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mercoledì 1 giugno 2016

Wednesday's child

La trama (con parole mie): alle spalle i parziali risvegli delle ultime settimane, per la prima volta dall'inizio della primavera mi pare di avere di fronte un weekend in sala che promette discretamente bene, tra pellicole in grado di mettere potenzialmente d'accordo i due nemici più acerrimi della blogosfera, prodotti d'autore ed outsiders eventuali sorprese.
Certo, la stronzata made in Italy è sempre dietro l'angolo, così come le possibili delusioni, ma per una volta voglio essere ottimista, tranne per quanto riguarda Cannibal Kid: lui, se si parla di Cinema, non si è mai svegliato.



"Sono Ford il bruto. Vengo per schiacciare Peppa Kid."


The Nice Guys

"Hey, Russell Ford, dovevi proprio spezzarmi un braccio quando non ho ordinato un White Russian?" "Puoi scommeterci il culo, Ryan Kid!"
Cannibal dice: The Nice Guys è uno di quei rari casi di film che potrebbero piacere sia a me che a Ford, i due guys meno nice della blogosfera cinematografica. Soprattutto lui non è nice per niente. Un buddy movie che si preannuncia noir e comedy allo stesso tempo e in grado quindi di accontentare entrambi. Purtroppo.
Ford dice: in quest'ultimo periodo, complice la promozione molto pane e salame di Russell Crowe, The nice guys sta finendo per diventare non solo il film più atteso del periodo, ma anche uno dei pochi in grado di mettere d'accordo l'action fordiana ed il taglio finto fighetto del Cannibale.
Cosa che, per una volta, potrebbe perfino non darmi fastidio.



Warcraft – L'inizio

"Mi sa che siamo venuti in troppi: per sistemare Cannibal sarebbe bastato un cuccioletto."
Cannibal dice: Nerdata fantasy che mi spaventa parecchio. Dal trailer mi sembra la versione porcata de Il signore degli anelli. Ford ne andrà pazzo. Io probabilmente molto meno, anche se il fatto che la regia sia affidata all'ottimo Duncan Jones, il figlio di David Bowie che ha realizzato Moon e Source Code, mi fa sperare che finisca per essere meno peggio di quello che può sembrare a un primo sguardo.
Ford dice: nonostante quello che si può aspettare il mio antagonista, da questa nerdata totale affidata ad un Duncan Jones che mi pare in caduta libera mi aspetto solo male, anche perchè non sono mai stato un grande fan di Warcraft e cose simili.
L'unica cosa che posso sperare, è di essere smentito. E non da Peppa Kid.



Marguerite e Julien – La leggenda degli amanti impossibili

"Non provavo niente di così romantico dai tempi della mia storia con Katniss Kid!"

Cannibal dice: Finalmente la mitica Valérie Donzelli, nuova fenomena del cinema francese, ritorna nei cinema italiani, alla faccia di tutti gli anti-radical-chic (per finta?) come Mr. James Ford. Dopo lo splendido La guerra è finita, la regista aveva firmato altri due lavori (Main dans la main e Que d'amour!), che però dalle nostre parti non sono mai arrivati, non mi pare nemmeno in rete sottotitolati. Ora è di nuovo l'ora di rituffarsi nel suo favoloso mondo. Allez!
Ford dice: La guerra è finita, ai tempi esaltato da Cannibal come una specie di piccolo Capolavoro, al Saloon è passato come uno dei titoli d'autore più sopravvalutati degli ultimi anni, una roba finto radical in realtà buonista come poche. Dunque la mia fiducia nella Donzelli e in questo suo nuovo lavoro è perfino minore di quella che continuo a nutrire per il mio antagonista.


Eddie the Eagle – Il coraggio della follia

"Ford Jackman che non sei altro, dovrei gettarmi da quella rupe!? Devi aver bevuto quattro o cinque cocktails di troppo!"

