Regia: J. C. Chandor
Origine: USA
Anno: 2013
Durata: 106'
La trama (con parole mie): un uomo a bordo della sua imbarcazione a vela nel pieno del Pacifico si ritrova nei guai dopo aver urtato un container presumibilmente caduto da una nave da carico. Lo stesso, infatti, ha finito per bucare lo scafo della sua barca causando una falla importante che, dopo una riparazione di fortuna, cede alla furia degli elementi quando una tempesta la investe.
L'uomo è così costretto a rifugiarsi sul gonfiabile di salvataggio e fare conto sul kit di sopravvivenza e su un sestante per capire quale potrebbe essere la direzione presa, in direzione di Sumatra.
Riuscirà con il poco che gli è rimasto a mantenersi vivo sperando nel contempo di intercettare un natante di passaggio per poter essere soccorso?
Le imprese al limite dell'incredibile eppure profondamente umane nella loro
realizzazione e nella volontà messa in campo dai protagonisti delle
stesse hanno sempre esercitato un fascino particolare, sul sottoscritto,
dai sopravvissuti allo schianto aereo di Alive agli esploratori di
Kon-Tiki.
L'incontro - e lo scontro - tra Uomo e Natura è un tema, del resto, che
la Storia ha riproposto nei secoli dei secoli e che, probabilmente,
continuerà a fare parte del grande spettacolo della vita almeno fino a
quando noi bipedi continueremo ad abitare da queste parti.
J. C. Chandor, regista dell'ottimo Margin call, che almeno
cinematograficamente deve avere davvero due palle d'acciaio, invece di
cedere alle lusinghe delle majors e vendersi al miglior offerente e a
proposte ben più commerciali ed allettanti, decide di dedicarsi ad un
progetto a dir poco coraggioso: un'ora e quaranta di pellicola con una
manciata e poco più di parole, risultato del monologo del protagonista -
ed unico attore - Robert Redford - peraltro in grande spolvero ed
estremamente credibile, oltre che invecchiato malissimo, almeno rispetto
al suo compagno di cavalcate lungo la Frontiera e compianto Paul Newman
-, quasi interamente girato su una barca in mare aperto.
Una sfida non da poco che il giovane regista e sceneggiatore può
tranquillamente dichiarare di aver vinto portando sullo schermo un
lavoro solido e ben riuscito, girato alla grande ed in grado di
mantenere la tensione alta dall'inizio alla fine: addirittura potrei
perfino considerare questo All is lost come una versione "razionale" di
quello che fu, all'inizio dello scorso anno, Vita di Pi, legato
anch'esso ad un naufragio ma al concetto più spirituale di Fede.
J. C. Chandor, da par suo, sposta il discorso dai massimi sistemi
alla volontà di sopravvivere tutta umana, mettendo il suo protagonista
di fronte a sfide sempre più ardue, dalla riparazione della fiancata
dell'imbarcazione all'inizio della pellicola alla tempesta destinata a
spazzarla via, dall'acqua ricavata dall'umidità alla permanenza a bordo
del gommone di salvataggio armato di sestante che possa permettergli di
studiare la presunta posizione sulla mappa. E proprio quando la
razionalità e la praticità delle azioni del nostro sfortunato naufrago
paiono giungere al limite estremo, a quel All is lost del titolo, ecco
che il buon Chandor sfodera un finale splendido, un acuto lirico in un
film profondamente fisico e reale.
Eppure, dovendo parlare in assoluta onestà, sono uscito dalla
visione di All is lost solo parzialmente convinto: come per Gravity -
anche se parliamo di produzioni assolutamente lontane per ambizioni,
mezzi e successo, considerato che, al momento, in questo caso potremmo
tranquillamente parlare di un flop al botteghino - ho avuto
l'impressione di un lavoro realizzato con eccezionale perizia privo,
però, della scintilla in grado di trasformare una storia in qualcosa che
il narratore ha davvero la necessità di raccontare.
In questo senso, la mancanza di empatia potrebbe creare non pochi
problemi a tutto il pubblico pronto ad aspettarsi un film d'avventura, o
un'epopea di ampio respiro: siamo più dalle parti di un racconto
intimista, anche se la freddezza con la quale viene portato sullo
schermo finisce per creare una distanza rispetto al protagonista, più che un
legame con lo stesso.
