Regia: Peter Berg
Origine: USA
Anno: 2013
Durata: 121'
Lutrell, maggiore sostenitore della seconda ipotesi, riesce a convincere i compagni.
I mancati prigionieri, rivoltisi agli uomini di Shahd, rendono però
possibile ai talebani un attacco massiccio e su territorio favorevole
che mette in ginocchio i soldati USA, individuati, braccati ed uccisi
uno ad uno.
Lutrell, unico superstite del suo plotone, si troverà costretto a
lottare con tutte le forze per rimanere in vita e tornare a casa.
Chiunque
frequenti il Saloon è al corrente di quanto bene il sottoscritto voglia
a Peter Berg, molto, molto tamarro regista newyorkese praticamente texano
d'adozione padre del serial da queste parti amatissimo Friday night lights, nonchè di alcune chicche come Hancock ed il più recente
Battleship, sguaiate pellicole di memoria molto eighties
divertentissime dall'inizio alla fine.
All'uscita di Lone survivor, lo ammetto, rimasi perplesso a fronte
della scelta di Berg di raccontare una storia profondamente a stelle e
strisce che correva il rischio di apparire fuori tempo massimo
considerata la sua ambientazione, ma mi ripromisi di dare una chance
all'operazione a seguito dell'entusiastica recensione che The Rock ne
diede su Instagram nonchè da pareri principalmente positivi giunti dalla
critica oltreoceano, accompagnati da un esordio a dir poco dirompente
al botteghino.
Affrontata la visione ed informatomi sull'ispirazione dal libro e
dalla reale storia di Marcus Lutrell - il sopravvissuto cui presta volto
Marc Wahlberg -, decisamente ben riportato, posso affermare di aver
trovato Lone survivor una delle cose migliori che l'action realistica
abbia prodotto dai tempi di End of watch, ottimamente girato e
fotografato, serratissimo ed in grado di rappresentare, di fatto, una
versione di grana più grossa del meraviglioso Zero dark thirty,
ponendosi un gradino sopra a proposte interessanti come Special forces - Liberate l'ostaggio, rispolverando perfino, a partire dall'inizio del
conflitto a fuoco che da inizio alla lotta per la vita di Lutrell e
compagni, una matrice quasi horror che ricorda Carpenter ed il suo
Distretto 13 o il più recente, misconosciuto e sottovalutatissimo Nido
di vespe.
Non aspettatevi, però, di sedervi in sala ed assistere ad uno
spettacolo diretto con l'approccio quasi giornalistico della Bigelow, perchè
Lone survivor trasuda stelle e strisce da ogni poro, e regala momenti
ad alto tasso di retorica come il finale legato alle istantanee dei
membri di quella maledetta missione o le morti dei singoli componenti del commando,
violente quanto intrise della stessa epica che rese inviso a
molti Salvate il soldato Ryan.
A prescindere, comunque, dall'apparenza, Lone survivor è solido e cazzutissimo Cinema di genere realizzato con tutti i crismi, per una volta premiato dal successo di pubblico e critica e giustamente preso a modello per quella che dovrebbe essere l'action intelligente lontana dagli effetti e dal pane e salame dei prodotti più fracassoni - comunque da queste parti ugualmente rispettati -: una componente fisica vicina al gusto di Neil Marshall che incontra l'afflato quasi romantico della filosofia USA larger than life, una vicenda di guerra e morte che si è portata via le vite di giovani perduti da una parte e dall'altra della barricata - come in tutti i conflitti, del resto - trasformata in un inno alla vita e alla voglia di viverla e sopravvivere sempre e comunque per farlo, a prescindere dalle prove che ci vengono messe di fronte.
In quest'ottica la scelta di non oscurare - anzi, di trasformare in fondamentale anche sul grande schermo - l'aiuto che Lutrell ebbe da una tribù locale legata ad una tradizione millenaria volta alla sacralità degli ospiti diviene un buon viatico per passare oltre le apparenze e mostrare un altro lato dell'approccio spesso e volentieri troppo tendente alla conquista degli States: forse perfino questi novelli cowboys armati di fucili di precisione ed addestrati a superare quasi ogni limite umano sono riusciti a fare loro la lezione più importante fin dai tempi delle lotte senza quartiere con i nativi americani.
Non esistono un unico nemico, un unico volto, un'unica guerra.
Esistono però dei confini che è sempre meglio non superare, ed altri che è vitale difendere a costo della propria vita.
Perchè sono gli stessi che ci definiscono come persone.
Gli stessi che ci permettono di lottare o di morire in pace.
O di sopravvivere per continuare a sentirli sulla pelle.
