sabato 20 luglio 2013

Ju On - Rancore

Regia: Takashi Shimizu
Origine: Giappone
Anno: 2002
Durata: 92'



La trama (con parole mie): la giovane Kayako, con suo figlio Toshio, è stata brutalmente uccisa dal marito proprio tra le mura della sua casa, rimasta maledetta e costata la vita ad ogni persona che l'abbia abitata dopo di loro.
Quando l'assistente sociale Rika è assegnata alla famiglia che la occupa, si innesca una serie di eventi che vede il coinvolgimento non soltanto degli occupanti dell'abitazione, ma anche dei loro parenti, dei curiosi, della polizia e di chiunque cerchi di capire qualcosa rispetto a quello che è realmente accaduto in quel luogo.
L'unica ad essere risparmiata al fato dei malcapitati è proprio Rika, che potrebbe essere destinata a scoprire che la presenza di Kayako e Toshio sia, di fatto, il segno di una richiesta d'aiuto.




Ai tempi dell'uscita di questo film ricordo che l'horror made in Japan era ancora un fenomeno da sdoganare, qui nel Vecchio Continente e soprattutto negli States, che negli anni successivi si sarebbero resi protagonisti di una serie agghiacciante di remake ispirati dai titoli di maggior successo prodotti nel Paese del Sol Levante.
Ricordo anche che il lavoro di Takashi Shimizu terrorizzò praticamente chiunque capitò dalle parti del Saloon di allora, lasciando un ricordo tutto sommato positivo di una visione che aveva davvero molto di televisivo a livello di qualità delle riprese e recitazione - e non è certo un complimento -.
Così, in preda alla cara, vecchia voglia di horror che torna sempre a farsi sentire in questa stagione, ho recuperato questo film ormai decisamente noto in modo da renderne partecipe anche Julez, che il giorno dopo la visione, durante la mia assenza da casa, deve avermi maledetto in molteplici idiomi oltre a farsi coraggio grazie al Fordino durante la notte: onestamente devo ammettere che gli anni trascorsi da quella prima visione non hanno certo fatto troppo bene al lavoro di Shimizu, che parte con una discreta dose di salti sulla sedia per sprofondare nel quasi ridicolo involontario minuto dopo minuto, dando l'impressione di essere un simpatico tentativo decisamente lontano dal vero terrore che il grande schermo può regalare.
Tuttavia, non riesco a non voler almeno un pò bene a questo film, girato e recitato da cani eppure funzionale per l'intrattenimento di una giornata estiva nel pieno ricordo dei tempi ormai irripetibili di Notte Horror, quando in seconda serata da giugno a settembre una volta alla settimana Italia Uno trasmetteva una selezione di tutto rispetto con cavalli di battaglia di caratura ben superiore a quella del titolo in questione - roba come Nightmare, Venerdì 13, Cabal e così via ora ce la sognamo, purtroppo -: certo, lo script è nebuloso e piuttosto scombinato, la logica è tranquillamente in ferie a godersi la spiaggia - la scena dei poliziotti paralizzati dalla paura che restano in attesa di farsi sistemare dalla protagonista fantasma in pieno stile Esorcista è al limite del grottesco -, il bambino funziona il primo paio di volte in cui viene inquadrato prima di diventare più una mascotte che non una presenza inquietante - anche se la sequenza dell'ascensore, per quanto abusata nel mondo della settima arte, resta efficace -, ma si arriva al termine senza essersi certamente alterati a causa di aspettative alte con l'impressione di aver assistito al classico spettacolo perfetto per andare a colpire i più sensibili, un pò come quando tra ragazzini si cominciavano a raccontare episodi agghiaccianti e misteriosi in modo da seminare la paura tra i propri amici sperando di non ritrovarsi terrorizzati a propria volta.
Senza dubbio il tema trattato - quello del rancore accumulato in punto di morte pronto a riversarsi come un male oscuro nel mondo - è interessante e potenzialmente in grado di fornire materia per un film a suo modo memorabile, ma una volta presa coscienza del fatto che il lavoro di Shimizu non ha alcuna mira di questo genere, si potrà tranquillamente superare anche questo scoglio.
A quel punto resterà solo da fronteggiare la paura dei fenomeni in stile Ring e dell'idea che qualcuno possa comparirvi senza essere invitato tra le lenzuola, pronto ad offrirvi un viaggio senza ritorno in un qualche incubo oscuro.


MrFord


"Wear the grudge like a crown of negativity.
Calculate what we will or will not tolerate.
Desperate to control all and everything.
Unable to forgive your scarlet lettermen."
Tool - "The Grudge" - 


12 commenti:

  1. faccio schifo, dei fantomatici horror giapponesi non ne ho visto manco uno. Manco il Ring di Nakata - ma ho letto i libri, in compenso...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Spesso e volentieri non ti perdi niente, in materia, ma alcune cose - come il Ring di Nakata - meritano. :)

      Elimina
  2. lo feci vedere a una collega in una pausa dell'ambulatorio e mi maledisse in molte lingue perchè aveva paura di trovare quel bambinetto ovunque...sono anni che non lo vedo ma all'epoca era degnissimo di numerose sgommate nelle mutande...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahah qualche sgommata la riserva, ma meno di quante potessi ricordare!

      Elimina
  3. Quanto tempo è passato... E da quel che mi ricordo lo apprezzai più della saga "ringhiana". Comunque tra tutto il calderone J-Horror del periodo, personalmente il migliore resta "Two Sisters": proiezione di mezzanotte in una sala praticamente deserta, indimenticabile! Rivisto successivamente in dvd, è stata un'ulteriore conferma, l'effetto non era per nulla svanito.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Frank, concordo: Two sisters funziona assai, ed io metto nel novero dei meglio riusciti anche Audition e Dark water.

      Elimina
  4. A me continua a piacere, l'ho rivisto qualche mese fa. Mi fa sempre paura. Per quanto riguarda invece un certo appeal televisivo, forse deriva dal fatto che tutta la serie è nata proprio in tivù. Chissà.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Frank, interessante la tua riflessione rispetto alla confezione "televisiva": forse è davvero come dici. :)

      Elimina
  5. Proprio perché Shimizu non ha mire irraggiungibili questo film mi piace assai!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche io voglio bene a questo film, per quanto me lo ricordassi ben più pauroso! ;)

      Elimina
  6. perché perdere tempo con questo, quando si può vedere il remake (diretto dallo stesso shimunito) con sarah michelle gellar? :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perchè perdere tempo con il Cannibale, quando si può avere Ford!? Ahahahahah! ;)

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...