martedì 17 dicembre 2024

 


Incredibile ma vero, dopo anni di silenzio, torno per la seconda volta in poco più di un mese al Saloon per un'occasione speciale, un nuovo confronto con quel pusillanime di Cannibal Kid, che per l'occasione vestirà i panni dell'host di un'intervista legata alla campagna di crowdfunding per la pubblicazione del mio romanzo, Lungo il confine. Che sia l'antefatto di una nuova, futura Blog War?


Buongiorno, Ford, e bentornato. Allora, partiamo dall'inizio. Cioè, non dall'inizio inizio. Non devi raccontarci tutta la tua vita da quando sei nato, anche perché ormai hai una certa età e quindi ci vorrebbe troppo tempo, e poi chissenefrega. Cominciamo dal momento in cui hai deciso di smettere di scrivere sul tuo popolare (si fa per dire) blog WhiteRussian, più di quattro anni fa. Come mai hai deciso di privarci del tuo prezioso (si fa sempre per dire) contributo al mondo del web?
Buongiorno a te, Cannibal. Che inizio educato, questo. Siamo proprio lontani dai tempi delle Blog Wars, quando tu non eri ancora un quarantenne senza ritorno e, incredibile, neanche io.
Dunque, partendo dall'inizio, ovvero dalla mia "sparizione" dalla blogosfera, posso solo dirti che i cambiamenti nella mia vita privata e la mia nuova vita mi hanno reso felice, e dunque ho deciso di dedicare il mio tempo proprio a questa nuova vita, piuttosto che al blog. Una spiegazione molto più semplice di quanto non si possa pensare.

Cos'hai fatto in tutti questi anni lontano da WhiteRussian? Io mi sono immaginato che ti abbiano rinchiuso o in galera, o all'ospizio. C'ho preso?
Purtroppo per te nessuna delle due: come ti dicevo sopra, direi che mi sono goduto la vita, come se quello che prima cercavo nei film, o nei romanzi, o nella musica avesse trovato una dimensione nella vita di tutti i giorni. E il mio tempo e le mie energie sono andati tutti felicemente a dedicarsi a quello. 

Come mai ora hai deciso di fare ritorno? Ah, già. Come tutte le star che spariscono nelle loro megaville di lusso e poi si fanno vive soltanto per promuovere qualcosa, tu hai da promuovere un libro. Il tuo libro. Dai tuoi addetti stampa ho scoperto che è intitolato “Lungo il confine”. Se proprio devi, vuoi raccontarci un po' di cosa parla?
Hai fatto molto bene i compiti, Peppa. Dopo anni di silenzio, la scorsa estate ho deciso d'istinto di girare il manoscritto di Lungo il confine a Bookabook, dove fortunatamente lavorano persone con gusti migliori dei tuoi, e ho passato la selezione che mi permetteva di accedere alla campagna di crowdfunding per la pubblicazione del romanzo: se entro la fine di febbraio avrò raccolto 200 preordini sarò pubblicato e distribuito, in caso contrario le persone che hanno ordinato il libro avranno la loro copia e finirà tutto lì.
Ma di cosa parla Lungo il confine? Ovviamente si tratta di un western, anche se la cornice non è propriamente classica, ma più simile al Tarantino di Django e Hateful Eight o a Lansdale e McCarthy: è la storia di un gruppo di giovani banditi che (soprav)vivono tra gli Stati Uniti e il Canada, famosi dalle loro parti ma sconosciuti al resto del paese, che cercano la gloria accettando di fare da appoggio al colpo di un rapinatore spietato e ricercato ad ogni latitudine. Ovviamente le cose, complici il Destino, la Natura e le scelte umane, non andranno propriamente come sognavano alcuni di loro.

Ok, molto interessante. Per chi apprezza questo genere di vicende western. Quindi non io. Vuoi anche dirci cosa ti ispirato a scrivere questo libro, oltre alla volontà di torturarmi in una maniera così sadica con una storia così lontana dai miei interessi?
Come purtroppo per te ben sai, il Western è da sempre uno dei miei riferimenti più importanti, dunque quando ho avuto l'idea di partenza della storia, si è materializzata automaticamente la cornice della Frontiera, un luogo in cui, più che vivere, si sopravviveva, e in cui dovevi avere le spalle larghe per resistere sia alla Natura che, in misura anche maggiore, all'Uomo. Ma è una vicenda che non è dipendente dalla cornice, e volendo anche tu potresti farne un remake ambientandola in qualsiasi altra epoca o paese: del resto, parla di persone che cercano la loro strada.

