Torno al bancone per un nuovo episodio del Bulletin di questo periodo della vita così unico per il vecchio cowboy, in termini di visioni spesso e volentieri dedicato a recuperi di film che conosco a memoria e già recensiti e strarecensiti da queste parti, a vivere il più possibile e scoprire, di tanto in tanto, produzioni curiose sulle varie piattaforme di streaming, Netflix in primis.
A farla da padroni a questo giro di bevute uno dei titoli più chiacchierati dell'ultimo periodo ed alcune proposte che, probabilmente, in altri tempi non avrei neppure pensato esistessero, ma che hanno solleticato la parte più sportiva e viaggiatrice del vecchio Ford.
MrFord
IL CERCHIO CELTICO (Bjorn Larsson, Svezia, 1992)
Larsson, dai tempi del mitico La vera storia del pirata Long John Silver, è entrato nel mio cuore di lettore per restarci, anche se è sempre difficile quando si incrocia il cammino di un nuovo autore a partire dal suo lavoro migliore: Il cerchio celtico, primo titolo a farlo conoscere al grande pubblico, è un solido romanzo d'avventura che starebbe un gran bene anche al Cinema, con un incedere inizialmente lento ed un crescendo finale davvero notevole, legato a doppio filo alla passione per la vela dello scrittore e ad alcuni luoghi affascinanti non solo per i marinai navigati.
La Scozia dipinta da Larsson è un luogo che, come il mare e come l'Uomo, sa essere affascinante e spietato, placido e furioso, senza dimenticare tutte le sfumature nel mezzo: e il Rustica, quasi più protagonista dei protagonisti, ne attraversa le correnti trasportando il lettore come se vi fosse imbarcato. Il cerchio celtico ha il limite dei numerosi riferimenti nautici che rischiano di appesantire lo scorrimento della lettura, e di essere molto classico, ma per chi è disposto ad affrontare anche questo tipo di difficoltà, offrirà una cavalcata degna della tradizione migliore.
La Scozia dipinta da Larsson è un luogo che, come il mare e come l'Uomo, sa essere affascinante e spietato, placido e furioso, senza dimenticare tutte le sfumature nel mezzo: e il Rustica, quasi più protagonista dei protagonisti, ne attraversa le correnti trasportando il lettore come se vi fosse imbarcato. Il cerchio celtico ha il limite dei numerosi riferimenti nautici che rischiano di appesantire lo scorrimento della lettura, e di essere molto classico, ma per chi è disposto ad affrontare anche questo tipo di difficoltà, offrirà una cavalcata degna della tradizione migliore.
DARK - STAGIONE 3 (Netflix, Germania/USA, 2020)
Una delle serie più chiacchierate dell'anno torna al Saloon con la terza stagione, affrontata dopo i cambiamenti avvenuti nel corso di quest'anno così particolare: negli ultimi giorni mi è capitato di leggere opinioni qui nella blogosfera che, forse, tendono a fare di Dark un fenomeno più grande di quello che, in realtà, non sia stato, ma questo non nega che si tratti di una produzione solida e convincente, chiusa forse troppo in fretta - in termini di stagioni - ma in modo coerente, pur se, a mio parere, troppo ricca di carne al fuoco a questo giro di giostra per riuscire davvero a stimolare un trasporto emotivo in un pubblico concentrato al massimo nel comprendere i passaggi tra mondi paralleli ed epoche differenti.
Del resto, i viaggi nel tempo sono una cosa molto difficile da gestire, piccolo o grande schermo che sia. Resta il ricordo di un'esperienza interessante e ricca di spunti di riflessione, che voi siate come il sottoscritto degli aspiranti ribelli al concetto di Tempo ed al fatto di doversi inevitabilmente arrendere ad esso, o una sorta di surfisti che non vedono l'ora di cavalcarne le onde.
Del resto, i viaggi nel tempo sono una cosa molto difficile da gestire, piccolo o grande schermo che sia. Resta il ricordo di un'esperienza interessante e ricca di spunti di riflessione, che voi siate come il sottoscritto degli aspiranti ribelli al concetto di Tempo ed al fatto di doversi inevitabilmente arrendere ad esso, o una sorta di surfisti che non vedono l'ora di cavalcarne le onde.
