di Will Smith a colazione ogni giorno, e considerato quanto esaltate fu il primo The Equalizer, sono già in prima linea in qualsiasi modo per gustarmi il numero due, sperando che possa essere anche meglio.
Alla facciazza del re dei Cannibal Chic.


GOTTI - IL PRIMO PADRINO

"Che ve lo dico a fare!? Per quei bloggers servono delle belle scarpe di cemento!"

Patalice: Dopo la nomination agli Emmy, per il ruolo di Robert Shapiro, nella serie su O.J. Simpson, John Travolta ha ripreso credito ad Hollywood, che gli ha affidato un ruolo di primissimo piano nel film biografico sul criminale John Gotti, capo della famiglia Gambino, famigerata organizzazione criminosa che portò orrore e scompiglio negli Stati Uniti. Io amo le storie biografiche, e per il faccione di Travolta ho un tenero debito di riconoscenza, perché "Grease" e "Pulp Fiction" sono 2 tra i miei film del cuore; tuttavia 9,20 euro sono forse un tantinello troppi perché io li spenda per lui... il vecchio mandriano mi da dello spettatore tipo, Kid invece lo vedo poco sul pezzo... ma anche qui chissà se c'ho ragione o se no... vedremo che ci diranno i post che verranno!
Cannibal Kid: Questo film negli Usa ha fatto parlare di sé unicamente per un motivo. Il suo successo?
Tutt'altro. Ha ricevuto le peggiori critiche piovute addosso a un film negli ultimi anni e su Rotten Tomatoes, l'aggregatore delle recensioni dei siti più importanti del mondo che però sorprendentemente non tiene conto degli autorevoli giudizi di Pensieri Cannibali e di White Russian, ha ottenuto l'invidiabile punteggio dello 0%. In pratica, a nessuno, almeno tra giornalisti e recensori, è piaciuto anche solo minimamente. Sarà davvero la più grande merdaccia nella storia del cinema dai tempi di... [aggiungere un film con Stallone a caso]?
Ford: Travolta mi è sempre stato simpatico, i mafia movie mi sono sempre piaciuti, eppure, sarà per le terrificanti recensioni ricevute oltreoceano, la mia voglia di imbarcarmi in questa visione è più o meno la stessa che avrei di passare un pomeriggio a fare shopping con Patalice o a stare seduto in silenzio in cameretta con una maschera da coniglio con Cannibal.


SEPARATI MA NON TROPPO

"Che ne dite!? Posso fare concorrenza a Shailene Woodley?"

Patalice: Cazzarola... i film francesi sono un bel terno al lotto... 50% cacate pazzesche, 50% piccole perle.
La commedia ultimamente non ha dato ai cugino oltralpe particolare credito, ed i registi tendono ad essere di un banale che la presenza delle Donatella in qualunque reality di qualsiasi canale pare una sorpresona pazzesca, però c'è anche da dire che la trama pare smentire questo trend...
marito e moglie si separano, ma la situazione economica avversa li costringe a convivere ancora,
e sarà proprio nella folle situazione di obbligato quieto vivere che i due si renderanno conto della bellezza delle piccole cose...
...SPOILER: era una battutaccia il fatto che ci fosse originalità...
Cannibal Kid: Allora, non attaccatemi i francesi che se no mi incazzo. Intanto siamo campioni del mondo... Volevo dire sono campioni del mondo. E poi il cinema l'abbiamo inventato noi... volevo dire che l'hanno inventato loro.
La mia percentuale di apprezzamento nei confronti dei prodotti transalpini direi che è di un buon 80% e so che le commedie francesi di recente non sono schifate nemmeno da quel diffidente di Ford. Quindi, in questo caso, au revoir Patalice!
Ford: i francesi non mi sono mai stati simpatici, un pò come il loro calcio, una bella fetta del loro Cinema o come Cannibal Kid. Eppure, di tanto in tanto azzeccano cose decisamente interessanti. Sarà questo il caso? Se ne avrò l'occasione, darò volentieri l'opinione fordiana in merito.

UN AFFARE DI FAMIGLIA

"Non saprei: noi, intanto, facciamo concorrenza ai Ford."