Dove possiamo trovare il tuo libro, a parte lungo il confine? Che poi, quale confine? Quello tra la sanità mentale e la follia che ti ha portato a scrivere un romanzo del genere?
Quello tra sanità mentale e follia è un confine che entrambi abbiamo varcato da tempo, mi pare. A parte quello, potete trovare e preordinare Lungo il confine a questo indirizzo: https://bookabook.it/libro/lungo-il-confine/
Sia che venga preordinata la copia digitale che cartacea, a prescindere dal risultato della campagna chi ha partecipato avrà la sua copia, ma l'obiettivo è ovviamente quello di raggiungere la quota e venire distribuito, non fosse altro che per dare fastidio al Cannibale.

Chiusa questa parentesi promozionale, visto che sei stato assente dal tuo blog per qualcosa tipo quattro anni e passa, c'è qualche film o serie (che probabilmente a me farà schifo) che ti ha colpito in maniera particolare tra quelli usciti in tutto questo tempo?
In realtà ho continuato a vedere (e rivedere) film e serie, ma con la libertà di non rimanere per forza e continuamente aggiornato con le uscite, i Festival e quant'altro. Posso dirti, però, e so che ti darà fastidio, di aver trovato Povere creature! uno dei film più sopravvalutati, inutili e vuoti dai tempi de La forma dell'acqua.

È rassicurante scoprire che i tuoi (pessimi) gusti cinematografici sono rimasti intatti. Anzi, mi sembra siano pure peggiorati.
Concludiamo con la domanda che tutta la blogosfera, tutto il popolo dell'Internet - ma che dico? - tutto il mondo vuole farti: tornerai a pubblicare regolarmente o anche solo occasionalmente sul tuo blog WhiteRussian, post promozionali a parte?
Più di una volta, dopo aver visto un film, ho avuto la tentazione di farlo, ma alla fine ho sempre deciso di rimanere "dormiente". Chissà che una nuova, potenziale Blog War non possa farmi uscire dal guscio?

giovedì 14 novembre 2024

Lungo il confine

 



In più di un modo, fa davvero strano tornare qui, dove ho passato così tanto tempo da pensare che il ciclo non si sarebbe mai interrotto.

Invece la vita scorre, i cambiamenti si susseguono, ma è difficile rimanere lontani da tutto quello che ci definisce, costruisce, rende omaggio all'identità che così faticosamente mettiamo insieme pezzo su pezzo, giorno per giorno.

Negli ultimi quattro anni - e qualcosa in più - ho conosciuto una nuova vita, ho sofferto ma per la maggior parte del tempo sono anche stato tremendamente felice, per tante volte sono stato molto vicino - grazie a un film, un disco o un romanzo - a tornare qui a scrivere quanto valesse - o non valesse - la pena affrontare quel film, disco o romanzo.

Alla fine, è stato solo il mio, a farmi tornare.

Lungo il confine è nato in tempi in cui bazzicavo ancora la blogosfera, e non sapevo che tutto sarebbe cambiato.

Qualche mese fa, ho deciso, istintivamente, che sarebbe valso il tentativo di fare qualcosa perchè vedesse finalmente la luce.

Grazie a Bookabook, e a voi, ora questa possibilità è concreta.

Facendo un giro a questo indirizzo, https//:bookabook.it/libro/lungo-il-confine potrete sostenere il crowdfunding che mi permetterà di pubblicare il romanzo.

E chissà, forse far tornare sulla Frontiera il Vecchio Cowboy.

Bentrovati a tutti,

MrFord

mercoledì 5 agosto 2020

White Russian's Bulletin



Torno al bancone per un nuovo episodio del Bulletin di questo periodo della vita così unico per il vecchio cowboy, in termini di visioni spesso e volentieri dedicato a recuperi di film che conosco a memoria e già recensiti e strarecensiti da queste parti, a vivere il più possibile e scoprire, di tanto in tanto, produzioni curiose sulle varie piattaforme di streaming, Netflix in primis.
A farla da padroni a questo giro di bevute uno dei titoli più chiacchierati dell'ultimo periodo ed alcune proposte che, probabilmente, in altri tempi non avrei neppure pensato esistessero, ma che hanno solleticato la parte più sportiva e viaggiatrice del vecchio Ford.


