mercoledì 10 maggio 2017

Famiglia all'improvviso - Istruzioni non incluse (Hugo Gèlin, Francia/UK, 2016, 118')





Eccolo, già direte. Cannibal in primis.
Ford che si lancia in un altro dei suoi post da genitore.
Ma che ci posso fare? E' più forte di me.
Da quando i Fordini sono entrati nella mia vita, del resto - come penso sia per chiunque abbia un figlio e non sia proprio uno stronzo senza cuore -, sono diventato molto più sensibile rispetto a tutti quei titoli che, furbescamente oppure no, toccano corde che riguardano uno dei rapporti più complessi ed intensi - forse il più complesso ed intenso - della vita, quello con i figli.
Da titoli destinati a restare nella mia memoria come Alabama Monroe fino a prodotti più alla mano ma ugualmente efficaci - La famiglia Belier su tutti -, passando attraverso cose pop come Tutta colpa di Freud, non c'è più una pellicola che sfiori anche soltanto la questione che non riesca a farmi sentire vulnerabile e sentimentale, anche quando, come nel caso di questo Famiglia all'improvviso - Istruzioni non incluse, agghiacciante adattamento italiano dell'originale Demain tout commence, non ci troviamo di fronte, almeno per tutta la prima parte - quella di fatto dedicata alla commedia -, a qualcosa di particolarmente interessante, originale o coinvolgente, ad interpretazioni ormai stereotipate - Omar Sy ringrazierà pure Quasi amici, ma il suo successo continuerà ad essere frutto di una sorta di prigione dorata all'interno della quale sarà costretto ad interpretare praticamente per sempre lo stesso charachter neanche fosse in un girone dantesco - e ad una sceneggiatura che rende tutto troppo facile, anche nelle difficoltà.
In questo senso, ero già abbastanza convinto a ridimensionare tutto il lavoro di Hugo Gèlin quando la piega drammatica - pur prevedibile e telefonata - ha finito per stringermi un nodo in gola nel corso di tutta la parte finale, mettendo da parte i conflitti tra Sam e la madre di Gloria - una vera stronza, a mio modesto parere - per concentrarmi sulla lezione che, proprio da Alabama Monroe in poi, e da genitore, si spera sempre di non dover mai e poi mai imparare sulla propria pelle: quel domani in cui tutto comincia che da un senso al titolo originale, infatti, cerca di fare da paracadute a tutti coloro i quali hanno dovuto affrontare quello che è indiscutibilmente uno dei drammi più terribili che possano accadere, o più probabilmente il più terribile, ovvero sopravvivere ad un figlio.
La Natura agisce in modo imperscrutabile e totalmente super partes, è vero, e forse dovremmo imparare a comprendere anche questo suo distacco, ma personalmente trovo che, in un caso come quello, si sia liberi di sentirsi non solo devastati dal dolore, ma anche e soprattutto incazzati per qualcosa che incarna indubbiamente il concetto di ingiustizia nella vita.
Ed ecco che entra in gioco la parte più bella di questo film: Samuel, ricordando la bambina che gli ha cambiato l'esistenza, apprende quanto sia importante vivere non solo la giornata, il momento presente, "l'attimo fuggente", ma anche e soprattutto considerare una festa l'occasione che abbiamo, perchè a meno di clamorose smentite sarà l'unica, ed è fantastico pensare di poterla vivere accanto a chi amiamo.
E signori, senza menarsela o mettersi su un piedistallo, che si vogliano avere oppure no - perchè nulla è obbligatorio e dovuto, nel bene e nel male, e la propria felicità si costruisce in miliardi di modi diversi -, non ci sarà mai nessuno che ameremo o amerete più dei vostri figli.
Poi, certo, siamo umani ed imperfetti, non esisteranno favole, lieti fini, mondi in cui non troveremo lacrime e dolori, ma vaffanculo: meglio vivere, sempre.
E il più possibile fino in fondo.
Un pò come è stato guardando questo film.