Patalice: Oh cavolo... mi tocca nuovamente fare la parte della cretina... e non sono manco bionda!
...che scusa posso inventarmi?
Fooooordinoooooo, Goieeeeeetto, venitemi in soccorso!
Va beh, trattasi di un film giappo, diretto da un maestrone della cinematografia, che tocca il tema delle diseguaglianze sociali, con un linguaggio amarissimo, dove c'è una piccola comunità che non è imparentata ma è unitissima, una bimba apparentemente abbandonata accolta da una coppia ed una saggia nonna che incarna uno spirito orientale tipicissimo. Ne parlano come di potenziale capolavoro, ed io vorrei fortissimamente vorrei dirmi interessata partecipe e qualsiasi altra cosa, ma non è così...
No proprio non me ne potrebbe fregare meno dei giapponesi... a meno che non mi si prometta una cena sushi all you can eat post.
...in quel caso potrei fare un'eccezione...
Cannibal Kid: Io non mangio pesce, quindi il sushi figuriamoci, ma un chinese all you can eat posso accettarlo. Meglio se accompagnato dalla visione del film vincitore della Palma d'oro all'ultimo Festival di Cannes che ok, così sulla carta non è che sembri proprio entusiasmante, ma so già che se lo vedo potrebbe emozionarmi quanto Ford di fronte a un nuovo WrestleMania. O Patalice di fronte alla nuova collezione di Louboutin.
Ford: non ho mai visto, per quanto ami il Cinema jappo, un film di Koreda, ma considerate le premesse questo potrebbe essere non sono un buon modo per iniziare a recuperare il suo lavoro, ma anche per poter trovare uno dei titoli più interessanti di un anno certo non indimenticabile per il Cinema. Se poi si considerano tematiche che ricordano la parte sociale del lavoro di Kurosawa, il gioco è fatto. Poi, certo, lo spazio per un all you can eat sia cinese che giapponese ed un bel pay per view di wrestling si trova sempre!


NEW YORK ACADEMY FREEDANCE

"Sono più aggraziata del casalese più famoso del mondo. Bolle? No, Katniss Kid!"

Patalice: Accompagnata dai miei due Roberto Bolle, eccomi indossare il tutù e le scarpette a punta, e lanciarmi in un twerk di quelli scatenati!
L'ennesima commedia a passo di danza ha possibilità pari a zero che io vada al cinema a vedermi un polpettone tra sfide di crew ammattite, storie d'amore scontate come i colori fluo ai saldi, ed un finale prevedibile dalla prima scena.
...a meno che il Kid non venga con me, perché siamo appena diventati amici su facebook, e con la calzamaglia, outfit necessario alla visione del suddetto film, deve stare dadddddio!
Cannibal Kid: Saremo anche diventati amici su Facebook però ouh, cos'è tutta questa confidenza? In genere non mi mostro in calzamaglia prima del terzo appuntamento.
Quanto al filmaccio, ammetto di avere un debole per Save the Last Dance, uno dei miei sommi guilty pleasure, ma tutti i lavori che in seguito hanno cercato di scopiazzarlo mi hanno fatto pena e questo New York Academy Freedance rischia di far passare persino Step Up per il Quarto potere dei film sulla danza. Pazienza, una scusa buona per evitare di andare al cinema in calzamaglia. Che comunque mi starebbe DI-VI-NA-MEN-TE! Altroché Roberto Bolle, il secondo casalese più famoso nel mondo.
Ford: la calzamaglia io la indosso solo per un incontro di wrestling, e certo non per partecipare alla visione di qualcosa che mi pare lontano da questo vecchio cowboy almeno quanto una serata fuori solo ad acqua naturale. Dunque, lascio lo spero ingrato compito a Calzamaglia Kid.


Outro di Patalice: ...cioè tutto questo è già finito?
I film sono già finiti?
Io ho già finito?
I need Nutella, botox ed un limone di un Hemswoth qualsiasi...
Chris sarebbe preferibile!

giovedì 18 agosto 2016

Thursday's child

La trama (con parole mie): ancora nel pieno dell'estate e del post-Ferragosto, in sala trovano spazio giusto un paio di titoli che, però, in un modo o nell'altro, potrebbero addirittura rivelarsi interessanti. In particolare, uno degli horror più chiacchierati dell'anno distribuito straordinariamente in tempi non biblici anche qui nella Terra dei cachi.
Purtroppo, a rendere nefasta anche questa settimana, resterà come sempre il co-conduttore della rubrica, Cannibal Kid, la vera strega cattiva della Blogosfera.