MrFord



IL CERCHIO CELTICO (Bjorn Larsson, Svezia, 1992)


Larsson, dai tempi del mitico La vera storia del pirata Long John Silver, è entrato nel mio cuore di lettore per restarci, anche se è sempre difficile quando si incrocia il cammino di un nuovo autore a partire dal suo lavoro migliore: Il cerchio celtico, primo titolo a farlo conoscere al grande pubblico, è un solido romanzo d'avventura che starebbe un gran bene anche al Cinema, con un incedere inizialmente lento ed un crescendo finale davvero notevole, legato a doppio filo alla passione per la vela dello scrittore e ad alcuni luoghi affascinanti non solo per i marinai navigati.
La Scozia dipinta da Larsson è un luogo che, come il mare e come l'Uomo, sa essere affascinante e spietato, placido e furioso, senza dimenticare tutte le sfumature nel mezzo: e il Rustica, quasi più protagonista dei protagonisti, ne attraversa le correnti trasportando il lettore come se vi fosse imbarcato. Il cerchio celtico ha il limite dei numerosi riferimenti nautici che rischiano di appesantire lo scorrimento della lettura, e di essere molto classico, ma per chi è disposto ad affrontare anche questo tipo di difficoltà, offrirà una cavalcata degna della tradizione migliore.




DARK - STAGIONE 3 (Netflix, Germania/USA, 2020)

Dark Poster


Una delle serie più chiacchierate dell'anno torna al Saloon con la terza stagione, affrontata dopo i cambiamenti avvenuti nel corso di quest'anno così particolare: negli ultimi giorni mi è capitato di leggere opinioni qui nella blogosfera che, forse, tendono a fare di Dark un fenomeno più grande di quello che, in realtà, non sia stato, ma questo non nega che si tratti di una produzione solida e convincente, chiusa forse troppo in fretta - in termini di stagioni - ma in modo coerente, pur se, a mio parere, troppo ricca di carne al fuoco a questo giro di giostra per riuscire davvero a stimolare un trasporto emotivo in un pubblico concentrato al massimo nel comprendere i passaggi tra mondi paralleli ed epoche differenti.
Del resto, i viaggi nel tempo sono una cosa molto difficile da gestire, piccolo o grande schermo che sia. Resta il ricordo di un'esperienza interessante e ricca di spunti di riflessione, che voi siate come il sottoscritto degli aspiranti ribelli al concetto di Tempo ed al fatto di doversi inevitabilmente arrendere ad esso, o una sorta di surfisti che non vedono l'ora di cavalcarne le onde.




DARK TOURIST - STAGIONE 1 (Netflix, Nuova Zelanda, 2018)

Dark Tourist Poster


Uno dei guilty pleasures di questa nuova fase della mia vita è senza dubbio la scoperta delle serie a sfondo documentaristico offerte dalla piattaforma di Netflix, pronte a stimolare passioni - come quella per i viaggi - momentaneamente costretta allo standby da Covid.
Dark Tourist, produzione neozelandese di un paio d'anni fa, vede il giornalista David Ferrier - dal sardonico approccio inglese - recarsi in luoghi considerati mete di culto per i cosiddetti "turisti dell'orrore", persone attratte da catastrofi, pericoli, psicopatici ed affini: una serie che spero veda realizzarsi una seconda stagione pronta a mostrare le stranezze che l'Uomo è capace di coltivare dentro e fuori la sua testa ma anche utile a mostrare alcune situazioni talmente assurde da andare anche oltre il Cinema: in particolare, l'episodio legato al tour nei luoghi che furono teatro della catastrofe di Fukushima - impressionante vedere la paura crescere anche tra i protagonisti del viaggio, sconvolti dal livello di radiazioni dei contatori geiger portatili - e quello in Turkmenistan - dominato da un dittatore che rende il Paese uno dei più chiusi al mondo insieme alla Corea del Nord - restano impressi per quanto la realtà riesca a superare la finzione. E di gran lunga.




FIGHTWORLD - STAGIONE 1 (Netflix, USA, 2018)

Fightworld Poster


Sull'onda della scoperta di titoli come Dark Tourist, ed attratto dal concetto di viaggio e dallo sport, ho recuperato anche Fightworld, altra produzione Netflix che vede protagonista Frank Grillo - caratterista ed appassionato di sport di combattimento - girare il mondo raccontando la filosofia e l'universo dietro a discipline più o meno conosciute: dalla Thailandia a Israele passando per il Senegal, scopriamo quanto spesso lo sport, anche quello più duro ed apparentemente violento, sia un simbolo di riscatto e fuga da povertà, crimine e corruzione, un modo per ritrovare se stessi e provare che, una volta affrontati i demoni che ci portiamo dentro, prendere qualche cazzotto da qualcuno che soffre come noi non è poi tanto male.
Da sportivo, comprendo bene quale sia il valore della fatica e della soddisfazione che si prova in determinate situazioni, così come comprendo la valenza salvifica che la disciplina che lo stesso sport impone può avere in situazioni limite in cui l'alternativa può essere la strada o il crimine.
Un altro titolo nascosto e sottovalutato, che sinceramente meriterebbe una nuova stagione.