MrFord




 

19 commenti:

  1. sai ero indecisa se vederlo o meno, la tua rece mi ha convinta ^_^

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    1. Da vedere senza troppe pretese ci sta.
      Attendo la tua recensione!

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    2. https://lafabricadeisogni.blogspot.it/2017/07/famiglia-allimprovviso-istruzioni-non.html Forduccio, ecco la mia rece :*

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  2. L'originale messicano è molto molto carino, ma questo era così sdolcinato da nauseare. Ma perché Sy fa sempre le stesse parti? Ma perché i francesi si sono americanizzati - che brutta cosa?
    Se non l'avessi già visto, fatto sta, mi avresti convinto alla grande. :)

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    1. Ahahah io sono di parte, ma con un film così era ovvio. ;)

      Per il resto, capisco comunque benissimo le tue critiche.

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  3. Ma va, non ce la posso fare... ci rimango sotto se vedo un film così, ancora sono incrinato da Alabama Monroe... salto senza vergogna ;)

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    1. Ma sai che non mi ricordavo avessi visto Alabama Monroe!? ;)

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    2. L'ho visto un paio di settimane fa, bellissimo ma davvero straziante..

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    3. Immagino. Appena ci vediamo mi racconti bene com'è andata, che stasera c'era troppo poco tempo!

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  4. Eccolo.
    Ford che si lancia in un altro dei suoi post da genitore.

    Ah, l'hai già scritto te? :)

    Cos'altro aggiungere, allora?
    Mi aspettavo un voto più alto, ma evidentemente ti sei contenuto.
    Probabilmente a me convincerà di più la parte comica che quella drammatico/smielata/fordiana, però chissà?

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    1. Considerato com'è andato l'anno finora, non sono più sicuro di niente che riguardi i nostri disaccordi! ;)

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  5. Anch'io ho fatto considerazioni simili alle tue quando ho visto questo film e anch'io credo di averlo apprezzato proprio perché sono padre (tra l'altro l'ho visto insieme a mio figlio).
    In effetti la prima parte è un film comico guardabile, ma non certo entusiasmante. Confesso che non vado pazzo per l'umorismo francese. Poi quando la comicità lascia il posto a un altro tipo di film, ecco che l'ho apprezzato di più.
    Io, tra l'altro, ero cascato nel tranello del regista e avevo inteso che la malattia fosse di Samuel.
    Ma perché dici che Omar Sy è schiavo dello stesso personaggio? Fra Quasi amici e Famiglia all'improvviso ha fatto altri 11 film (in 3-4 anni!). Io non li ho visti, ma veramente in tutti interpreta lo stesso personaggio?

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    1. Capisco bene le tue riflessioni sull'umorismo francese e soprattutto sulla condizione di padre rispetto a questo film.
      Nel tranello del regista, invece, non sono caduto: tutto troppo telefonato, secondo me. :)

      Purtroppo Sy - che pure mi sta simpatico - da Quasi amici in avanti ha cambiato personaggio solo per interpretare Bishop negli X-Men, parlando pochissimo. Per il resto, pare una fotocopia. ;)

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    2. Io nei tranelli dei registi ci casco sempre. Mi faccio prendere dalla narrazione e non sto mai ad analizzare più di tanto quello che vedo.
      Quel tipo di personaggio di Sy è riuscito, ma se non riesce a interpretare altro, significa che gli manca la versatilità, che per un attore dovrebbe essere d'obbligo.
      A meno che non siano i registi a scritturarlo solo per parti come quella.

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    3. Io credo che sia un misto delle due cose: lui è bravo ma non un fenomeno, e dopo Quasi amici se c'è una parte di quel tipo ormai chiamano lui.
      Potere del successo. ;)

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  6. i film francesi mi perplimono, o mi prendono dentro, o proprio non riesco a guardarli.
    questo ha fatto eccezione: si , non posso dire mi sia spiaciuto, però la storia era abbastanza prevedibile sin da subito... no?

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    1. Assolutamente sì.
      Probabilmente, se non fossi stato padre, mi avrebbe coinvolto molto meno.

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