"Facciamo vedere a quei due tronchi di Cannibal e Ford come si balla!"
The Witch

"Cannibal, rassegnati: ormai anche i Kids si convertono alla fede del diabolico Ford!"
Cannibal dice: Con un ritardo nemmeno eccessivo rispetto alla potenza dell'Internet, ecco che arriva anche nei cinema italiani un horror inquietante, ben girato e con una giovane protagonista sensazionale, Anya Taylor-Joy. Per quanto mi riguarda non è il capolavoro assoluto spacciato da alcuni blogger, però una visione se la merita tutta e la mia recensione satanista si merita una lettura (http://www.pensiericannibali.com/2016/05/burn-vvitch.html). Quella dello stregone Ford anche no, grazie.
Ford dice: una delle produzioni horror più interessanti degli ultimi mesi giunge con un ritardo neppure eccessivo nelle sale italiane. Un miracolo o opera del Demonio? La risposta al botteghino: nel frattempo, potete sempre leggere la mia recensione -http://whiterussiancinema.blogspot.it/2016/05/the-vvitch-new-england-folktale.html -, che sottolinea il valore di questo film ma cerca di contenere l'entusiasmo che, per una volta, non ha fatto andare in pappa il cervello al mio antagonista. Anche perché non ci sarebbe stato più nulla da mandare in pappa.



New York Academy

"Sei proprio un figurino: mica come quella strega di Cannibal Kid!"

Cannibal dice: Nonostante abbia adorato Il cigno nero e la serie Flesh and Bone, il mondo della danza classica non è che mi entusiasmi molto. Sempre più del wrestling, per carità, però questa porcheruola a metà strada tra Saranno famosi e Step Up la lascio volentieri all'ex duro Ford che inaspettatamente negli ultimi tempi nelle robette sulla danza ci sguazza manco fosse Carla Fracci.
Ford dice: nonostante alcune tamarrate come Battle of the year mi abbiano divertito e sia rimasto ammirato da altre cose molto radical come Pina di Wenders, direi che la mia attitudine al ballo - protagonista o spettatore che sia - è la stessa che ha Cannibal per il wrestling.

Passo dunque volentieri, anche perché questi saranno i giorni dell'attesissimo Summerslam.


martedì 9 dicembre 2014

Step up all in

Regia: Trish Sie
Origine: USA
Anno:
2014
Durata:
112'




La trama (con parole mie): Sean e la sua crew di ballo, giunti da Miami a Los Angeles per fare fortuna e messi di fronte all'ennesimo rifiuto, si trovano su fronti opposti per quanto riguarda il modo di agire. Il ragazzo, infatti, vorrebbe rimanere e perseverare, mentre i suoi compagni hanno intenzione di fare ritorno nella loro città per rimettere insieme i pezzi e ripresentarsi sul palco ancora più preparati: separatisi, si ritroveranno a Las Vegas per contendersi un contratto di tre anni, premio di un reality show che vede giungere tra le best four delle crew di danza la nuova squadra di Sean, i suoi vecchi amici ed il loro rivale di sempre, Jasper, accompagnato dai favori del pronostico e degli organizzatori.
Cosa accadrà, dunque, quando i nodi verranno al pettine? E quale lezione imparerà il ballerino da sempre ossessionato dal successo e dalla realizzazione del suo sogno?








