sabato 18 dicembre 2010

Dexter Stagione 5

E così, è giunta al termine anche la quinta stagione dell'unico serial che può davvero pensare di insidiare, nel mio cuore, lo spazio destinato a Lost - che, ammettiamolo, ancora non credo possa essere finito, come una perdita che non si accetta, pur accettandola -.
Un'annata, questa del nostro serial killer preferito, che non potrà emotivamente essere paragonabile allo shock che mi diede la terza o alla tensione che lasciò la quarta, ma che, nel suo prendere le distanze da entrambe, ha saputo essere perfetta, per equilibrio, profondità e speranza.
Lumen, cui nel corso delle prime puntate non avrei dato due lire, è risultata essere un personaggio importante quanto Rita, Miguel Prado o Trinity, capace di dare una direzione nuova ad una saga che continua a stupire per la capacità di cambiare, adattarsi, coinvolgere lo spettatore come in un amore che si rinnova, senza mai trovare modo di arenarsi anche quando pare che più in alto non ci si possa spingere.
Perchè è d'amore, che parla questa quinta stagione: Dexter e Lumen, i figli di Rita, Deb e Quinn, Laguerta e Batista, tutto sembra portarci per mano - dolcemente o a suon di schiaffi - di fronte alla realtà di un sentimento che non è mai facile, che può portare a sprofondare o ad innalzarsi, a morire e rinascere, perdersi e ritrovarsi in qualcosa che apparentemente non è nostro, ma lo diventa con la persona che ci sta accanto.
E non solo: perchè questa chiusura, più di ogni altra, è legata al passeggero oscuro del nostro Dex, che dopo le follie del fratello Rudy, le esplosioni maniacali di Layla, la violenza scomposta di Miguel, il flagello di Trinity, scopre qualcuno che accetta la sua natura, ed anche soltanto per un momento, ha l'illusione che possa esistere una vita normale, che l'oscurità, per quanto profonda e radicata sia, possa trovare pace, un giorno o l'altro, anche in fondo ad un viaggio che predica l'uccisione e la caccia, che non potrà mai essere portato a termine "in un modo educato", per dirla come Jordan Chase.
Ma lo stesso Jordan Chase non conosce davvero l'esistenza condivisa con il passeggero oscuro, o forse la conosce troppo bene, e ne rifugge grazie all'aiuto di anime perse che può indirizzare oltre il confine che lui non vuole valicare, che Dexter conosce come le sue mani sporche di sangue, che Lumen trasforma da dramma in nuova vita.
Ma Dexter non è Lumen, ed il suo destino è legato a doppio filo ad una natura che chiede sempre il suo tributo, irresistibile, vuoto e terrificante come lo sguardo dello stesso protagonista quando libera il suo istinto di predatore, o pieno, caldo ed accogliente come gli abbracci per Harrison, Astor e Cody: Dexter è come la natura celata di ognuno di noi, quella che teniamo libera per i momenti in cui siamo soli e lontani dal mondo, e non possiamo scappare da chi conosciamo di più, eppure vorremmo lontano mille miglia, da chi crediamo possa impedirci di vivere, costruire, amare come le persone attorno a noi, e sentiamo con certezza sarà l'unico compagno della nostra vita.
Fino a quando arriverà Lumen.
A portare la luce - non credo sia un caso, il gioco di parole - su un nuovo sentiero, quello che parte dalle profondità della nostra essenza e ci porta fuori, un passo alla volta, dimostrandoci che saremo capaci di giungere a destinazione, un giorno o l'altro, non importa quanto tempo ci vorrà.
La luce che accompagnerà i nostri fallimenti, e guarderà quel buio senza la paura che lo stesso può suscitare, alimentando al contrario la speranza che possa davvero non durare per sempre. 
Al contrario di tutto il resto.
C'è davvero una luce, in fondo a quelle tenebre!?
L'intesa di non belligeranza fra Dex e Quinn pare dimostrare di sì, e farci dimenticare, emotivamente, almeno per un momento, quanto grande sia una serie all'interno della quale gli sceneggiatori stanno attenti anche alle ruspe, e non sottovalutano mai protagonista e spettatori.
Il passeggero oscuro è con noi, una volta ancora.
Ci guarda dallo schermo, sornione, beffardo, timido, spietato.
Con un "vigilante" come lui, nessuno potrà più temere le tenebre e gli orchi che le popolano.

MrFord

"But I'll try to carry off a little darkness on my back,
'till things are brighter, I'm the man in black."
Johnny Cash - "The man in black" -

7 commenti:

  1. APPLAUSI PER TE!!!

    CLAP! CLAP! CLAP!

    Hai sintetizzato egregiamente tutto quello che per me è stata questa quinta stagione, quindi non aggiungo altro.
    E come te penso anche io che l'unica serie che può consolarmi davvero della fine di Lost sia Dexter (e anche Fringe: se ti piace la fantascienza però).

    E per completezza metto qui una delle frasi più belle mai sentite in un'opera audio-visiva:

    "Don’t be sorry your darkness is gone.
    I’ll carry it for you, always.
    I’ll keep it with mine."

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  2. Val, Fringe ancora manca, in casa Ford, ma rimedieremo.
    Concordo con la frase, una delle più belle dell'intera serie di Dex, nonostante il mio momento preferito resta il confronto con l'amica morente in "Easy as pie" della terza stagione.

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  3. uuuh questa recensione deve leggerla Just Alice, ti farà una statua!!
    Intanto ti sei aggiudicato un premio...se vai sul Caffè capirai!!

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  4. stavo leggendo questo post quando mi è arrivata la mail con il tuo commento che parla di un premio.. in attesa di vedere di che si tratta (spero non sia una bottigliata ehehe), ti faccio i complimenti per questa ottima analisi, come al solito, della stagione di dexter.
    alla fine è piaciuto molto anche a me il personaggio di lumen, che inizialmente mi aveva lasciato un po' interdetto. la trasformazione del personaggio è incredibile e julia stiles ha fatto un lavoro davvero pazzesco.
    il mio preferito è però il jordan chase di jonny lee miller, partito anche lui in sordina come copia di tom cruise in magnolia, e poi diventato qualcosa di ben diverso e in grado di far tornare la stagione ai livelli della precedente.

    tic tic, questo è il suono del mio commento che sta finendo

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  5. Giuls: muchas gracias!

    Cannibale: la Stiles ha fatto, effettivamente, un lavoro eccezionale. Come il solito Hall, enorme.
    Grandissimo anche Chase, il suo "tic, tic, tic" è ormai uno dei miei cult personali.
    E ti dirò: la scena dello sguardo di Chase alla ruspa ed il conseguente incidente di Dex è una magia di sceneggiatura, e il confronto Dex/Lumen prima della separazione da brividi. Senza dubbio la miglior serie tv del mondo.
    Dopo Lost, ovviamente.

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  6. Quoto il post in pieno... però non mi hai citato il grandissimo Pete Weller, al secolo Robocop! Avesse avuto più spazio nella serie avremo avuto un personaggio ai livelli di Trinity o Prado (quasi...)!
    Vecchio pazzo, quando inizi a guardarti Breaking Bad?! E' una di quelle serie che per sceneggiatura e interpretazione se la gareggia con il vecchio Dex!

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  7. Grande Weller!
    Effettivamente il suo Liddy è stato proprio un personaggio niente male!
    Peccato per le poche ripercussioni!
    Vedrò al più presto di rimediarmi Breaking bed, vecchio squilibrato!

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