lunedì 16 dicembre 2013

Blackfish

Regia: Gabriela Cowperthwaite
Origine: USA
Anno: 2013
Durata: 83'




La trama (con parole mie): Tilikum, un maschio di orca tenuto in cattività fin dalla tenera età, è tristemente noto ai media per avere causato la morte di tre persone: un visitatore abusivo della sua vasca e due addestratrici, una delle quali molto esperta.
Di proprietà della catena di Sea World, il gigantesco mammifero - il più grande esemplare di orca cresciuto in mano all'Uomo - continua ancora oggi ad esibirsi nonostante le numerose cause intentate in modo da poter ottenere la sua liberazione in mare aperto, lasciando così che riesca, almeno nella parte finale della sua esistenza, ad assaporare non solo la possibilità di uno spazio sconfinato all'interno del quale muoversi, ma anche l'esperienza di una vita sociale che questi incredibili esseri del mare sviluppano grazie ad un'intelligenza emotiva superiore anche a quella umana.





Ricordo quando, qualche anno fa, esplose una polemica proprio su queste pagine a proposito di specismo ed antispecismo, che mi portò a stroncare felicemente una delle sòle più incredibili che mi sia mai capitato di incontrare da appassionato di documentari, Earthlings.
Del resto, io sono sempre stato un fiero carnivoro - anche se, in realtà, mangio felicemente dal primo al dolce ad ogni pasto, con tanto di alcool in chiusura -, sono convinto che, fossimo in un'altra epoca, caccerei senza problemi per rimediare il cibo, trovo del fascino nel concetto - quello iniziale ed hemingwayano - di corrida, e se fossi stato tra i sopravvissuti di Alive avrei iniziato a pasteggiare con i cadaveri delle vittime già dal primo giorno per tentare di trovare le forze per andare avanti in quelle condizioni estreme.
Dunque, non mi definirei troppo impressionabile per quello che riguarda gli equilibri presenti in Natura tra le varie specie, per quanto riconosca il fatto inconfutabile che l'Uomo continui ad approfittare fin troppo della sua condizione privilegiata: eppure pochi titoli passati da queste parti di recente sono riusciti ad emozionarmi quanto Blackfish, splendido documentario realizzato da Gabriela Cowperthwaite a proposito dello sfruttamento delle orche in cattività per gli spettacoli in parchi acquatici come Sea World.
Incentrato sulla figura possente di Tilikum, il maschio di orca più grande esistente tra quelli in cattività, questo film si carica sulle spalle oltre al peso della denuncia di un certo tipo di utilizzo di questi mammiferi di natura predatoria anche quello di raccontare un volto degli stessi sconosciuto ai più, legati all'immagine che anche il Cinema ha contribuito a creare dell'orca assassina: grazie agli interventi di esperti, infatti, veniamo a scoprire che questi incredibili animali non solo vivono in un contesto sociale di stampo matriarcale ben più complesso di quello umano, ma sviluppano un'intelligenza emotiva di molto superiore alla nostra, grazie ad un'intera porzione di cervello in più rispetto a quello che possiamo vantarci di sfoggiare noi bipedi.
Ma, dato che non sono qui per disquisire di biologia marina e non, mi concentro sulla vicenda principale raccontata con grande capacità non solo di sintesi narrativa, ma anche e soprattutto emotiva dalla regista: la storia di Tilikum.
Separato dalla madre ancora cucciolo e costretto ad una vita simile a quella dei nostri carcerati in piscine che saranno sempre troppo strette per le sue reali necessità, questo ragazzone ha finito per elaborare una sorta di rancore che l'aggressività - siamo pur sempre di fronte ad uno dei predatori più pericolosi del globo, un bestione di oltre cinque metri e tonnellate di peso - porta a galla ogni volta in cui il sottile confine che ancora deve fargli sopportare noi umani viene superato: Tilikum, infatti, nel corso della sua "carriera", è stato responsabile di tre uccisioni - perfino poche, a conti fatti -, dapprima in un parco acquatico in Canada - una delle sue "responsabili" -, dunque nel Sea World di Orlando, con un vagabondo finito a fare un giro piuttosto rischioso e clandestino nella piscina del Nostro e dunque quella che lo rese noto all'opinione pubblica nazionale e non solo dell'esperta addestratrice Dawn Brancheau, che fu accusata addirittura dalla direzione del parco di non aver utilizzato un'acconciatura consona all'esibizione prima e di aver commesso un errore di valutazione rispetto all'animale poi.
Personalmente, penso che quel ventiquattro febbraio duemiladieci furono due le vittime di quel drammatico evento: Dawn e Tilikum, costretto ad assecondare la sua più selvaggia Natura per evitare, probabilmente, di impazzire del tutto in una condizione che, con ogni probabilità, un essere di intelligenza così elevata potrebbe paragonare al nostro schiavismo.
Il grande merito di Blackfish è proprio questo: riuscire, andando oltre l'atto d'accusa esplicito rispetto a Sea World, a raccontare il dolore da entrambe le parti, quello degli amici e dei parenti delle vittime di quello che agli occhi del pubblico è soltato un gioco e quello dei suoi protagonisti, che probabilmente potrebbero insegnarci cose che non siamo neppure in grado di immaginare.
Il tutto senza spettacolarizzare la violenza - non sono mostrate immagini delle uccisioni - e toccando al contrario il cuore dell'audience grazie a sequenze di grande impatto emozionale - l'orca separata dalla figlia che piange straziata, gli ex addestratori in barca commossi nel vedere le orche in libertà, con la pinna dorsale perfettamente dritta, al contrario degli esemplari tenuti in cattività -: roba che, in tempi più o meno recenti, era riuscita solo ad Herzog con il meraviglioso Grizzly man.
E non parliamo di piccoli calibri.