Cannibal dice: Per bilanciare il ritorno della regina della nouvelle-nouvelle vague francese, ecco che il karma mi punisce con l'arrivo di una fordianata inverosimile. Un film sportiveggiante probabilmente recitato da cani con Hugh Jackman. Per cimentarmi nel mio sport preferito, quello della stroncatura, potrei però decidere di guardarlo.
Ford dice: pellicola sportiva da outsiders che potrebbe rivelarsi la sorpresa di una settimana certo non esaltante, almeno sulla carta. Speriamo non si riveli un vero e proprio salto nel vuoto in pieno stile Cannibal.



Miami Beach

"Ford e Cannibal non hanno accettato l'invito a venire in vacanza con noi? Sono proprio due snob!"

Cannibal dice: I Vanzina alle prese con il cinevacanzone estivo. Se ne sentiva il bisogno?
No, almeno quanto l'opinione di James Ford sul cinema di Lars von Trier e di Terrence Malick.
Ford dice: Vanzina? Cinepanettone estivo? Quasi peggio delle sparate di Cannibal!



Tra la terra e il cielo

"I resti di Pensieri Cannibali puzzano anche ridotti in cenere: terribile."
Cannibal dice: Pellicola indiana che non sembra troppo malvagia, però da dire ciò al vederla ne passa. Come tra la terra e il cielo e come tra me e Ford.
Ford dice: pellicola di nicchia che non mi dispiacerebbe recuperare, se dovessi averne la possibilità. Sperando che sia uno di quei presunti mattonazzi tanto odiati dal mio rivale.


3 giorni dopo

"Ecco: questa la sparo dritta in fronte a Cannibal!"
Cannibal dice: Film giovanile ambientato a Roma che potrebbe rivelarsi decente. Peccato che il forte sapore di amatorialità che si sente fin dal trailer faccia calare le sue quotazioni, manco fosse una recensione positiva su WhiteRussian.
Ford dice: di recente mi pare di aver parlato fin troppo bene del Cinema italiano, dunque penso mi prenderò una pausa, per evitare che diventi un'abitudine spiacevole quanto leggere le opinioni del mio antagonista.


martedì 10 luglio 2012

La guerra è dichiarata

Regia: Valerie Donzelli
Origine: Francia
Anno: 2011
Durata: 100'




La trama (con parole mie): Romeo e Juliette sono due giovani aspiranti attori che si conoscono ad una festa. Tra loro, a partire dai nomi "da destino tragico", nasce da subito un legame che si concretizza in una storia d'amore e nella nascita del piccolo Adam.
I genitori della ragazza aiutano la coppia ad acquistare un appartamento, e tutto pare risolversi nel migliore e più normale dei modi, con la costruzione progressiva di una famiglia: ma il piccolo presenta numerosi problemi e pare non avere una crescita normale, tanto da allarmare i due giovani alle prese con episodi sempre più allarmanti.
Purtroppo, al bambino viene riscontrato un tumore al cervello molto raro ed aggressivo: Romeo e Juliette dovranno farsi forza l'un l'altra ed iniziare la battaglia per riuscire a sopportare il dolore di un evento di questo tipo e rimanere saldi accanto al figlio, qualunque cosa accada.