Il tutto senza contare che, per chi non mastica abitualmente
Cinema, obiettivamente centosei minuti di lezioni di sopravvivenza in
mare aperto potrebbero risultare ostici e, purtroppo, non drammatici e
serrati quanto hanno la possibilità di apparire.
Un film, dunque, emotivamente solitario e perduto come il suo
accigliato eroe, incapace, di fatto, di trasformare la vicenda di un
singolo in qualcosa di davvero universale, nonostante ognuno di noi, in
qualche modo ed in una diversa misura, finisce, prima o poi, per fare i
conti con Madre Natura.
MrFord
"Is this all we have to show?
Is this all they'll ever know? Can they find their way?
What went wrong? Where have all the heroes gone?
Trading futures for a song we gave away
thinking only of myself, I forged ahead
no regrets, no apologies
bitter tears reward the life that I have led
a world of lies brings me to my knees."
Is this all they'll ever know? Can they find their way?
What went wrong? Where have all the heroes gone?
Trading futures for a song we gave away
thinking only of myself, I forged ahead
no regrets, no apologies
bitter tears reward the life that I have led
a world of lies brings me to my knees."
Symphony X - "When all is lost" -
Bella recensione, bravissimo. A me è piaciuto molto e non l'ho trovato mai noioso, ma riconosco che a qualcuno potrebbe non piacere per via della freddezza con cui è raccontato.
RispondiEliminaIl finale poi è di una bellezza totale. ..
Cmq Redford non mi sembra invecchiato male anzi....
Bellissimo il finale, anche se il film mi è risultato piuttosto freddo, purtroppo.
EliminaE Redford, rispetto a Newman, è invecchiato mooooolto male! :)
Concordo! Secondo me non ha niente a che vedere con gli altri survival, tutti e due si perdevano un pò troppo in elucubrazioni teologico-filosofiche (Vita di Pi) o scene poco credibili (Gravity). Ciò che apprezzo in questo film è proprio quello che può "non piacere" o "non coinvolgere": la messa in scena asciutta di Chandor, la fisicità di Redford, per me è un film "puro", non so in che altri termini spiegarmi...:)
RispondiEliminaOttima davvero la regia di Chandor, per un film che, a mio parere, mostra grande tecnica ma poco cuore, lo stesso problema, in fondo, riscontrato per quanto riguarda Gravity.
EliminaIn tutta onestà, per quanto questo esperimento sia stato coraggioso, gli ho di gran lunga preferito Vita di Pi.
questo non è Cinema, questa è Noia.
RispondiElimina"in grado di mantenere la tensione alta dall'inizio alla fine"
questa è grossa persino per te, ford! °___°
all is lost è il film più palloso e con meno tensione della Storia e robert redford è davvero pessimo. non cambia espressione dall'inizio alla fine.
le palle d'acciaio non ce l'ha certo il regista, ma il povero spettatore che si imbatte in una fordianata del genere :)
Per essere una fordianata, non mi ha colpito così tanto! Anzi, ti dirò, posso capire che si possa patire, e devo dire che mi ha lasciato piuttosto freddo, un pò come Gravity, per l'appunto.
EliminaHo l'impressione che lo patirò tantissimo.
RispondiEliminaE' un'eventualità. Preparati. :)
EliminaGenerosissimo...al momento dalle mie parti si candida a finire tra il peggio del 2014
RispondiEliminaE' molto ostico, senza dubbio. Ma non significa che sia un brutto film. ;)
Eliminaa me fa un po' paura vederlo...ma mi ci devo misurare...e resisterò ..anche se so già che non è la mia cup of tea....
RispondiEliminaPosso capire cosa intendi: senza dubbio, è uno di quei film che si può rischiare di amare o detestare senza ritegno.
EliminaIo, di mio, sono riuscito a stare nel mezzo.
Non so se voglio provarci anche io, sinceramente sono titubante, soprattutto con la roba che vorrei recuperare...
RispondiEliminaTieni conto che si parla di uno di quei titoli in grado di entusiasmare o lasciare letteralmente schifati.
EliminaQuando te la senti, fai un tentativo!
Si candida per una dormita sul divano. Senza dialoghi è dura stare svegli... Però vedo che fa discutere, non è da tutti.
RispondiEliminaIn caso di stanchezza è una vera lotteria, questo è sicuro: ma può anche diventare una sorpresa, se riesce a prenderti nel modo giusto.
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