lunedì 26 febbraio 2018

The disaster artist (James Franco, USA, 2017, 104')





Non ricordo esattamente il post, o quale film terribile usai per raccontare la storia di Alberto Leone, un mio compagno di classe alle superiori che, ancora oggi, ritengo potesse essere un talento incompreso.
Silenzioso, chiuso, apparentemente disinteressato a tutto quello che non fosse calcio, il suddetto fu come un fantasma in una classe assurda e male assortita come quella in cui ebbi la sfortuna di passare i miei due anni peggiori da studente - e forse nella vita -: al termine del secondo di questi, travolta da un desiderio di essere una wannabe Keating, la nostra insegnante di Letteratura italiana, Latino e Storia ci esortò - e obbligò, ovviamente - a scrivere una serie di poesie e componimenti in diverse forme che andarono a comporre una raccolta che continuo a conservare come una reliquia. Il mitico Alberto Leone, dal nulla, tirò fuori un paio di "opere" al limite dell'assurdo che regalavano perle come "Ancora pochi mesi e sarà maggio, e spero vivamente nel cuor mio di poter comprare la moto Piaggio": ancora oggi, quando torno con la mente a quei giorni, ritengo che quel mio compagno di classe inutile e silenzioso fosse un genio assoluto.
Perchè se è vero che per realizzare qualcosa di grande occorre andare oltre l'eccellenza, per creare qualcosa di brutto che sia spontaneo e senza limiti occorra la stessa dose di genialità: Tommy Wiseau, sceneggiatore, produttore e regista del film di culto The Room - da non confondere con la pellicola salita alla ribalta un paio d'anni fa -, probabilmente rientra in questa speciale categoria di persone fuori dal comune.
A prescindere dal fatto che sia curioso il mistero a proposito delle sue origini, dell'identità e dei soldi investiti per la realizzazione del suo sogno - il dubbio che possa essere davvero un vampiro, effettivamente, viene -, questo incredibile personaggio preso a modello da James Franco per adattare il libro scritto dal suo amico e collaboratore Greg Sistero è l'esempio perfetto - una sorta di novello Ed Wood - di quanta genialità occorra anche per realizzare opere di dubbio valore, e di quanta energia venga spesa per la realizzazione delle stesse, a prescindere dall'accoglienza che riceveranno o che, a tutti gli effetti, meritano di ricevere.
Franco, affiancato per l'occasione dal fratello minore nel ruolo di Sistero - scelta perfetta -, realizza con ogni probabilità una delle operazioni più interessanti della sua carriera, graziata da un'interpretazione da urlo - ingiustamente ignorata dall'Academy - e dalla rappresentazione di una situazione in equilibrio - o bilico? - perfetto tra l'ironia ed il grottesco e la profonda tristezza e malinconia: la storia di Wiseau e della realizzazione di The Room abbraccia non solo una biografia, o il racconto di un episodio divenuto di culto per gli appassionati, ma anche una gamma ben precisa di emozioni umane come il desiderio di emergere, di inseguire le proprie passioni ed i sogni, di pensare di meritare una possibilità sul grande palcoscenico che è, di fatto, la vita.
Clint, in uno dei suoi Capolavori, Gli spietati, afferma che "non esistono meriti, in queste cose", e continuo a pensare a quanto abbia ragione.
Eppure Wiseau ha mostrato il coraggio e le palle che molti invidiano o sognano di avere semplicemente decidendo di essere se stesso, o quello che avrebbe voluto essere.
Una cosa non da poco che Franco ha descritto con sincerità, trasporto ed intelligenza.
Non saprei dirvi, dal canto mio, che fine abbia fatto Alberto Leone, uno che, da aspirante scrittore e adolescente pronto a rifugiarsi nella cultura, avrei dovuto disprezzare dall'alto delle mie letture, o ascolti, o cazzate di questo genere.
E che, al contrario, ho sempre considerato talmente incredibile da poter essere considerato unico.
Posso solo dirvi che, se fossi un editore e dovesse presentarsi alla mia porta con un mazzo di quelle poesie, oggi, non avrei alcun dubbio rispetto alla loro pubblicazione.
E se, poi, dovesse anche rivelarsi un vampiro, tanto meglio.
Avrei la scusa buona per garantirmi l'immortalità.