Fin dall'apertura di questo saloon cinematografico, il momento delle bottigliate è sempre stato uno dei miei preferiti: prendere un film colpevole di aver tradito le mie aspettative della vigilia e bastonarlo selvaggiamente in modo da sottolineare il disappunto da "cult mancato" riesce a soddisfarmi quasi a livello fisico, neanche stessi scazzottando felice il mio bravo sacco da boxe.
A volte, però, può capitare che anche bottigliare questo o quel titolo possa dispiacere, principalmente perchè le idee, i temi ed il modo di proporli risultano coinvolgenti ed interessanti, seppur viziati da un'inconcludenza di fondo: così è per La guerra è dichiarata, film della regista ed attrice Valerie Donzelli che tanto bene ha fatto parlare di se nelle ultime settimane, dentro e fuori dalla blogosfera.
Cosa ha funzionato, dunque, e cosa al contrario ha stuzzicato le corde più violente della mia parte critica?
Sicuramente occorre riconoscere, tra le note positive, all'autrice una delicatezza di fondo che testimonia la lezione appresa da mostri sacri come Truffaut - la storia d'amore che sboccia tra Romeo e Juliette pare uscita da Jules e Jim - ed una partecipazione assoluta sia dietro che di fronte alla macchina da presa, un realismo quasi dardenniano ed un tocco decisamente più soave tipico del Cinema transalpino, in grado di rendere la pellicola molto più fruibile di quanto non possa apparire sulla carta, considerato il tema trattato.
Ma nonostante la buona volontà ed alcune soluzioni azzeccate, l'autrice viene progressivamente risucchiata dalla voglia di stupire ed apparire già pronta per i palcoscenici radical chic e festivalieri più importanti, rischiando in più di un'occasione lo scatenarsi della rabbia del sottoscritto: dalla greve colonna sonora - che appesantisce inutilmente il film anche nei momenti in cui è chiaro che l'intento della Donzelli è quello, al contrario, di alleggerirlo - all'inutile ricorso alla voce narrante off - nello specifico, in grado di rovinare una delle sequenze migliori della pellicola, il montaggio parallelo tra gli allenamenti di corsa e le visite al piccolo Adam in ospedale della coppia corredando le immagini con l'inutile spiegazione della metafora legata alla fatica e alla resistenza dei giovani genitori al cospetto della malattia del bambino come se il pubblico fosse stato vittima di una lobotomia di massa -, passando attraverso alcune scene da pulsazioni incontrollabili della vena alla tempia come il momento della scoperta del tumore del bambino ed il conseguente viaggio di ritorno a Parigi da Marsiglia o la festa in cui si passa dal "bacio libero" in pieno stile finto alternativo anni settanta alla canzoncina chitarra e voce da "noi che siamo tanto fighi perchè siamo alternativi e Carla Bruni è venuta a trovarci a casa" con tanto di pianto liberatorio - o ricattatorio? - finale.
E a proposito di finali, con la conclusione la Donzelli incappa nello scivolone forse più evidente del suo lavoro: che le cose possano essere andate bene si intuisce fin dall'apertura, quando assistiamo ad un controllo di Adam già in età scolare, ma tutti i tentativi della regista di confrontarsi con un tema scomodo come la malattia in uno stile sotto le righe ma sicuramente associabile a quello mostrato da 50/50 attraverso intuizioni al limite della genialità - il bambino che, durante il consulto con il medico che lo operò, seduto tra i genitori che hanno lottato per lui e con lui a costo di sacrificare tutto quello che avevano o credevano di avere, chiede ripetutamente alla madre se può giocare con il Nintendo DS - vengono inesorabilmente sbriciolati dal ralenti che contraddistingue tutta l'ultima sequenza, che pare la versione autoriale e snob della zuccherosità di alcune immagini di pellicole mainstream dalla lacrima indotta come War Horse.
In questo senso, piuttosto che recitare la parte degli spocchiosi e dei superiori rispetto alle proposte di grana grossa da invasione di centinaia di sale, avrebbe più senso riconoscere anche i limiti del Cinema d'essai, specialmente quando cela dietro un buon montaggio o la ricerca di un'estetica più "alta" le stesse, popolari emozioni - con cadute di stile annesse - dei fenomeni di massa.


MrFord


"Oggi dentro me vedo un cielo che illumina a festa
e poi mi sento che son leggero da perdere la testa
se passi di qua alzerai sabbia rabbia e chissà
dimmi non ti va di spostare i confini più in là
perché in me io so che pace c'è."
Gianluca Grignani - "Buongiorno guerra" -

  

martedì 19 giugno 2012

Euro Blog War - Secondo Tempo

La trama (con parole mie): ed eccoci pronti al decisamente poco atteso secondo tempo della Euro-sfida in salsa calcistica - oltre che cinematografica - tra me e il Cannibale.
Dopo aver assistito alle lezioni di classe dei miei undici solo ieri, oggi dovrete accontentarvi delle zappate dei macellai messi in campo dal mio antagonista, nella speranza che il suo team si guadagni presto - e a testa bassa - la via degli spogliatoi.

