Regia: Joe Swamberg
Origine: USA
Anno: 2013
Durata: 90'
Anno: 2013
Durata: 90'
La trama (con parole mie): Luke e Kate sono colleghi in un birrificio di Chicago, amici per la pelle sempre pronti a scherzare tra loro e a concedersi bevute e giocate al biliardo nel pub preferito. Entrambi vivono due esperienze sentimentali importanti: Kate è infatti fidanzata con Chris, posato e maturo appassionato di musica, mentre Luke parla di nozze con Jill, decisamente meno incline di lui ad uscite e linguaggio pane e salame.
Quando, ad un evento organizzato da Kate per il birrificio, le due coppie si conoscono per la prima volta e decidono di passare un weekend nella casa al mare di Chris, le cose cambiano: mentre, infatti, Luke e Jill continuano, tra alti e bassi, a pensare al matrimonio, i loro amici terminano la loro relazione.
Gli eventi scatenati da questo fatto portano Luke e Kate a confrontarsi e a parlare più o meno apertamente dei sentimenti che provano l'uno per l'altra.
A volte la pesca nell'infinito - purtroppo - oceano di titoli destinati a non venire distribuiti qui nella Terra dei cachi porta ad alcune scoperte più che positive: è il caso di questo Drinking buddies, piacevolissima commedia dolceamara a tema sentimentale in pieno stile Sundance che ha riportato alla memoria del sottoscritto - e non solo perchè tra i protagonisti ritroviamo Jake Johnson - lo splendido Safety not guaranteed passato quasi esattamente un anno fa su questi schermi.
Girato probabilmente con pochi spiccioli rispetto alle grandi produzioni hollywoodiane - considerando lo stesso genere, sia chiaro -, interpretato con ottima partecipazione dai protagonisti - oltre al già citato Johnson, troviamo anche Olivia Wilde e Anna Kendrick - e scritto con sensibilità ed intelligenza, il lavoro si Swamberg è stato una delle sorprese indie più piacevoli del duemilatredici, tanto pane e salame quanto da molti punti di vista imprevedibile nel suo svolgimento: del resto, l'amore e l'amicizia restano due sentimenti tanto fondamentali quanto fondamentalmente complessi da decifrare, e che spesso e volentieri finiscono per portare la maggior parte di noi a vivere i giorni migliori e peggiori della propria esistenza, a scrivere libri e canzoni, a ricordare un momento che, grazie a qualcuno, diventa "IL" momento, uno di quelli in grado di definire la nostra vita.
Dunque l'intreccio che coinvolge i protagonisti - Kate e Chris da una parte, Luke e Jill dall'altra -, anche nelle sequenze più easy e leggere della pellicola, definisce passo dopo passo non soltanto le loro esperienze, ma quello che sarà il percorso futuro di ognuno: in questo senso, non pensiate di andare incontro al classico plot da blockbuster sentimentale all'interno del quale i due amici scoprono di essere innamorati e mollano tutto e tutti e vissero felici e contenti, perchè lo svolgimento di Drinking buddies è decisamente più realistico e sfaccettato di quanto non possiate credere, e senza dubbio riporterà alla mente di molti spettatori rapporti finiti bene o male che si è cercato di vivere andando in una direzione ritrovandosi poi a pensare cosa sarebbe accaduto se si fosse scelto diversamente.
In casa Ford le vicende di questi quattro ragazzi alle prese con la crescita e l'evoluzione dei loro rapporti a partire dalle piccole cose di tutti i giorni - dimenticatevi scene madri e situazioni sopra le righe, qui parliamo al massimo di una serata al pub o di un trasloco - hanno fatto tornare con la mente ed il cuore ai tempi in cui il vecchio cowboy e Julez erano "solo amici", ed il sottoscritto spesso e volentieri finiva le sue peggiori serate da sbronza selvaggia a casa di quella che di fatto era la roccia a cui finivo per aggrapparmi quando le onde erano troppo alte per una barca che andava dritta verso la deriva, svegliandosi il mattino dopo senza ricordare come fosse riuscito a raggiungere il suo rifugio favorito trovando biglietti del buongiorno che ricordavano di passare a riconsegnarle le chiavi tornando a casa.
Senza dubbio non parliamo di un film destinato a fare la Storia della settima arte, eppure Drinking buddies racchiude in un'ora e mezza scarsa tutto il meglio del Cinema indipendente in stile Sundance, riesce ad emozionare senza esagerare e a raccontare una storia talmente ordinaria - e non nel senso noioso e dispregiativo del termine - da risultare straordinaria facendosi volere bene come solo pochi titoli riescono a fare, invitando a nuove visioni pronte a farci sentire meglio - o peggio - a seconda dei momenti in cui le affronteremo.
E chissà che, di fronte alle difficoltà, un piccolo gesto come una manciata di patatine messe nel piatto non facciano la differenza tra un momento e IL momento.