MrFord


"Ooh, and all I taught her was everything
ooh, I know she gave me all that she wore
and now my bitter hands chafe beneath the clouds
of what was everything.
oh, the pictures have all been washed in black, tattooed everything..."
Pearl Jam - "Black" - 



10 commenti:

  1. Sono contento che ti sia piaciuto anche per me è un grande film, una bellissima scoperta...

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    1. Bellissima scoperta davvero. Non era facile raccontarlo senza scadere nella retorica. Brava la regista. :)

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  2. Nonostante la tua premessa un po' terrorizza (oh, se dovessimo trovarci sullo stesso aereo fammelo sapere eh) XD, credo che il film riesca fin troppo a impressionare una tipa come me. Su questa questione ci si potrebbe parlare per mesi, molto complessa. Io amo i cetacei, in particolar modo i delfini. Ho avuto un'esperienza diretta a Zoomarine, entrando nella vasca con loro. Ho parlato a lungo con una biologa e, per quanto lei sostenga che il parco abbia come priorità assoluta il bene dei delfini, io so che non è esattamente quello il loro bene. Egoisticamente parlando dico di aver provato una delle più belle sensazioni, dopo la maternità, entrando nell'acqua e toccarli. Ma allo stesso tempo vedevo in quegli occhi un pizzico di tristezza che non dimenticherò mai. Così come i delfini ovviamente anche tutti gli altri grandi o piccoli cetacei. Il mare è vero che spesso è pieno di insidie e la vasca di un parco evita questo, ma è come chiudere un figlio dentro una campana. Lo tieni lontano dai pericoli ma lo tieni lontano dalla vita e dalla libertà. Vabbè, tutto ciò per dire che questo film voglio vederlo, ma con una profonda paura nel cuore. ;-)

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    1. Beh, se fossimo sullo stesso aereo basterebbe che tu sopravvivessi allo schianto: io parlavo delle remore che i sopravvissuti ebbero rispetto al cibarsi della carne dei cadaveri! ;)

      Detto questo, preparati, perchè questo film arriva dritto al cuore, sia dalla parte "umana" che da "cetaceo". ;)

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  3. dopo il grandioso sugar man, potrei dare fiducia a un altro documentario.
    anche se, come al solito, la tua esaltazione in proposito mi lascia parecchio dubbioso ahah :)

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    1. Mi pare che ultimamente si stia andando un pò troppo d'accordo per essere dubbiosi, soprattutto dopo Sugar man. Fossi in te proverei.
      Al massimo potrai dire di non essere d'accordo con me! ;)

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  4. non lo mancherò, grazie per la segnalazione.

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    1. Figurati! Merito di Bradipo, che l'ha segnalato a me! :)

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  5. Ne avevo letto anche io bene da qualche parte...ma aspettavo anche altri pareri. Bene, sembra proprio che lo vedrò!

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    1. Sono sicuro che ti piacerà, Fratello! :)
      Allora, quando ci si vede!?

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