La delusione del Team Cannibal dopo la pesante sconfitta contro le Furie Fordiane.

1 Roman Polanski, Polonia (Rosemary’s Baby)


Cannibal Kid In porta, un uomo che è abituato a difendersi, visti i numerosi attacchi personali subiti, sia per l’assassinio della moglie Sharon Tate compiuto dai seguaci di Charles Manson, sia per la famigerata questione dello stupro. Questione che ha fatto rimanere Roman Polanski agli arresti domiciliari, quindi ormai è abituato anche agli spazi stretti e lo vedo quindi bene a stare tra i pali. Inoltre, il polacco è un regista di grande esperienza e sicurezza e queste sono doti molto utili per un portiere.
Nell’ambito della sua lunga carriera, il polansko ha spaziato molto tra vari generi, ma di certo l’ambito in cui se la cava meglio è la costruzione della tensione e Rosemary’s Baby è un saggio sull’argomento. Ford, non fartela sotto, mi raccomando ahahah!
Per quanto sia del 1968, Fordmary è un film estremamente moderno, costruito su dialoghi fitti, movimenti di macchina avvolgenti, un crescendo della suspance pazzesco che oggi va molto, si vedano ad esempio i film di Ti West, il Tarantino di Bastardi senza gloria o anche una serie come Breaking Bad. Attualissima anche la tematica satanico-stregonesca che troverà poi grande fortuna da L’esorcista in poi fino a tutti i vari cloni di oggi.
Un capolavoro moderno capace di mettere al rogo tutti i classici passatissimi proposti dal satanico Ford Manson.
Mr. James Ford Nonostante l'ottima scelta cinematografica, Polanski risulta vecchio anche più del vecchio cowboy Ford e del finto giovane e già spompatissimo - e troppo pompato - Ti West, che starebbe bene giusto come raccattapalle in fondo alla rete cannibalesca.
Un ultimo baluardo dedito al gioco del nascondino che ben poco potrà fare per opporsi agli attaccanti fordiani.

"Cucciolo Eroico, è ora di mettere fine al tuo regno di terrore!"
2 Giorgos Lanthimos, Grecia (Kynodontas - Dogtooth)


CK A ficcare i tacchetti canini sugli sterili attaccantini fordiani, ci pensa un terzino davvero tosto e bastardo: Giorgos Lanthimos, autore di uno dei film più sorprendenti e allucinanti degli ultimi anni, il greco Kynodontas.
Guardando una pellicola del genere, la Grecia almeno da un punto di vista cinematografico appare tutt’altro che in crisi. L’unica crisi è quella di Ford. Quella di mezza età? No, quella della terza età! uahahah
JF Un terzino destro arcigno e cattivo, Lanthimos, che nonostante la buona volontà rischierà giusto di lasciare in dieci la già provata compagine targata Cucciolo Eroico con la sua eccessiva dose di violenza.
E considerate le contestazioni all'Ucraina vessatrice canina, già prevedo quelle rispetto al Giorgios persecutore felino.
CK Tranquillo, Ford, che Lanthimos non verrà espulso. Ho fatto un telefonata a Moggi e mi ha detto che all’arbitro ci pensa lui…

"Finalmente la partita è finita. Via il dente, via il dolore."
3 Juan Antonio Bayona, Spagna (The Orphanage)