Girato probabilmente con pochi spiccioli rispetto alle grandi produzioni hollywoodiane - considerando lo stesso genere, sia chiaro -, interpretato con ottima partecipazione dai protagonisti - oltre al già citato Johnson, troviamo anche Olivia Wilde e Anna Kendrick - e scritto con sensibilità ed intelligenza, il lavoro si Swamberg è stato una delle sorprese indie più piacevoli del duemilatredici, tanto pane e salame quanto da molti punti di vista imprevedibile nel suo svolgimento: del resto, l'amore e l'amicizia restano due sentimenti tanto fondamentali quanto fondamentalmente complessi da decifrare, e che spesso e volentieri finiscono per portare la maggior parte di noi a vivere i giorni migliori e peggiori della propria esistenza, a scrivere libri e canzoni, a ricordare un momento che, grazie a qualcuno, diventa "IL" momento, uno di quelli in grado di definire la nostra vita.
Dunque l'intreccio che coinvolge i protagonisti - Kate e Chris da una parte, Luke e Jill dall'altra -, anche nelle sequenze più easy e leggere della pellicola, definisce passo dopo passo non soltanto le loro esperienze, ma quello che sarà il percorso futuro di ognuno: in questo senso, non pensiate di andare incontro al classico plot da blockbuster sentimentale all'interno del quale i due amici scoprono di essere innamorati e mollano tutto e tutti e vissero felici e contenti, perchè lo svolgimento di Drinking buddies è decisamente più realistico e sfaccettato di quanto non possiate credere, e senza dubbio riporterà alla mente di molti spettatori rapporti finiti bene o male che si è cercato di vivere andando in una direzione ritrovandosi poi a pensare cosa sarebbe accaduto se si fosse scelto diversamente.
In casa Ford le vicende di questi quattro ragazzi alle prese con la crescita e l'evoluzione dei loro rapporti a partire dalle piccole cose di tutti i giorni - dimenticatevi scene madri e situazioni sopra le righe, qui parliamo al massimo di una serata al pub o di un trasloco - hanno fatto tornare con la mente ed il cuore ai tempi in cui il vecchio cowboy e Julez erano "solo amici", ed il sottoscritto spesso e volentieri finiva le sue peggiori serate da sbronza selvaggia a casa di quella che di fatto era la roccia a cui finivo per aggrapparmi quando le onde erano troppo alte per una barca che andava dritta verso la deriva, svegliandosi il mattino dopo senza ricordare come fosse riuscito a raggiungere il suo rifugio favorito trovando biglietti del buongiorno che ricordavano di passare a riconsegnarle le chiavi tornando a casa.
Senza dubbio non parliamo di un film destinato a fare la Storia della settima arte, eppure Drinking buddies racchiude in un'ora e mezza scarsa tutto il meglio del Cinema indipendente in stile Sundance, riesce ad emozionare senza esagerare e a raccontare una storia talmente ordinaria - e non nel senso noioso e dispregiativo del termine - da risultare straordinaria facendosi volere bene come solo pochi titoli riescono a fare, invitando a nuove visioni pronte a farci sentire meglio - o peggio - a seconda dei momenti in cui le affronteremo.
E chissà che, di fronte alle difficoltà, un piccolo gesto come una manciata di patatine messe nel piatto non facciano la differenza tra un momento e IL momento.
MrFord
"Came out of a lady and
I want you to save me its amazing
came out of a lady ooh
and I want you to save me it's amazing."
I want you to save me its amazing
came out of a lady ooh
and I want you to save me it's amazing."
Rubblebucket - "Came out of a lady" -
mi ci ero imbattuto e lo avevo saltato a piedi pari..ora me lo fai riconsiderare...mi toccherà recuperarlo...
RispondiEliminaRecuperalo, una visione la vale tutta! Ottimo indie!
EliminaMolto molto carino!
RispondiEliminaAssolutamente sì!
Eliminavisto al Tff, carino!
RispondiEliminaDecisamente. L'indie che piace a me.
EliminaSi ne avevo letto bene in giro, è già li pronto per essere visionato.
RispondiEliminaDevo solo trovare la forza di staccarmi da SOA
:-D
E' sicuramente roba più morbida dei SOA, ma morbido buono! :)
Eliminafilm decisamente indie e cannibale e ben poco, checché tu ne dica, pane e salame.
RispondiEliminaun'ulteriore prova di come tu ti stia cannibalizzando sempre più, caro sundance kid uahah :)
Io mi sundancerò, ma tu stai invecchiando, ricordatelo! ;)
EliminaMolto carino, e Jake Johnson sta veramente diventando uno dei miei preferiti per la sua risata e la sua spontaneità. :)
RispondiEliminaConcordo: direi che ormai il buon Jake è pronto per entrare nel club dei fordiani ad honorem! ;)
EliminaMai sentito, ma la recensione mi piace molto e il film m'ispira..cercherò di recuperarlo da qualche parte! Olivia Wilde tra l'altro mi sta simpatica un monte!
RispondiEliminaMargheresa
Secondo me potrebbe piacervi, è roba molto pane e salame, l'indie giusto e per nulla radical! :)
EliminaL'ho visto, carino come dicono tutti, ma non ho capito se positivamente misurato o troppo freddo.
RispondiEliminaIo voto per il positivamente misurato! ;)
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