Ai tempi dell'uscita in sala di Step up all in, ultimo capitolo di un brand che, onestamente, ho sempre considerato privo di qualsiasi senso compiuto, mi sono ritrovato messo all'angolo da uno di quei compromessi che, di norma, si finiscono per accettare in un rapporto di coppia: in cambio degli innumerevoli film più o meno pesanti propinati dal sottoscritto, Julez ha finito per richiedere espressamente una visione di questo, forse memore della non delusione data da Battle of the year, tamarrata oltre il trash ma sorprendentemente quasi divertente con il nostro lostiano preferito Josh Holloway.
Peccato che il lavoro di Trish Sie sia un'accozzaglia di schifezze a metà tra Mtv ed il peggio del piccolo schermo shakerati come fossero un frullato di sogni da vendere ai ragazzini pronti a scommettere che, se si faranno in qualche modo il culo - almeno in una misura figa, certo non sgobbando davvero - qualcuno finirà per riconoscere il loro immenso talento e concedere l'occasione che meritano: certo, le coreografie finiscono quasi per essere piacevoli - anche se un qualsiasi episodio di America's Best Dance Crew regala emozioni più forti - e tutto sommato robetta di questo genere finisce per essere assolutamente innocua rispetto a titoli con pretese autoriali proposti e presentati come Capolavori dai distributori, ma è davvero troppo poco per non rimanere inorriditi dallo svolgimento elementare della trama - che pare ai livelli di un episodio di Uomini e donne con qualche ballo ben eseguito in più - e dall'adattamento italiano, ridicolo soprattutto per il doppiaggio - senza alcun dubbio la cosa peggiore, con l'affidamento della parte di Jasper, rivale del protagonista Sean, a Gue Pequeno, cresciuto con i Club Dogo e da oggi ufficialmente nominato peggior doppiatore della Storia del Cinema -.
Per il resto pare di assistere, a livelli d'implausibilità, ad un film tra i più recenti con protagonista Steven Seagal abilmente mescolato con il peggio dell'horror di infima serie, e di accompagnare il main charachter nella più improbabile ed assurda delle scalate al successo e alla vittoria che quantomeno nel già citato film "lostiano" veniva saggiamente risparmiata al pubblico, senza prendere troppo sottogamba l'intelligenza dello stesso.
Detto questo, se siete aspiranti ballerini o concorrenti di Amici, sicuramente troverete spunti necessari nel corso della visione, e se non lo siete, per quanto il risultato sia davvero prossimo allo zero assoluto della settima arte, finirete per non riuscire a volere male ad un lavoro di qualità bassissima ma ugualmente privo della spocchia di altri di maggiore prestigio.
In fondo, se siamo in grado di godere di cult e titoli destinati a rimanere nel nostro cuore di spettatori e nei nostri occhi, è anche merito dei termini di paragone offerti da schifezzone innocue come Sharknado o questo Step up all in, che con le magliette tagliate della protagonista femminile ed i suoi faccia a faccia tra "buoni" e "cattivi" neanche fossimo nel pieno di un cartone animato fuori tempo massimo regala alcuni dei momenti più agghiaccianti che ricordi del passato recente, contendendo al secondo capitolo del brand degli squali volanti la vetta di ogni classifica di assurdità.
Resta l'amarcord dei tempi d'oro in cui i film erano naif praticamente per scelta legato alla selezione dei nuovi membri della crew - neanche fossimo in Expendables 3 - ed il classico crescendo con le due formazioni guidate dagli ex migliori amici costretti a giocarsi un posto in finale che fa tanto Holly e Benji.
Peccato solo che il risultato sia decisamente inferiore.
E ben lontano dai gusti anche più tamarri - o nostalgici - del sottoscritto.




MrFord



"If you say run, I'll run with you
if you say hide, we'll hide
because my love for you
would break my heart in two
if you should fall
into my arms
and tremble like a flower."
David Bowie - "Let's dance" - 




domenica 5 ottobre 2014

Corsi corsari a passo di danza

La trama (con parole mie): grazie ad una nuova iniziativa di Corsi Corsari, che qui al Saloon sono sempre i benvenuti, torniamo ad esplorare il mondo della settima arte attraverso una serie di incontri legati, in questa occasione, a doppio filo con la Musica.
Due argomenti rispetto ai quali in casa Ford restiamo sempre molto sensibili, e che sono lieto ancora una volta di introdurre in modo che, vicinanza geografica permettendo, possiate pensare di approfondire al meglio grazie a questo vero e proprio viaggio.






La settima arte e la Musica sono, fin dall'apertura del Saloon, due temi che in queste pagine si sono rincorsi e passati il testimone spesso e volentieri, dalle Blog War che mi hanno visto opposto a Cannibal Kid fino alle semplici recensioni.
Come non approfittare, dunque, della nuova iniziativa organizzata da Corsi Corsari per pubblicizzare il legame che da sempre esiste tra le due espressioni artistiche?
Il tema del rapporto tra Cinema e Musica analizzato durante alcuni incontri a cura di Massimo Zanichelli, insegnante, scrittore, regista ed esperto di cinema è dunque l'occasione perfetta. 
Gli appuntamenti si terranno presso il Museo Diocesano in Corso di Porta Ticinese 95 a Milano, sabato 11 e 18 ottobre, con data da definire per l'eventuale terzo incontro. 
Orari: dalle ore 15:40 alle ore 17:40 Costo totale: 15€ per un incontro; 28 € per due incontri Prenotazioni: Tel. 02 70108702 o 329 9581101 / Mail: info@corsicorsari.it 
Sarà possibile, inoltre, partecipare ad una sola delle lezioni o scegliere di seguirle tutte.