CK Dall’affascinante e vitale scena horror spagnola, ecco una super chicca che giusto un super pirla come Ford può non apprezzare.
The Orphanage è un horror profondamente umano, con la rara dote all’interno del genere di raccontare una storia magnifica, fantasiosa e persino commovente. E poi qualche brivido lo mette anche e tiene a distanza gli attaccanti sempre più neutralizzati della formazione di un coach Ford che non sembra pronto per la serie A cannibale.
JF Il coach Ford, ben saldo in panchina con la sua fedele bottiglia - anche vice allenatrice -, ride di un terzino sinistro piuttosto debole, ben lontano dalle meraviglie del suo compatriota Del Toro, che con Il labirinto del fauno si sarebbe mangiato il povero Bayona, orfano del talento degli attaccanti avversari.
CK Bottiglia di cosa? Di acqua santa per fare i tuoi riti scaramantici da Trapattoni di serie Z? Nemmeno quelli possono salvare la tua squadra dalla sconfitta…
JF Penso opterò per il rhum, che viene anche buono nel caso si concludesse la partita con una bella rissa in campo. Tu sei pronto a qualche molotov fordiana?
CK Certo, radical Ford!

"Cannibale, per favore, non lasciarmi qui! Sono un ottimo portiere!"
4 Ingmar Bergman, Svezia (Persona)


CK Un regista difficile da penetrare che è una garanzia per la difesa cannibale e che incredibilmente mette d’accordo sia me che Ford. Potere svedese, credo, e l’IKEA non c’entra niente.
Tra le sue perle, la mia scelta è ricaduta su Persona, un film pazzesco, letteralmente pazzesco. Un’opera intricatissima costruita in pratica tutta su due personaggi e sulle loro menti. Non un thriller in senso stretto, eppure una visione tesissima. A livello visivo poi è enorme, ricca di invenzioni e con un uso del b/n ai massimi livelli. Oserei dire in una delle mie solite dichiarazioni megalomani che con questo film il bianco e nero ha raggiunto il suo apice assoluto. E oserei anche dire che Mr. Ford con la sua lista ha raggiunto un nuovo apice assoluto di pretenziosità, con tutti i suoi registucoli e filmucoli che giusto lui e pochi altri sciagurati hanno visto.
JF Il potere svedese di Bergman e della sua lanterna magica non si discute, tanto che, come un novello Pirlo cinematografico, lo svedese per antonomasia del Cinema riesce a mettere d'accordo il milanista Ford e lo juventino Cannibale. Potere svedese, anche più tosto di quello di Grayskull!


5 Lars Von Trier, Danimarca (Le onde del destino)


CK Coppia di centrali rocciosi e indecifrabili, Von Trier e Bergman non fanno nemmeno avvicinare il per nulla fortissimo ma solo fordissimo (e non è un complimento) attacco rivale.
E se qualcuno prova a passare, quel bastardo di Lars è pronto a spezzargli immediatamente le gambine!
Von Trier conferma con Le onde del destino la sua cattiveria in quello che forse è il suo capolavoro assoluto, in mezzo ai suoi tanti, facendone passare di tutti i colori alla povera Emily Watson.
Con un filmone del genere, c’è poco da fare per la spenta compagine fordiana. È scritto nelle onde destino che l’11 cannibale vinca senza problemi!
JF Nonostante Le onde del destino sia indiscutibilmente un ottimo film - il mio secondo favorito nella classifica dedicata a Von Trier -, lo stesso è anche segno del tempo che è passato trasformando un regista incredibilmente promettente in un pazzo megalomane dalle ambizioni divine, e non sto parlando del Cannibale.
Rischio grosso per il coach Katniss, che vedrà ben presto la sua squadra ridotta in nove con la seconda espulsione di seguito.
CK Secondo preferito? E il primo qual è, Antichrist? aaahahah
Nonostante la protezione di Moggi, Von Trier verrà comunque di certo espulso come persona non grata. Non prima però di aver decimato gli omini fordiani con i suoi graditi fallacci. Ed essersi divertito un mondo a farlo!

"Lars Von Trier abbatte anche i suoi compagni di squadra, incredibile!"
6 Francois Truffaut, Francia (I quattrocento colpi)


CK In cabina di regia della formazione cannibale, il regista per eccellenza, le metteur en scène, Francois Truffaut. Con lui a orchestrare il gioco, tutto è più facile per il cannibal team.
I quattrocento colpi è un esempio di cinema totale, una storia di formazione messa in scena in maniera strabiliante e fantasiosa da Truffaut e con il suo titolo è perfetto anche come punteggio: Cannibal - Ford 400 a zero.
JF I quattrocento colpi del genio di Truffaut verranno sgominati senza troppi complimenti dagli arcigni centrocampisti di Frontiera della squadra cowboy, pur se con un velo di malinconia per un talento come pochi del Cinema sprecato in una squadra di primedonne guidata dalla primadonna per eccellenza, il mister Cannibalinho.