MrFord



 

22 commenti:

  1. bene tre bicchieri sono ottimi, non posso quindi lamentarmi e ti mando un bacino per far pace okappa? A me il film è piaciuto parecchio, ne ho già parlato dalle mie parti ^_^

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    1. Quindi abbiamo scongiurato il pericolo per Cannibal di vedere minacciato il suo posto di mio nemico numero uno! ;)

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  2. l'Ed Wood dalla parte degli attori, mi è piaciuto un sacco, dolce e amaro in parti uguali, poi i film sul cinema mi coinvolgono sempre un sacco ;-) Cheers

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    1. Piaciuto un sacco anche a me. Avrebbe meritato di raccogliere molti più consensi.

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  3. Probabilmente una delle visioni migliori tra quelle "obbligate" per amore di Oscar.
    E ringraziamo Franco, perché grazie a lui Sestero e Wiseau sono tornati a recitare insieme XDXD

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    1. Anche per me una delle sorprese più belle del periodo Oscar. Bravi i Franco.

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  4. La prima volta che ho sentito parlare di The room è stato alcuni anni fa con questa recensione sottotitolata del Nostalgia Critic https://www.youtube.com/watch?v=bfVeDqLTQyA Credo di non aver riso mai così tanto. La sua inabilità nel recitare è pari alla sua convinzione. E sì, ci vuole davvero un talento particolare nel saper trasformare qualcosa di così orrendo in qualcosa di così meraviglioso nel suo genere. Quindi quando ho saputo che ci sarebbe stato un film sulla realizzazione del film, ovviamente ero felicissima e gran merito va a James Franco, che è riuscito nel non farlo diventare una macchietta. Si riesce anche a dispiacersi lui in alcuni punti come verso la fine quando ci sono le risate. Mi ha fatto anche strano nel vederlo imitare, alla maniera di Wiseau, James Dean visto che Franco è diventato famoso per l'averlo interpretato in un film tv

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    1. Franco è stato davvero bravissimo a rendere un personaggio come Wiseau umano e non una macchietta. Assurdo negargli la nomination.

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  5. La più grande sorpresa del TFF, insieme a The Florida Project.

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    1. The Florida Project ancora mi manca, ma questo è davvero una chicca.

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  6. Incredibile come un film brutto possa diventare bello e generare un film ancor più bello. E incredibile come quest'ultimo, pur con tratti grotteschi e comici, possa far riflettere sull'arte, la creazione e la genialità, come ne hai fatto tu.

    Ma quindi il Leone del Fordino, è un onore a questo poeta incompreso?

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    1. Ahahaha no, ma ora che ci penso ci sarebbe stato. ;)

      E sul film, concordo totalmente con te.

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  7. Uno dei miei preferiti del 2017. Che vergogna non aver nominato Franco!

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    1. Davvero una vergogna. La strumentalizzazione di certe cose ha ormai raggiunto livelli imbarazzanti.

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  8. Va beh, ma io adesso voglio anche il film su Alberto Leone! Possibilmente sempre diretto e interpretato da James Franco, che pure in questo caso non verrà (ingiustamente) nominato agli Oscar.

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    1. Cazzo, se facessero un film su Alberto Leone andrei a vederlo di corsa! :)

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  9. Mi sto mangiando le mani, purtroppo da me non lo danno!

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  10. Davvero un film bellissimo,James doveva correre per gli Oscar mannaggia!A me però il casting del fratello fa troppo nepotismo senza limitismo,fanculo i raccomandati hahahaha
    E con The room quanto ho riso,mio Dio.La scena della fiorista.

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    1. The Room ancora mi manca, ma Franco è stato davvero bravissimo, sia dietro che davanti alla macchina da presa. Scandaloso che sia stato ignorato agli Oscar. E ti dirò, a me è piaciuto anche suo fratello. :)

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    2. Io con the Room mi sono sbellicata,ma ricordati che è lento e malfatto XD

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    3. Per il momento, intanto, lo lascio in stand-by. ;)

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