Per ulteriori informazioni consultate in tutta tranquillità il sito di Corsi Corsari

E come è già accaduto in passato, nel caso vogliate partecipare, avrete la possibilità di ottenere il 10% di sconto sulle tariffe in quanto lettori di White Russian ed avventori del Saloon. 

Ed ecco, per chiudere, il programma completo dei tre appuntamenti.
11 ottobre Primo appuntamento ESPANSIONI, SUGGESTIONI, CONTAMINAZIONI
Tra canzoni, cori e orchestre, una serie di temi esplorano il rapporto emozionale tra cinema e musica. Ne La canzone e lo sguardo David Lynch, Brian De Palma, Neil Jordan e Kathryn Bigelow mettono in scena una donna che canta, un uomo che guarda e un’atmosfera dark. In Victor Victoria Blake Edwards filma Il bel canto tra performance e parodia. Con Tre colori - Film blu Krzysztof Kieślowski s’interroga sulla funzione del “refrain” in dieci variazioni. E poi due registi per i quali la colonna sonora è un protagonista assoluto: David Lynch e Quentin Tarantino. Con un’antologia mozzafiato da Strade perdute e da Kill Bill.
18 ottobre Secondo appuntamento LE AFFINITÀ ELETTIVE: SODALIZI MEMORABILI TRA CINEASTI E COMPOSITORI
L’armonia della musica incontra l’arte della luce e della cinematografia: dal periodo classico a quello moderno, una serie di “convergenze” d’autore tra registi, compositori e direttori della fotografia. Con film di Billy Wilder, Alfred Hitchcock, Sergio Leone e Christopher Nolan, tra noir, thriller, western e fantasy. Musica da sogno di Miklós Rózsa, Bernard Herrmann, Ennio Morricone e Hans Zimmer. Fotografia indimenticabile di John Seitz, Robert Burks, Tonino Delli Colli e Wally Pfister.
Eventuale data da definire (la data dell'eventuale terzo incontro verrà fissata durante il corso, in accordo con i partecipanti) Terzo appuntamento CLASSICO O MODERNO?




MrFord



 

giovedì 21 agosto 2014

Thursday's child


La trama (con parole mie): alle spalle la pseudo-pausa estiva da ferie e scarsità di uscite, ecco di ritorno la rubrica più attesa della blogosfera - più o meno - pronta ad informare tutti voi cinefili e non rispetto a quello che ci aspetta in sala.
Purtroppo, con il format, torna su queste pagine anche la mia nemesi, l'altra faccia della mia medaglia, il mio nemico numero uno - e non solo mio, direi anche del Cinema -: Cannibal Kid.
Cosa ci avrà riservato il rientro nei ranghi? Titoli interessanti o il ciarpame che ha caratterizzato gli ultimi mesi di proposte dei distributori? 
A voi l'ardua sentenza.


"Neanche Ford e Cannibal insieme potevano scrivere un tale cumulo di stronzate!"

Cattivi vicini

"Oh, no! Peppa Teen si è fatto arrestare un'altra volta!"

Cannibal dice: Una semplice commediola?
No! Cattivi vicini è la prima uscita da non perdere di questa nuova stagione cinematografica appena iniziata. A breve è in arrivo anche la recensione cannibale che non sarà magari eccezionale ma sarà di sicuro meglio di quella del cattivo Ford, gne gnegne gnegnegneee!
Ford dice: cattivi vicini? Ford e Cannibal!
Commedia che promette bene, che non ho ancora visto e che spero possa scuotermi dallo stato catatonico del rientro al lavoro. In caso contrario, tornerò al mio sport preferito dopo il wrestling: la caccia al Cannibale!