"Non è giusto, Cannibale! Non fai giocare quelli che sono più giovani di te!"
7 Danny Boyle, Inghilterra (Trainspotting)


CK Sulla fascia, la velocità di Danny Boyle. Talento discontinuo, capace di grandi colpi così come di partite meno riuscite, è comunque in grado di stupire sempre, sia in positivo che in negativo. Nonostante gli Oscar dati al carino ma comunque sopravvalutato The Millionaire, la sua pellicola migliore è, e probabilmente resterà sempre, Trainspotting. Film simbolo degli anni ’90, imitatissimo, con una colonna sonora più che strepitosa, attori in formissima, una rappresentazione del mondo dei tossici ironico, divertente e privo di moralismi. Un treno in corsa che non può essere fermato dai registi statici di coach Ford, per cui di rapido prevedo solo un imminente esonero.
JF Ennesima scelta rischiosa del mio avversario, che pare anche nel disporre la sua formazione avventato almeno quanto il suo nome ci ricorda ogni giorno.
E come ogni adolescente finirà per vivere un brutto risveglio, quando i supplementari spezzeranno il fiato di un regista con ottimi numeri incapace, però, di reggere alla distanza.
Una partita di 127 ore, il buon Boyle, non riuscirà a giocarla neppure se fatto come un cavallo ed inseguito da una mandria di zombies assatanati.
CK Ma perché, ti credi di arrivare ai supplementari? Nonostante il tuo gioco catenacciario, la rischiosa formazione cannibale a fine primo tempo t’ha già messo sotto 7 – 0!
JF Di certo non ci arriva Boyle, che sarà più ubriaco di me già al fischio d'inizio, da buon anglosassone! Ahahahahaha!

"La squadra del Cannibale? Da ammazzarsi dalle risate!"
8 Filippo Timi, Italia (La doppia ora)


CK Sull’altra fascia corre la concretezza di Filippo Timi, talento raro del cinema italiano, un attore come Dio comanda, uno dei nostri rari interpreti che vedrei bene anche all’interno di qualche produzione internazionale. Per il momento intanto ha lasciato il segno in una serie di pellicole italiane. Su tutte, la mia preferita è La doppia ora, thriller teso e affascinante, che davvero ben poco ha a che fare con il resto della scena italiana. Ma per riuscire a recuperare lo svantaggio, alla squadra di Ford non basterebbero nemmeno una doppia ora, figuriamoci 90 minuti. Arbitro, vai pure di triplice fischio, che la vittoria è già tutta cannibale!
JF Con Filippo Timi ho chiacchierato più di una volta, un tipo simpatico e alla mano, ironico ed interessante. Peccato che sia costretto dalla sua timidezza ad un guscio che lo lascerà intrappolato sulla linea mediana, un pò come un film che, rispetto ad altri interpretati dal promettente attore - uno su tutti, Vincere -, risulta davvero poca roba.
Un pò come il team Cannibale.
CK Ed ecco Ford in versione amico dei VIPs con i suoi aneddoti gossippari. Guarda che non siamo nello studio del Grande Fratello, Mr. James Signorini. Qui si parla di calcio e di cinema. Campi su cui faresti meglio a non mettere piede, ma guardare dalla tribuna. Sempre che i teppisti come te li facciano ancora entrare…
JF Ho ottenuto un permesso speciale solo per poterti battere direttamente dal Gran Visir di This is England, capo supremo degli hooligans. E non ti basteranno i tuoi piccoli cops bastardi senza gloria, per fermarmi!