DARK TOURIST - STAGIONE 1 (Netflix, Nuova Zelanda, 2018)
Uno dei guilty pleasures di questa nuova fase della mia vita è senza dubbio la scoperta delle serie a sfondo documentaristico offerte dalla piattaforma di Netflix, pronte a stimolare passioni - come quella per i viaggi - momentaneamente costretta allo standby da Covid.
Dark Tourist, produzione neozelandese di un paio d'anni fa, vede il giornalista David Ferrier - dal sardonico approccio inglese - recarsi in luoghi considerati mete di culto per i cosiddetti "turisti dell'orrore", persone attratte da catastrofi, pericoli, psicopatici ed affini: una serie che spero veda realizzarsi una seconda stagione pronta a mostrare le stranezze che l'Uomo è capace di coltivare dentro e fuori la sua testa ma anche utile a mostrare alcune situazioni talmente assurde da andare anche oltre il Cinema: in particolare, l'episodio legato al tour nei luoghi che furono teatro della catastrofe di Fukushima - impressionante vedere la paura crescere anche tra i protagonisti del viaggio, sconvolti dal livello di radiazioni dei contatori geiger portatili - e quello in Turkmenistan - dominato da un dittatore che rende il Paese uno dei più chiusi al mondo insieme alla Corea del Nord - restano impressi per quanto la realtà riesca a superare la finzione. E di gran lunga.
Dark Tourist, produzione neozelandese di un paio d'anni fa, vede il giornalista David Ferrier - dal sardonico approccio inglese - recarsi in luoghi considerati mete di culto per i cosiddetti "turisti dell'orrore", persone attratte da catastrofi, pericoli, psicopatici ed affini: una serie che spero veda realizzarsi una seconda stagione pronta a mostrare le stranezze che l'Uomo è capace di coltivare dentro e fuori la sua testa ma anche utile a mostrare alcune situazioni talmente assurde da andare anche oltre il Cinema: in particolare, l'episodio legato al tour nei luoghi che furono teatro della catastrofe di Fukushima - impressionante vedere la paura crescere anche tra i protagonisti del viaggio, sconvolti dal livello di radiazioni dei contatori geiger portatili - e quello in Turkmenistan - dominato da un dittatore che rende il Paese uno dei più chiusi al mondo insieme alla Corea del Nord - restano impressi per quanto la realtà riesca a superare la finzione. E di gran lunga.
FIGHTWORLD - STAGIONE 1 (Netflix, USA, 2018)
Sull'onda della scoperta di titoli come Dark Tourist, ed attratto dal concetto di viaggio e dallo sport, ho recuperato anche Fightworld, altra produzione Netflix che vede protagonista Frank Grillo - caratterista ed appassionato di sport di combattimento - girare il mondo raccontando la filosofia e l'universo dietro a discipline più o meno conosciute: dalla Thailandia a Israele passando per il Senegal, scopriamo quanto spesso lo sport, anche quello più duro ed apparentemente violento, sia un simbolo di riscatto e fuga da povertà, crimine e corruzione, un modo per ritrovare se stessi e provare che, una volta affrontati i demoni che ci portiamo dentro, prendere qualche cazzotto da qualcuno che soffre come noi non è poi tanto male.
Da sportivo, comprendo bene quale sia il valore della fatica e della soddisfazione che si prova in determinate situazioni, così come comprendo la valenza salvifica che la disciplina che lo stesso sport impone può avere in situazioni limite in cui l'alternativa può essere la strada o il crimine.
Un altro titolo nascosto e sottovalutato, che sinceramente meriterebbe una nuova stagione.
Da sportivo, comprendo bene quale sia il valore della fatica e della soddisfazione che si prova in determinate situazioni, così come comprendo la valenza salvifica che la disciplina che lo stesso sport impone può avere in situazioni limite in cui l'alternativa può essere la strada o il crimine.
Un altro titolo nascosto e sottovalutato, che sinceramente meriterebbe una nuova stagione.