Liberaci dal male

Una foto recente di Cannibal Kid.
Cannibal dice: Dio, Buddha, Allah, Zeus, Satana o chiunque ci sia lassù ad ascoltarmi, ti prego, liberaci dal Ford. E, già che ci sei, liberaci pure da tutti questi horrorini che continuano a infestare le sale italiane e che io finirò per vedere. Anche se so già che pure questo film si rivelerà una porcatona, non posso fare a meno di riporre una vana speranza di beccare una pellicola dell'orrore decente. Per il calcolo delle probabilità, dopo tante schifezze prima o poi capiterà. Forse.
Ford dice: prima o poi vi libererò da Peppa Kid.
Horror senza arte ne parte come la maggior parte di quelli che ormaitristemente finiscono ad intasare le sale nostrane, in estate e non solo. Passo oltre, anche perchè quest'anno la decina dedicata al peggio è già bella piena fin da ora.




Step Up All In

"Yo, Cucciolo, non sei abbastanza bravo per entrare nella nostra crew!"
Cannibal dice: Ho da fare una confessione del tutto inaspettata. Non ho mai visto Step Up!
Avete capito bene. Nonostante in questo genere di filmetti ci sguazzi, e nonostante il mio vergognoso amore per un film come Save the Last Dance, Step Up invece me lo sono sempre perso. Ho visto giusto una scena o due e mi era sembrato qualcosa di parecchio scandaloso. Per colmare questa sorprendente lacuna sto pensando di recuperare il primo episodio, ma prima che giunga a questo ennesimo inutile sequel mi sa che passerà parecchio tempo. Il ballerino provetto Ford potrebbe persino arrivare prima di me a questo giro di danza.
Ford dice: potrei fare uno step o due passeggiando sulla schiena del Cucciolo.
Non ho mai visto neppure un film appartenente al franchise di Step up, e non ho certo intenzione di farlo ora, a meno che Julez non abbia voglia di vederlo e mi convinca promettendomi particolari favori di natura sessuale. Lascio che le teenate, dunque, restino materia prima del mio rivale.




Into the Storm

"Mi sa che abbiamo fatto incazzare quei due assurdi bloggers una volta di troppo."
Cannibal dice: Se c'è un genere che offre garanzie di trovarsi di fronte a una schifezza assoluta, dunque a un valido candidato per la classifica dei peggiori dell'anno, oltre all'action fordiano è il filmone catastrofico. L'ultimo esemplare di questa specie dura a estinguersi è Into the Storm, pellicola dal cast di serie B e dalla realizzazione che sembra di serie Z. Un ciclone spaventoso di pessima recitazione e situazioni già viste che si sta per abbattere sui nostri schermi e, purtroppo, qua dentro non ci sono manco gli squali!
Ford dice: come se non bastasse tutto il cumulo di schifezze che ci siamo sorbiti nel corso dell'estate, ecco l'ennesimo potenziale bidone cosmico che vorrei risparmiarmi, soprattutto dopo un'estate come questa.
Lo lascio al mio catastrofico rivale, chissà che non possa a seguito della visione rivalutare gli action fordiani da lui tanto odiati.


sabato 4 gennaio 2014

Battle of the year

Regia: Benson Lee
Origine: USA
Anno: 2013
Durata: 110'



La trama (con parole mie): Dante Graham, produttore hip hop tra i più grandi degli USA, è deciso a finanziare una crew che possa avere qualche possibilità di vincere la Battle of the year, manifestazione dedicata ai b-boys che equivale al campionato mondiale del ballo di genere. 
Per portare a termine l'impresa si affida al vecchio amico Blake, caduto in disgrazia dopo la morte della moglie e del figlio due anni prima, ex allenatore di basket, convincendolo a riprendere il fischietto. Il compito dell'uomo sarà di formare una squadra di singoli e trasformarli in fratelli da palcoscenico in tempo per la grande sfida.