"Per fuggire da Von Trier mi sono dovuto rifugiare in campagna, pensa un pò te!"
9 Michael Fassbender, Germania/Irlanda (Shame)


CK Punta d’attacco solida, l’attore tedesco naturalizzato irlandese è pronto a infilare tutte le palle che gli capitano nella porta fordiana. Chi avesse dubbi in proposito si vada a vedere quel gran filmone che è Shame, in cui Fassbender mostra tutte le sue doti. Recitative, naturalmente. Cos’altro vai pensando, maliziosissima Jane Forda?
JF Eh, la Shame è una brutta bestia. Ti sorprende quando meno te lo aspetti, anche quando sicuro di certe doti entri in campo senza pantaloncini.
Si prospettano momentacci per il buon Fassbender - pure bravo, per carità -, soprattutto a seguito di quest'ultimo film in cui nonostante le sue dimensioni artistiche tutto pare fermarsi alla superficie. Un pò come lo sterile attacco Cannibale, che resterà inchiodato allo zero sul tabellino.
CK Sei tu che ti fermi alla superficie, perché il film di McQueen dietro a una magnifica cornice visiva riflette benissimo la società attuale come pochi altri film. Shame on you, Ford!

"Carey, disertiamo il Team Cannibale e rimaniamo a casa a fare all'ammmore."
10 Valérie Donzelli, Francia (La guerra è dichiarata)


CK La fantasista della squadra cannibale è Valèrie Donzelli, giovane talento emergente del cinema francese, autrice di uno dei film più emozionanti e imprevedibili degli ultimi tempi, una pellicola sul cancro che a sorpresa riesce anche a far ridere. Girato con un sacco di spunti e idee, La guerra è dichiarata è una dichiarazione di guerra al cinema convenzionale e conservatore tanto amato da Ford.
La donzella è una regista e attrice già capace di enormi prodezze e pronta con i prossimi film a stupire ancora di più. Un acquisto eccellente per il team cannibale anche in prospettiva futura, con Ford che invece è capace solo a guardare al passato. O alla serie B, serie B, serie B!
JF Un numero dieci giovane e a sorpresa, nonostante la presenza del veterano Truffaut.
Non ho ancora visto il film e non mi pronuncio in merito, ma l'impressione è che la buona Donzella sia un pò gracilina per la conservatrice - di risultati e reti inviolate - difesa del fortino made in Fordland.
La prossima volta la buona Valerie dovrà valutare bene con il suo agente rispetto alla squadra da scegliere.
CK Il team cannibale sorprende sempre! Al contrario del prevedibile, e facilmente annientabile, modulo fordesco vecchio stile. Ah, Ford, non so se lo sai, ma rispetto ai tuoi tempi hanno introdotto la regola del fuorigioco. Dillo ai tuoi difensori, anche se ormai è troppo tardi! ahahah

"Noi il Team Cannibale l'abbiamo già disertato per andare al Luna Park!"
11 Mila Kunis, Ucraina (Il cigno nero)


CK Nello scoppiettante tridente cannibale, Mila Kunis è pronta a sfruttare ogni distrazione della difesa fordiana grazie alla sua accecante bellezza e talento. Danzando come un cigno nero tra le file lente dei difensori messi in campo a casaccio dal mio blogger rivale, regala l’ennesima rete ai Galacticos cannibali. Per quanto strepitosa nel film di Aronofsky (pure lui di origini ucraine), anche lei è da tenere d’occhio in prospettiva futura. Mentre di nero per Ford e i suoi tristi 11 non c’è il cigno, ma solo il futuro.
JF Mila Kunis, per quanto messa in campo con lo scopo unico di distrarre la compagine avversaria volteggiando nel letto con la sua compagna di merende Natalie Portman, verrà facilmente soffiata via come una piuma - di cigno, ovviamente - dalla granitica difesa blaufordiana, asserragliata per difendere i colpi di genio dei suoi gaudieschi attaccanti. Bye bye, merengues.
CK Bye bye, scarpones!

"Il Team Cannibale? Ho decisamente di meglio da fare!"

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