mercoledì 22 luglio 2020

White Russian's Bulletin



Come preannunciato e promesso, eccomi di ritorno al bancone del Saloon per un Bulletin che riprende le proposte passate da queste parti nelle ultime settimane, revisioni escluse - da questo punto di vista, è stato sicuramente un periodo in cui farsi coccolare da film già visti, stravisti e amati è stato un vero piacere -: principalmente si tratta di titoli legati a Netflix, la piattaforma che sta riscuotendo più successo nel nuovo Saloon, nonostante l'incalzare dei sempre presenti Disney+ e Prime, che hanno però fatto da serbatoio per i recuperi.
Spazio dunque a quello che la memoria mi permette di ricordare dei titoli che mi hanno fatto compagnia dalla seconda settimana di giugno a oggi.


MrFord



BORDERTOWN - STAGIONE 3 (Netflix, Finlandia, 2020)

Bordertown Poster

A cavallo dell'ultima fase del lockdown, alle spalle le visioni delle prime due stagioni nel periodo di piena clausura, Netflix aveva arricchito le sue proposte con l'annata numero tre legata alle vicende del Rocco Schiavone finnico, Sorjonen, anticonvenzionale profiler che dallo "stress" di Helsinki si trasferisce a Lappeenranta, sul confine russo, alla ricerca di una tranquillità che ovviamente non arriverà mai e poi mai.
Archiviati i primi episodi in lingua originale - una volta compreso che il finlandese non è propriamente un idioma affascinante per l'udito -, ho atteso l'edizione doppiata che ha momentaneamente chiuso le avventure dell'investigatore: una terza stagione a mio parere di transizione, con molti cambi importanti - la morte della moglie, il confronto con una nemesi da fumetto, la strana evoluzione del charachter della figlia, i possibili sbocchi narrativi per una possibile season four - e, forse, un pò più di discontinuità rispetto alla seconda.
Resta una proposta valida per gli appassionati di thriller e psicopatici, anche se, onestamente, con il caldo degli ultimi giorni forse andrebbe conservata per il prossimo inverno.




BECOMING CHAMPIONS (Netflix, Messico, 2018)

Becoming Champions Poster

Nata per veicolare l'attenzione sui Mondiali di due estati fa, Becoming Champions è una miniserie che ho apprezzato come compagnia per le pause pranzo, da appassionato di calcio - in fondo, pur essendo un tifoso molto tranquillo, lo sport più bello del mondo mi ha accompagnato fin dall'infanzia - e da appassionato della rassegna iridata, un appuntamento che, ad ogni occasione, mi trova sempre molto coinvolto nella visione di più partite possibili: questa mini, pur se molto televisiva, offre una panoramica sulle sole otto Nazionali che, nel corso della Storia, sono riuscite a portare a casa la Coppa del Mondo, il premio più ambito che ogni calciatore potrebbe sognare di vincere.
Il Brasile (con cinque titoli), l'Italia e la Germania (con quattro), Uruguay, Francia e Argentina (con due), Spagna e Inghilterra (con uno) diventano quindi una sorta di viaggio sportivo che attraverso interviste e rivisitazioni racconta - o prova a farlo - i perchè delle vittorie e delle sconfitte di questi Paesi. Una parentesi piacevole in un periodo che, senza dubbio, ha messo a dura prova anche lo sport.




THE TITAN GAMES - STAGIONE 1 (Netflix, USA, 2019)

The Titan Games Poster

Sponsorizzato dai Fordini - come ormai è risaputo, la Fordina ha da tempo dichiarato di voler sposare The Rock - e recuperato in ritardo rispetto a loro, The Titan Games ha riportato alla mente i tempi di Ultimate Beastmaster, finendo per intrattenere alla grande un vecchio sportivo che rifiuta di darla vinta al Tempo come il sottoscritto.
Divertente ed incentrato sulle storie di persone comuni, lo show capitanato da Dwayne Johnson fa tutto quello che deve fare, e per quanto pacchiano e a stelle e strisce sia, funziona, anche perchè per chi è abituato a fare attività fisica la curiosità di mettersi alla prova con prove come quelle portate sullo schermo è davvero molta.
Personalmente, dato che ormai il suddetto Tempo non è dalla mia parte, spero sempre di vedere, un giorno, uno dei Fordini - o entrambi - competere in qualche tamarrata di questo genere.
Ovviamente sempre con The Rock come host.