Quando, di comune accordo con Julez, si è deciso di recuperare Battle of the year in memoria degli anni da lostiano di Josh Holloway - al quale devo, in qualche modo, anche il mio nome da blogger -, mi aspettavo di trovare un ottimo candidato per la decina del peggio del duemilaquattordici appena iniziato - nonostante, di fatto, si tratti ancora di una pellicola targata duemilatredici -, una sorta di puntata fin troppo lunga di America's Best Dance Crew senza neanche un Mario Lopez pronto a presentare le evoluzioni dei suoi protagonisti.
E invece, almeno in parte, devo ammettermi di essere stato più che smentito.
Perchè seppur si tratti di un film di qualità infima, uno zero da grafico Pritchard della settima arte, Battle of the year si rivela un - quasi involontariamente - divertente intrattenimento simile ai film di arti marziali che negli anni ottanta mi divoravo uno dopo l'altro con la breakdance in sostituzione dei calci rotanti: certo, questi ultimi finiscono per avere sempre l'ultima parola, in casa Ford, eppure Battle of the year è riuscito non solo a strapparmi due risate, ma anche a non suscitare incazzature da bottigliate incontrollate ed incontrollabili.
Josh Holloway, da par suo, continua nel percorso delle tre espressioni già iniziato sull'isola più famosa del piccolo schermo - arrabbiato, sorridente, triste -, sfoggiando una panoramica perfetta delle sue doti attoriali, finendo per farsi voler bene anche nel ruolo di allenatore di un gruppo di b-boys da livello di tamarraggine decisamente spiccato - non per nulla uno dei protagonisti è Chris Brown, tristemente noto per le percosse a Rihanna, che ho riscoperto in grado di evoluzioni sul palco decisamente notevoli atleticamente parlando - pronto a farsi ripulire grazie alla voglia di riscatto dopo la morte drammatica di moglie e figlio che l'ha indotto ad una dieta ferrea a base di fiaschetta di whisky fin dal mattino.
Dunque, nonostante le premesse che paiono preannunciare una sequela di retoriche evoluzioni della trama tutte chiaramente anticipabili, lo scarsissimo Benson Lee riesce perfino a confezionare un paio di passaggi quasi a sorpresa, tenendosi aperte le porte per un eventuale sequel - che, a questo punto, non so se sperare sia realizzato oppure no - e ritagliando al presunto protagonista un ruolo soltanto marginale proprio nella parte conclusiva - e più importante - della pellicola, che verrà ricordata anche per un paio di pistolotti di incoraggiamento alla squadra di Josh Holloway capaci di far impallidire il famoso speech dei centimetri di Al Pacino in Ogni maledetta domenica - ed ovviamente non parlo sul serio -.
Per il resto il risultato è quello di un videoclip un pò troppo lungo in grado di catturare l'attenzione principalmente per l'abilità di questi ragazzi, effettivamente straordinari nel giocare - o quasi - con la gravità spingendo perfino i più atletici degli spettatori a chiedersi come certe evoluzioni possano essere umanamente possibili - e a non provocare tendiniti ben più che croniche -: siamo davvero dalle parti del Cinema molto di serie b, eppure, rimembranze di Lost o una tamarraggine di fondo che ben mi si addice, ho trovato Battle of the year perfino non abbastanza brutto per un'eventuale worst ten.
Forse è davvero giunta la fine del mondo - con un paio d'anni di ritardo -, se perfino un vecchio cowboy riesce a cavare fuori qualcosa da un film basato sul ballo.


MrFord


"Sun is shinin' in the sky 
there ain't a cloud in sight, it's stopped rainin'
everybody's in their play and don't you know
it's a beautiful new day, hey hey hey."

Electric Light Orchestra - "Mr. Blue Sky" -




sabato 9 febbraio 2013

Pina

Regia: Wim Wenders
Origine: Germania
Anno: 2011
Durata:
103'




La trama (con parole mie): Pina Bausch, storica coreografa nonchè nome di riferimento del teatro danza mondiale scomparsa nel 2009, omaggiata grazie alla sua opera ed alla sua compagnia dal talento dietro la macchina da presa di Wim Wenders, che sceglie di raccontarla al pubblico attraverso sequenze dei suoi lavori riproposte in teatro così come in spazi che possano esaltare una visione unica di questa commistione tra arte e disciplina.
Un incontro tra il Cinema ed il Teatro, tra la macchina da presa e la danza, come non se ne erano mai visti prima: ed insieme agli interpreti dei passaggi più noti creati a volte da un solo movimento suggerito dagli interpreti a Pina Bausch danzano senza dubbio l'occhio del regista ed il suo braccio, quello in grado di catturare questa magia e trasmetterla ad un pubblico fisicamente non presente.