MrFord
"I'm a survivor (What?)
I'm not gon give up (What?)
I'm not gon stop (What?)
I'm gon work harder (What?)
I'm a survivor (What?)
I'm gonna make it (What?)
I will survive (What?)
I'm not gon give up (What?)
I'm not gon stop (What?)
I'm gon work harder (What?)
I'm a survivor (What?)
I'm gonna make it (What?)
I will survive (What?)
Keep on survivin' (What?)"
Destiny's child - "Survivor" -
È piaciuto anche a me, ne parlerò fra un paio di giorni.
RispondiEliminaImmaginavo. L'anima action tamarra non abbandona mai. :)
Eliminainteressante ...lo devo vedere...sembra una versione a stelle e strisce del francese Special Forces..anche quello in Afghanistan e anche quello che sottolinea che lì non sono tutti talebani...
RispondiEliminaPer me questo è stato una versione molto americana e tecnicamente superiore di Special forces. Potrebbe piacerti.
EliminaPiaciuto un botto pure a me, davvero ben fatto. E poi è pieno di momenti "Yeah!" che mi hanno fatto quasi venire voglia di arruolarmi.
RispondiEliminaCazzo poi i due ruzzoloni giù dai pendii sono fantastici, girati da dio e con degli stunt con le palle
Fratello, gli stuntmen di questo film sono secondi solo a quelli di The raid! ;)
EliminaComunque, film da gasamento oltre ogni limite.
i ruzzoloni dai pendii sono tra le scene più ridicole viste quest'anno °__°
Eliminasanremo compreso ahahah
Ma cosa ne vuoi capire, tu, di stunt fatti bene!?!? ;)
Eliminanon dico che lo stunt sia fatto bene o male. che me ne frega a me, degli stunt? non mi chiamo mica james ford :D
Eliminadico solo che, in un film che punta per lo più sul realismo, delle scene che enfatizzano così la violenza in chiave comica manco fosse un B-movie pulp alla machete kills mi sembrano davvero prive di senso...
A me non sono parse affatto comiche, ma del resto io sono James Ford, no!? ;)
EliminaCannibale, l'enfasi comica con cui dovrebbero essere state girate le scene di violenza l'hai vista solo tu. Dita strappate, tagli, ossa rotte, corpi crivellati di colpi, dolore ovunque.... Vedo si un po di retorica, propagandismo e nella seconda parte un po di mancanza di realtà -cazzo sti navy seal sono immortali- ma enfasi comica proprio no.
EliminaPoi, quando guardi un film action la qualità degli stunt è sicuramente un dato oggettivo sul quanto si siano impegnati nel girarlo. Non sto dicendo che un buon numero di stunt salva un film eh, però quando ci sono è ingiusto ignorarli.
In un mondo onesto verrebbero chiamati artisti.
Parole sante, Fratello.
EliminaAnzi, ti dirò: per me dovrebbe esistere anche un Oscar per il miglior stuntman, cazzo.
so che non ce la posso fare :)
RispondiEliminasì che puoi, smettila! :)
EliminaDantès, fidati. Questo film è una sorpresa. Può non piacere giusto al Cannibale! ;)
Elimina"rimasi perplesso a fronte della scelta di Berg di raccontare una storia profondamente a stelle e strisce che correva il rischio di apparire fuori tempo massimo considerata la sua ambientazione" Ma, parlavi di Battleship? XD
RispondiEliminaAssolutamente no. Sapevo benissimo che Battleship era fuori tempo massimo, e me lo sono goduto proprio per quello! :)
Eliminama instagram non è una applicazione per le foto?
RispondiEliminagiusto the rock può usarla per scrivere delle recensioni.... °___°
e comunque da quando in qua il parere positivo di the rock è una cosa positiva?
quanto alla mia opinione non su the rock o su instagram ma sul film, parte bene, diciamo la prima mezz'ora, poi diventa la solita baracconata americanata fordianata :)
The Rock, per quanto mi riguarda, può fare quello che vuole! ;)
EliminaDetto questo, il film è una bomba action con due palle d'acciaio: ovvio che non ti abbia convinto. ;)
action con due palle d'acciaio un film in cui i soldatini protagonisti parlano di arredamento per la casa e di concerti dei coldplay???
EliminaXD
E i cavalli arabi dove li mettiamo? ??
EliminaQuello è in guerra e la moglie gli chiede come dono un equino da 15mila dollari.
Ma io mi faccio esplodere
Nonostante ciò, filmone
Beh, penso che in guerra ti verrebbe da parlare di qualsiasi cosa che non sia gente che ti spara addosso o a cui sparare addosso, no!? ;)
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