EUROVISION SONG CONTEST - LA STORIA DEI FIRE SAGA (David Dobkin, USA, 2020, 123')

Eurovision Song Contest - La storia dei Fire Saga Poster

In un annata per cause di forza maggiore privata delle uscite in sala, i portali di streaming sono diventati ancora di più un riferimento anche per le nuove uscite, finendo per portare alla ribalta anche titoli che avrei clamorosamente snobbato come questo, islandese per esigenze di copione ma per nulla di fatto, espressione di quella commediaccia a stelle e strisce che nelle serate senza impegno va un gran bene, anche perchè, come per Sanremo o l'Eurovision, se anche ci si addormenta e si perde un pezzo per strada, tutto sommato non fa troppo male.
A dire il vero, comunque, sarà che Will Ferrell finisce sempre per divertirmi, sarà che l'Islanda è un chiodo fisso che prima o poi dovrò togliermi o che il rapporto padre/figlio mi colpisce da qualsiasi angolazione lo si tratti, ma tutto sommato ho apprezzato La storia dei Fire Saga come visione senza impegno, finendo addirittura per apprezzarlo nel suo essere così com'è.
In fondo, fare i puristi e gli snob - che si tratti di Cinema o altro - serve sempre fino a un certo punto.
E la canzone trash, in fondo in fondo, piace a tutti.




THE OLD GUARD (Gina Prince-Bithewood, USA, 2020, 125')

The Old Guard Poster

Altro giro, altra produzione Netflix: chiudo questo primo Bulletin più corposo con uno dei titoli più pubblicizzati dalla popolare piattaforma in questo periodo, forte di un cast e di una produzione assolutamente da distribuzione su grande schermo globale e di un plot che pesca a piene mani dall'eredità action degli anni ottanta e novanta.
Peccato che, per qualcuno che in quegli anni è quasi nato e senza dubbio cresciuto, The Old Guard appaia come qualcosa di molto telefonato e già visto, che scorre via senza colpo ferire e si dimentica non troppi minuti dopo la visione, in barba a quanto, a conti fatto, possa menarsela di poter fare.
Per quanto mi riguarda, prevedibile, troppo lungo e per nulla in grado di sfruttare un cast che senza dubbio porta in dono un concentrato di talento ben diverso da quello che script e regia garantiscono.
Si lascia guardare, ma è un pò come uno di quegli appuntamenti con la figa di turno che dopo cinque minuti vorrei che fosse già finito, perchè sai bene dentro di te che sarà una lunga, lenta, inesorabile morte per noia.


martedì 14 luglio 2020

Notte Horror 2020 - Lidris cuadrade di tre

Radice quadrata di tre - Lidris Cuadrade di tre


L'occasione del mio ritorno nella Blogosfera è stata piacevolmente accompagnata da una delle iniziative più apprezzate e longeve passate dal Saloon nel passato recente, la rassegna Notte Horror: pur in clamoroso ritardo rispetto ai miei colleghi e nonostante le vicissitudini che in questo periodo mi portano ad essere ben poco presente da queste parti, ho approfittato dell'iniziativa per rispolverare un piccolo cult italiano che non rivedevo da almeno una dozzina d'anni, e che ai tempi rappresentò una vera e propria sorpresa, ed una rivelazione per gli appassionati di genere.
Lorenzo Bianchini, con questo suo lavoro decisamente artigianale ma ricco di spunti e idee - per quanto derivative -, fece ben sperare gli appassionati di horror nostrani sfruttando quello che molte produzioni decisamente più imponenti continuano ad ignorare: i film di paura devono sfruttare la suggestione per poter fare paura.
E' risaputo, infatti, che una volta svelati arcani e mostri, o rivelata l'immagine dietro un suono, sia molto più facile esorcizzare - per usare un termine adatto al genere - l'inquietudine: da questo punto di vista Lidris cuadrade di tre tiene discretamente bene per quasi tutta la sua durata, anche se ammetto che, visto a distanza di anni e in una serata dalla risata facile - il ridoppiaggio della parte conclusiva è stato da antologia, ma questa è un'altra storia - l'atmosfera che avevo riscontrato ai tempi mi è parsa appannata, o quantomeno dalla potenza ridotta.
Resta il fatto che, considerata la produzione e la realizzazione tutte italiane, il lavoro di Bianchini resta una delle sorprese underground più interessanti degli Anni Zero, consigliatissima per qualunque appassionato non sia ancora entrato accanto ai protagonisti all'interno di uno dei teatri più horror che ognuno di noi ha la possibilità di vivere - la propria scuola superiore - per vivere il delirio pronto a scatenarsi tra labirinti reali e mentali.


MrFord


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