Non è la prima volta che, nel corso della storia del Saloon, si presenta agli occhi del sottoscritto una pellicola considerata praticamente un Capolavoro che, inevitabilmente, finisce per deludere in qualche modo - e non di poco - le aspettative che si erano create attorno al suo nome: Pina, omaggio splendido e spettacolare - questo, almeno dal punto di vista tecnico, è indubbio - che Wenders elaborò per commemorare, per l'appunto, Pina Bausch, una delle più grandi coreografe mai vissute per quanto riguarda il teatro danza, disciplina che prevede una commistione tra l'espressività del primo e la perfezione stilistica della seconda, rientra appieno nella suddetta categoria.
Incensato dalla critica illustre ed al centro fin dai tempi della sua uscita in sala di un tam tam tra spettatori - spesso radical chic, occorre ammetterlo - neanche si trattasse del nuovo miracolo della settima arte, il lavoro di Wenders è riuscito ad incuriosirmi a tal punto da non riuscire più ad attendere l'approccio con lo stesso, saltando a piè pari titoli che erano in lista d'attesa decisamente da più tempo: il risultato è stato una visione dai due volti, in tutto e per tutto.
Da una parte, la curiosità rispetto ad una parte di teatro che non conosco affatto, l'ammirazione per un lavoro incredibile svolto dal regista tedesco dal punto di vista delle inquadrature, del dinamismo delle riprese e della profondità di campo - pur avendolo visto in dvd sul mio divano, e non nella versione originale pensata per il 3D cinematografico, sono rimasto strabiliato da alcune sequenze in cui pareva quasi che il quarantasei pollici si fosse animato e stesse per fagocitare ogni occupante di casa Ford -, dall'altra una staticità nello stile di narrazione - giocato tutto sullo schema dato dagli spezzoni delle opere seguiti dalle interviste dei membri della compagnia della Bausch ad inquadratura fissa, girate tutte "nel silenzio" con la voce off dello stesso intervistato ad accompagnarne la visione - ed un'ostilità non dichiarata all'indirizzo del pubblico non avvezzo al teatro danza - che poi fosse non voluta, è un altro discorso - in grado di rendere la visione, nonostante la qualità visiva, noiosa e ripetitiva, più simile ad una ripresa in grande stile di uno spettacolo che non ad un documentario incentrato su una personalità artistica e sfaccettata che non è possibile cogliere se non attraverso i passaggi dei suoi spettacoli - non sempre chiari, come se non bastasse -.
Tipico esempio, dunque, di uno sfoggio di tecnica pazzesco cui manca, di fatto, il cuore che permette a film decisamente meno incisivi qualitativamente di questo di raggiungere non soltanto il pubblico, ma ogni sfumatura di esso: a tratti, infatti, osservando le complesse coreografie della Bausch, mi sono sentito come un bambino delle elementari portato a teatro dalle maestre senza alcuna spiegazione che rischia di addormentarsi durante lo spettacolo ed è trattenuto, in questo, soltanto dall'eventuale discussione o interrogazione legata ai contenuti dello stesso.
Certo, io sono un cowboy vecchio e tamarro, e forse le meraviglie della coreografia non sono proprio il mio pane quotidiano, ma ho sempre pensato che un grande regista è in grado di parlare al suo pubblico indipendentemente dalla materia trattata, e considerata la stima che ho sempre avuto di Wenders in questo caso ho avuto l'impressione che l'autore di piccoli gioielli come Il cielo sopra Berlino si sia voluto accontentare dell'appoggio di un'elite di pseudo intenditori che l'avrebbero portato in palmo di mano pur non considerando il fatto che la grandezza di Pina non sta nell'aver mostrato all'audience la grandiosa potenza del lavoro della Bausch, quanto la perizia tecnica del buon Wim, che da vero furbastro si è giocato - benissimo - la carta dell'illusione neanche fosse Christopher Nolan.
Peccato, perchè se invece di sfruttare il gioco delle tre carte della potenza della macchina da presa l'uomo che la conduce mi avesse preso per mano ed aperto le porte del mondo di Pina Bausch, sarei uscito dalla visione con gli occhi decisamente più luminosi.
In fondo, questo dovrebbe essere il bello del Cinema.


MrFord


"If you say run, I'll run with you
and if you say hide, we'll hide
because my love for you
would break my heart in two
if you should fall
into my arms
and tremble like a flower."
David Bowie - "Let's dance" -



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